Rapporto difficile con figlio chiuso

Salve !
Sono una madre veramente disperata !!! Non riesco ad avere nessun rapporto con il mio primogenito, che ha 17 anni e frequenta il 3 anno del liceo scientifico.
Forse perchè primo figlio, avrò sbagliato molte cose, gli sarò stata troppo addosso...tutti gli stadi della sua crescita li abbiamo vissuti anche noi genitori !
Ha un carattere molto chiuso e riservato (amici ne ha), ma i suoi rapporti con tutti si fermano alla superficialità, non parla mai di se.
Quando cerco di avere un minimo di colloquio con lui... faccio um monologo, lui risponde "sì...no...mh...boh..."
Non riesco più a reggere questa situazione !!! Continuo a piangere e non riesco a venirne fuori.
A scuola sta andando... a stento verso la media del 6, anche se a detta dei professori è "una ferrari che va come una cinquecento",anche io ho la stessa impressione, è come se fosse FRENATO, ma non so perchè !!!!!!!!!!!!
Ha tanti interessi: motocross, basket, musica (suona il pianoforte e la chitarra,scaricandosi gli spartiti da internet, senza essere mai andato a lezione),ma no mostra mai le sue emozioni, è sempre piatto, quasi apatico.
Cosa posso fare per aiutarlo ? Un professore mi ha detto di lasciarlo stare, perchè se lui non vuole , sarebbe come fargli violenza !!! Ma io accetto questo consiglio, ma certe volte è talmente chiuso, che mi pare che soffra !
Qual è il modo per aiutarlo a liberarsi, al fine di sentirsi più sereno ??????
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Gentile signora, capisco bene la sua situazione. L'adolescenza è sempre stata un'età difficile, e oggi, per vari motivi, rischia di esserlo ancora di più.
Se suo figlio non ha altri problemi oltre a quelli che ha descritto, più seri, la cosa importante che lei deve imparare a fare è distinguere la sua sofferenza (di lei che ci scrive) verso se stessa, da quella che sente per lui. So che potrà sembrarle una cosa di poco conto, invece è importante.
L'adolescente, di base, ha un problema: deve imparare a risolvere il contrasto fra il desiderio di restare bambino, e quello, altrettanto forte, di diventare adulto e responsabile. Ma è una tensione che per quanto possibile deve imparare a risolvere da solo, senza essere protetto o compatito più del necessario. Altrimenti il rischio è che lui ne possa approfittare, ad esempio sembrando più sofferente di quello che è per cercare ulteriore attenzione, peggiorando la situazione.
La Ferrari avrà tempo per imparare ad apprezzarla e guidarla, abbia fiducia. A questo mondo non esistono solo le macchine.
Questo però vale, ripeto, se siamo ancora nell'ambito della normalità e se non ci sono problemi più seri.
In altre parole, riassumendo, una certa quota di tensione è normale in ogni famiglia con figli adolescenti, e si deve imparare a gestirla da entrambe le parti. Quindi cerchi di evitare di lasciarsi prendere dall'ansia.
Se però sentisse di non farcela da sola, può sempre rivolgersi a uno psicologo/psicoterapeuta a indirizzo strategico o familiare-relazionale.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr. Luca Pizzonia Psicologo, Psicoterapeuta 58 3
Cortese utente,
dalle sue parole sento molta ansia per la situazione.
Premesso che l'adolescenza, come del resto lei stessa è ben consapevole, è un periodo particolare, nel quale il giovane ha bisogno di definire la sua identità (identità spesso diversa da ciò che dicono o pensano i genitori), vorrei chiederle come mai, secondo lei, suo figlio ha bisogno di aiuto.

Da ciò che descrive suo figlio non ha difficoltà a scuola, ha amici, ha interessi vari come la musica e lo sport e all'esterno (ad esempio il professore) è considerato uno in gamba.

Forse, restando nella metafora, su questa ferrari ci è appena salito e sta provando, senza accelerare troppo, il motore. Ma il fatto di possedere una ferrari non obbliga a correre a 300 km all'ora.
Mi viene da chiederle, "perché lei vuole che corra?"

Cordiali saluti

Dr. Luca Pizzonia
Psicologo Psicoterapeuta
Napoli
www.lucapizzonia.com

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Signora,
essere genitori e, soprattutto mamme, non è affatto facile e nessuno ci insegna ad esserlo. Il dialogo con suo figlio, va costruito giorno dopo giorno, reggendo ai suoi silenzi, spazi riservati e mono sillabe, anche se estremamente doloroso per lei.
Ai figli bisognerebbe dare " Radici ed ali", cioè amore infinito e certezze genitoriali e, la capacità di andare ovunque con le proprie capacità.
Se non dovesse reggere alla sofferenza, vada lei in consultazione da uno psicoterapeuta, l'aiuterà a lenire l'ansia, le preoccupazioni e dipanare la matassa emozionale che in questo momento le impedisce di stargli accanto, senza quote di angoscia.
Auguri.




www.valeriarandone.it

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it