Lutto padre
Buongiorno
Ho 47 anni sono madre di una ragazza di 21 e di un bambino di 10 anni, circa un anno fa ho perso mio marito di 49 anni in un tragico incidente stradale. Vi scrivo perché sono preoccupata per mio figlio che,nonostante sia all'apparenza sereno, continui a non darmi problemi ne a scuola ne a casa o fuori, non vorrei nascondesse questo dolore e non riuscisse ad elaborarlo nel modo giusto.
Mi piacerebbe sapere come, io e mia figlia possiamo aiutarlo.
Aspettando una Vs risposta ringrazio e cordialmente saluto.
Ho 47 anni sono madre di una ragazza di 21 e di un bambino di 10 anni, circa un anno fa ho perso mio marito di 49 anni in un tragico incidente stradale. Vi scrivo perché sono preoccupata per mio figlio che,nonostante sia all'apparenza sereno, continui a non darmi problemi ne a scuola ne a casa o fuori, non vorrei nascondesse questo dolore e non riuscisse ad elaborarlo nel modo giusto.
Mi piacerebbe sapere come, io e mia figlia possiamo aiutarlo.
Aspettando una Vs risposta ringrazio e cordialmente saluto.
[#1]
Psicologo, Psicoterapeuta
La perdita di un familiare stretto è sempre un'evento carico di dolore e richiede un riadattamento familiare.
Da quel che scrive, però, sembra che sia lei preoccupata per suo figlio e non lui ad avere bisogno di aiuto. Avete mai parlato di questo fatto? Ci sono comportamenti che la preoccupano? Ha mai espresso il dolore per la morte del padre?
Altro fatto importante è la frase "come io e mia figlia possiamo aiutarlo". Probabilmente non è il suo caso, ma a volte succede che mancando un partner ci si appoggi ad un figlio. Caricandolo di responsabilità eccessive per esempio. Suo figlio di 10 anni ha senz'altro bisogno di voi. Per l'esattezza ha bisogno di una sorella di 21 anni e di una madre di 47. Necessariamente una differenza di età tra fratelli tanto marcata conduce ad un atteggiamento genitoriale del più grande verso il più piccolo, ma non importa incentivare questa condizione.
Può darsi che data l'età di sua figlia abbiate avuto una modalità di espressione emotiva più simile tra di voi. Questo potrebbe avervi avvicinato e portato ad escludere un po il piccolo. In questo caso un primo passo sarebbe quello di riconquistare ciascuno i propri spazi, nel rapporto tra fratelli e tra genitore e figli.
Ma questi sono solo spunti di riflessione basati su supposizioni, nel tentativo di aiutarla a riflettere.
Da quel che scrive, però, sembra che sia lei preoccupata per suo figlio e non lui ad avere bisogno di aiuto. Avete mai parlato di questo fatto? Ci sono comportamenti che la preoccupano? Ha mai espresso il dolore per la morte del padre?
Altro fatto importante è la frase "come io e mia figlia possiamo aiutarlo". Probabilmente non è il suo caso, ma a volte succede che mancando un partner ci si appoggi ad un figlio. Caricandolo di responsabilità eccessive per esempio. Suo figlio di 10 anni ha senz'altro bisogno di voi. Per l'esattezza ha bisogno di una sorella di 21 anni e di una madre di 47. Necessariamente una differenza di età tra fratelli tanto marcata conduce ad un atteggiamento genitoriale del più grande verso il più piccolo, ma non importa incentivare questa condizione.
Può darsi che data l'età di sua figlia abbiate avuto una modalità di espressione emotiva più simile tra di voi. Questo potrebbe avervi avvicinato e portato ad escludere un po il piccolo. In questo caso un primo passo sarebbe quello di riconquistare ciascuno i propri spazi, nel rapporto tra fratelli e tra genitore e figli.
Ma questi sono solo spunti di riflessione basati su supposizioni, nel tentativo di aiutarla a riflettere.
[#2]
Gentile Signora,
non saprei cosa aggiungere alla ottima risposta del Collega Giusti perchè la penso esattamente nello stesso modo: ovvero se non vi sono segnali preoccupanti è inutile preoccuparsi in via preventiva.
Anche se un certa forma di "prevenzione" la possiamo ipotizzare: Lei (e non solo i Suoi figli) ha subito una perdita molto grave, e probabilmente nei primi tempi, come succede spesso, ha reagito piuttosto bene per via delle incombenze pratiche e reali da gestire in ambito famigliare.
Per questo forse potrebbe pensare, se già non l'ha fatto, di dare a se stessa uno "spazio" di riflessione, sia sul passato doloroso, ma soprattutto sull'impostare il giusto assetto emotivo per affrontare correttamente il futuro.
Se ci pensa infatti Lei ci ha scritto preoccupata del fatto che "in futuro" il figlio potrebbe sviluppare qualche forma di sofferenza.
Allora facciamoci trovare pronti e preparati: in che modo? Potrebbe effettuare una serie di incontri con un/a psicologo/a con cui confrontarsi su questi temi.
Immagino che questo possa spaventarla: la psicoterapia non è solo uno "scoperchiare la pentola", per cui non abbia paura di riprovare emozioni dolorose di tanto tempo fa.
E' un modo per rileggere alcune cose, ma soprattutto per impostare, come dicevo, un assetto emotivo corretto ed equilibrato.
non saprei cosa aggiungere alla ottima risposta del Collega Giusti perchè la penso esattamente nello stesso modo: ovvero se non vi sono segnali preoccupanti è inutile preoccuparsi in via preventiva.
Anche se un certa forma di "prevenzione" la possiamo ipotizzare: Lei (e non solo i Suoi figli) ha subito una perdita molto grave, e probabilmente nei primi tempi, come succede spesso, ha reagito piuttosto bene per via delle incombenze pratiche e reali da gestire in ambito famigliare.
Per questo forse potrebbe pensare, se già non l'ha fatto, di dare a se stessa uno "spazio" di riflessione, sia sul passato doloroso, ma soprattutto sull'impostare il giusto assetto emotivo per affrontare correttamente il futuro.
Se ci pensa infatti Lei ci ha scritto preoccupata del fatto che "in futuro" il figlio potrebbe sviluppare qualche forma di sofferenza.
Allora facciamoci trovare pronti e preparati: in che modo? Potrebbe effettuare una serie di incontri con un/a psicologo/a con cui confrontarsi su questi temi.
Immagino che questo possa spaventarla: la psicoterapia non è solo uno "scoperchiare la pentola", per cui non abbia paura di riprovare emozioni dolorose di tanto tempo fa.
E' un modo per rileggere alcune cose, ma soprattutto per impostare, come dicevo, un assetto emotivo corretto ed equilibrato.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.9k visite dal 21/06/2010.
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