Normale confusione temporanea?
Salve,
ho 25 anni e da un po' di tempo a questa parte mi trovo a soffrire strane sensazioni quotidiane di apatia e di difficoltà spesso a relazionare con i miei simili per argomenti usuali. Anche con la mia ragazza ultimamente mi trovo a sentirmi bloccato nell'esprimermi anche per dire una qualsiasi, trovandomi a parlare di stupidate che fanno scadere e regredire la mia figura personale agli occhi degli altri.
Anche sul lavoro e sullo studio (essendo un universitario) provo quasi difficoltà a seguire un filo logico imposto se non proprio a prendere iniziative personali per espormi, avendo passato un periodo lavorativo tra settembre e marzo pieno di pressioni per un incarico che avevo accettato senza valutare alcuni effetti collaterali, ma valutando sempre il lato economico, che spesso è quello che viene rispettato di meno dagli altri.
Queste le sensazioni: affanno mentale, svogliatezza, pigrizia, ansia, paura di prendere in giro chi mi offre una opportunità, a volte soggezione. Tutte queste sensazioni si contrappongono all'entusiasmo per la mia professione e al desiderio di realizzare i miei lavori, di pubblico interesse.
Ciò in parte è diventato evidente da quando ho allontanato alcune persone, da pochi mesi, con le quali ho lavorato e condiviso situazioni professionali e che ripenso ogni volta, ritrovandomele come un peso nella testa.
Ma intanto mi preoccupa questa svogliatezza un po' apatica, che si estende anche spesso al livello personale facendomi apparire assente e disinteressato, quasi come se fossi caduto in un coma in cui ho alcuni flash di attimi del mio passato che spesso mi portano a riascoltare alcuni brani musicali che mi ricordano quei periodi ma che non riesco ad associare a determinate situazioni, ma che se vado a leggere la traduzione trovo degli inequivocabili riscontri, seppure all'epoca non avessi la minima idea di quel che ogni brano dicesse. Qualche volta mi ritrovo ad avere dei rimorsi anche se insensati o per cose banali. Sono sempre stato abile nell'incassare i colpi ricevuti ma mi trovo a sfarfallare proprio adesso che mi trovo nel pieno della realizzazione di molti miei obiettivi, con qualche litigio con la mia partner, con la quale però, quando ci ricongiungiamo, faccio l'amore anche più volte al giorno, per sentirmi avvolto e amato. Specifico che in famiglia non mi è mai mancato l'affetto, anzi al contrario ho tutt'ora l'attenzione, dalla quale però più cerco di uscirne e più mi ci ritrovo in mezzo.
Ho fatto delle brevi terapie precedenti in cui è emerso che io ho una leggera rabbia (innoqua) repressa e capacità emotive molto avanzate, spesso inespresse. Attualmente sto valutando l'idea con un conoscente specializzato di trovare un professionista vs. collega disposto a seguirmi anche per un breve periodo, per rimuovere un po' di confusione che si è creata nel cervello.
Io non riesco a capire se si tratta di stress o di depressione. Sta di fatto che non mi sento + spontaneo.
Cosa c'è?
Grazie e distinti saluti
ho 25 anni e da un po' di tempo a questa parte mi trovo a soffrire strane sensazioni quotidiane di apatia e di difficoltà spesso a relazionare con i miei simili per argomenti usuali. Anche con la mia ragazza ultimamente mi trovo a sentirmi bloccato nell'esprimermi anche per dire una qualsiasi, trovandomi a parlare di stupidate che fanno scadere e regredire la mia figura personale agli occhi degli altri.
Anche sul lavoro e sullo studio (essendo un universitario) provo quasi difficoltà a seguire un filo logico imposto se non proprio a prendere iniziative personali per espormi, avendo passato un periodo lavorativo tra settembre e marzo pieno di pressioni per un incarico che avevo accettato senza valutare alcuni effetti collaterali, ma valutando sempre il lato economico, che spesso è quello che viene rispettato di meno dagli altri.
Queste le sensazioni: affanno mentale, svogliatezza, pigrizia, ansia, paura di prendere in giro chi mi offre una opportunità, a volte soggezione. Tutte queste sensazioni si contrappongono all'entusiasmo per la mia professione e al desiderio di realizzare i miei lavori, di pubblico interesse.
Ciò in parte è diventato evidente da quando ho allontanato alcune persone, da pochi mesi, con le quali ho lavorato e condiviso situazioni professionali e che ripenso ogni volta, ritrovandomele come un peso nella testa.
Ma intanto mi preoccupa questa svogliatezza un po' apatica, che si estende anche spesso al livello personale facendomi apparire assente e disinteressato, quasi come se fossi caduto in un coma in cui ho alcuni flash di attimi del mio passato che spesso mi portano a riascoltare alcuni brani musicali che mi ricordano quei periodi ma che non riesco ad associare a determinate situazioni, ma che se vado a leggere la traduzione trovo degli inequivocabili riscontri, seppure all'epoca non avessi la minima idea di quel che ogni brano dicesse. Qualche volta mi ritrovo ad avere dei rimorsi anche se insensati o per cose banali. Sono sempre stato abile nell'incassare i colpi ricevuti ma mi trovo a sfarfallare proprio adesso che mi trovo nel pieno della realizzazione di molti miei obiettivi, con qualche litigio con la mia partner, con la quale però, quando ci ricongiungiamo, faccio l'amore anche più volte al giorno, per sentirmi avvolto e amato. Specifico che in famiglia non mi è mai mancato l'affetto, anzi al contrario ho tutt'ora l'attenzione, dalla quale però più cerco di uscirne e più mi ci ritrovo in mezzo.
Ho fatto delle brevi terapie precedenti in cui è emerso che io ho una leggera rabbia (innoqua) repressa e capacità emotive molto avanzate, spesso inespresse. Attualmente sto valutando l'idea con un conoscente specializzato di trovare un professionista vs. collega disposto a seguirmi anche per un breve periodo, per rimuovere un po' di confusione che si è creata nel cervello.
Io non riesco a capire se si tratta di stress o di depressione. Sta di fatto che non mi sento + spontaneo.
Cosa c'è?
Grazie e distinti saluti
[#1]
Gentile ragazzo, potrebbe trattarsi di uno stato depressivo conseguente all'ncapacità, sinora, di risolvere gli altri suoi problemi. Molti stati depressivi non nascono dal nulla, ma come reazione a una frustrazione o a un dolore precedente. In questo senso lei potrebbe essere "stressato", e quindi depresso.
Dovrebbe ricevere una valutazione più precisa del suo stato attuale, rivolgendosi a un professionista.
Cordiali saluti
Dovrebbe ricevere una valutazione più precisa del suo stato attuale, rivolgendosi a un professionista.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Utente
Gent.mo dott. Santocito,
in effetti è una cosa molto probabile. Affermo di essere stacanovista, ma al contempo mi ritrovo impigrito per queste sensazioni emotive. Poi anche il fatto del mio rapporto a distanza con la mia ragazza rende le cose ancor più complicate perché con tutti gli sforzi che faccio, però mi ritrovo a dover proprio subire ingiurie pesanti sulla mia "assenza", che magari può esser dovuta a quanto espresso da lei.
Sto valutando di fare una terapia cognitivo-comportamentale perché in certe situazioni non riesco a vedermi per determinate reazioni da "pezzente", soprattutto nel mio ambiente di lavoro in cui bisogna essere freschi di cervello, oltre che per stare con gli amici in genere, che mi guardano quasi come un extraterrestre.
E aggiungo che spesso il mio stress mi porta ad avere tachicardia o a farmi sentire fitte ai genitali (varicocele), soprattutto quando mi innervosisco, perché ho paura di inferocirmi contro qualcuno e quindi tendo a scaricare e somatizzare il mio nervosismo.
Inoltre un coetaneo l'anno scorso, quando ero in un periodo di paranoie assurde e ansia, mi disse che è inutile cercare un problema quando questo non c'è... o se c'è è radicato nell'inconscio...
Commento ironicamente che per quanto sia variegata la mia vita si possa tirare fuori un romanzo dello spessore dei "Promessi sposi", anche se molte cose non mi sanno di nulla, però se si creano c'è un perché.
Ringrazio per ogni risposta...
Cordiali saluti.
in effetti è una cosa molto probabile. Affermo di essere stacanovista, ma al contempo mi ritrovo impigrito per queste sensazioni emotive. Poi anche il fatto del mio rapporto a distanza con la mia ragazza rende le cose ancor più complicate perché con tutti gli sforzi che faccio, però mi ritrovo a dover proprio subire ingiurie pesanti sulla mia "assenza", che magari può esser dovuta a quanto espresso da lei.
Sto valutando di fare una terapia cognitivo-comportamentale perché in certe situazioni non riesco a vedermi per determinate reazioni da "pezzente", soprattutto nel mio ambiente di lavoro in cui bisogna essere freschi di cervello, oltre che per stare con gli amici in genere, che mi guardano quasi come un extraterrestre.
E aggiungo che spesso il mio stress mi porta ad avere tachicardia o a farmi sentire fitte ai genitali (varicocele), soprattutto quando mi innervosisco, perché ho paura di inferocirmi contro qualcuno e quindi tendo a scaricare e somatizzare il mio nervosismo.
Inoltre un coetaneo l'anno scorso, quando ero in un periodo di paranoie assurde e ansia, mi disse che è inutile cercare un problema quando questo non c'è... o se c'è è radicato nell'inconscio...
Commento ironicamente che per quanto sia variegata la mia vita si possa tirare fuori un romanzo dello spessore dei "Promessi sposi", anche se molte cose non mi sanno di nulla, però se si creano c'è un perché.
Ringrazio per ogni risposta...
Cordiali saluti.
[#3]
Gli amici e i coetanei sono una bella cosa, ma purtroppo i loro "consigli" in materia di problemi personali e psicologia si rivelano spesso infondati.
Come già raccomandato nella sua precedente richiesta, sarebbe opportuno un consulto specialistico di persona.
Cordiali saluti
Come già raccomandato nella sua precedente richiesta, sarebbe opportuno un consulto specialistico di persona.
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.2k visite dal 25/05/2010.
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