La diagnosi è stata
Buongiorno, cerco di esporvi il problema nel modo più sintetico possibile.
Nel 2004 mia madre ha subito un ricovero forzato (tso) durato 15 giorni, e la diagnosi è stata di paranoia. Non ragionava più, era violenta, appunto paranoica. Dopo l'uscita non è stata seguita da nessun terapeuta, psichiatra o psicologo. Si è sempre rifiutata di andare a farsi visitare, sostenendo di stare bene. Nel corso degli anni ha subito diverse ricadute. Io da solo, andai a parlare con uno psichiatra della mia zona, che mi consigliò di darle il serenase, per poterla calmare e portarla per un controllo. Lui mi disse di darle 30 gocce al mattino e 30 la sera, ma sinceramente mi sembravano eccessive. Infatti sentendo altri psicologi, sono sceso a 15. Devo dire che il serenase è riuscito a farla riprendere, ma non si è mai convinta di andare a fare una visita. Ad oggi continuo a darle di nascosto 15 gocce al giorno di serenase, e lei sta bene. Ma è sempre convinta di non aver alcun problema, o di non averlo avuto. Provai più di una volta a convicerla di parlare con qualcuno, le dissi anche che le davo le gocce di nascosto ma è stato un errore. Perchè dopo non si fidava più, e mi controllava sempre. Quindi non riuscendo a metterle più gocce da nessuna parte, ha avuto delle forti ricadute. Per fortuna però sono riuscito col tempo ad usare le gocce e ad oggi sta bene. Quello che vi chiedo ora è un consiglio. Sono circa 6 anni che usa 15 gocce di serenase al giorno, a volte salto anche 2 3 giorni, ma sta bene. E' solo un po' ansiosa, stressata e depressa. Ma c'è da calcolare anche che da poco è in menopausa, ha 51 anni mia madre. Dato che da qualcuno non riesco a portarla, anche perchè lei non si fida ed è orgogliosa, vorrei sapere se posso cominciare a diminuire il dosaggio, magari portarlo a 10 gocce. Eliminare completamente il serenase, senza alcuna seduta di psicoterapia la vedo dura. O ci sono possibilità? Aspetto presto una vostra risposta, grazie in anticipo.
Nel 2004 mia madre ha subito un ricovero forzato (tso) durato 15 giorni, e la diagnosi è stata di paranoia. Non ragionava più, era violenta, appunto paranoica. Dopo l'uscita non è stata seguita da nessun terapeuta, psichiatra o psicologo. Si è sempre rifiutata di andare a farsi visitare, sostenendo di stare bene. Nel corso degli anni ha subito diverse ricadute. Io da solo, andai a parlare con uno psichiatra della mia zona, che mi consigliò di darle il serenase, per poterla calmare e portarla per un controllo. Lui mi disse di darle 30 gocce al mattino e 30 la sera, ma sinceramente mi sembravano eccessive. Infatti sentendo altri psicologi, sono sceso a 15. Devo dire che il serenase è riuscito a farla riprendere, ma non si è mai convinta di andare a fare una visita. Ad oggi continuo a darle di nascosto 15 gocce al giorno di serenase, e lei sta bene. Ma è sempre convinta di non aver alcun problema, o di non averlo avuto. Provai più di una volta a convicerla di parlare con qualcuno, le dissi anche che le davo le gocce di nascosto ma è stato un errore. Perchè dopo non si fidava più, e mi controllava sempre. Quindi non riuscendo a metterle più gocce da nessuna parte, ha avuto delle forti ricadute. Per fortuna però sono riuscito col tempo ad usare le gocce e ad oggi sta bene. Quello che vi chiedo ora è un consiglio. Sono circa 6 anni che usa 15 gocce di serenase al giorno, a volte salto anche 2 3 giorni, ma sta bene. E' solo un po' ansiosa, stressata e depressa. Ma c'è da calcolare anche che da poco è in menopausa, ha 51 anni mia madre. Dato che da qualcuno non riesco a portarla, anche perchè lei non si fida ed è orgogliosa, vorrei sapere se posso cominciare a diminuire il dosaggio, magari portarlo a 10 gocce. Eliminare completamente il serenase, senza alcuna seduta di psicoterapia la vedo dura. O ci sono possibilità? Aspetto presto una vostra risposta, grazie in anticipo.
Gentile signore,
bisogna puntalizzare che per la terapia farmacologica deve assolutamente chiedere una consulenza ad un medico, può richiamare lo psichiatra a cui si è rivolto inizialmente. Eviti di fare scelte autonomamente!
Capisco la sua preoccupazione per una situazione tanto difficile, contingenza che è a suo carico da molti anni tra l'altro.
L'evitamento di sua mamma verso i medici può essere una espressione della sua malattia, per superarla ci vorrebbe un minimo di apertura da parte sua e l'incontro con un dottore che sappia conquistare la sua fiducia.
I problemi e le necessità che emergono con la menopausa potrebbero essere un momento propizio per farsi vedere da un medico.
Un sostegno psicologico o una psicoterapia sarebbero quantomeno opportuni, ma se la persona che li intraprende non ha alcuna motivazione, sarebbero inutili e dannosi.
Un cordiale saluto
bisogna puntalizzare che per la terapia farmacologica deve assolutamente chiedere una consulenza ad un medico, può richiamare lo psichiatra a cui si è rivolto inizialmente. Eviti di fare scelte autonomamente!
Capisco la sua preoccupazione per una situazione tanto difficile, contingenza che è a suo carico da molti anni tra l'altro.
L'evitamento di sua mamma verso i medici può essere una espressione della sua malattia, per superarla ci vorrebbe un minimo di apertura da parte sua e l'incontro con un dottore che sappia conquistare la sua fiducia.
I problemi e le necessità che emergono con la menopausa potrebbero essere un momento propizio per farsi vedere da un medico.
Un sostegno psicologico o una psicoterapia sarebbero quantomeno opportuni, ma se la persona che li intraprende non ha alcuna motivazione, sarebbero inutili e dannosi.
Un cordiale saluto
Dott.ssa Giselle Ferretti Psicologa Psicoterapeuta
www.giselleferretti.it
https://www.facebook.com/giselleferrettipsicologa?ref=hl

Utente
Non c'è nessuna motivazione, e quindi nessuna possibilità di consulto. Grazie comunque della risposta. Ciò che vorrei sapere io adesso, è possibile arrivare a sospendere la terapia o almeno ad abbassare il dosaggio? Ora posso dire che sta bene mia madre, è solo molto ansiosa ma perchè comunque la vita che conduce non è proprio tranquilla.
Sul dosaggio senta lo psichiatra che ha gia' consultato, o un altro se questi non è raggiungibile.
Gli psicologi non sono abilitati a fornire indicazioni sulle terapie farmacologiche.
Sulla motivazione al sostegno psicologico o alla psicoterapia si potrebbe lavorare. Immagino che lei le abbia provate tutte, ma a volte ci sono soluzioni, per creare un minimo di apertura al sostegno psicologico, a cui i familiari non pensano. Se crede, puo' sentire lei uno psicologo per capire se e dove puo' aprire una breccia per aiutare meglio sua mamma.
Non so, se la vita di sua madre non è proprio tranquilla, immagino che questo abbia delle ricadute su tutti i componenti della famiglia, lei compreso. Ma naturalmente posso sbagliare.
Un cordiale saluto,
Gli psicologi non sono abilitati a fornire indicazioni sulle terapie farmacologiche.
Sulla motivazione al sostegno psicologico o alla psicoterapia si potrebbe lavorare. Immagino che lei le abbia provate tutte, ma a volte ci sono soluzioni, per creare un minimo di apertura al sostegno psicologico, a cui i familiari non pensano. Se crede, puo' sentire lei uno psicologo per capire se e dove puo' aprire una breccia per aiutare meglio sua mamma.
Non so, se la vita di sua madre non è proprio tranquilla, immagino che questo abbia delle ricadute su tutti i componenti della famiglia, lei compreso. Ma naturalmente posso sbagliare.
Un cordiale saluto,

Utente
Tutti abbiamo dei problemi, chi più chi meno. Io fortunatamente ho sempre avuto un carattere forte, sono riuscito e riesco ancora a superare ogni difficoltà. Mia madre è stata più debole, ma con tutto ciò che ha passato la capisco. Ho provato anche a parlare con degli psicologi, con nessun risultato. Grazie comunque delle risposte, proverò a postare lo stesso problema nella sezione psichiatria sperando di avere altri pareri.
Cordiali saluti.
Cordiali saluti.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 2.4k visite dal 15/05/2010.
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