Una volta mi ha detto che una volta

salve,

sono una laureanda (con molto successo) ho un ragazzo (da 5 anni) di undici anni più grande e molto più benestante di me.

1)ho passato i vent'anni ma ho ancora paura del buio. più in specifico ho paura di quello che non vedo o non vedo bene, di quello che è nascosto.
Mia madre una volta mi ha detto che una volta da piccola sono entrata per prima in casa e c'era tutto buio e mi sono messa a gridare forte dalla paura (i miei genitori stavano scaricando i bagagli dall'auto).

2)i primi anni che ho trascorso con il mio ragazzo mi sono fatta influenzare moltissimo per le scelte universitarie ( lui mi diceva di fare un corso di laurea ingegneria, mentre io ne volevo fare un altro, legge).alla fine ho fatto quello che volevo.non sono pentita di niente, però mi sono pentita per essermi fatta influenzare da lui su tante cose, anche atteggiamenti, pensieri, modi di ragionare. mi sono messa con lui quando avevo 17 anni e mezzo. (di nascosto dai miei). i primi tempi (anni) lui mi parlava spesso della sua ragazza precedente come della ragazza perfetta, bella ricca lode all'università, avvocato e chi più ne ha più ne metta (ora straordinaria professionista), ne parlava anche per quel che concerneva la sfera intima e io all'inizio non ci davo peso, ma poi col tempo invece si e ho sviluppato una specie di confronto assurdo (perchè neanche la conosco)mentale con questa ragazza. ho sofferto moltissimo durante i primi anni anche perchè ha assunto dei comportamenti con altre ragazze molto ambigui ( non sono sicura di non avere delle pretuberanze in testa). ero molto innamorata, mi sono innamorata di lui quando ero proprio piccola (15 anni) e poi verso la maggiore età abbiamo iniziato la nostra relazione.

ora sono trascorsi 5 anni e ho la caratteristica di essere un'indecisa perenne su tutto. mi chiedo ma se studiassi quella cosa li cosi sarebbe più prestigioso, oppure vado a fare quel corso cosi trovo subito lavoro,mi ritrovo invidiosa dei miei coetanei cugini che sembrano cosi più positivi e sicuri di me...e cerco di farmi sconvolgere di nuovo dalla mia passione ( vorrei diventare avvocato). ma come si fa a sapere qual'è la cosa migliore da fare?

e dopo tutto questo mi chiedo ma io ho senso di me?

mi sembra che da quando mi sono messa con questo ragazzo ho sacrificato me stessa o in realtà è quello che volevo fare e lui è stato un pretesto comodo per farlo?

ps: ho 22 anni.

grazie mille del servizio gratuito che fate.buon lavoro e buona giornata/serata
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Dr. Carlo Conti Psicologo, Psicoterapeuta 122 5
Gentile Utente,
credo ci siano molte cose da valutare riguardo alla sua storia. Ritengo sia importante parlare con uno psicoterapeuta per queste sue difficoltà.
Non sottovaluti il problemi e cerchi di affrontarli prima possibile, in modo che non si aggravino.
E' importante a mio parere analizzare bene il corso della sua vita e le scelte che ha fatto.
Provi come detto a consultare uno psicologo della sua città, senza timore.
Per altre cose, siamo a sua disposizioni.

SALUTI
Dr. Carlo Conti
carloconti5@tiscali.it

SALUTI
Dr. Carlo Conti
www.spiritoepsiche.it

[#2]
Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2009 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentilissima

A quanto pare la sua paura e passato in secondo piano adesso:
Lei parla più della sua insicurezza nei confronti del suo uomo,penso che la voglia di sentirsi sicura le ha fatto scegliere un uomo più grande di lei.
Un uomo che a quanto pare contano molto ciò che uno fa nella vita, e non quelle che è(...)
Lei afferma che si è fatta influenzare certamente cosi giovanne,mi chiedo se non sia il caso che lei si affidi un po' di più a se stessa,visto che ha qualchè risentiemnto verso la persona che lei ama.
Il confronto che Lui le fa con la sia EX,penso che sia un modo subdolo per incoraggiarvI a darsi una mossa(...)
Evidentemente Lui aveva stimma della sua ex ma lui si deve ricordare che Lei non è la sua Ex(...)

Puntualizzi a più che può i suoi bisogni diritti, altrimenti finirà per rimangiarsi ancora le sue scelte e quello che vuole fare della sua vita,ma non si chieda più poi come mai ha del risentimento per Lui...


Le cose stanno più o meno in questo modo:
I nostri bisogni non possono essere simili a quelli dell'altro,se vuole afferamre i suoi bisogni li deve seguire darle ascolto altrimenti,possiamo assuemere un atteggiamento da succhiotto ovvero rimanere ad aspettare il ciuccio che ci possono dare gli altri ovvero in questo caso il suo Lui.

Lei deve scrivere la storia della sua vita cosa per cui e auspicabile che lei si responsabilizzi per sè senza dare troppo conto a quello che vogliono gli altri da Lei...


Le auguro i migliori auguri
[#3]
Attivo dal 2010 al 2011
Ex utente
Grazie mille gentili dottori.

Dottor Kazanxhi, devo scrivere la mia storia nel senso che devo guidarla io, certo, ma devo anche scriverla proprio su un foglio? può essere utile?

[#4]
Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2009 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentilissima

Intendevo direLE che lei deve scrivere la storia della sua vita in senso figurativo,vivendo le cose e poi sarà la vita che le darà la sua storia e conclusione(...)
ma certamente se vuole spesso anche utile farlo nel senso letterario; può tenere il suo diario personale lo consiglio sempre sarà il suo punto di sfogo di interrogazione ecc.
Molti uomini della storia hannpo fatto ciò prima di lei(...)
La narrazione è già di per sè curativa.


Saluti