Violenza psicologica
Salve.
Da circa 3 anni ho una relazione con un uomo che, l'ho capito ora, mi espone a una tremenda violenza psicologica, arrivando in alcune occasioni (sempre in mezzo a litigi) a spintonarmi, minacciarmi, stringermi i polsi, mordermi e sbattermi la testa contro un vetro, per romperlo in seguito con un pugno.
La cosa assurda è che (credo) a differenza dei vari uomini violenti che reagiscono male e poi si scusano, lui non fa nemmeno questo! Non che una scusa cambierebbe la situazione... Ma lui non dimostra nemmeno di capirla! Io non faccio che parlare e parlare e parlare, sperando che, a forza di sgolarmi, comprenda di comportarsi male, ma non serve a NIENTE. Per lui sono IO che vedo il bicchiere "mezzo vuoto" e trova sempre delle attenuanti per sè.
Mi sento una stupida a non essere in grado di uscire da questa situazione e a sentire, nonostante tutto, di amarlo... Perché ci sono anche dei momenti in cui stiamo davvero bene... Ma credo di meritare di più.
Non ho più amici, non ho una vita sociale, mi sono traferita a causa sua e non faccio altro che lavorare e mettere a posto la casa... E ho 27 anni.
Avevo tanti progetti per me, una volta terminati gli studi... E invece mi sono ridotta in questo modo.
Però ho paura di tornare indietro, paura di licenziarmi dal lavoro e tornare nella mia città natale, sola e disoccupata.
Ho paura e sono pietrificata, ma la vita mi sta scorrendo via e non voglio buttarla.
Cosa posso fare per "smuovermi"? Come una povera stupida continuo a sperare che CAPISCA!
Temo che aver vissuto da bambina episodi di violenza familiare, con mia madre (morta prematuramente) che è rimasta legata a mio padre solo per i figli abbia contribuito...
Da circa 3 anni ho una relazione con un uomo che, l'ho capito ora, mi espone a una tremenda violenza psicologica, arrivando in alcune occasioni (sempre in mezzo a litigi) a spintonarmi, minacciarmi, stringermi i polsi, mordermi e sbattermi la testa contro un vetro, per romperlo in seguito con un pugno.
La cosa assurda è che (credo) a differenza dei vari uomini violenti che reagiscono male e poi si scusano, lui non fa nemmeno questo! Non che una scusa cambierebbe la situazione... Ma lui non dimostra nemmeno di capirla! Io non faccio che parlare e parlare e parlare, sperando che, a forza di sgolarmi, comprenda di comportarsi male, ma non serve a NIENTE. Per lui sono IO che vedo il bicchiere "mezzo vuoto" e trova sempre delle attenuanti per sè.
Mi sento una stupida a non essere in grado di uscire da questa situazione e a sentire, nonostante tutto, di amarlo... Perché ci sono anche dei momenti in cui stiamo davvero bene... Ma credo di meritare di più.
Non ho più amici, non ho una vita sociale, mi sono traferita a causa sua e non faccio altro che lavorare e mettere a posto la casa... E ho 27 anni.
Avevo tanti progetti per me, una volta terminati gli studi... E invece mi sono ridotta in questo modo.
Però ho paura di tornare indietro, paura di licenziarmi dal lavoro e tornare nella mia città natale, sola e disoccupata.
Ho paura e sono pietrificata, ma la vita mi sta scorrendo via e non voglio buttarla.
Cosa posso fare per "smuovermi"? Come una povera stupida continuo a sperare che CAPISCA!
Temo che aver vissuto da bambina episodi di violenza familiare, con mia madre (morta prematuramente) che è rimasta legata a mio padre solo per i figli abbia contribuito...
[#1]
Gentile utente, se questa situazione fa soffrire lei, è LEI che deve attivarsi per cambiarla, non sperare che l'altro "capisca". Perché così facendo corre il rischio di aspettare un bel pezzo.
Se non ci riesce da sola si rivolga a uno psicologo/psicoterapeuta per chiarire bene a se stessa cos'è che vuole veramente.
Cordiali saluti
Se non ci riesce da sola si rivolga a uno psicologo/psicoterapeuta per chiarire bene a se stessa cos'è che vuole veramente.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Utente
Grazie per avermi risposto.
Immagino che, nonostante l'imbarazzo e il mio sentirmi colpevole della situazione, debba comunque rivolgermi a uno psicologo.
Mi sento assurdamente responsabile della situazione e non è facile chiedere aiuto quando, anche con me stessa, cerco di sminuire tutto quello che capita.
Mi farò forza e ci proverò.
Grazie ancora
Immagino che, nonostante l'imbarazzo e il mio sentirmi colpevole della situazione, debba comunque rivolgermi a uno psicologo.
Mi sento assurdamente responsabile della situazione e non è facile chiedere aiuto quando, anche con me stessa, cerco di sminuire tutto quello che capita.
Mi farò forza e ci proverò.
Grazie ancora
[#3]
>>> cerco di sminuire tutto quello che capita.
>>>
Sì, è un meccanismo chiamato "negazione". "Il problema non esiste" è un modo per dirsi: "Vabbè, tiriamo avanti lo stesso". Solo che è un modo disfunzionale, equivale a scopare la polvere sotto il tappeto e ci preserva da una sofferenza oggi per crearcene una molto più grande domani.
Il primo passo per risolvere un problema consiste nel riconoscerne l'esistenza. Faccia prima questo, e solo dopo consideri di rivolgersi a un professionista per un aiuto.
Cordiali saluti
>>>
Sì, è un meccanismo chiamato "negazione". "Il problema non esiste" è un modo per dirsi: "Vabbè, tiriamo avanti lo stesso". Solo che è un modo disfunzionale, equivale a scopare la polvere sotto il tappeto e ci preserva da una sofferenza oggi per crearcene una molto più grande domani.
Il primo passo per risolvere un problema consiste nel riconoscerne l'esistenza. Faccia prima questo, e solo dopo consideri di rivolgersi a un professionista per un aiuto.
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.1k visite dal 03/05/2010.
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