Eccessi di rabbia,ira, aggressività
avrei bisogno di un vostro parere. Ho un carissimo amico, sposato da poco più di un anno con una donna. Premetto che per motivi di distanza non ho mai frequentato molto la coppia, tanto da "conoscerla" profondamente.Entrambi30enni.L'impressione che ho sempre avuto è che lui fosse una bravissima persona molto pacata, lei una donna con un ruolo predominante tra i due e perennemente insoddisfatta, insoddisfazione che cercava di "sfogare", a detta sua, con attività teatrale (finita con la nascita della bimba). Subito dopo il matrimonio è cominciata la "corsa"smodata (della donna) alla maternità, che non si è fatta attendere molto. Perdonatemi se mi dilungo, ma credo che alcuni elementi possano essere importanti per rendere+ chiaro il quadro.
A pochi mesi di distanza dalla nascita della bimba le cose hanno cominciato a prendere una strana piega. Durante le telefonate con lei veniva fuori, inizialmnete, sempre una grande insoddisfazione che si manifesta con attacchi verbali al marito (su basi infondate, in sostanza il marito non faceva nulla di così stravolgente). Ovviamente al marito arrivava la grande insoddisfazione della moglie, lui ha fatto anche tentativi per "renderla felice". Tentativi inutili.poi La situazione è capitolata: lei attualemnte mostra un'enorme aggressività,ira, rabbia incontrollata.va e viene da casa (le volte che va via ritorna a casa dal padre e sorella). Ci sono scenate(o meglio sceneggiate) pubbliche che nascono dal nulla.Spesso lei si picchia, urla. distrugge cose.Inveisce contro il marito verbalmente e fisicamente.In tutto ciò nei momenti in cui è "calma" sembra (sottolineo il sembra perchè è un'impressione mia)avere una certa lucidità nel raccogliere "indizi" (che porta ad un avvocato) che possano dimostrare che il marito è un poco di buono. Indizi che hanno scarso valore oggettivo agli occhi di chiunque.Il suo comportamento ha un'influenza anche su altre relazioni: spesso, dal nulla, "attacca" anche amiche,amici, chiudendo i rapporti in malomodo, rapporti anche di lunga durata.
Ora io sono un profno in materia, ma spesso ho l'impressione che qui ci sia molto di più di una semplice moglie che ha smesso di amare il marito e vuole separarsene. Io, altri amici e la famiglia di questo ragazzo (che spesso si ostina a voler "dare una possibilità" a questa donna, convincendosi che è un periodo), crediamo che questa donna abbia bisogno di un altro tipo di aiuto, certe reazioni nascono davvero dal nulla e con eccessi furibondi. La mia domanda è se ci sbagliamo o se davvero si tratta di un disturbo, di un problema psicologico, se facciamo bene a consigliare un intervento di un professionista.
Non vogliamo vedere cose inesistenti,ma non vogliamo nemmeno minimizzarle visto tutto quello che ci appare evidente, cose che spesso pur non essendo del settore noi giudichiamo (spero non superficialmente) "non normali".
Mi auguro in una risposta che possa aiutarmi a stare vicino ad un caro amico nel modo più giusto e corretto. Grazie
A pochi mesi di distanza dalla nascita della bimba le cose hanno cominciato a prendere una strana piega. Durante le telefonate con lei veniva fuori, inizialmnete, sempre una grande insoddisfazione che si manifesta con attacchi verbali al marito (su basi infondate, in sostanza il marito non faceva nulla di così stravolgente). Ovviamente al marito arrivava la grande insoddisfazione della moglie, lui ha fatto anche tentativi per "renderla felice". Tentativi inutili.poi La situazione è capitolata: lei attualemnte mostra un'enorme aggressività,ira, rabbia incontrollata.va e viene da casa (le volte che va via ritorna a casa dal padre e sorella). Ci sono scenate(o meglio sceneggiate) pubbliche che nascono dal nulla.Spesso lei si picchia, urla. distrugge cose.Inveisce contro il marito verbalmente e fisicamente.In tutto ciò nei momenti in cui è "calma" sembra (sottolineo il sembra perchè è un'impressione mia)avere una certa lucidità nel raccogliere "indizi" (che porta ad un avvocato) che possano dimostrare che il marito è un poco di buono. Indizi che hanno scarso valore oggettivo agli occhi di chiunque.Il suo comportamento ha un'influenza anche su altre relazioni: spesso, dal nulla, "attacca" anche amiche,amici, chiudendo i rapporti in malomodo, rapporti anche di lunga durata.
Ora io sono un profno in materia, ma spesso ho l'impressione che qui ci sia molto di più di una semplice moglie che ha smesso di amare il marito e vuole separarsene. Io, altri amici e la famiglia di questo ragazzo (che spesso si ostina a voler "dare una possibilità" a questa donna, convincendosi che è un periodo), crediamo che questa donna abbia bisogno di un altro tipo di aiuto, certe reazioni nascono davvero dal nulla e con eccessi furibondi. La mia domanda è se ci sbagliamo o se davvero si tratta di un disturbo, di un problema psicologico, se facciamo bene a consigliare un intervento di un professionista.
Non vogliamo vedere cose inesistenti,ma non vogliamo nemmeno minimizzarle visto tutto quello che ci appare evidente, cose che spesso pur non essendo del settore noi giudichiamo (spero non superficialmente) "non normali".
Mi auguro in una risposta che possa aiutarmi a stare vicino ad un caro amico nel modo più giusto e corretto. Grazie
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"Io, altri amici e la famiglia di questo ragazzo (che spesso si ostina a voler "dare una possibilità" a questa donna, convincendosi che è un periodo), crediamo che questa donna abbia bisogno di un altro tipo di aiuto"
In altre parole la percezione del problema da parte del marito sembra essere molto diversa dalla sua, quindi non mi sembra ci siano le premesse per proporre un intervento di aiuto, vorrebbe dire sostituirsi ai diretti interessati nell'assunzione delle loro responsabilità.
In questi casi attribuire alla persona l'etichetta della malattia si rivela puntualmente un boomerang che induce quest'ultima a chiudersi sulla difensiva.
Se lo riterrà opportuno, il marito può proporle di iniziare insieme una psicoterapia di coppia, a meno che la richiesta di consulenza all'avvocato da parte della signora non derivi dall'intenzione di separarsi.
Cordialmente
In altre parole la percezione del problema da parte del marito sembra essere molto diversa dalla sua, quindi non mi sembra ci siano le premesse per proporre un intervento di aiuto, vorrebbe dire sostituirsi ai diretti interessati nell'assunzione delle loro responsabilità.
In questi casi attribuire alla persona l'etichetta della malattia si rivela puntualmente un boomerang che induce quest'ultima a chiudersi sulla difensiva.
Se lo riterrà opportuno, il marito può proporle di iniziare insieme una psicoterapia di coppia, a meno che la richiesta di consulenza all'avvocato da parte della signora non derivi dall'intenzione di separarsi.
Cordialmente
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
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Gentile Utente,
intanto diciamo che queste persone sono molto fortunate ad avere amici come Lei, che si interessano profondamente alla loro sofferenza, al punto da richiedere una consulenza qui.
La prima cosa da fare, secondo me, è quella di parlare apertamente con il Suo amico, dicendogli che voi, amici e parenti, da fuori state vedendo questo tipo di situazione, e per questo motivo vi siete permessi di chiedere una consulenza anonima qui.
A questo punto, se anche lui dovesse essere d'accordo con la lettura fatta da voi (rispetto alle reazioni esagerate di questa donna) potreste convincerlo a chiedere LUI una consulenza, per avere maggiori lumi.
Da qui, infatti, è difficile, se non impossibile, stabilire la natura dei comportamenti di questa donna attraverso il racconto di una terza persona (Lei che ci scrive) che a sua volta vede una realtà parziale, non obiettiva.
Tenga inoltre presente che la situazione è molto delicata, essendoci di mezzo una bambina, ed una donna sul piede di guerra che va già da un avvocato.
Forse la cosa migliore (e meno pericolosa per tutti) e far sentire al Suo amico che voi, in ogni caso, ci siete e ci sarete nel caso in cui le cose dovessero complicarsi.
intanto diciamo che queste persone sono molto fortunate ad avere amici come Lei, che si interessano profondamente alla loro sofferenza, al punto da richiedere una consulenza qui.
La prima cosa da fare, secondo me, è quella di parlare apertamente con il Suo amico, dicendogli che voi, amici e parenti, da fuori state vedendo questo tipo di situazione, e per questo motivo vi siete permessi di chiedere una consulenza anonima qui.
A questo punto, se anche lui dovesse essere d'accordo con la lettura fatta da voi (rispetto alle reazioni esagerate di questa donna) potreste convincerlo a chiedere LUI una consulenza, per avere maggiori lumi.
Da qui, infatti, è difficile, se non impossibile, stabilire la natura dei comportamenti di questa donna attraverso il racconto di una terza persona (Lei che ci scrive) che a sua volta vede una realtà parziale, non obiettiva.
Tenga inoltre presente che la situazione è molto delicata, essendoci di mezzo una bambina, ed una donna sul piede di guerra che va già da un avvocato.
Forse la cosa migliore (e meno pericolosa per tutti) e far sentire al Suo amico che voi, in ogni caso, ci siete e ci sarete nel caso in cui le cose dovessero complicarsi.
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Gentile utente, condivido la posizione della collega Camplone. Lei potrebbe avere anche ragione a temere ciò che la moglie del suo amico potrebbe fare, ma in ultima analisi è al marito che spetta prendere una decisione, quando lo riterrà opportuno.
Inoltre, per unire due persone, la maniera migliore è cercare di dividerle.
Cordiali saluti
Inoltre, per unire due persone, la maniera migliore è cercare di dividerle.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
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Ex utente
Vi ringrazio. In realtà la mia ricerca di consulto derivava proprio dalla paura di "etichettare" impropriamente questa donna. Io e la mia compagna veniamo "coinvolti" dalle continue chiamate di lui, spesso in preda alla disperazione, in balia degli eventi e la nostra, appunto, è paura di dare un consiglio sbagliato, mossi dalle impressioni che abbiamo (impressioni dettate dai suoi racconti e di altre persone vicini di casa, che la descrivono quasi sempre "furiosa" ed incontrollabile), di etichettare questa donna con termini sbagliati (anche semplicemnte consigliando uno specialista), nonostante ciò ci arrivano racconti reazioni che tutto ci sembrano fuorchè normali. Noi siamo stati coinvolti in una di queste solo una volta, una volta che ci ha spinti comunque ad allontanarcene, per permettere a lui di vivere più tranquillo (lei vede amanti ovunque, la mia compagna e altre ragazze del gruppo secondo lei erano amanti del marito, questo ha spinto molti di noi ad allontanarcene più che altro per non creare problemi a lui).
Lui, dopo un paio di chiamate ai carabinieri (dovute agli eccessi di lei), mostra l'esigenza di voler ricorrere ad altre soluzioni (tipo uno psicologo per lei, lei ovviamente è contraria), ma è anche mosso, almeno così a noi sembra, da un amore che lo lega a lei e che lo porta a sperare che tutto, prima o poi, magicamente ritorni al posto giusto, accontentandosi di alcuni momenti di quiete.
A volte, noi ci chiediamo, quanto queste reazioni rientrino nel rango opinabile della normalità, quanto si possa sperare che passino da sole e soprattutto cosa dire ad una persona in balia di questi eventi.
Ad ogni modo vi ringraziamo per gli spunti di riflessione.
Lui, dopo un paio di chiamate ai carabinieri (dovute agli eccessi di lei), mostra l'esigenza di voler ricorrere ad altre soluzioni (tipo uno psicologo per lei, lei ovviamente è contraria), ma è anche mosso, almeno così a noi sembra, da un amore che lo lega a lei e che lo porta a sperare che tutto, prima o poi, magicamente ritorni al posto giusto, accontentandosi di alcuni momenti di quiete.
A volte, noi ci chiediamo, quanto queste reazioni rientrino nel rango opinabile della normalità, quanto si possa sperare che passino da sole e soprattutto cosa dire ad una persona in balia di questi eventi.
Ad ogni modo vi ringraziamo per gli spunti di riflessione.
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Gentile Utente,
aggiungo alla Sua replica che, a questo punto, potreste insistere col vostro amico rispetto al rivolgersi ad uno psicologo, ma PER LUI, perchè:
1- lei tanto non è motivata a farlo, quindi sarebbe solo una perdita di tempo
2- uno psicologo potrebbe aiutare lui a gestire meglio questa situazione, rendendo quindi meno frequenti certe reazioni di lei
aggiungo alla Sua replica che, a questo punto, potreste insistere col vostro amico rispetto al rivolgersi ad uno psicologo, ma PER LUI, perchè:
1- lei tanto non è motivata a farlo, quindi sarebbe solo una perdita di tempo
2- uno psicologo potrebbe aiutare lui a gestire meglio questa situazione, rendendo quindi meno frequenti certe reazioni di lei
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 12.8k visite dal 20/06/2010.
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