Impotenza appresa
Salve.
E' un problema che mi riguarda ormai da anni..2 anni per la precisione. sono una ragazzo di 18 anni, frequento la 4a superiore del liceo psicopedagogico. da 2 anni a questa parte soffro di quella che secondo Seligman (autore che tra l'altro ho studiato recentemente a scuola grazie al quale ho saputo identificare il mio malesseree) risulta essere "impotenza appresa".
Dopo aver passato un'estate di immensa depressione tra il 2o anno e il 3o di inizio triennio (nonostante fossi uscito dal biennio con una media dell'8 e primo sulle pagelle d'oro; i rapporti con i miei compagni erano buoni, con gli amici pure), in cui inspiegabilmente sono uscito assai raramente, vivendo con noia indecifrabile i 3 mesi prima dell'inizio di un nuovo anno scolastico, è stato un lungo, lento, continuo decadimento.
Non so come uscirne...non riesco ad aver + forza e volontà nello studio, stress continuo..in più ci si mette pure la mia iniziativa nello smettere di fumare che ultimamente ha incrementato un nervosismo dilagante.
avreste un aiuto concreto da darmi? suggerimenti, esperienze vostre personali..boh...gli psicologi siete voi, io semplicemente un apprendista paradossalmente paziente.
Grazie in anticipo, un saluto.
E' un problema che mi riguarda ormai da anni..2 anni per la precisione. sono una ragazzo di 18 anni, frequento la 4a superiore del liceo psicopedagogico. da 2 anni a questa parte soffro di quella che secondo Seligman (autore che tra l'altro ho studiato recentemente a scuola grazie al quale ho saputo identificare il mio malesseree) risulta essere "impotenza appresa".
Dopo aver passato un'estate di immensa depressione tra il 2o anno e il 3o di inizio triennio (nonostante fossi uscito dal biennio con una media dell'8 e primo sulle pagelle d'oro; i rapporti con i miei compagni erano buoni, con gli amici pure), in cui inspiegabilmente sono uscito assai raramente, vivendo con noia indecifrabile i 3 mesi prima dell'inizio di un nuovo anno scolastico, è stato un lungo, lento, continuo decadimento.
Non so come uscirne...non riesco ad aver + forza e volontà nello studio, stress continuo..in più ci si mette pure la mia iniziativa nello smettere di fumare che ultimamente ha incrementato un nervosismo dilagante.
avreste un aiuto concreto da darmi? suggerimenti, esperienze vostre personali..boh...gli psicologi siete voi, io semplicemente un apprendista paradossalmente paziente.
Grazie in anticipo, un saluto.
[#1]
Gentile ragazzo,credo lei abbia una gran confusione,di ruoli soprattutto.Lei non deve apprendere dalle esperienze altrui, tantomeno da quelle degli psicologi.La nostra categoria, non giudica, non suggerisce, non partecipa le proprie esperienze personali, nè fornisce soluzioni pronte per l'uso.
Gli psicologi, prendono in carico un paziente, ascoltandolo attentamente, facendo sì che lui stesso si ascolti e, dopo un paio di colloqui preliminari, suggeriscono un progetto terapeutico, in funzione delle necessità del pazientechehanno di fronte.
Lasci perdre le auto diagnosi, non serve sapere come si chiama quello che le è accaduto, dovrebbe, se ne ravvisa la necessità, rivolgersi ad uno psicologo, per venirne fuori definitivamente.
Auguri
www.valeriarandone.it
Gli psicologi, prendono in carico un paziente, ascoltandolo attentamente, facendo sì che lui stesso si ascolti e, dopo un paio di colloqui preliminari, suggeriscono un progetto terapeutico, in funzione delle necessità del pazientechehanno di fronte.
Lasci perdre le auto diagnosi, non serve sapere come si chiama quello che le è accaduto, dovrebbe, se ne ravvisa la necessità, rivolgersi ad uno psicologo, per venirne fuori definitivamente.
Auguri
www.valeriarandone.it
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#2]
Utente
La ringrazio per la tempestività della sua risposta.
Un giudizio però me l'ha dato, secondo lei risulterei un soggetto confuso. Non so a che categoria appartenga se poco dopo tale affermazione mi viene a dire che quella degli psicologi in particolare non è adibita a farlo.
E ancora... in ogni caso gli psicologi suggeriscono (l'ha detto pure lei, non si contraddica, "suggeriscono un progetto terapeutico"), e, come in ogni professione è giusto che sia, non possono fare a meno di peccare basandosi anche sul proprio bagaglio personale di esperienze.
Ma non era mia intenzione puntualizzare il contenuto della risposta; tuttavia mirerò ad una domanda di facile comprensione e che richieda una diretta e franca risposta sapendo bene che l'idea di una terapia virtuale, oltre a rappresentare pura forma di stupidità, sfocerebbe nell'assurdo.
Ebbene: come sconfiggere l'"impotenza appresa"?
Un giudizio però me l'ha dato, secondo lei risulterei un soggetto confuso. Non so a che categoria appartenga se poco dopo tale affermazione mi viene a dire che quella degli psicologi in particolare non è adibita a farlo.
E ancora... in ogni caso gli psicologi suggeriscono (l'ha detto pure lei, non si contraddica, "suggeriscono un progetto terapeutico"), e, come in ogni professione è giusto che sia, non possono fare a meno di peccare basandosi anche sul proprio bagaglio personale di esperienze.
Ma non era mia intenzione puntualizzare il contenuto della risposta; tuttavia mirerò ad una domanda di facile comprensione e che richieda una diretta e franca risposta sapendo bene che l'idea di una terapia virtuale, oltre a rappresentare pura forma di stupidità, sfocerebbe nell'assurdo.
Ebbene: come sconfiggere l'"impotenza appresa"?
[#4]
Utente
Mi creda, non si tratta di vita o di morte; che sia una diagnosi "molto poco clinica", non trattata da un terapeuta "carne ed ossa" o dell'esagerata complessità della psiche umana non si preoccupi, so leggere; una lettura basterà, purchè in questo preciso contesto ad una specifica domanda si ottenga una specifica risposta.
In attesa di risposte maggiormente esaustive, la ringrazio e le auguro un buon proseguimento di serata.
In attesa di risposte maggiormente esaustive, la ringrazio e le auguro un buon proseguimento di serata.
[#5]
>>> una lettura basterà
>>>
Gentile ragazzo, mi perdoni se glielo dico, ma la sua confusione riguarda anche questo. Leggere non è affatto sufficiente.
Lei ci sta facendo delle richieste contraddittorie. Da una parte ci parla di cose pesanti come "immensa depressione", "impotenza appresa", "noia indecifrabile", "lento, continuo decadimento", "non so come uscirne", e dall'altro lato le sminuisce, smentendo ciò che ha appena detto: "non si tratta di vita o di morte", "l'idea di una terapia virtuale, oltre a rappresentare pura forma di stupidità, sfocerebbe nell'assurdo", "una lettura basterà".
I problemi psichici, e se farà qualche ricerca nel sito scoprirà che lo diciamo ogni giorno alle persone che ci scrivono, non si risolvono leggendo, studiando o iscrivendosi a psicologia. Quando non si riesce a risolverli da soli, serve lo specialista. E quando ci si riesce da soli, allora vuol dire che non era così grave.
Quindi dev'essere lei a chiarirsi prima di tutto le idee su un punto: il suo problema la disturba molto oppure no? Se sì , le serve lo specialista, perché nessuna lettura o studio potrà mai risolverglielo. Se invece non è grave, allora un incoraggiamento potrebbe averlo non solo da qui, ma anche da un amico, ad esempio.
Cordiali saluti
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Gentile ragazzo, mi perdoni se glielo dico, ma la sua confusione riguarda anche questo. Leggere non è affatto sufficiente.
Lei ci sta facendo delle richieste contraddittorie. Da una parte ci parla di cose pesanti come "immensa depressione", "impotenza appresa", "noia indecifrabile", "lento, continuo decadimento", "non so come uscirne", e dall'altro lato le sminuisce, smentendo ciò che ha appena detto: "non si tratta di vita o di morte", "l'idea di una terapia virtuale, oltre a rappresentare pura forma di stupidità, sfocerebbe nell'assurdo", "una lettura basterà".
I problemi psichici, e se farà qualche ricerca nel sito scoprirà che lo diciamo ogni giorno alle persone che ci scrivono, non si risolvono leggendo, studiando o iscrivendosi a psicologia. Quando non si riesce a risolverli da soli, serve lo specialista. E quando ci si riesce da soli, allora vuol dire che non era così grave.
Quindi dev'essere lei a chiarirsi prima di tutto le idee su un punto: il suo problema la disturba molto oppure no? Se sì , le serve lo specialista, perché nessuna lettura o studio potrà mai risolverglielo. Se invece non è grave, allora un incoraggiamento potrebbe averlo non solo da qui, ma anche da un amico, ad esempio.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#6]
Gentile ragazzo,
mi fa piacere che conosca Martin Seligman e che la lettura di questo autore la stia aiutando a prendere consapevolezza su alcuni dei motivi relativi alla sua sofferenza che sembra affliggerla da un po'.
Vorrei però fare con lei alcune considerazioni: la teoria di Seligman è un modello che prova a spiegare il "fenomeno depressivo" ipotizzando che la persona reagisca all'ambiente sviluppando una depressione in quanto si percepisce incapace di modificare gli eventi negativi che lo tormentano credendo che ogni sua azione sia inutile. Quindi, se lei si riconosce in questa teoria, ipotizzo che nella sua vita ci siano stati uno o più eventi stressanti cui lei ha provato a reagire senza successo sino a quando si è convinto che non può più fare niente per superarli e cambiare la sua condizione.
Sarebbe pertanto interessante scoprire quali sono stati i comportamenti che lei ha messo in atto per risolvere i suoi problemi e i processi di pensiero che l'hanno poi portata ad apprendere che è impotente.
Ancora meglio sarebbe utile scoprire quali sono i comportamenti presenti e i suoi attuali processi cognitivi che non le permettono di superare la sua sofferenza. Se le ipotesi iniziali sono vere il suo problema, quello dell'impotenza appresa, dovrebbe risolversi attuando comportamenti e modi di pensare più utili e costruttivi rispetto a quelli che l'hanno portata a sentirsi impotente.Può fare questo da solo o con l'aiuto di uno psicoterapeuta che condivida però almeno un po' l'ottica di Seligman. Certamente attraverso un consulto on line nessuno può aiutarla a farlo. Nemmeno possiamo darle dei consigli perchè non possiamo sapere come si comporta, cosa pensa e come vive emotivamente le situazioni che le accadono intorno.
Poi vorrei fare la seconda considerazione: Seligman descrive un modello per spiegare in parte il funzionamento di una persona depressa, ma esistono tanti modelli che provano a fare questo (Beck, Rotter, Freud, Adler ecc.) potrebbe esserle utile leggere anche gli altri magari trova altre argomentazioni interessanti per spiegare la sua condizione.
Tenga presente che ci sono anche modelli che spiegano la depressione riccorrendo ad alterazioni di sostanze cerebrali chiamate neurotrasmettitori.
I modelli tuttavia non bastano per fare una diagnosi, ad esempio non basta riconoscere che un modello descrive bene una parte del nostro comportamento o del nostro modo di pensare per giungere alla conclusione che siamo depressi, ansiosi o soffriamo di attacchi di panico.
Una diagnosi, mi dispiace per lei che è così curioso e riflessivo, ma non la può fare da solo, nè tantomeno la possiamo azzardare on line. Posso dirle che lei riporta alcuni sintomi che sono più o meno frequenti in chi ad esempio ha una depressione diagnosticata da uno specialista. Ma tenga presente che si può avere una depressione diagnosticata da uno specialista come conseguenza di altro disturbo psicologico, ad esempio un disturbo di personalità, ovvero di qualcosa che non va nel suo corpo.
Allora caro ragazzo, cerchi di comprendere, i limiti del mezzo di comunicazione che stiamo utilizzando e rifletta su questo:
"Se ritiene che la sofferenza che prova in questo momento non le permette di comportarsi come vorrebbe comportarsi ovvero di sentirsi come vorrebbe sentirsi" ci sono delle figure professionali, psichiatri, psicoterapeuti e psicologici che potrebbero aiutarla a superare questa condizione e a far si che torni a trarre un certo piacere dalla vita.
Mentre, se è ancora nella fase in cui crede di potercela fare da solo e lei solo sa cosa sta facendo per aiutarsi,
le faccio i miei migliori auguri.
Cordialmente
mi fa piacere che conosca Martin Seligman e che la lettura di questo autore la stia aiutando a prendere consapevolezza su alcuni dei motivi relativi alla sua sofferenza che sembra affliggerla da un po'.
Vorrei però fare con lei alcune considerazioni: la teoria di Seligman è un modello che prova a spiegare il "fenomeno depressivo" ipotizzando che la persona reagisca all'ambiente sviluppando una depressione in quanto si percepisce incapace di modificare gli eventi negativi che lo tormentano credendo che ogni sua azione sia inutile. Quindi, se lei si riconosce in questa teoria, ipotizzo che nella sua vita ci siano stati uno o più eventi stressanti cui lei ha provato a reagire senza successo sino a quando si è convinto che non può più fare niente per superarli e cambiare la sua condizione.
Sarebbe pertanto interessante scoprire quali sono stati i comportamenti che lei ha messo in atto per risolvere i suoi problemi e i processi di pensiero che l'hanno poi portata ad apprendere che è impotente.
Ancora meglio sarebbe utile scoprire quali sono i comportamenti presenti e i suoi attuali processi cognitivi che non le permettono di superare la sua sofferenza. Se le ipotesi iniziali sono vere il suo problema, quello dell'impotenza appresa, dovrebbe risolversi attuando comportamenti e modi di pensare più utili e costruttivi rispetto a quelli che l'hanno portata a sentirsi impotente.Può fare questo da solo o con l'aiuto di uno psicoterapeuta che condivida però almeno un po' l'ottica di Seligman. Certamente attraverso un consulto on line nessuno può aiutarla a farlo. Nemmeno possiamo darle dei consigli perchè non possiamo sapere come si comporta, cosa pensa e come vive emotivamente le situazioni che le accadono intorno.
Poi vorrei fare la seconda considerazione: Seligman descrive un modello per spiegare in parte il funzionamento di una persona depressa, ma esistono tanti modelli che provano a fare questo (Beck, Rotter, Freud, Adler ecc.) potrebbe esserle utile leggere anche gli altri magari trova altre argomentazioni interessanti per spiegare la sua condizione.
Tenga presente che ci sono anche modelli che spiegano la depressione riccorrendo ad alterazioni di sostanze cerebrali chiamate neurotrasmettitori.
I modelli tuttavia non bastano per fare una diagnosi, ad esempio non basta riconoscere che un modello descrive bene una parte del nostro comportamento o del nostro modo di pensare per giungere alla conclusione che siamo depressi, ansiosi o soffriamo di attacchi di panico.
Una diagnosi, mi dispiace per lei che è così curioso e riflessivo, ma non la può fare da solo, nè tantomeno la possiamo azzardare on line. Posso dirle che lei riporta alcuni sintomi che sono più o meno frequenti in chi ad esempio ha una depressione diagnosticata da uno specialista. Ma tenga presente che si può avere una depressione diagnosticata da uno specialista come conseguenza di altro disturbo psicologico, ad esempio un disturbo di personalità, ovvero di qualcosa che non va nel suo corpo.
Allora caro ragazzo, cerchi di comprendere, i limiti del mezzo di comunicazione che stiamo utilizzando e rifletta su questo:
"Se ritiene che la sofferenza che prova in questo momento non le permette di comportarsi come vorrebbe comportarsi ovvero di sentirsi come vorrebbe sentirsi" ci sono delle figure professionali, psichiatri, psicoterapeuti e psicologici che potrebbero aiutarla a superare questa condizione e a far si che torni a trarre un certo piacere dalla vita.
Mentre, se è ancora nella fase in cui crede di potercela fare da solo e lei solo sa cosa sta facendo per aiutarsi,
le faccio i miei migliori auguri.
Cordialmente
Dr. Massimo DAlessandro
Psicologo-Psicoterapeuta
www.massimo-dalessandro.com
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 3.1k visite dal 18/04/2010.
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