Isolamento sociale
30 anni, maschio, ingegnere, mi dicono di bell'aspetto, non sportivo (anzi), da sempre magro (e non ho idea di cosa sia la dieta) vergine mio malgrado, mai baciato (tolti gli insignificanti baci sulle guancie a mo' di saluto), mai avuto amici/he del cuore cui confidarsi, men che meno fidanzate. Più single di così si muore, e non mi piace affatto. Da un anno sono disoccupato ma anche se questo non aiuta, non ha portato novità rispetto alla diffocoltà di isolamento sociale di cui qui mi preme parlare. Poco prima di venire licenziato sono finalmente andato a vivere da solo (ma visti i tempi pranzo e ceno ancora a casa dei miei - la carne è debole....). Soffro da sempre di un'estrema difficoltà ad allacciare rapporti che vadano al di là della semplice cortesia. Le ho provate tutte: corsi di ballo(negato), di teatro (bello!), palestra (una noia mortale), politica (una passione che ho nel sangue e che mi da la l'occasione principale per uscire la sera). Ci si conosce, si scambiano 4 chiacchere e stop. A fine corso (o a fine campagna politica) arriva puntuale la serata in pizzeria. Chiaccherando si scopre che durante il corso tizia si è messa con caio, pinco e pallino si sono accordati per andare in ferie assieme ecc ecc. Mi fa (sinceramente) piacere per loro. Ma io? Altra cosa che mi mette a disagio: "ah! si sono messi assieme? mi fa piacere" "ma come, non ti eri mai accorto?" , "bhe, no..." "ma dai si vedeva lontano un kilometro!". Perché io non lo vedo?
Mai fatto parte di alcuna squadra sportiva (da giovane l'unico sport disponibile in paese era il calcio - asma ed allergia all'erba me ne hanno tenuto lontano).
Ma anche se difficoltà "esterne" non sono mai mancate, non posso non vedere come gente messa assai peggio è riuscita a trovare l'amore.
La causa penso sia dentro di me. Resta da capire quale e trovare un rimedio.
Dagli psicologi ci sono andato, ed assumo regolarmente lo zoloft che mi è stato prescritto. Ciò ha ridotto di molto le crisi depressive (non ci si fa mancare niente...).
Ma il problema rimane. Solo come un cane, coll'affetto a tratti assillante di due genitori iperprotettivi che si preoccupano anche del fatto che io non vada messa (non ho alcuna fede) e di un fratello che insiste perché mi decida una buona volta ad andare a puttane insieme a lui.
Mai fatto parte di alcuna squadra sportiva (da giovane l'unico sport disponibile in paese era il calcio - asma ed allergia all'erba me ne hanno tenuto lontano).
Ma anche se difficoltà "esterne" non sono mai mancate, non posso non vedere come gente messa assai peggio è riuscita a trovare l'amore.
La causa penso sia dentro di me. Resta da capire quale e trovare un rimedio.
Dagli psicologi ci sono andato, ed assumo regolarmente lo zoloft che mi è stato prescritto. Ciò ha ridotto di molto le crisi depressive (non ci si fa mancare niente...).
Ma il problema rimane. Solo come un cane, coll'affetto a tratti assillante di due genitori iperprotettivi che si preoccupano anche del fatto che io non vada messa (non ho alcuna fede) e di un fratello che insiste perché mi decida una buona volta ad andare a puttane insieme a lui.
[#2]
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile utente
A quanto pare lei vive una situazione stressante di isolamente e non sa spiegareselo.
A mo di battutta vi invito a riflettere su questa metafora: Scotoma, Molti individui hanno scotomi sono radicati nella realtà (non voglio vedere),non a caso lei afferma ma forse non me ne sono accorto, capita a spesso ultimamente di più visto che i nostri sensi stanno scomparendo con noi grazie alla cultura mentale odierna...
Il fatto che lei sia isolato socialmente, voglio darLE una mia personale oppinione nel fare questo preferisco responsabilzzarla(...) anche un po' su questo almeno potrà pensare alle sue risorse da mettere in campo,cambierà orientamento, atteggiamento ma per far questo credo fermamente che lei debba contiunare il lavoro con un collegha della sua zona.
Almeno solo in questo modo potrà approfondire il suo essere e fare.
Affetuosamente
[#3]
Ex utente
1- errata corrige: ho 39 anni (non 30). Errore di battitura (o inconsia vanità)
2- approfondisco il passaggio "Dagli psicologi ci sono andato".
Attorno al 1995/96, sono andato da una psicologa. "lei pensa di aver bisogno di psicofarmaci?" "bhe, il medico è lei, di medicine ne prendo già un po', prenderne altre non mi fa fare salti di gioia, ma il medico è lei" "mmh.. meglio approffondire, anche perché, crisi depressive a parte, la sua non mi sembra una depressione classica"
Sono seguiti 3 anni di "approfondimenti", dai quali non ho percepito alcun risultato. Poi finalmente è rimasta a casa in maternità.
Nel 2000 il mio medico curante mi ha spedito da un suo collega "che non è proprio uno psicologo, ma si arrangia", il quale ha detto "la sua non mi sembra una depressione classica, ma le crisi depressive vanno curate. Prenda lo Zoloft". Non so se sia stato lo Zoloft ma dopo un anno che in pratica non davo più esami, in un anno ho dato tutti gli esami che mi mancavano. Nel 2002, ho dato la mia tesi d'ingegneria, a 31 anni.
Nel marzo 2009, proprio mentre (su indicazione del mio medico curante - uno nuovo) avevo iniziato a ridurre gradualmente la dose di zoloft, sono rimasto a spasso e la crisi depressiva è arrivata puntuale.
Mi son fatto vedere dalla psichiatra del cps di zona, che mi ha fatto tornare alla dose iniziale. Ogni tanto faccio una visita di controllo dalla psichiatra e ci si fa una bella chiacchierata. Da febbraio ci sono stai un po' di contrattempi (per alcuni lavori saltuari ed ultra sottopagati che da poco sono finiti) e da allora non ci si è visti.
2- approfondisco il passaggio "Dagli psicologi ci sono andato".
Attorno al 1995/96, sono andato da una psicologa. "lei pensa di aver bisogno di psicofarmaci?" "bhe, il medico è lei, di medicine ne prendo già un po', prenderne altre non mi fa fare salti di gioia, ma il medico è lei" "mmh.. meglio approffondire, anche perché, crisi depressive a parte, la sua non mi sembra una depressione classica"
Sono seguiti 3 anni di "approfondimenti", dai quali non ho percepito alcun risultato. Poi finalmente è rimasta a casa in maternità.
Nel 2000 il mio medico curante mi ha spedito da un suo collega "che non è proprio uno psicologo, ma si arrangia", il quale ha detto "la sua non mi sembra una depressione classica, ma le crisi depressive vanno curate. Prenda lo Zoloft". Non so se sia stato lo Zoloft ma dopo un anno che in pratica non davo più esami, in un anno ho dato tutti gli esami che mi mancavano. Nel 2002, ho dato la mia tesi d'ingegneria, a 31 anni.
Nel marzo 2009, proprio mentre (su indicazione del mio medico curante - uno nuovo) avevo iniziato a ridurre gradualmente la dose di zoloft, sono rimasto a spasso e la crisi depressiva è arrivata puntuale.
Mi son fatto vedere dalla psichiatra del cps di zona, che mi ha fatto tornare alla dose iniziale. Ogni tanto faccio una visita di controllo dalla psichiatra e ci si fa una bella chiacchierata. Da febbraio ci sono stai un po' di contrattempi (per alcuni lavori saltuari ed ultra sottopagati che da poco sono finiti) e da allora non ci si è visti.
[#4]
Gentile Utente, ma da ciò che scrive mi pare di capire che Lei si sia rivolto agli psichiatri per la terapia farmacologica, non a psicologi.
Ma non ha mai preso in considerazione l'idea di cominciare una consultazione psicologica, almeno per mettere a fuoco il problema?
Con uno psicologo potrebbe esplorare quali Suoi schemi mette in atto nel relazionarsi con le persone e cambiare.
Saluti,
Ma non ha mai preso in considerazione l'idea di cominciare una consultazione psicologica, almeno per mettere a fuoco il problema?
Con uno psicologo potrebbe esplorare quali Suoi schemi mette in atto nel relazionarsi con le persone e cambiare.
Saluti,
[#5]
Ex utente
Certo che ci ho pensato. La psicologa da cui sono andato a lungo (pur senza risultati) era appunto una psicologa.
E la "tentazione" di fare un secondo tentativo ce l'ho.
Mi piacere solo avere qualche consiglio, vista l'esperienza fatta, per individuare lo psicologo giusto (e/o per imbeccare la psichiatra del cps circa la mia assegnazione allo psicologo giusto) e per non partire col piede sbagliato il giorno che andrò a fargli visita. Magari devo chiedere/cercare qualcuno in un ramo particolare della psicoterapia (sessuologia? psicologia sociale? comportamentale? - sto giusto citando da profano alcune specialità di cui ho sentito il nome)
E la "tentazione" di fare un secondo tentativo ce l'ho.
Mi piacere solo avere qualche consiglio, vista l'esperienza fatta, per individuare lo psicologo giusto (e/o per imbeccare la psichiatra del cps circa la mia assegnazione allo psicologo giusto) e per non partire col piede sbagliato il giorno che andrò a fargli visita. Magari devo chiedere/cercare qualcuno in un ramo particolare della psicoterapia (sessuologia? psicologia sociale? comportamentale? - sto giusto citando da profano alcune specialità di cui ho sentito il nome)
[#6]
Gentile Utente,
afferma di avere una "tentazione", quasi fosse una curiosità, senza una chiara motivazione, ma della quale necessita di conferme e rassicurazioni, anzi sembra voglia lei stesso consigliare la sua psichiatra ad indirizzarla dallo psicologo "giusto"... cosa si aspetta da una consulenza psicologica?
afferma di avere una "tentazione", quasi fosse una curiosità, senza una chiara motivazione, ma della quale necessita di conferme e rassicurazioni, anzi sembra voglia lei stesso consigliare la sua psichiatra ad indirizzarla dallo psicologo "giusto"... cosa si aspetta da una consulenza psicologica?
Cordialità
Dr. Andrea Antonelli
[#7]
Ex utente
Mi sono spiegato male (o meglio temo di essere caduto nel mio ricorrente vizio di rendere poco solenne ciò che dico).
L'intenzione di chiedere aiuto c'è. La motivazione pure: non mi piace la mia situazione, mi sento tremendamente solo.
Ciò che desidero da uno psicologo è innanzitutto un aiuto a uscirne (ferma restando la consapevolezza che nessuno potrà fare il lavoro sporco al posto mio - ne usare la bacchetta magica) e in seconda battuta capire perché mi trovo dove sono.
L'attuale psichiatra (come a suo tempo il primo psichiatra che avevo visto, quello che mi aveva assegnato alla prima psicologa) dice "vediamo cosa può offrirle l'asl"
Credo sia umana da parte mia la tentazione di cercare di influenzare la scelta dello psicologo, vista l'esperienza precedente.
Ma ritenendo di non poter "dare consigli" in materia con piena cognizione di causa ho preferito chiedere consiglio qui.
L'intenzione di chiedere aiuto c'è. La motivazione pure: non mi piace la mia situazione, mi sento tremendamente solo.
Ciò che desidero da uno psicologo è innanzitutto un aiuto a uscirne (ferma restando la consapevolezza che nessuno potrà fare il lavoro sporco al posto mio - ne usare la bacchetta magica) e in seconda battuta capire perché mi trovo dove sono.
L'attuale psichiatra (come a suo tempo il primo psichiatra che avevo visto, quello che mi aveva assegnato alla prima psicologa) dice "vediamo cosa può offrirle l'asl"
Credo sia umana da parte mia la tentazione di cercare di influenzare la scelta dello psicologo, vista l'esperienza precedente.
Ma ritenendo di non poter "dare consigli" in materia con piena cognizione di causa ho preferito chiedere consiglio qui.
[#8]
Gentile utente,
credo che lo psicologo . psicoterapeuta che dovrà scegliere è quello che ha competenze sul lavoro di svincolo dalla famiglia di origine. Credo che il suo non sia un vero e proprio isolamento sociale ma, semmai, il rifuggire tutte quelle occasioni o situazioni che lo possono portare ad allontanarsi dalla sua famiglia. Noi nel corso della nostra vita passiamo attraverso varie fasi di ciclo vitale che sono contraddistinti da punti che segnano una svolta, un cambiamento nel nostro ruolo e nelle nostre relazioni. Una di queste fasi di ciclo vitale è lo svincolo dalla famiglia di origine che contempla la costruzioni di un nuovo nido: il nostro e non più quello costruito dai nostri genitori. per poter fare ciò abbiamo bisogno di molte certezze e sicurezze che a volte non riusciamo a trovare. In questo trasloco ci portiamo dietro una valigia con tutto ciò che ci serve per poter affrontare il mondo esterno. A volte, come spesso accade quando dobbiamo partire per un viaggio, cerchiamo qualcosa che dovremmo portarci e non la riusciamo a trovare. Ecco a volte restiamo impantanati e non riusciamo a partire.
credo che lo psicologo . psicoterapeuta che dovrà scegliere è quello che ha competenze sul lavoro di svincolo dalla famiglia di origine. Credo che il suo non sia un vero e proprio isolamento sociale ma, semmai, il rifuggire tutte quelle occasioni o situazioni che lo possono portare ad allontanarsi dalla sua famiglia. Noi nel corso della nostra vita passiamo attraverso varie fasi di ciclo vitale che sono contraddistinti da punti che segnano una svolta, un cambiamento nel nostro ruolo e nelle nostre relazioni. Una di queste fasi di ciclo vitale è lo svincolo dalla famiglia di origine che contempla la costruzioni di un nuovo nido: il nostro e non più quello costruito dai nostri genitori. per poter fare ciò abbiamo bisogno di molte certezze e sicurezze che a volte non riusciamo a trovare. In questo trasloco ci portiamo dietro una valigia con tutto ciò che ci serve per poter affrontare il mondo esterno. A volte, come spesso accade quando dobbiamo partire per un viaggio, cerchiamo qualcosa che dovremmo portarci e non la riusciamo a trovare. Ecco a volte restiamo impantanati e non riusciamo a partire.
Indelicato Dott. Mariano
idm@dottindelicato.it
www.dottindelicato.it
www.psicoterapiacoppia.it
[#9]
Ex utente
Non sembra una cattiva idea.
Tra l'altro, al di là dei fallimenti, il taglio del cordone ombelicale è qualcosa che tento di fare da tempo.
L'acquisto di una casa è stato per me un passo importante.
Rimanere a spasso giusto poco dopo ha rallentato a dismisura il programma di marcia che mi ero prefisso.
Diciamo pure che l'ha fatto saltare (O, se vogliamo, mi ha fornito un alibi che avrei preferito non avere, ma cui ho finito per semi-incosciamente ad utilizzare). Un aiuto nel fissarne un nuovo percorso di uscita mi sarebbe più che gradito.
Uno psicoterapeuta come quello da lei suggerito, come lo si cerca? Esiste un termine tecnico che può essermi utile durante la ricerca o selezione?
Tra l'altro, al di là dei fallimenti, il taglio del cordone ombelicale è qualcosa che tento di fare da tempo.
L'acquisto di una casa è stato per me un passo importante.
Rimanere a spasso giusto poco dopo ha rallentato a dismisura il programma di marcia che mi ero prefisso.
Diciamo pure che l'ha fatto saltare (O, se vogliamo, mi ha fornito un alibi che avrei preferito non avere, ma cui ho finito per semi-incosciamente ad utilizzare). Un aiuto nel fissarne un nuovo percorso di uscita mi sarebbe più che gradito.
Uno psicoterapeuta come quello da lei suggerito, come lo si cerca? Esiste un termine tecnico che può essermi utile durante la ricerca o selezione?
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Gentile Utente,
le posso consigliare di affidarsi a quello che l'asl ha disponibile; il suo psichiatra saprà orientarla adeguatamente verso lo psicologo adatto a lei; IMPORTANTE: a parte alcuni casi clinici non esistono psicologi ad hoc da sceglierli come su un bancone di un mercato, ma professionisti in grado di creare e consolidare una relazione terapeutica seria ed efficace legata ad un progetto, ad una diagnosi, ma soprattutto alla chiarezza e alla fiducia.
le posso consigliare di affidarsi a quello che l'asl ha disponibile; il suo psichiatra saprà orientarla adeguatamente verso lo psicologo adatto a lei; IMPORTANTE: a parte alcuni casi clinici non esistono psicologi ad hoc da sceglierli come su un bancone di un mercato, ma professionisti in grado di creare e consolidare una relazione terapeutica seria ed efficace legata ad un progetto, ad una diagnosi, ma soprattutto alla chiarezza e alla fiducia.
Questo consulto ha ricevuto 11 risposte e 10.3k visite dal 06/05/2010.
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