Obiettivi della psicoterapia

Buongiorno, da un pò di tempo sono in cura da un medico psichiatra e psicoterapeuta per un doc accompagnato da depressione. Da quando ho iniziato il percorso di psicoterapia mi sono sorti dei dubbi per i quali mi piacerebbe avere delle risposte. Vorrei sapere come può lo psicoterapeuta, una volta individuato il problema che causa il disturbo psichico al suo paziente, rimettere le cose a posto? Quale strada bisogna percorrere per arrivare alla soluzione del problema o dei problemi che hanno fatto ammalare il paziente? Il mio psicoterapeuta mi dice sempre di raccontare il più possibile tutto ciò che mi capita o che mi è capitato in passato per poter arrivare al mio inconscio. Ma i nostri colloqui si riducono a dei monologhi da parte mia e solo alcune parole da parte del medico (che tra l'altro fa poche domande). Io ho iniziato la psicoterapia per guarire da queste malattie, so bene che il percorso verso la guarigione è lungo e tortuoso, ma come si risolverà il mio problema una volta individuata la sua causa. A quel punto come interviene lo psicoterapeuta? Se un paziente, faccio solo un esempio, in cura per l'ansia, si scopre che il suo disturbo è stato causato da un trauma infantile (incidente stradale), come si fa a rimuovere quel problema? L'incidente è passato e non si può più tornare indietro, ovviamente. Quindi? Deve tenersi l'ansia e soffrire?
Queste domande le ho già poste al mio terapeuta, ma non mi ha fornito risposte esaustive. Vorrei gentilmente avere un vostro parere.
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2008 al 2022
Psicologo, Psicoterapeuta
le voci della psicoterapia sono molte e differenti. per cui le posso fornire una risposta in base a ciò che ho compreso del tipo di terapia che sta facendo. ovviamente sarebbe opportuno che lei queste domande le rivolgesse al suo terapeuta, ne trarrebbe un vantaggio sicuramente maggiore.
premesso ciò,
la comprensione del sintomo e della sua origine in se e per se serve solo a chiarire, non ha una valenza terapeutica capace di generare un diretto cambiamento. comprendere, ricordare il trauma è detto "catarsi", il termine deriva dalla psicanalisi ed è stato concettualizzato in ambito psicanalitico, gli stessi psicanalisti riducono oggi il valore terapeutico della catarsi. è necessario riconfrontarsi con le esperienze (i ricordi) in modo completo, totale, nei loro aspetti positivi e negativi. questo produce un'effetto regolativo che permette un modo nuovo, col tempo, di fare esperienza di se stessi e delle proprie emozioni. nello studio dovrebbero accadere cose che portate fuori, nella vita reale, permettono un nuovo modo di fare esperienza di se stessi. riuscire ad individuare quelle parti di se che sono determinate dal passato aiuta a garantire maggiore libertà nel presente, dove certe reazioni non sono più contestuali. Il bambino traumatizzato che ha un pessimo rappporto col sesso, per esempio, a causa di abusi passati, è condizionato nelle sue esperienze presenti dal suo passato. distinguere i piani (passato e presente) e viversi in modo più libero è un percorso che a volte richiede tempo. Sono stato molto semplicistico, cercando di fornire un razionale adeguato a chi non ha una formazione clinica avanzata. se chiederà al suo terapeuta questi saprà dargli delle risposte più mirate e chiare per lei.
anche nel caso in cui nutrisse dubbi sulla sua psicoterapia le consiglio di portare questi temi in tale sede, in modo da non interrompere un percorso terapeutico senza essersi messo in gioco, evitando così sentimenti autosvalutativi che non l'aiuterebbero (per es: se glielo avessi detto? sono fuggito oppure ho fatto la scelta giusta? sono stato frettoloso? non mi sono dato tempo?). il proprio disagio verso la terapia o il terapeuta può rivelarsi molto utile, anche qualora decidesse di interrompere e/o cambiare.
Cortesemente
dott. Massimo Giusti
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Gentile utente, esistono diversi tipi di psicoterapia. Alcune richiedono che il paziente racconti il più possibile, come sta accadendo a lei. Altre, si concentrano prima sul fornire indicazioni utili a sbloccare i sintomi, e solo dopo sul discutere dei cambiamenti e del significato dei sintomi stessi.
Per la depressione, e soprattutto per il disturbo ossessivo-compulsivo, sono più adatte le terapie del secondo tipo. In altre parole dovrebbe star ricevendo indicazioni precise su cosa fare.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
Gentile utente vi sono modelli terapeutici adeguati per certi disturbi e non adeguati per altri.
Se il DOC è particolarmente ingestibile i modelli prettamente interpretativi basati sulle libere associazioni (così come starebbe effettuando lei) potrebbero essere poco efficienti rispetto ad altri di tipo comportamentale maggiormente focalizzati sui sintomi. Nulla toglie che il lavoro che sta facendo potrà essere utile dopo aver imparato a gestire i sintomi.
saluti
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Utente
Utente
Grazie per la risposta, ma ho ancora delle domande da porVi.
Voi scrivete che alcuni tipi di psicoterapia forniscono delle indicazioni per sbloccare i sintomi. Per fare degli esempi: come si può aiutare una persona che ha molte immagini o pensieri ossessivi nel corso della giornata ad eliminare quelle ossessioni? E' sempre necessaria anche la terapia farmacologica?
Inoltre ho un secondo dubbio. IL tipo di terapia che sto eseguendo consiste nel raccontare il più possibile, ma come si elimina il problema una volta individuata la sua causa? Non ho compreso la vostra risposta in merito. In certi casi può essere utile ricorrere ad un ipnoterapia? E chi la esegue?
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
Gentile utente vi sono tecniche comportamentali (di tipo strategico, cognitivo)che insegnano al paziente di controllare i pensieri ossessivi fino a farne perdere la lora potenza patogena. Comprenderne la causa non è garanzia di guarigione, il sintomo può continuare a persistere come un automatismo. Le tecniche comportamentai servono proprio ad interrompere questi automatismi.
Il più delle volte sono risolutive , ma vi sono occasioni in cui vi è la necessità di un supporto farmacologico. Ma questo dipende dalla risposta del paziente e dalla sua capacità di portare avanti le prescrizioni comportamentali.
l'ipnoterapia è solo una delle tante tecniche che non ha nulla di più rispetto alle altre.
saluti