Depressione e problemi sentimentali

egregi dottori,
proprio non saprei da dove cominciare.so soltanto che, a seguito di un banale episodio influenzale, lo scorso novembre, ho cominciato a soffrire di una forteansia, con conseguente attacco di panico...o almeno credo di poterlo considerare tale.qualche gg dopo l'influenza, mi trovavo sola in casa(per la prima volta,dopo il malanno)ed ho cominciato a sentirmi ansiosa, tanto da aver praticamente costretto il mio fidanzato a lasciare l'ufficio per venire da me. tutto sembrava essersi risolto, invece, 1 o 2 gg dopo(non ricordo)di sera, ho cominciato ad avvertire dei forti tremori in tutto il corpo ed una terribile sensazione di ansia e tachicardia(avevo paura di morire). sono andata in ospedale,ma, dopo aver controllato il cuore, e lo stomaco(accusavo forti dolori)mi hanno rimandato a casa con i sperati esiti negativi. il giorno dopo però, non riuscendo a superare questa forte ansia, ci sono tornata e,dato che non riuscivo a smettere di piangere e di provare una terribile paura(non so di cosa)ho avuto un colloquio con una psichiatra dell'ospedale. quest'ultima mi ha posto alcune domande, dopodichè mi ha rimandato a casa, consigliandomi, se ne avessi sentito il bisogno, di rivolgermi ad un centro di supporto psicologico della mia città. Io,però, ho voluto aspettare un pò, prima di chiamare, per vedere se riuscissi a superare questa cosa con il tempo e con l'amore dei miei cari. nei giorni successivi mangiavo come un uccellino per via di un vero e proprio nodo in gola che mi impediva di masticare e deglutire. avevo come un velo davanti ai miei occhi e non riuscivo a smettere di piangere e di ripetere che "avevo paura". non vi dico quali terribili momenti sono stati per me, ma anche per il mio fidanzato e per la mia famiglia. dopo un paio di settimane ho ricevuto una proposta di lavoro(sono una dei tanti precari), cosa che, pian piano, mi ha permesso di ritrovare la voglia di vivere, di mangiare e gustare il cibo(cosa che non facevo da settimane) e di cominciare a passare notti serene senza dovermi svegliare prestissimo( e sudatissima) in preda all'ansia e con questa perenne "palla" in gola. insomma...tutto sembrava andare bene. io e il mio fidanzato eravamo andati a vedere una casa da acquistare(per poterci sposare in autunno) quando,qualche gg dopo, poco prima di Pasqua8nei giorni in cui non lavoravo) sono stata nuovamente assalita da quest'ansia e dalla paura di vivere e progettare la mia vita. non so cosa mi abbia preso. ho ricominciato a sentirmi inadeguata alla vita e, persino, quando osservavo i miei nipotini(nati da poco)mi domandavo cosa ci fosse di bello (o meglio che senso avesse) avere dei bambini(io che li ho sempre desiderati tanto!!!).in quei momenti tremavo all'idea di sposarmi e mi svegliavo la mattina cercando di tranqullizzarmi sul fatto che non dovessi farlo. io amo il mio ragazzo. ho pensato molto all'idea di una vita senza di lui, ma mi sento malissimo all'idea di rinunciare a lui. allora perchè ho paura???? aiutatem
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Dr.ssa Grazia La Manna Psicologo, Psicoterapeuta 23
cara utente,
quelli che tu descrivi sono attacchi di panico che sono assolutamente superabili.
L'ansia nei confronti di particolari fasi importanti della vita (lavoro precario, matrimonio) ha superato i livelli di guardia e si è verificata qulla che si chiama "attivazione neurofisiologica", cioè il tuo corpo manda segnali di allarme per sottolineare enventi che ti spaventano molto.
Sono certa che nella tua città essitono bravi colleghi in grado di affiancarti in un percorso terapeutico per dare il giusto significato alle cose che ti stanno succedendo e anche agli obiettivi reali della tua vita.
A volte ci sentiamo chiamati a sostenere forti stress perchè l'ambiente ci chiede di avere standard elevati per i quali non ci sentiamo ancora pronti.
Ti faccio tanti auguri, questo momento di crisi lo superarai appena comprenderai le risorse infinite che tu hai per affrontarlo.

Dr.ssa Grazia La Manna
Psicologa- psicoterapeuta analitico transazionale
www.grazialamanna.it

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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187
Gentile Utente,
dalla Sua descrizione sembra che abbia avuto degli episodi di panico: comunemente a tali episodi segue la formazione di un "sistema di allarme", perchè la persona teme di poter stare ancora male, e quando può evita pensieri, luoghi, situazioni che potrebbero essere in qualche modo legati all'ansia.

Il trattamento che si è dimostrato più efficace nei disturbi d'ansia è la psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale, soprattutto se in associazione alla farmacoterapia.

Rileggendo la Sua precedente richiesta del 2009 mi ha colpito questa frase

"Io sono legata a lui da un profondo affetto,ma non so se questo possa significare amare qualcuno"

Se il partner è lo stesso allora si capisce perfettamente il collegamento tra imminente matrimonio e attacchi d'ansia.

Nella consulenza precedente le era stato inoltre consigliato di rivolgersi ad uno psicoterapeuta, e lo stesso consiglio l'ha ricevuto dalla psichiatra: se da sola fino ad ora non è riuscita a superare questo tipo di problemi, cosa le suggerisce che ci riuscirà in futuro?
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Utente
Utente
dottoressa, non sa quanto le sono riconoscente per le sue parole che, sono per me, una fonte di fiducia in un momento in cui ne ho tanto bisogno!!!la verità è che, forse, per la prima volta, la vita mi sta chiedendo di crescere e di fare delle scelte mature e, soprattutto, personalissime. dico questo perchè credo che uno dei motivi scatenanti tutto ciò sia una scarsa autostima da parte mia, in parte alimentata dal fatto che, in famiglia(sono la più piccola di 3 figli)sono sempre stata considerata "piccolina" e, forse, nonostante i traguardi per i quali ho lottato(diventare insegnante)nessuno ha mai davvero creduto che io fossi in grado di affrontare le grandi prove della vita DA SOLA!mia zia, con la quale vivo da anni, e che è per me una seconda madre, non fa altro che ripetermi:"ma ce la farai?"- "sei sicura" capisce cosa significhi questo per una persona che già sicura non lo è di suo.
Questa mia perenne inquietudine mi porta a mettere spesso in discussione la persona che mi è accanto(confrontandola ora con questo, ora con quel modello di compagno,idealizzando persone e situazioni, quasi fossero perfette).Inutile dire che, in tutto questo, non sono più capace di vivere una serena intimità(a dire il vero c'è sempre stata poca intesa in tal senso). Il mio fidanzato mi ha spesso indotto a riflettere sul fatto che sia davvero lui la persona che voglio accanto,dicendomi che sarebbe pronto a rinunciare a me, se è questo che voglio. ma il problema è che neanche io so quello che voglio davvero perchè, se è vero che sono spesso critica nei suoi confronti, è anche vero che sento di essere legata a lui profondamente e non riesco ad immaginare di dovermi svegliare la mattina pensando che non rivedrò più il suo volto e non lo stringerò più tra le braccia.ma allora perchè l'idea di lasciare la mia casa per seguirlo mi fa così paura?forse non sono ancora riuscita a tagliare il cordone ombelicale con il mio nucleo familiare? è normale tutto ciò a 30 anni?inizio a credere che nulla in me lo sia.
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Utente
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ringrazio anche lei,dottor Bulla. uno dei problemi che mi impediscono di intraprendere un percosro terapeutico è che, al momento, non potrei assolutamente sostenere la spesa di una terapia ed, inoltre, non vorrei che i miei cari lo sapessero perchè, altrimenti, li farei preoccupare moltissimo(come è già accaduto). credo che, sì, dovrei gurdarmi dentro, ma è come se la mia testa e il mio cuore fossero divisi in due metà. una di queste mi dice che forse il problema sta nella persona che ho accanto e che quindi dovrei chiudere definitivamente questa storia,per quanto sia doloroso per me e per tutti.l'altra metà mi dice che non è questo quello che voglio davvero e che, se mi guardo indietro, mi rendo conto che in ogni mia precedente relazione, pur essendo inizialmente felice e soddisfatta, è poi sempre arrivato il momento a partire dal quale, finita l'infatuazione iniziale, cominciavo ad analizzare la persona che avevo al mio fianco idealizzando le situazione sentimentali degli altri. quindi credo che il mio problema stia proprio nel dover crescere e nel capire che ora non si scherza più. è arrivato il momento di affrontare la vita da sola, staccandomi dalla famiglia e smettendola di fare confronti con la vita degli altri. della serie...l'erba del vicino è sempre la più verde.
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