Probabile depressione e problemi sessuali
per motivi di studio e per volontà mi sono trasferito in un'altra città,per la prima volta lontano dai miei famigliari e in genere dalla mia vita.è stato un anno abbastanza difficile, perchè dall'inizio non mi sentivo accettato all'interno del gruppo in cui cercavo d'entrare.poi,dopo i primi esami andati bene,è iniziata l'involuzione: a causa d'un esame in cui son stato bocciato ai primi di febbraio son cominciati i primi piccoli problemi con i miei.intanto la mia vita sociale(prima molto attiva)non mi migliorava,e molte sere ero costretto a restare a casa.a marzo un altro duro colpo con il ritorno in fretta a casa per mio nonno che stava poco bene,tre operazioni di coronografia ed altre complicazioni in una settimana e 25 giorni di degenza,duranti i quali però essendo a casa sono tornato a star meglio.di ritorno nella città universitaria le cose son ricominciate ad andare benino,ma tendenti sempre verso il basso.da metà maggio adesso sto cominciando a conoscere una splendida ragazza con cui sto insieme e sto bene,ma dopo le prime due settimane passate felicemente e senza pensieri(la mia attività sessuale con questa ragazza era cominciata un pò in sordina,poi invece abbastanza bene) dopo tre giorni di ''astinenza'' da rapporti sessuali durante una di queste ho una defalliance.da quel giorno ho problemi di erezioni,ed ogni volta che la bacio o mi avvicino a lei ho paura di non avere erezioni,e forse per questo motivo non riesco ad averne.dove può essere il problema?ovviamente,questo ''misfatto'' ha scatenato dentro di me uno stato che,leggendo delle cose su internet,e con tutte le cose che ho già raccontato,potrebbe essere depressivo.in tutto ciò mi balena l'idea di essere omosessuale,sebbene non abbia mai avuto una pulsione verso alcun genere d'attività di questo genere o verso persone del mio stesso sesso.mi auguro che mi rispondiate nel più breve tempo possibile,vi ringrazio in anticipo.
[#1]
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile Utente, l'attività sessuale può essere influenzata sia dal tono dell'umore che da un eventuale stato ansioso.
Approcciare ad un rapporto sessuale con in mente il timore di una defaillance pone esattamente le basi perchè si verifichi; questo fatto può essere in seguito interpretato da chi lo vive come segno di omosessualità.
Come mai pensa che un'ansia da prestazione sia segnale di una sua inclinazione omosessuale?
Mi sembra possibile che lei abbia affrontato gli eventi stressanti in cui si è imbattuto mettendo in campo risorse non del tutto adeguate a padroneggiarli; se così è, prenda in considerazione l'ipotesi di un aiuto specialistico, perchè il rischio è quello di trarre conclusioni poco plausibili dalle sue esperienze, e che queste conclusioni possano a loro volta "impantanarla" ulteriormente.
Cordialmente
Approcciare ad un rapporto sessuale con in mente il timore di una defaillance pone esattamente le basi perchè si verifichi; questo fatto può essere in seguito interpretato da chi lo vive come segno di omosessualità.
Come mai pensa che un'ansia da prestazione sia segnale di una sua inclinazione omosessuale?
Mi sembra possibile che lei abbia affrontato gli eventi stressanti in cui si è imbattuto mettendo in campo risorse non del tutto adeguate a padroneggiarli; se così è, prenda in considerazione l'ipotesi di un aiuto specialistico, perchè il rischio è quello di trarre conclusioni poco plausibili dalle sue esperienze, e che queste conclusioni possano a loro volta "impantanarla" ulteriormente.
Cordialmente
[#2]
(..)ogni volta che la bacio o mi avvicino a lei ho paura di non avere erezioni,e forse per questo motivo non riesco ad averne.(..)
Gentile ragazzo in queste parole ha già la risposta al suo problema.
Il circolo vizioso che si impianta nei problemi di erezione è esattamente questo mentre le reazioni possono variare.
Lei sta reagendo mediante questi pensieri irrazionali che si trasformano in ossessioni.
Segua i consigli del collega.
saluti
Gentile ragazzo in queste parole ha già la risposta al suo problema.
Il circolo vizioso che si impianta nei problemi di erezione è esattamente questo mentre le reazioni possono variare.
Lei sta reagendo mediante questi pensieri irrazionali che si trasformano in ossessioni.
Segua i consigli del collega.
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#3]
Ex utente
molto probabilmente avete ragione.quando psicologicamente sono libero riesco a sbloccarmi un po'...e reputo le conclusioni del dott. Cali attendibili,in quanto sono stato bocciato agli esami(fattori scatenanti della mia pseudo-depressione) ma senza studiare.. pensate che i fiori di bach possano aiutarmi?
[#4]
Gentile ragazzo si confronti con uno psicologo, anche presso un servizio pubblico, affinchè possa dal vivo ricevere qualche indicazioni utile.
I fiori di bach NON hanno alcun effetto terapeutico dimostrato, impieghi tale spesa per cose più utili.
saluti
I fiori di bach NON hanno alcun effetto terapeutico dimostrato, impieghi tale spesa per cose più utili.
saluti
[#6]
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile Utente, i fiori di Bach possono aiutarla a non affrontare le sue difficoltà, come una passeggiata al mare o vedere un buon film per distrarsi.
A volte, il pensiero tende ad "avvitarsi" su se stesso: si pensa a ciò che si è pensato (mi scusi il gioco di parole), e da questo si inferiscono conclusioni che danno all'atto del pensare stesso un peso maggiore di quanto sarebbe opportuno fare.
In questi casi, può essere utile cercare di concentrarsi sui dati di realtà piuttosto che sulle nostre deduzioni: bisogna accettare di "prendere le distanze" dal proprio modo abituale di pensare, di comportarsi, di gestire le proprie emozioni. E' per questo che le suggerivo un aiuto: per cambiare il modo in cui ci rapportiamo a noi stessi, agli altri, al mondo a volte serve qualcuno che ci fornisca gli strumenti per abbandonare posizioni ormai scomode, ma conosciute, per approdare a punti di vista nuovi, più flessibili, o almeno più utili.
Cordialmente
A volte, il pensiero tende ad "avvitarsi" su se stesso: si pensa a ciò che si è pensato (mi scusi il gioco di parole), e da questo si inferiscono conclusioni che danno all'atto del pensare stesso un peso maggiore di quanto sarebbe opportuno fare.
In questi casi, può essere utile cercare di concentrarsi sui dati di realtà piuttosto che sulle nostre deduzioni: bisogna accettare di "prendere le distanze" dal proprio modo abituale di pensare, di comportarsi, di gestire le proprie emozioni. E' per questo che le suggerivo un aiuto: per cambiare il modo in cui ci rapportiamo a noi stessi, agli altri, al mondo a volte serve qualcuno che ci fornisca gli strumenti per abbandonare posizioni ormai scomode, ma conosciute, per approdare a punti di vista nuovi, più flessibili, o almeno più utili.
Cordialmente
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 2.2k visite dal 25/06/2010.
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