-se è normale che 1 persona di 17 anni prenda degli antidepressivi

Gentili psicologi sono una ragazza di 17 anni e da 1 anno ormai mi trovo in un vero e proprio labirinto L'ANSIA: mi sento sempre stanca, sono sempre tesa, non riesco a fare niente senza stancarmi maledettamente(ad esempio dopo un'ora di studio divento bianca bianca e mi sento mancare), esco molto molto poco perchè se sono fuori casa l'ansia diventa incontrollabile quasi non mi reggo in piedi(mi sento come se dovessi svenire da 1 momento all'altro), e quindi ho paura di uscire, non faccio quasi più vita sociale perchè non posso fare Niente senza sentirmi svenire.. e tutto questo è complicato del fatto che vado in un liceo classico e per non perdere l'anno mi sto stressando in una maniere terribile e l'ansia chiaramente aumenta(stanotte non ho preso sonno fino alle 4 di notte). Sto andando da uno psicologo con cui stiamo cercando di capire i motivi per cui mi sono venuta a trovare in questo "disagio" ,ma praticamente non vedo grandi miglioramenti tranne per il fatto che adesso riesco a farmi un pochino più di forza e sto cercando di uscire da casa ( magari cono i miei genitori) , ma i malesseri sono sempre presenti e molto forti. Adesso il mio psicologo, per farmi affrontare meglio questo ultimo mese di scuola, e per darmi uno spintone visto che sono in questa situazione da troppo tempo, mi sta mandando
da 1 psichiatra per adottare una terapia farmacologica, cosa che mi preoccupa e mi scoraggia moltissimo , infatti lo psicologo mi ha detto che probabilmente mi verranno prescritti degli antidepressivi , che io non voglio prendere perchè sono troppo piccola per prendere dei farmaci del genere. quindi vi volevo chiedere :
-cosa ne pensate della mia situazione
-se questo tipo di disagio ansioso è frequente anche fra gli adolescenti, perchè mi sento 1 malata (ne ho sentito parlare per gli adulti ma non per ragazzi giovani come me)
-se è normale che 1 persona di 17 anni prenda degli antidepressivi, che sono dei farmaci piuttosto pesanti e l'idea di prendere degli psicofarmaci mi fa stare male
-e infine vorrei mi spiegaste meglio gli effetti di questi farmaci, visto che io ho capito solo che fanno sentire " più felice" , e io questo non lo condivido perchè una pillola che fa sentire più felice, o comunque fa sentire le persone più positive nei confronti delle cose, da una " felicità finta"( sarò sicuramente ignorante in materia ma la penso così).
Per favore aiutatemi e rispondete in molti(vorrei più pareri) perchè non ci sto capendo più niente, e sono troppo spaventata visto che questo problema di ansia dura ormai da 1 anno e la situazione mi sta sfuggendo di mano. Grazie
[#1]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Cara ragazza,
il suggerimento del suo psicologo mi sembra adeguato, quando si sta troppo male, nessuna psicoterapia può bastare.
I farmaci, non sono droghe, nè veleni, se supervisionati da un clinico accorto e, come ausilio ad un percorso di psicoterapia, sono un'ottima stampella.
Inoltre l'ottica in cui le verranno forniti, sarà quella di un breve lasso di tempo, per effettuare poi uno svezzamento farmacologico.
la felicità chimica, di cui lei parla non esiste, leniranno solo le sue sofferenze, per poter lavorare sulle sue risorse interiori, che in questo momento stentano a venir fuori.
la sua età, è un'età molto complessa e vulnerabile, carica di dubbi ed incertezze, non è affatto raro vivere quello che le sta capitando.
Auguri di cuore.





www.valeriarandone.it

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#2]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 86
Gent.le sig.na l'ansia e l'affaticamento fisico sono solo dei sintomi e non vanno confusi con una psicopatologia specifica, sono senz'altro indici di un disagio che non va ignorato o sottovalutato e che non appartiene solo agli adulti, ma non credo che darle delle informazioni sulle diverse forme del disagio giovanile in questo momento possa aiutarla.
Per quanto riguarda il rapporto con lo psicologo forse le sarebbe utile sapere di quale tipologia di intervento si tratta, ovvero se questo psicologo è anche psicoterapeuta (cosa che può facilmente verificare collegandosi a questo link http://www.ordinepsy.sicilia.it/pagine/Albo%202009/index%20albo2009.html ), oppure si tratta di un intervento di counselling o sostegno psicologico che, a differenza della psicoterapia, si focalizza su una problematica specifica e non mira ad una ridefinizione della personalità del cliente.
Per quanto riguarda l'intervento farmacologico, lo psicologo deve limitarsi ad inviare la persona da uno psichiatra, ed è solo lui che ha la competenza necessaria per valutare nel suo caso se sia consigliabile integrare l'intervento psicologico con una terapia a base di psicofarmaci e quale tipologia di psicofarmaci prescrivere. In ogni caso lei ha il diritto di esprimere le sue perplessità sia allo psicologo sia eventualmente allo psichiatra.
Vorrei tuttavia sgombrare il campo da alcune informazioni scorrette relative agli psicofarmaci diffuse dai mass media: l'idea che gli antidepressivi abbiano il potere di farci sentire felici è una semplificazione fuorviante che induce a trarre conclusioni distorte, sinteticamente potremmo dire che gli antidepressivi agiscono sull'attività del sistema nervoso centrale, determinando un temporaneo innalzamento del tono dell'umore. Tuttavia dato che gli psicofarmaci sono materia di competenza esclusiva degli psichiatri, non ritengo opportuno entrare nel merito.
Credo però che troverà interessante leggere un estratto di un articolo pubblicato sul Quotidiano La Stampa che rende noti i risultati di una ricerca scientifica recentissima che confermano l'efficacia a lungo termine della psicoterapia in alternativa all'utilizzo di psicofarmaci.
Le riporto qui di seguito un estratto dell'articolo: “Attraverso la Risonanza Magnetica Funzionale (fRMI), una tecnica di osservazione delle aree del cervello attive in determinate situazioni o attività (leggere, parlare, ascoltare, ricordare, avere rapporti sessuali, ecc.), le osservazioni dell'attività cerebrale hanno evidenziato che la psicoterapia determina cambiamenti persistenti nell'attivazione di alcune aree cerebrali, producendo effetti simile a quelli degli psicofarmaci. In base alle osservazioni condotte con la tecnica della Risonanza Magnetica Funzionale (fRMI) è risultato che la psicoterapia può modificare la struttura del cervello. La scoperta è stata presentata durante il " 20° Congresso mondiale di Medicina psicosomatica" tenutosi a settembre 2009 a Torino. Secondo gli esperti, la psicoterapia è in grado di modificare l'attivazione di aree specifiche cerebrali in modo tale che l'individuo possa gestire meglio emozioni negative quali ansia, panico, depressione, paura.” (...) Si è modificata, in particolare, la struttura dei neuroni (cioè, la materia di cui il cervello è composto). L’aspetto più interessante e innovativo, però, risiede nel fatto che tutto ciò è accaduto senza intervenire farmacologicamente (come purtroppo molto spesso si fa in Italia), ma solamente grazie alla psicoterapia, grazie, cioè, alla relazione tra un individuo (paziente) e un altro (psicoterapeuta).”(da La Stampa del 23/09/2009).
Ho creduto opportuno fornirle queste informazioni per metterla in condizione di fare le sue scelte più serenamente possibile, nonostante il disorientamento e la confusione che sta vivendo in questo momento. Infine credo le sarebbe utile riflettere sulle aspettative che lei ha in questo momento nei confronti dell'intervento psicologico, cioè sugli obiettivi verso i quali vuole orientare il suo percorso di crescita personale.
Il cambiamento è un processo che nasce dall'autoconsapevolezza e dalla capacità di accettare anche gli aspetti di noi che ci fanno sentire inadeguati, sbagliati ai nostri occhi e a quelli degli altri. Per imparare ad accettarsi bisogna avere l'opportunità di sperimentare sulla propria “pelle”
un atteggiamento di considerazione positiva incondizionata da parte dello psicologo, soltanto così sarà possibile porre le basi per la costruzione di un'alleanza terapeutica indispensabile per rendere efficace l'intervento terapeutico.
Mi spiace se mi sono dilungata così tanto ma la sua mail conteneva diversi aspetti che meritavano di essere approfonditi.
Cordiali saluti

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

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