Somatizzazione fisica e sessuale
Salve a tutti, sono sposata da un anno e mezzo con un uomo al quale non si può rimproverare nulla perchè appena lo metti di fronte a un problema si fa venire l'ansia e comincia a sentirsi male con lo stomaco. Inizialmente credevo fosse un modo per sfuggire alla lite ma poi mi sono resa conto che IN CERTI MOMENTI davvero era così, soffre di gastrite e di disidrosi plantare e la cosa peggiore è che ultimaente abbiamo rapporti sessuali una volta al mese (e questo dura da 6 mesi) quindi immaginate il mio stato d'animo (ovviamente non mi tradisce e di questo già me ne sono assicurata)! Inoltre lui è una persona molto vanitosa e poichè si è ingrassato qualche chilo (76 kg per 1,72 cm....che stupidate!!!) sta male e dice che non riesce ad avere rapporti con me perchè non si piace e che lo inibiscono anche i ricordi di furiosie liti che abbiamo fatto di recente (liti riguardanti sempre il fatto che io stavo male perchè lui non mi viene vicino fisicamente ed io, come donna, che devo pensare? Posso solo starci male!). Vi prego vorrei un aiuto perchè io sto impazzendo, il nostro matrimonio sta andando a rotoli e lui non vuol parlare con nessuno anzi, appena faccio la parola "psicologo", lui somatizza ancora peggio e si sente ancora più male accusandomi del fatto che io più gli dico certe cose e più lo porto ad allontanarsi! Aiuto non so più che fare, vorrei qualche consiglio che non sia ovviamente quello di mandarlo a quel paese anche perchè io ci sto soffrendo molto per questa situazione e ultimamente ho perso anche la mia prima gravidanza (avvenuta con un unico rapporto in 1 mese e mezzo!) per la quale ho dovuto aspettare 1 anno e mezzo visto che i rapporti erano e sono quelli che sono....non si può andare avanti così, è deleterio per entrambi perciò è assolutamente necessario affrontare il problema di questa sua somatizzazione da stress e se lui non vuole farlo allora vorrei poterlo aiutare io con qualche vostro consiglio! Grazie e poi se mi rispondete man mano vi fornirò ulteriori chiarimenti se me lo ricercate! Grazie, grazie e grazie!
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Gentile ragazza,l'uinco cosa che può fare è quella di trovare qualche strategia per "agganciarlo" (si fa per dire) ad una terapia di coppia. Una di queste è rivolgersi da sola ad un terapeuta e, poi, chiedere a suo marito di intervenire, ma non come oggetto di discussione, ma solo perchè il terapeuta ha anche bisogno del suo aiuto per aiutare la moglie. In questo modo il sacrificio che si chiede a quest'uomo è fortemente ridimensionato poichè non avrà la percezione di andare dallo psicologo per mettersi in discussione (visto che questo lo porta a reagire con ansia) ma quello di essere presente perchè fondamentale per aiutare sua moglie. Se si rifiuterà di aiutare lei allora avrà ulteriori elementi per capire ancora di più qualcosa sulla solidità del vostro rapporto.
Il comportamento di suo marito va inquadrato in una dimensione di coppia, ma necessariamente effettuato mediante un intervento specialistico.
saluti
Il comportamento di suo marito va inquadrato in una dimensione di coppia, ma necessariamente effettuato mediante un intervento specialistico.
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#2]
Psicologo, Psicoterapeuta
Condivido la posizione del collega De Vincentis, in quanto sembrerebbe necessario trovare un luogo e prima ancora un modo per comunicare tra di voi. Per cui un supporto specialistico sarebbe importante. Lo studio di un terapeuta appare come luogo da prediligere.
Non è detto che il suo partner accetti subito di venire in terapia, ma col tempo potrebbe rendersi maggiormente disponibile. Tramite il supporto di uno specialista potrebbe trovare maggiori strade per rapportarsi con lui.
Un Saluto
Non è detto che il suo partner accetti subito di venire in terapia, ma col tempo potrebbe rendersi maggiormente disponibile. Tramite il supporto di uno specialista potrebbe trovare maggiori strade per rapportarsi con lui.
Un Saluto
[#3]
Utente
Io ringrazio entrambi ma dovete sapere che circa 6 mesi fa io sono andata da un avvocato con il pretesto di voler divorziare perchè sapevo che quell'avvocato ci avrebbe affidati ad uno psicologo di coppia e infatti così è stato! Siamo andati lì 3 volte e mio marito, in mia presenza, raccontava solo balle e allora non ci siamo più andati e dopo ovviamete abbiamo continuato a discutere e quelle liti io le ho registrate col cellulare e le ho portate allo psicologo il quale è rimasto allibito e mi ha detto che lui non poteva far nulla di fronte ad una così totale mncanza di collaborazione e mi ha detto che evidentemente mio marito non dirà mai la verità perchè non metterebbe mai la sua immagine in discussione! Allora io mi domando, come potrebbe mai intervenire a sedute che ipoteticamente dovrei fare io? Innanzitutto troverebbe la scusa del lavoro, scusa che tra virgolette potrebbe anche essere accettabile, poi che garanzie avrei sul fatto che lui potrebbe mettersi davvero in discussione e farsi magari un esame di coscienza che non si è mai fatto anche in momenti in cui tutti gli davano torto? Lui ha sempre risposto che non sbaglia mai e che semplicemente è fatto così e chi lo ama lo deve accettare e basta ed io a questo gli ho sempre detto ce non sono la madre che lo può accettare incondizionatamente! Vedete il problema è grosso e ho bisogno d'aiuto...pensate per caso che se andassi da sola da un terapeuta lui possa anche darmi qualche consiglio per risolvere il suo problema?
[#4]
Cortese utente,
trovandomi totalmente d'accordo con i colleghi sento di aggiungere che andare Lei da un terapeuta per risolvere eventuali problemi di Suo marito non ha molto senso, se Lei resta nell'ottica che lui ha bisogno di aiuto e Lei no.
Lei scrive che da 6 mesi la vostra attività sessuale si è ridotta ad un unico rapporto mensile. Come era, invece, nel precedente anno o prima ancora di sposarvi?
trovandomi totalmente d'accordo con i colleghi sento di aggiungere che andare Lei da un terapeuta per risolvere eventuali problemi di Suo marito non ha molto senso, se Lei resta nell'ottica che lui ha bisogno di aiuto e Lei no.
Lei scrive che da 6 mesi la vostra attività sessuale si è ridotta ad un unico rapporto mensile. Come era, invece, nel precedente anno o prima ancora di sposarvi?
Dr. Luca Pizzonia
Psicologo Psicoterapeuta
Napoli
www.lucapizzonia.com
[#5]
Psicologo, Psicoterapeuta
In un rapporto di coppia è importante pensare che la relazione di coppia è il rifugio dove due persone si confortano e si sostengono.
Qualora la relazione venga per qualche motivo danneggiata è importante stare fuori dalla questione delle colpe e comprendere dove, come e quando è successo qualcosa. (il focus della terapia ed i metodi variano da psicologo a psicologo, ma sostanzialmente è così)
Andando lei da uno psicologo può individuare la sua parte di "resopnsabilità", con la speranza che un lavoro di questo tipo possa risanare sufficientemente una relazione al fine di coinvolgere anche suo marito nel processo di riparazione.
Se ovviamente si ritiene che il problema non riguardi affato me, ma solamente l'altro/a, un percorso di questo tipo risulta poco efficace. Potrebbe essere utile domandarsi quanto si è disposti a mettersi in gioco in questa relazione, e se si ritenga che ne valga la pena.
Se la risposta è sostanzialmente affermativa a entrambe le domande, allora provare potrebbe rivelarsi più utile del previsto.
Qualora la relazione venga per qualche motivo danneggiata è importante stare fuori dalla questione delle colpe e comprendere dove, come e quando è successo qualcosa. (il focus della terapia ed i metodi variano da psicologo a psicologo, ma sostanzialmente è così)
Andando lei da uno psicologo può individuare la sua parte di "resopnsabilità", con la speranza che un lavoro di questo tipo possa risanare sufficientemente una relazione al fine di coinvolgere anche suo marito nel processo di riparazione.
Se ovviamente si ritiene che il problema non riguardi affato me, ma solamente l'altro/a, un percorso di questo tipo risulta poco efficace. Potrebbe essere utile domandarsi quanto si è disposti a mettersi in gioco in questa relazione, e se si ritenga che ne valga la pena.
Se la risposta è sostanzialmente affermativa a entrambe le domande, allora provare potrebbe rivelarsi più utile del previsto.
[#6]
Gentile signora,
sembra che lei si ostini a voler cambiare suo marito per ritrovare una certa serenità:
"è assolutamente necessario affrontare il problema di questa sua somatizzazione da stress e se lui non vuole farlo allora vorrei poterlo aiutare io con qualche vostro consiglio" ...
se continua a vedere il suo problema in questo modo rischia di fare un buco nell'acqua in quanto non è facile "cambiare" una persona che non mostra il minimo interesse a farlo ed inoltre rischia di continuare a star male sino a che taluni atteggiamenti e comportamenti di suo marito non si modifichino.
Mi sembra di capire che la sua idea di fondo sia: "posso stare bene solo se mio marito cambi" ovvero qualcosa di simile, ma può anche correggermi se sbaglio.
La invito a riflettere sul fatto che una soluzione di questo tipo rischia di non portarla da nessuna parte e soprattutto non le permette di affrontare i suoi problemi:
1. sente di stare impazzendo;
2. non si sente desiderata abbastanza dal suo uomo;
3. il suo matrimonio sta andando a rotoli;
4. in questo momento ha un marito che non sembra disposto a mettersi in gioco o in discussione per aiutarla a superare il disagio che prova;
5. il suo uomo l'accusa di essere la responsabile della sua inibizione e anche del suo allontanamento;
6. sente di amare un uomo che vede come il responsabile della sua infelicità.
A prescindere dalle decisioni e dalle scelte di suo marito non le sembra ci sia abbastanza materiale da portare ad un terapeuta per tornare ad essere di nuovo protagonista del suo benessere e non in balia delle scelte di suo marito?
Mettiamola così: sarebbe meglio che suo marito, essendo sposati mostri la sua stessa preoccupazione per la coppia e verso l'impegno a ritrovare una certa serenità matrimoniale ed è piuttosto spiacevole osservare che così non è.
Ma nulla le impedisce di iniziare un percorso terapeutico per cercare, anche da sola, di comprendere, risolvere, trovare nuove strategie, adattarsi alla situazione in cui si è messa.
Cordialmente
sembra che lei si ostini a voler cambiare suo marito per ritrovare una certa serenità:
"è assolutamente necessario affrontare il problema di questa sua somatizzazione da stress e se lui non vuole farlo allora vorrei poterlo aiutare io con qualche vostro consiglio" ...
se continua a vedere il suo problema in questo modo rischia di fare un buco nell'acqua in quanto non è facile "cambiare" una persona che non mostra il minimo interesse a farlo ed inoltre rischia di continuare a star male sino a che taluni atteggiamenti e comportamenti di suo marito non si modifichino.
Mi sembra di capire che la sua idea di fondo sia: "posso stare bene solo se mio marito cambi" ovvero qualcosa di simile, ma può anche correggermi se sbaglio.
La invito a riflettere sul fatto che una soluzione di questo tipo rischia di non portarla da nessuna parte e soprattutto non le permette di affrontare i suoi problemi:
1. sente di stare impazzendo;
2. non si sente desiderata abbastanza dal suo uomo;
3. il suo matrimonio sta andando a rotoli;
4. in questo momento ha un marito che non sembra disposto a mettersi in gioco o in discussione per aiutarla a superare il disagio che prova;
5. il suo uomo l'accusa di essere la responsabile della sua inibizione e anche del suo allontanamento;
6. sente di amare un uomo che vede come il responsabile della sua infelicità.
A prescindere dalle decisioni e dalle scelte di suo marito non le sembra ci sia abbastanza materiale da portare ad un terapeuta per tornare ad essere di nuovo protagonista del suo benessere e non in balia delle scelte di suo marito?
Mettiamola così: sarebbe meglio che suo marito, essendo sposati mostri la sua stessa preoccupazione per la coppia e verso l'impegno a ritrovare una certa serenità matrimoniale ed è piuttosto spiacevole osservare che così non è.
Ma nulla le impedisce di iniziare un percorso terapeutico per cercare, anche da sola, di comprendere, risolvere, trovare nuove strategie, adattarsi alla situazione in cui si è messa.
Cordialmente
Dr. Massimo DAlessandro
Psicologo-Psicoterapeuta
www.massimo-dalessandro.com
[#7]
Utente
Sono d'accordo con tutto ciò che mi è stato detto e voglio precisare, rispondendo ad una domanda che mi è stata fatta riguardo al sesso che a luglio del 2008 mio marito , che all'epoca era ancora il mio fidanzato, si sentiva giornalmente e di nascosto con una donna che abbiamo conosciuto insieme a maggio a Rimini e che però abita in Sicilia e questo evidentemente non gli ha permesso di tradirmi fisicamente. Io mi sono resa conto di questa situazione proprio perchè lui cominciava a non desiderarmi più fisicamente e allora ho fatto le mie indagini e ho scoperto quello che sopra ho detto. A ottobre 2008 ci siamo sposati lo stesso nonostante liti che giustamente hanno seguito quell'accadimento e però c'era tutta la volontà da parte mia di recuperare se solo lui non avesse continuato a non farmi sentire più desiderata. Forse io mi ostino a pensare che lui a me ci tenga ancora e devo dire che probabilmente questa è la mia unica colpa, quella di essere cieca! Perciò credo davvero che abbiate ragione, che forse è meglio che vada io a farmi aiutare prima di tutto a riappropriarmi di quella dignità che forse ho perso, di quella sicurezza che un tempo avevo ed ora non ho più...anche perchè a detta di chi mi conosce io sono stupida, perchè tutti mi dicono che sono una bella ragazza e che merito altro piuttosto che una persona che mi tratta così perchè credetemi se ne accorgono tutti dei suoi atteggiamenti superficiali nei miei confronti...io vorrei aiutare anche lui perchè comunque il problema ce l'ha però forse è meglio che aiuti prima me stessa...Grazie delle vostre gentili risposte...vorrei trovare qui dove abito persone come voi che vogliono aiutare realmente chi sta nelle mie condizioni...
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 4.8k visite dal 10/06/2010.
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