Gelosia e possessività morbosa - stalking

Buongiorno! Vorrei raccontarvi di questo problema anche se non so se è la sede adatta. Ho una fidanzata da 8 anni. Entrambi abbiamo 30 anni. Il rapporto sarebbe tutto rose e fiori tranne un problema: la sua gelosia e la possessività. Pur io non avendo mai fatto nulla di male, lei mi ha obbligato a rinunciare a tutto: amici, amiche, hobbies, ecc. Scrivo obbligato perché in alcuni casi lei direttamente inviava di nascosto dalla mia e-mail e dal telefonino messaggi di insulti ad anici, colleghe, ecc. firmati ovviamente a nome mio.
Ci sono stati dei periodi, alcuni di giorni, altri di settimane, in cui ha avuto dei vere propri attacchi gravissimi, in cui addirittura lei mi proibiva di uscire di casa (anche se io ovviamente l'ho sempre fatto di nascosto - periodo durato forse una settimana per fortuna), ha preso a spintoni una collega che "si è permessa" di salutarmi sorridendo, di parlare con chiunque, oppure ad esempio in qualche caso in cui dovevo uscire per lavoro ho scoperto lei e/o sua madre pedinarmi, ecc. Ovviamente io ho sempre reagito dinanzi a ciò, urlando a mia volta, ma ho sempre ricevuto come risposte minacce e ricatti.
Io mi chiedo come ho fatto ad accettare tutte queste cose per anni... Forse perché quando non scatta la sua morbosità è una persona dolce e brillante. E tutti la conoscono così. Poi sono scoppiato e qualche mese fa ci siamo lasciati. Lei qualche giorno dopo è tornata all'attacco tutta dolce, disponibile a cambiare. Complice la mia solitudine e quei momenti belli passati assieme l'ho riaccettata. Lei ora è molto migliorata, non mi ha più controllato, spedito messaggi di nascosto, ecc. però qualche giorno fa c'è stato il primo di un'altra serie di "attacchi". Le avevo detto che ho guardato la vetrina di un negozio, e lei mi ha aggredito urlando che avrei dovuto chiederle un permesso... Ho paura a lasciarla perché in fondo spero di rivivere quei bei momenti passati assieme e perché sono entrato in società con suo padre in una ditta della zona e perché, non avendo più contatti da anni con persone al di fuori del lavoro (e lì la maggior parte hanno almeno 15-20 anni più di me), ho paura di rimanere solo...
Un problema di fondo è che il rapporto dei suoi genitori è impostato esattamente in questo modo. Lei comanda su tutto, su ogni piccolo dettaglio della vita e lui obbedisce ciecamente. Spesso questi suoi folli comportamenti sono dettati dalla madre (che è da una vita che ha problemi psichiatrici - e da qualche anno si rifiuta di essere assistita). Ho scoperto che era sua madre che insisteva con lei per farmi pedinare, o per venire a controllarmi al lavoro.
Io per questo è da sei mesi che soffro di insonnia, sono sempre nervosissimo, e la sicurezza in me è uguale a zero... Che posso fare? Voi cosa ne pensate? Sto pensando anche di parlare con un avvocato per capire come comportarmi in caso di uscita dalla società, e nel caso in cui dovesse mettere in pratica quei comportamenti molesti che annunciava anni fa.
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Gent.le utente,
quella che lei descrive è una relazione patologica, mi sembra la situazione non vada trascinata oltre o sottovalutata.
Purtroppo la sua ragazza ha appreso in famiglia dei modelli di comportamento disfunzionali e questo le fa capire che non ci si può aspettare che il cambiamento arrivi a seguito di promesse (di natura evidentemente manipolatoria).
La consulenza dell'avvocato è indispensabile data la delicatezza della situazione, consideri che lei può beneficiare della recente approvazione della legge sullo stalking, qualora i comportamenti della sua ragazza dovessero degenerare.

" Ho paura a lasciarla perché in fondo spero di rivivere quei bei momenti passati assieme e perché sono entrato in società con suo padre in una ditta della zona e perché, non avendo più contatti da anni con persone al di fuori del lavoro (e lì la maggior parte hanno almeno 15-20 anni più di me), ho paura di rimanere solo..."

Crede che la paura dell'altro e della solitudine è possano essere delle basi sulle quali costruire un rapporto?
Questi aspetti meriterebbero di essere approfonditi all'interno di un percorso di psicoterapia che le dia anche il sostegno necessario per fare chiarezza dentro di sé e prendere le decisioni necessaria.
Se lo riterrà opportuno torni pure a scriverci per tenerci aggiornati sulla situazione.
In bocca la lupo

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> Le avevo detto che ho guardato la vetrina di un negozio, e lei mi ha aggredito urlando che avrei dovuto chiederle un permesso... Ho paura a lasciarla perché in fondo spero di rivivere quei bei momenti passati assieme
>>>

Gentile utente, lei parla di bei momenti, ma se è vero che non può nemmeno guardare una vetrina senza chiedere il permesso, ho paura che qualunque momento piacevole passato insieme a questa persona rischi di restare irrimediabilmente oscurato da tutti gli altri.

Credo anch'io che la vostra sia una relazione patologica, che meriterebbe attenzione specialistica. Anche una consulenza legale mi sembra appropriata.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2008 al 2022
Psicologo, Psicoterapeuta
Un rapporto di coppia si deve necessariamente basare su un minimo di fiducia reciproca, in assenza di questa la coppia va necessariamente in crisi e le responsabilità, che generalmente vengono attribuite a uno dei due (più spesso a chi lascia) sono in realtà di entrambi.

In questo caso la situazione da lei descritta presenta anche altre caratteristiche che fanno pensare ad un rapporto patologico, dove vi è un continuo conflitto di potere e che la maggior parte degli scambi sia incentrata a costituire un equilibrio di potere dove uno comanda e l'altro obbedisce.

Nonostante vi sia una situazione del genere resta pur vero che se da un lato una persona impone la propria autorità all'interno di una relazione paritaria, vuol dire che qualcuno lo permette. Di fatti lei per anni ha permesso che gli equilibri si stabilissero su questi rapporti e non su altri fatti di mutuo sostegno, fiducia, coltivazione delle personalità individuali di ciascuno.


Tenga conto che cambiare certi equilibri non è semplice, al di là di madri manipolatrici o storie cliniche familiari la sua fidanzata ha compreso in otto anni questo genere di rapporto con lei è possibile, per cui farà fatica ad accettare un cambiamento repentino.

A questo punto credo che sarebbe opportuno un supporto psicologico per lei, al fine di rinsaldare l'autostima e fare in modo che non sia solamente la solitudine a tenere il timone delle sue decisioni.

Il parere di un'avvocato potrebbe essere d'aiuto. Certi comportamenti, al di là delle dinamiche di coppia, potrebbero rivestire una rilevanza penale accertabile. La comprensione psicologica dei comportamenti umani non elude in alcun modo la legislazione vigente.
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Utente
Utente
Vi ringrazio per le preziose risposte!
Per me è stato utile scrivere su questo forum, poiché dopo aver scritto il mio messaggio mi sono detto: "Cosa sto qui a piangermi adosso e a condividere queste cose con estranei??", al che sono andato da lei e l'ho lasciata...
Abbiamo pianto litigato per ore, ma è finita.
Lei ha annunciato che mi pedinerà... ma poi ha ritirato la cosa dicendo che è cambiata, e che è stato solo un momento di rabbia... speriamo...
Sua madre mi ha telefonato dicendomi più volte che andrà a raccontare a tutti delle cavolate che ho fatto, ecc. ecc. io l'ho mandata a quel paese e anche se gireranno strane voci su di me... è lo stesso! non importa!
Grazie a tutti!
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> "Cosa sto qui a piangermi adosso e a condividere queste cose con estranei??"
>>>

Beh, così ha capito anche che è essenziale che lo psicologo sia un estraneo, e non un amico o un parente.

Cordiali saluti e molti auguri
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