Problemi mnemonici (?)
Salve,
ho bisogno di rivolgere un quesito riguardante un problema del quale solo ora inizio a prendere davvero coscienza.
Ho 26 anni e la mia vita non è stata facile, ho sofferto di depressione, attacchi di panico e tutta una serie di problematiche che solo ora sono riuscito a superare, grazie all'impegno e ad una capacità sempre crescente di mettermi in discussione e di capire, accettare e superare le fonti del mio malessere.
Oggi mi ritengo una persona “normale” che è riuscita a superare tutta una serie di enormi difficoltà, tuttavia mi rendo conto di avere ancora qualche difficoltà.
Ho sempre avuto, almeno apparentemente, difficoltà ad apprendere e a memorizzare in modo nitido le cose nonostante sia un accanito lettore e abbia delle discrete capacità dialettiche e argomentative.
Non ho mai visto la cosa come un reale problema in quanto ho sempre dato per scontato di avere dei grossi limiti in materia e la rapida rimozione delle informazioni entrate in mio possesso un mio triste ma normale limite nonostante il mio modo di esprimermi e dialogare risultassero spesso piuttosto ricchi ed elaborati.
Tempo fa durante una discussione ho parlato di questa mia condizione con un mio parente, giungendo ad affermare che probabilmente certi limiti fossero dovuti a qualcosa che “ostruisse” il regolare lavoro della mente.
Il mattino successivo al mio risveglio con grande stupore mi resi conto di ricordare vecchi termini e concetti estremante che il giorno prima cercavo insistentemente (e senza successo) di ricordare e che in quel momento erano riaffiorati da chissà dove.
Da quel momento si sono verificati diversi casi analoghi nei quali cerco insistentemente un ricordo o un concetto che con grande sconforto non riesco a far emergere e solo successivamente, sopratutto al mattino appena sveglio, recupero.
Sto scoprendo solo ora che non è assolutamente vero che ho delle capacità mnemoniche e di apprendimento basse, ma le informazioni che assorbo vengono ben immagazzinate e riesco ad accedervi trovando però difficoltà più o meno grandi nell'andare a recuperare non i concetti ma le informazioni più dettagliate.
Vorrei capire cosa può generare questa difficoltà e quali potrebbero essere sul piano teorico i rimedi.
Spero di essere stato sufficientemente chiaro, non è stato facile cercare di spiegare la mia problematica.
Grazie per l'attenzione.
ho bisogno di rivolgere un quesito riguardante un problema del quale solo ora inizio a prendere davvero coscienza.
Ho 26 anni e la mia vita non è stata facile, ho sofferto di depressione, attacchi di panico e tutta una serie di problematiche che solo ora sono riuscito a superare, grazie all'impegno e ad una capacità sempre crescente di mettermi in discussione e di capire, accettare e superare le fonti del mio malessere.
Oggi mi ritengo una persona “normale” che è riuscita a superare tutta una serie di enormi difficoltà, tuttavia mi rendo conto di avere ancora qualche difficoltà.
Ho sempre avuto, almeno apparentemente, difficoltà ad apprendere e a memorizzare in modo nitido le cose nonostante sia un accanito lettore e abbia delle discrete capacità dialettiche e argomentative.
Non ho mai visto la cosa come un reale problema in quanto ho sempre dato per scontato di avere dei grossi limiti in materia e la rapida rimozione delle informazioni entrate in mio possesso un mio triste ma normale limite nonostante il mio modo di esprimermi e dialogare risultassero spesso piuttosto ricchi ed elaborati.
Tempo fa durante una discussione ho parlato di questa mia condizione con un mio parente, giungendo ad affermare che probabilmente certi limiti fossero dovuti a qualcosa che “ostruisse” il regolare lavoro della mente.
Il mattino successivo al mio risveglio con grande stupore mi resi conto di ricordare vecchi termini e concetti estremante che il giorno prima cercavo insistentemente (e senza successo) di ricordare e che in quel momento erano riaffiorati da chissà dove.
Da quel momento si sono verificati diversi casi analoghi nei quali cerco insistentemente un ricordo o un concetto che con grande sconforto non riesco a far emergere e solo successivamente, sopratutto al mattino appena sveglio, recupero.
Sto scoprendo solo ora che non è assolutamente vero che ho delle capacità mnemoniche e di apprendimento basse, ma le informazioni che assorbo vengono ben immagazzinate e riesco ad accedervi trovando però difficoltà più o meno grandi nell'andare a recuperare non i concetti ma le informazioni più dettagliate.
Vorrei capire cosa può generare questa difficoltà e quali potrebbero essere sul piano teorico i rimedi.
Spero di essere stato sufficientemente chiaro, non è stato facile cercare di spiegare la mia problematica.
Grazie per l'attenzione.
[#1]
Gentile Utente,
intanto complimenti: Lei è riuscito a spiegarsi perfettamente.
Probabilmente Lei non ha dei veri e propri problemi mnemonici, ma essendo predisposto a sviluppare disturbi dell'umore le Sue difficoltà potrebbero essere legate più ad un deficit di concentrazione.
La facilità con cui si recupera un dato memorizzato è legata alla concentrazione (e quindi all'attenzione) con cui lo immagazziniamo.
Chi soffre di disturbi dell'umore tende ad avere una scarsa concentrazione, e quindi potrebbe manifestare le difficoltà di recupero che Lei ha menzionato.
Per esserne certi dovrebbe comunque controllare il funzionamento della Sua memoria attraverso una valutazione neuropsicologica.
Se risultasse negativa allora dovrebbe prendere in considerazione l'eventualità di un percorso psicoterapeutico, onde imparare a gestire meglio il Suo umore.
intanto complimenti: Lei è riuscito a spiegarsi perfettamente.
Probabilmente Lei non ha dei veri e propri problemi mnemonici, ma essendo predisposto a sviluppare disturbi dell'umore le Sue difficoltà potrebbero essere legate più ad un deficit di concentrazione.
La facilità con cui si recupera un dato memorizzato è legata alla concentrazione (e quindi all'attenzione) con cui lo immagazziniamo.
Chi soffre di disturbi dell'umore tende ad avere una scarsa concentrazione, e quindi potrebbe manifestare le difficoltà di recupero che Lei ha menzionato.
Per esserne certi dovrebbe comunque controllare il funzionamento della Sua memoria attraverso una valutazione neuropsicologica.
Se risultasse negativa allora dovrebbe prendere in considerazione l'eventualità di un percorso psicoterapeutico, onde imparare a gestire meglio il Suo umore.
Cordialmente
Daniel Bulla
dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_
[#2]
Gentile utente,
oltre a quanto già suggeritole dal collega, tenga in conto anche il fatto che l'esperienza di non riuscire a ricordare una determinata informazione nel momento in cui più ci si sforza di farlo, per poi recuperarla quasi o del tutto spontaneamente in un secondo momento, è cosa abbastanza comune. Stanchezza, stress ed alterazioni emotive influenzano la nostra capacità di recuperare le informazioni in memoria.......e questo non è il solo meccanismo ad entrare in gioco! Poiché i nostri ricordi sono inseriti in una più o meno fitta e variegata rete associativa di concetti, sensazioni ed esperienze, può succedere che in determinati momenti si possa creare una nuova associazione, quasi sempre inconsapevolmente, che interferisce con la vecchia rete e non ci permette, al momento, di recuperare il vecchio ricordo nel solito modo. E' come se, paragonando la nostra rete associativa ad una rete autostradale, noi nel cercare di arrivare al ricordo trovassimo improvvisamente la strada "bloccata".
Va tenuto conto anche del fatto che la facilità nel recuperare l'informazione della memoria dipende anche dal modo in cui questa è stata codificata nel momento in cui è stata "appresa": la si ricorderà più facilmente se la si è collegata ad altre informazioni in qualche modo familiari. Esistono una serie di "mnemotecniche", cioè di esercizi mentali applicati all'apprendimento, che mirano proprio ad incrementare attivamente questo tipo di associazioni e di elaborazione profonda dell'informazione. Potrebbero tornarle utili in fase di memorizzazione di dettagli o elementi slegati tra loro, facilitandone poi il recupero dalla memoria. Magari ne avrà già sentito parlare (esistono molti libri divulgativi sull'argomento), ma si tratta anche di trovare quella (o quelle) più congeniali a sé, più efficaci nel proprio caso specifico.
Un cordiale saluto,
oltre a quanto già suggeritole dal collega, tenga in conto anche il fatto che l'esperienza di non riuscire a ricordare una determinata informazione nel momento in cui più ci si sforza di farlo, per poi recuperarla quasi o del tutto spontaneamente in un secondo momento, è cosa abbastanza comune. Stanchezza, stress ed alterazioni emotive influenzano la nostra capacità di recuperare le informazioni in memoria.......e questo non è il solo meccanismo ad entrare in gioco! Poiché i nostri ricordi sono inseriti in una più o meno fitta e variegata rete associativa di concetti, sensazioni ed esperienze, può succedere che in determinati momenti si possa creare una nuova associazione, quasi sempre inconsapevolmente, che interferisce con la vecchia rete e non ci permette, al momento, di recuperare il vecchio ricordo nel solito modo. E' come se, paragonando la nostra rete associativa ad una rete autostradale, noi nel cercare di arrivare al ricordo trovassimo improvvisamente la strada "bloccata".
Va tenuto conto anche del fatto che la facilità nel recuperare l'informazione della memoria dipende anche dal modo in cui questa è stata codificata nel momento in cui è stata "appresa": la si ricorderà più facilmente se la si è collegata ad altre informazioni in qualche modo familiari. Esistono una serie di "mnemotecniche", cioè di esercizi mentali applicati all'apprendimento, che mirano proprio ad incrementare attivamente questo tipo di associazioni e di elaborazione profonda dell'informazione. Potrebbero tornarle utili in fase di memorizzazione di dettagli o elementi slegati tra loro, facilitandone poi il recupero dalla memoria. Magari ne avrà già sentito parlare (esistono molti libri divulgativi sull'argomento), ma si tratta anche di trovare quella (o quelle) più congeniali a sé, più efficaci nel proprio caso specifico.
Un cordiale saluto,
Dr.ssa Elisa Flavia Di Muro
www.psicologicamente.altervista.org
[#3]
Gentile utente, il suo problema potrebbe consistere nel suo preoccuparsi di non ricordare, più che nella capacità mnemonica in sé. Ricordare o meno una cosa dipende da quanto ci serve. La maggior parte di noi dimentica facilmente ciò che non usa spesso. Invece, studiando e ripassando le cose s'imprimono in memoria.
Prova ne sia che per scrivere questa richiesta ha usato termini appropriati: se la sua memoria fosse gravemente compromessa non avrebbe potuto farlo.
In conclusione e riassumendo, potrebbe trattarsi di un problema d'ansia, non di memoria. E in questo caso andrebbe magari curata la prima, non la seconda.
Cordiali saluti
Prova ne sia che per scrivere questa richiesta ha usato termini appropriati: se la sua memoria fosse gravemente compromessa non avrebbe potuto farlo.
In conclusione e riassumendo, potrebbe trattarsi di un problema d'ansia, non di memoria. E in questo caso andrebbe magari curata la prima, non la seconda.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#4]
Ex utente
Ringrazio sinceramente tutti quanti per le vostre risposte,riflettendo su di esse inizio a pensare che il mio attuale stato dipenda dai grandi, seppure benefici, cambiamenti ai quali sono stato sottoposto nell'ultimo periodo
Sin dall'infanzia ho sviluppato una pericolosa tendenza a filtrare la vita, le cose e gli eventi lasciandomeli "scivolare addosso", senza riuscire ad essere risoluto e risolutore, esistendo in un certo senso solo a metà, limitando il mio spazio di azione, le mie idee e la mia personalità.
E' ovvio che tutto ciò deriva da anni tumultuosi e situazioni ingestibili sopratutto per un ragazzo ancora giovane e in una delicatissima fase di formazione, tuttavia il dolore, le ingiustizie e i comportamenti erronei si possono superare ma le cicatrici rimangono e non sono facili da eliminare.
A 26 anni mi ritrovo con una personalità "guarita" ma che ha bisogno di affinare determinati meccanismi di funzionamento mentale che negli anni sono stati trascurati o maltrattati.
Se ad una persona molto giovane e con poca coscienza di se (e qui mi sto addentrando nel mio privato) verrà fatto credere di essere stupida o del tutto incapace, essa potrebbe crederci e vivere come se lo fosse trascurando il proprio potenziale.
Una volta cresciuta SE avrà la fortuna di capire e reagire a simili valutazioni ormai date per assodate, si ritroverà in una fase di scoperta e di collaudo delle proprie capacità abbastanza impropri per la sua età.
Quello che vorrei chiedervi, viste anche le vostre esperienze professionali, è se un individuo giovane ma non più giovanissimo può recuperare le attitudini e le capacità a lui più congenite nonostante l'imprinting iniziale e gli anni più delicati della sua esistenza l'abbiano portato da tutt'altra parte mentre, più nel concreto, vorrei sapere se credete nella possibilità di modificare radicalmente lo spettro emotivo e le capacità di utilizzo della mente in un individuo della mia età.
Mi piacerebbe ricevere una risposta diretta e concreta basata su dati ed esperienze reali.
Grazie ancora.
Sin dall'infanzia ho sviluppato una pericolosa tendenza a filtrare la vita, le cose e gli eventi lasciandomeli "scivolare addosso", senza riuscire ad essere risoluto e risolutore, esistendo in un certo senso solo a metà, limitando il mio spazio di azione, le mie idee e la mia personalità.
E' ovvio che tutto ciò deriva da anni tumultuosi e situazioni ingestibili sopratutto per un ragazzo ancora giovane e in una delicatissima fase di formazione, tuttavia il dolore, le ingiustizie e i comportamenti erronei si possono superare ma le cicatrici rimangono e non sono facili da eliminare.
A 26 anni mi ritrovo con una personalità "guarita" ma che ha bisogno di affinare determinati meccanismi di funzionamento mentale che negli anni sono stati trascurati o maltrattati.
Se ad una persona molto giovane e con poca coscienza di se (e qui mi sto addentrando nel mio privato) verrà fatto credere di essere stupida o del tutto incapace, essa potrebbe crederci e vivere come se lo fosse trascurando il proprio potenziale.
Una volta cresciuta SE avrà la fortuna di capire e reagire a simili valutazioni ormai date per assodate, si ritroverà in una fase di scoperta e di collaudo delle proprie capacità abbastanza impropri per la sua età.
Quello che vorrei chiedervi, viste anche le vostre esperienze professionali, è se un individuo giovane ma non più giovanissimo può recuperare le attitudini e le capacità a lui più congenite nonostante l'imprinting iniziale e gli anni più delicati della sua esistenza l'abbiano portato da tutt'altra parte mentre, più nel concreto, vorrei sapere se credete nella possibilità di modificare radicalmente lo spettro emotivo e le capacità di utilizzo della mente in un individuo della mia età.
Mi piacerebbe ricevere una risposta diretta e concreta basata su dati ed esperienze reali.
Grazie ancora.
[#5]
Gentile Utente,
"Quello che vorrei chiedervi, viste anche le vostre esperienze professionali, è se un individuo giovane ma non più giovanissimo può recuperare le attitudini e le capacità a lui più congenite nonostante l'imprinting iniziale e gli anni più delicati della sua esistenza l'abbiano portato da tutt'altra parte"
direi assolutamente SI: l'imprinting è un concetto secondo me troppo rigido da applicare all'essere umano che, almeno in via teorica, possiede una corteccia superiore in grado di farlo andare oltre il semplice inseguimento di papere.
La cosa interessante, per quanto riguarda il Suo caso, è che Lei avverte la necessità di evolvere verso un "altro Sé", diverso da quello "guarito" ma "frustrato", almeno da un punto di vista emotivo.
Questa è la base motivazione per intraprendere un lavoro psicoterapeutico approfondito: perchè non provare allora?
"Quello che vorrei chiedervi, viste anche le vostre esperienze professionali, è se un individuo giovane ma non più giovanissimo può recuperare le attitudini e le capacità a lui più congenite nonostante l'imprinting iniziale e gli anni più delicati della sua esistenza l'abbiano portato da tutt'altra parte"
direi assolutamente SI: l'imprinting è un concetto secondo me troppo rigido da applicare all'essere umano che, almeno in via teorica, possiede una corteccia superiore in grado di farlo andare oltre il semplice inseguimento di papere.
La cosa interessante, per quanto riguarda il Suo caso, è che Lei avverte la necessità di evolvere verso un "altro Sé", diverso da quello "guarito" ma "frustrato", almeno da un punto di vista emotivo.
Questa è la base motivazione per intraprendere un lavoro psicoterapeutico approfondito: perchè non provare allora?
[#6]
Ex utente
Sinceramente credo che in questo periodo abbia realmente bisogno di agire nel concreto, fare nuove esperienze e aprire la mia mente a tutto ciò che possa ritenere stimolante.
E' il momento di svincolarsi da paure, preconcetti, timori e andare verso la mia strada.
In tal senso ho già iniziato a muovermi.
Non voglio assolutamente sminuire la psicoterapia, anzi ritengo che possa essere un valido supporto che io stesso ho praticato per anni con risultati talvolta positivi,tuttavia credo che le mie priorità siano e debbano essere necessariamente altre.
Certamente una cosa non esclude necessariamente l'altra e anzi la completa, tuttavia temo che da un punto di vista logistico (orari di lavoro distribuiti in una fascia temporale che copre l'intera giornata) ed economico (guadagno troppo poco per potermi permettere un simile servizio) non posso affrontare seriamente questo tipo di servizio.
Esistono anche le USL, ma i carichi di lavoro delle quali dispongono e la mia (purtroppo) scarsa adattabilità a livello di tempistiche rendono anche questa possibilità impraticabile.
Se non disponessi di tutti questi limiti certamente mi rivolgerei ad uno psicologo, ma purtroppo ora non saprei davvero gestire la cosa.
E' il momento di svincolarsi da paure, preconcetti, timori e andare verso la mia strada.
In tal senso ho già iniziato a muovermi.
Non voglio assolutamente sminuire la psicoterapia, anzi ritengo che possa essere un valido supporto che io stesso ho praticato per anni con risultati talvolta positivi,tuttavia credo che le mie priorità siano e debbano essere necessariamente altre.
Certamente una cosa non esclude necessariamente l'altra e anzi la completa, tuttavia temo che da un punto di vista logistico (orari di lavoro distribuiti in una fascia temporale che copre l'intera giornata) ed economico (guadagno troppo poco per potermi permettere un simile servizio) non posso affrontare seriamente questo tipo di servizio.
Esistono anche le USL, ma i carichi di lavoro delle quali dispongono e la mia (purtroppo) scarsa adattabilità a livello di tempistiche rendono anche questa possibilità impraticabile.
Se non disponessi di tutti questi limiti certamente mi rivolgerei ad uno psicologo, ma purtroppo ora non saprei davvero gestire la cosa.
[#7]
Non deve pensare che la psicoterapia consista principalmente nel farsi delle belle chiacchierate. Alcune forme di psicoterapia vanno invece proprio nella direzione che serve a lei, ovvero le insegnano a diventare più attivo e ad agire nel concreto, piuttosto che nel chiuso della mente.
Questa credenza purtroppo è molto comune, e fa sì che molte persone si precludono la strada per dei miglioramenti effettivi e anche rapidi.
Se lei ha delle limitazioni economiche o di tempo, ciò è comprensibile. Ma si tratta anche di una questione di priorità e di scelte. Ossia, dev'essere lei a decidere a cosa sia più opportuno dedicare il suo tempo e le sue risorse.
Comunque esistono varie strade per spendere meno anche per andare in terapia.
Cordiali saluti
Questa credenza purtroppo è molto comune, e fa sì che molte persone si precludono la strada per dei miglioramenti effettivi e anche rapidi.
Se lei ha delle limitazioni economiche o di tempo, ciò è comprensibile. Ma si tratta anche di una questione di priorità e di scelte. Ossia, dev'essere lei a decidere a cosa sia più opportuno dedicare il suo tempo e le sue risorse.
Comunque esistono varie strade per spendere meno anche per andare in terapia.
Cordiali saluti
[#8]
Ex utente
A me piacerebbe provare un percorso mirato alle mie necessità, non so però in che modo muovermi, quali strutture contattare per verificare la reale (o comunque potenziale) validità del servizio.
Tra i 15 e i 18 anni mi sono rivolto all'USL e ho avuto modo di venire in contatto con due psicologi con i quali ho avuto modo di comunicare i miei problemi e qualche volta anche affrontare tematiche all'epoca importanti ma che, per dirla molto francamente, non hanno avuto una reale utilità pratica se non quella (tra l'altro non da sottovalutare) di "valvola di sfogo".
Mi chiedo perciò se ora sarebbe possibile tentare qualcosa di diverso perché i tempi necessitano di altre modalità d'approccio.
Inoltre, e senza peccare di supponenza, sento di poter affermare di aver realmente capito i miei problemi, la loro origine, il modo nel quale si sono propagati generando una spirale di effetti devastanti.
Tutto questo sono già in grado di farlo, potrei scrivere perfino un libro a riguardo, quello che mi interessa ora è ottimizzare le mie risorse ed è una cosa ben diversa dalla "semplice" analisi alla quale sono stato sottoposto finora.
Detto questo, cos'è che può davvero far per me un percorso con uno psicologo?
Tra i 15 e i 18 anni mi sono rivolto all'USL e ho avuto modo di venire in contatto con due psicologi con i quali ho avuto modo di comunicare i miei problemi e qualche volta anche affrontare tematiche all'epoca importanti ma che, per dirla molto francamente, non hanno avuto una reale utilità pratica se non quella (tra l'altro non da sottovalutare) di "valvola di sfogo".
Mi chiedo perciò se ora sarebbe possibile tentare qualcosa di diverso perché i tempi necessitano di altre modalità d'approccio.
Inoltre, e senza peccare di supponenza, sento di poter affermare di aver realmente capito i miei problemi, la loro origine, il modo nel quale si sono propagati generando una spirale di effetti devastanti.
Tutto questo sono già in grado di farlo, potrei scrivere perfino un libro a riguardo, quello che mi interessa ora è ottimizzare le mie risorse ed è una cosa ben diversa dalla "semplice" analisi alla quale sono stato sottoposto finora.
Detto questo, cos'è che può davvero far per me un percorso con uno psicologo?
[#9]
Questa che ha appena descritto è un'altra credenza erronea, purtroppo anch'essa diffusa. L'informazione che cerchiamo di dare da qui vorrebbe servire, almeno un poco, a colmare queste lacune e a dare idee più precise. Non sempre ci si riesce, purtroppo.
La credenza alla quale mi sto riferendo è: "Siccome ho capito qual è il mio problema, la soluzione posso trovarla da solo".
Questo è un vecchio retaggio, che per risolvere un problema psicologico basti "capire". Ma le persone non cambiano quando capiscono, ma solo quando sentono, qualcosa di differente. Ma per sentire in modo differente è necessario fare cose differenti. E per fare cose differenti, spesso occorre una spinta che è difficile darsi da soli.
Può leggere quest'articolo per ulteriori informazioni:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/376-che-cos-e-la-psicoterapia-breve-strategica.html
e quest'altro (scherzoso, quindi lo prenda come tale):
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/156-dubbi-e-miti-dell-aspirante-psico-paziente-indeciso.html
Per valutare il modo di lavorare di un terapeuta, certamente può prima informarsi sul suo indirizzo, trovare informazioni in rete e studiarsele un po'. Ma poi la prova del nove consiste nel fare il primo passo e fare qualche seduta. Se uno è dotato di una normale sensibilità, può rendersi conto molto presto se faccia o no al caso suo.
Cordiali saluti
La credenza alla quale mi sto riferendo è: "Siccome ho capito qual è il mio problema, la soluzione posso trovarla da solo".
Questo è un vecchio retaggio, che per risolvere un problema psicologico basti "capire". Ma le persone non cambiano quando capiscono, ma solo quando sentono, qualcosa di differente. Ma per sentire in modo differente è necessario fare cose differenti. E per fare cose differenti, spesso occorre una spinta che è difficile darsi da soli.
Può leggere quest'articolo per ulteriori informazioni:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/376-che-cos-e-la-psicoterapia-breve-strategica.html
e quest'altro (scherzoso, quindi lo prenda come tale):
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/156-dubbi-e-miti-dell-aspirante-psico-paziente-indeciso.html
Per valutare il modo di lavorare di un terapeuta, certamente può prima informarsi sul suo indirizzo, trovare informazioni in rete e studiarsele un po'. Ma poi la prova del nove consiste nel fare il primo passo e fare qualche seduta. Se uno è dotato di una normale sensibilità, può rendersi conto molto presto se faccia o no al caso suo.
Cordiali saluti
[#10]
Ex utente
A dire il vero oltre ad aver capito cose molto importanti, "sento" e "percepisco" anche in modo molto diverso, un po' perché ho lavorato parecchio su me stesso (un tempo con psicologi, poi da solo) ma ho avuto anche la fortuna di vivere esperienze che mi hanno aperto gli occhi.
Tuttavia qualcosa (come la memoria per esempio, quesito originario della mia richiesta) potrebbe essere ancora migliorato, non perché costituisca un ostacolo fonte di chissà quale turbamento, ma esclusivamente per consolidare completamente un approccio radicalmente diverso alla vita.
Aggiungo che trovo molto interessante l'articolo sulla psicoterapia breve - strategica.
Tuttavia qualcosa (come la memoria per esempio, quesito originario della mia richiesta) potrebbe essere ancora migliorato, non perché costituisca un ostacolo fonte di chissà quale turbamento, ma esclusivamente per consolidare completamente un approccio radicalmente diverso alla vita.
Aggiungo che trovo molto interessante l'articolo sulla psicoterapia breve - strategica.
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 13.4k visite dal 05/06/2010.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.