Paura di abbandonare i genitori e andare a convivere
Gentilissimi,
vi scrivo questa mail per spiegarvi tutte le mie paure. Ho 27 anni sono una ragazza non stupida, laureata ma che è sepre stata insoddisfatta della sua vita.
Il problema deriva forse dalla malattia di mia madre: la sclerosi multipla che l'ha colpita dopo due anni dalla mia nascita e che ora è arrivata ad un livello sdavvero insopportabile. Sta in carrozzina da moltissimo ormai e non fa altro che entrare e uscire dagli ospedali (soprattutto nei mesi invernali).Chi si occupa di lei è mio padre che ora è in pensione, anche se prima ero io ad assisterla quando ancora studiavo (e di certo stava moto meglio). Bisogna lavarla, accudirla, vestirla, aiutarla a mangiare.Ho una sorella che ora ha una bimba e che ormai è andata via di casa. Il punto è questo: innanzitutto ho una costante paura che mio padre possa morire e lasciare su di me il peso della situazione. Inoltre con il mio fidanzato abbiamo deciso di andare a convivere. E io mi swento terribilmente in colpa, copla di abbandonare tutto e lasciare solo mio padre anche se abiterei a 100 metri da loro. Ho paura di non riuscire a farmi la mia vita e di restare intrappolata in una situazione . questo non mi fa più dorire la notte. Inoltre il mio fidanzato pressa per la convivenza che forse io sto tentando di rimandare per queste fobie.
Cosa ne pensate voi?
vi scrivo questa mail per spiegarvi tutte le mie paure. Ho 27 anni sono una ragazza non stupida, laureata ma che è sepre stata insoddisfatta della sua vita.
Il problema deriva forse dalla malattia di mia madre: la sclerosi multipla che l'ha colpita dopo due anni dalla mia nascita e che ora è arrivata ad un livello sdavvero insopportabile. Sta in carrozzina da moltissimo ormai e non fa altro che entrare e uscire dagli ospedali (soprattutto nei mesi invernali).Chi si occupa di lei è mio padre che ora è in pensione, anche se prima ero io ad assisterla quando ancora studiavo (e di certo stava moto meglio). Bisogna lavarla, accudirla, vestirla, aiutarla a mangiare.Ho una sorella che ora ha una bimba e che ormai è andata via di casa. Il punto è questo: innanzitutto ho una costante paura che mio padre possa morire e lasciare su di me il peso della situazione. Inoltre con il mio fidanzato abbiamo deciso di andare a convivere. E io mi swento terribilmente in colpa, copla di abbandonare tutto e lasciare solo mio padre anche se abiterei a 100 metri da loro. Ho paura di non riuscire a farmi la mia vita e di restare intrappolata in una situazione . questo non mi fa più dorire la notte. Inoltre il mio fidanzato pressa per la convivenza che forse io sto tentando di rimandare per queste fobie.
Cosa ne pensate voi?
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Gentile ragazza, si possono conciliare una convivenza e un genitore ammalato. Specialmente se si potesse trovare casa non troppo distante (ma anche a più di 100 metri) e se il genitore non è solo.
La vita vuole che i figli prendano la propria strada, se è questo che vogliono loro, e i genitori devono farsene una ragione, se li amano davvero. Quindi ha tutto il diritto di progettare la sua convivenza anche se sua madre sta male. Potrà andare a trovarla tutte le volte che vuole, e prendersi cura ugualmente di lei.
Cordiali saluti
La vita vuole che i figli prendano la propria strada, se è questo che vogliono loro, e i genitori devono farsene una ragione, se li amano davvero. Quindi ha tutto il diritto di progettare la sua convivenza anche se sua madre sta male. Potrà andare a trovarla tutte le volte che vuole, e prendersi cura ugualmente di lei.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
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Io le credo, e l'alternativa è sacrificare tutta se stessa per assistere i suoi genitori fino alla fine, mentre la vita va avanti. Può dare retta al senso di colpa e farlo.
Ma il rischio è che il senso di colpa di oggi si trasformi in rimorso e rabbia domani.
Se ha già deciso che vuole fare questa scelta di convivenza, ma non ci riesce a causa del suo senso di colpa, può sempre rivolgersi a uno psicologo per farsi aiutare.
Cordiali saluti
Ma il rischio è che il senso di colpa di oggi si trasformi in rimorso e rabbia domani.
Se ha già deciso che vuole fare questa scelta di convivenza, ma non ci riesce a causa del suo senso di colpa, può sempre rivolgersi a uno psicologo per farsi aiutare.
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 9.4k visite dal 25/05/2010.
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