Controllando su internet ho letto che potrebbe trattarsi di attacchi di panico
Buonasera,mi chiamo Stefania e ho 22 anni.
Circa un anno fa,una notte,mi sentii molto male: tachicardia,nausea,vomito, sudore freddo,vertigini. La guardia medica disse che molto probabilmente era un sintomo influenzale e che non c'era da preoccuparsi. Difatti dopo un paio d'ore mi passò.
Da quel giorno però ho avuto molti altri episodi come quello:sul treno, la sera quando mi metto a letto..quando ero in vacanza mi succedeva pratcamente ogni sera!
mi si chiude lo stomaco improvvisamente,senza un motivo particolare e non riesco a mangiare più nulla,mi gira la testa,sento il bisogno di sedermi,mi viene una forte tachicardia e ho il fiato corto. ovviamente vivo nell'ansia costante che possa tornare a sentirmi male e a volte,se inizio ad accusare qualcuno dei sintomi,evito di uscire di casa. Controllando su internet ho letto che potrebbe trattarsi di attacchi di panico. La cosa mi ha reso meno nervosa,perchè ho capito che non c'era nulla che non andasse nel mio corpo (io pensavo che si trattasse di un problema cardiaco,visto che mio padre è morto a causa di un infarto..). Il problema è che non vorrei ricorrere all'uso di psicofarmaci...esistono altri modi per combattere questa cosa?
Ringrazio per l'attenzione,cordiali saluti.
Circa un anno fa,una notte,mi sentii molto male: tachicardia,nausea,vomito, sudore freddo,vertigini. La guardia medica disse che molto probabilmente era un sintomo influenzale e che non c'era da preoccuparsi. Difatti dopo un paio d'ore mi passò.
Da quel giorno però ho avuto molti altri episodi come quello:sul treno, la sera quando mi metto a letto..quando ero in vacanza mi succedeva pratcamente ogni sera!
mi si chiude lo stomaco improvvisamente,senza un motivo particolare e non riesco a mangiare più nulla,mi gira la testa,sento il bisogno di sedermi,mi viene una forte tachicardia e ho il fiato corto. ovviamente vivo nell'ansia costante che possa tornare a sentirmi male e a volte,se inizio ad accusare qualcuno dei sintomi,evito di uscire di casa. Controllando su internet ho letto che potrebbe trattarsi di attacchi di panico. La cosa mi ha reso meno nervosa,perchè ho capito che non c'era nulla che non andasse nel mio corpo (io pensavo che si trattasse di un problema cardiaco,visto che mio padre è morto a causa di un infarto..). Il problema è che non vorrei ricorrere all'uso di psicofarmaci...esistono altri modi per combattere questa cosa?
Ringrazio per l'attenzione,cordiali saluti.
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Gent.le sig.na,
è comprensibile il desiderio di avere maggiori informazioni ma l'approccio più corretto alla sua richiesta di aiuto è quello di rivolgersi al suo medico di famiglia per escludere eventuali cause organiche e ad uno psicologo-psicoterapeuta per valutare la possibilità di iniziare una psicoterapia.
Non si tratta di combattere una battaglia quanto piuttosto di ampliare la sua autoconsapevolezza per avere un contatto più vero e profondo con il suo modo di essere.
COrdialmente
è comprensibile il desiderio di avere maggiori informazioni ma l'approccio più corretto alla sua richiesta di aiuto è quello di rivolgersi al suo medico di famiglia per escludere eventuali cause organiche e ad uno psicologo-psicoterapeuta per valutare la possibilità di iniziare una psicoterapia.
Non si tratta di combattere una battaglia quanto piuttosto di ampliare la sua autoconsapevolezza per avere un contatto più vero e profondo con il suo modo di essere.
COrdialmente
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
[#2]
Cara Ragazza,
il suo corpo parla per lei, quando i sintomi prendono il sopravvento, senza chiedere più il permesso, è il momento di affrontare la situazione con modalità risolutive. Si rivolga ad uno psichiatra o ad un neurologo, che possa suggerirle una terapia farmacologica per lenire l'ansia, e ad uno psicoterapeuta per lavorare con e per lei, sulle cause del suo disagio.
L'approccio è quasi sempre combinato.
Auguri.
www.valeriarandone.it
il suo corpo parla per lei, quando i sintomi prendono il sopravvento, senza chiedere più il permesso, è il momento di affrontare la situazione con modalità risolutive. Si rivolga ad uno psichiatra o ad un neurologo, che possa suggerirle una terapia farmacologica per lenire l'ansia, e ad uno psicoterapeuta per lavorare con e per lei, sulle cause del suo disagio.
L'approccio è quasi sempre combinato.
Auguri.
www.valeriarandone.it
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 4.3k visite dal 26/06/2010.
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