Rapporto con i genitori e con i ragazzi
Salve vorrei chiedere un parere circa i problemi che sto riscontrando nel rapporto con i mei genitori(in particolar modo con mio padre)e con i ragazzi..Mio padre è sempre stato una persona molto autoritaria,ossessiva direi...ogni minimo gesto mio e di mio fratello è stato sempre controllato e criticato..a partire dall'infanzia..per cui i nostri rapporti con gli altri bambini erano molto timidi..quasi di sottomissione..niente amici in casa..sempre a studiare,niente rumore,massima serietà..tanto che all'età di 10 anni i miei compagni di classe mi ritenevano una "vecchia"..avevo timore anche di rispondere al tel o di parlare in presenza di mio padre per evitarmi poi i soliti rimproveri (dovevi fare così,dire in quest'altro modo,non sei in grado di fare nulla,non vali niente..)così andando avanti ho sempre avuto un pò di timore di relazionarmi poichè temevo di sbagliare e di essere giudicata...anche nel modo di vestirmi (niente scollature,addirittura non ho potuto mettere mai la minigonna,prima perchè fino ai 20 anni ero troppo "piccola" e poi perchè improvvismanete ero diventata troppo vecchia)..ogni cosa per mio padre è una vergogna..mia madre non ha mai saputo controbattere a mio padre..sia perchè in parte la sua visione è la stessa sia perchè mio padre si arrabbia per un niente..anche solo perchè lo si guarda negli occhi..e così partono i soliti insulti pesanti...non ho mai potuto avere un fidanzato..almeno ufficialmente..perchè anche quella è una vergogna..devo solo pensare a studiare e a lavorare(tenendo in considerazione che mio padre sta già pensando a cosa dovrò fare appena finiti gli studi,ovvero emigrare..ho provato a dire che non è ciò che più vorrei..e in risposta si è arrabbiato e a mia insaputa si è messo d'accordo con un parente che vive in America per,non dico ospitarmi,ma proprio trovarmi un lavoro li!!)naturalmente provo molti sensi di colpa verso i miei genitori perchè nonostante tutto esco di nascosto con i ragazzi...ho avuto svariate storie e anche se le cose non sono andate proprio benissimo sono sempre riuscita a non mostrare i miei sentimenti in famiglia..grazie ai miei amici sto riuscendo anche a fare le varie visite ginecologiche (perchè naturalmente non devo avere la macchina perchè una ragazza non deve uscire)ma le cose cominciano a pesarmi..sono ormai 5 anni che faccio tutto di nascosto ed ho veramente paura che i miei riescano a scoprire qualcosa..quindi mi sento sempre più nervosa,ansiosa,in colpa...in più esco con più ragazzi contemporaneamente e non si tratta di storie di sesso..ho bisogno di sentirmi il più possibile amata,desiderata e al centro dell'attenzione..ma così facendo provo ancora più sensi di colpa e non riesco a capire se sia in grado di amare o no..voglio una relazione unica e stabile..e al contempo la temo:non voglio sentirmi soffocare da qualcuno come mi sento a casa..e se poi incontrassi uno come mio padre???brrrr!!!!i miei amici dicono che sono una persona solare..e mi sento invece braccata
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Gentile ragazza, è riuscita a rendere bene cosa può significare trovarsi con un genitore troppo presente, assillante e autoritario, che crede di poter disporre delle sorti e del destino dei propri figli.
Ad ogni modo lei ha 25 anni, se non capisco male.
Dovrà, fatalmente, arrivare un momento in cui far valere i propri diritti, e iniziare a uscire dall'illusione che la sua vita debba per forza dipendere da ciò che vuole suo padre. Ciò richiederà quasi certamente una contrapposizione e una "ribellione" alla sua volontà, ma l'alternativa è continuare a restare sottomessa.
Non le sto suggerendo lo scontro e la lite, ma è necessario che si renda conto che, se aspetta che sia lui a darle il "via libera" per i suoi sogni, rischia d'aspettare un bel pezzo.
Se non riesce a trovare da sola la forza e la determinazione necessarie per riappropriarsi dei suoi sogni, è indicato il ricorso a uno psicologo.
Cordiali saluti
Ad ogni modo lei ha 25 anni, se non capisco male.
Dovrà, fatalmente, arrivare un momento in cui far valere i propri diritti, e iniziare a uscire dall'illusione che la sua vita debba per forza dipendere da ciò che vuole suo padre. Ciò richiederà quasi certamente una contrapposizione e una "ribellione" alla sua volontà, ma l'alternativa è continuare a restare sottomessa.
Non le sto suggerendo lo scontro e la lite, ma è necessario che si renda conto che, se aspetta che sia lui a darle il "via libera" per i suoi sogni, rischia d'aspettare un bel pezzo.
Se non riesce a trovare da sola la forza e la determinazione necessarie per riappropriarsi dei suoi sogni, è indicato il ricorso a uno psicologo.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Utente
Gentile Dott.re
La ringrazio per la risp...più o meno all'eta di 15 anni il mio malessere era arrivato ai limite della depressione e così sono ricorsa all'aiuto di uno psicologo(con i soliti commenti di mio padre:sei una pazza,una vergogna,deboluccia..)le cose sono leggermente migliorate..ma da allora ho capito che sarebbe dipeso da me cambiare..e l'unico modo che ho trovato è stato quello di fare i miei genitori "fessi e contenti"..in linea di massima me la cavo abbastanza bene..ma a volte basta un minimo intoppo per mettermi in agitazione..
secondo lei la mia continua ricerca di attenzioni e l'incapacità di accontentarmi di un'unica relazione possono dipendere dalla mia vita familiare?
Incontro anche ragazzi che vorrebbero sposarmi e questa,che dovrebbe essere una bella cosa,mi spaventa moltissimo...oltretutto vorrebbero conoscere i miei genitori,ciò ovviamente è impossibile (con mio fratello invece sono molto più permissivi da questo punto di vista)e quindi vi sono litigi e nuove fonti di ansia..
La ringrazio per la risp...più o meno all'eta di 15 anni il mio malessere era arrivato ai limite della depressione e così sono ricorsa all'aiuto di uno psicologo(con i soliti commenti di mio padre:sei una pazza,una vergogna,deboluccia..)le cose sono leggermente migliorate..ma da allora ho capito che sarebbe dipeso da me cambiare..e l'unico modo che ho trovato è stato quello di fare i miei genitori "fessi e contenti"..in linea di massima me la cavo abbastanza bene..ma a volte basta un minimo intoppo per mettermi in agitazione..
secondo lei la mia continua ricerca di attenzioni e l'incapacità di accontentarmi di un'unica relazione possono dipendere dalla mia vita familiare?
Incontro anche ragazzi che vorrebbero sposarmi e questa,che dovrebbe essere una bella cosa,mi spaventa moltissimo...oltretutto vorrebbero conoscere i miei genitori,ciò ovviamente è impossibile (con mio fratello invece sono molto più permissivi da questo punto di vista)e quindi vi sono litigi e nuove fonti di ansia..
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>>> secondo lei la mia continua ricerca di attenzioni e l'incapacità di accontentarmi di un'unica relazione possono dipendere dalla mia vita familiare?
Incontro anche ragazzi che vorrebbero sposarmi e questa,che dovrebbe essere una bella cosa,mi spaventa moltissimo
>>>
Sì, è possibile che tutto ciò abbia a che vedere con l'eccessiva rigidità di suo padre. Ma ovviamente siamo nel campo delle ipotesi, senza conoscerla.
"Fessi e contenti" può essere una soluzione soddisfacente per adattarsi, fino a che resta in casa dei suoi e fino a che è dipendente da loro. Ma se pensa di costruirsi una vita per conto suo, ciò non basta più. Non può andarsene di casa o andare a convivere o sposarsi senza che loro lo vengano a sapere.
Il primo segnale forte del riappropriarsi della sua vita potrebbe essere intraprendere una psicoterapia seria e risolutiva. Mi pare infatti che a tutt'oggi, anche se ha capito alcune cose, non sia in grado di pensare a relazioni impegnative se prima non riesce a superare questi fantasmi che ancora si porta dietro.
Cordiali saluti
Incontro anche ragazzi che vorrebbero sposarmi e questa,che dovrebbe essere una bella cosa,mi spaventa moltissimo
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Sì, è possibile che tutto ciò abbia a che vedere con l'eccessiva rigidità di suo padre. Ma ovviamente siamo nel campo delle ipotesi, senza conoscerla.
"Fessi e contenti" può essere una soluzione soddisfacente per adattarsi, fino a che resta in casa dei suoi e fino a che è dipendente da loro. Ma se pensa di costruirsi una vita per conto suo, ciò non basta più. Non può andarsene di casa o andare a convivere o sposarsi senza che loro lo vengano a sapere.
Il primo segnale forte del riappropriarsi della sua vita potrebbe essere intraprendere una psicoterapia seria e risolutiva. Mi pare infatti che a tutt'oggi, anche se ha capito alcune cose, non sia in grado di pensare a relazioni impegnative se prima non riesce a superare questi fantasmi che ancora si porta dietro.
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.1k visite dal 27/05/2010.
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