Una psicoterapia ma mi sono trovata molto male perche' la psicoterapeuta stava sempre

Gentile Dottore,
sono una ragazza di 23 anni e sono terribilmente insoddisfatta di me stessa e della mia vita.Vorrei cambiarla ma sento di non poterlo fare e mi sembra che ogni giorno le mie possibilita' si stiano riducendo.Non sono mai stata una persona particolarmente positiva,anche se la mia salute e' ottima,ho una famiglia equilibrata e sono mediamente intelligente e carina.I veri problemi sono iniziati a 18 anni,dopo il liceo.Ho cominciato l'universita' diciamo per dovere e per sfuggire dal paesino e dalla mia famiglia opprimente e controllante.Mi piace studiare ma..non so cosa avessi.Dopo2mesi ho cambiato corso di studi,da medicina ad ingegneria per poi mollare tutto a fine anno.E' cominciato un periodo di profonda inquietudine,di fughe(sono stata in 4 paesi diversi nel giro di 3 anni e per diversi mesi),di incomprensioni con la mia famiglia,di litigate furiose,di chiusura al passato.
Quest'anno sono tornata all'universita', ho cambiato citta', corso, compagnie e tutto.Sono contenta di studiare,faccio gli esami e sono anche brava ma ho paura del futuro,non sono per niente convinta del percorso che ho scelto e non riesco a parlarne perche' mi sento stupida ad avere tutte queste incertezze nella vita, me ne vergogno.Mi sembra di buttare via la mia vita facendo cosi',non perseguendo mai nessun obiettivo..E' come se mi facessi trascinare dalla corrente del momento.Non so mai cosa voglio e cosa fare, posso dire di buttarmi a caso nelle cose. Mi sento uno schifo per questo.Quando al mattino mi sveglio mi chiedo che cosa sto facendo e perche'.Sono terrorizzata e vorrei tanto poterne parlare.Non avrei mai pensato di fare questa scelta che ho sempre pensato lontana dalla mia natura.So che devo portarla avanti perche' e' la mia unica opportunita' di andare all'universita' pero' ci sto male e vorrei tanto essere diversa,aver fatto meno errori stupidi.
Quando sono a casa mia l'argomento non si sfiora,tutti mi sorridono e mi chiedono se ho bisogno di qualcosa,se va tutto bene ma so che non vogliono davvero sapere,non vogliono problemi per non mettere in crisi l'equilibrio. Parlo per esperienza..Pensi che non mi hanno parlato per un anno perche' si vergognavano del fatto che non facessi l'universita' e dicevano che gli stavo rovinando la vita.Riguardo il mio rapporto con la mia famiglia,come le ho accennato,i miei genitori sono presenti e mi aiutano pero' io sono molto rabbiosa nei loro confronti,anche se e' ingiustificato sento che hanno rovinato tutto.Io non parlo mai con loro,ne' ora ne' in passato.Sono come degli estranei che conosco da una vita,li vedo al pari di una istituzione da cui sono ancora dipendente.C'e' poco affetto,pochissima relazione.Ed e' lo stesso anche con mia sorella,non riusciamo a parlare,siamo molto distaccate.
Ho provato ad intraprendere una psicoterapia ma mi sono trovata molto male perche' la psicoterapeuta stava sempre in silenzio e mi metteva a disagio.
Non so come accettare gli errori commessi e portarli avanti serenamente
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Cara ragazza,
gli errori, così come li chiama lei,non mi sembrano da accettare,ma da interpretare , perchè le vogliono comunicare qualcosa di importante.
I disagi profondi che vive dovrebbero avere un nome, non è pensabile fuggire da un luogo all'altro e, da una scelta all'altra.
Si farmi un attimo, prima di effettuare altri "agiti", cioè scelte sull'onda del momento, rifletta con l'aiuto di un clinico( magari con caratteristiche differenti dal precedente, non sono tutti uguali...),troverà chiarezza e serenità interiore, indispensabili per poter affrontare qualunque scelta futura, che comprenda o che non comprenda il percorso universitario.
Auguri, di cuore.





www.valeriarandone.it

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr.ssa Annalisa De Filippo Psicologo, Psicoterapeuta 113 4
Gent.le Utente,

afferma di essere insoddisfatta, di non sapere cosa sta facendo e perchè, e di avere bisogno di parlarne, il che implica la voglia di dare un senso al suo malessere e affrontarlo.

Dalle sue parole traspare l'importanza del contesto di crescita: "famiglia opprimente e controllante" "dicevano che gli stavo rovinando la vita" "i miei genitori sono presenti e mi aiutano pero'io sono molto rabbiosa nei loro confronti... li vedo al pari di una istituzione da cui sono ancora dipendente".
Probabilmente dare spazio alla rabbia che prova, dare un significato alle relazioni all'interno della sua famiglia, potrà aiutarla a tirar fuori le sue risorse per raggiungere l'indipendenza necessaria per esprimere le sue potenzialità e comprendere ciò che vuole veramente.

Come la Collega, la invito a prendere in considerazione l'ipotesi di rivolgersi ad un professionista che saprà offrirle uno spazio d'ascolto, accogliendo in maniera competente e non giudicante il suo disagio.

Saluti.

Dr.ssa Annalisa De Filippo
Psicologa Psicoterapeuta
www.centropianetapsicologia.com
www.psicologasestosangiovanni.com

[#3]
Utente
Utente
Grazie per le vostre risposte.
Credo anche io di dover richiedere un consulto ma ho paura che questo apra delle ferite e peggiori le cose, non voglio che mi vengano altri dubbi che mi mandino ulteriormente in crisi. Ho paura di andare a fondo nel mio malessere.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Cara ragazza,
i malesseri non eleborati proseguono nella psiche, aprendo altri varchi, causando dolore, sofferenze e, spesso somatizzazioni.
Legga bene dentro se stessa, quando si sentirà pronta, troverà il coraggio di chiedere un consulto da uno psicoterapeuta, intanto aver parlato con noi, mi sembra un buon inizio.
Ci dia notizie, se le fa piacere.
Auguri di cuore-