Suggestione, manipolazione e ribellione

Salve,
mi sta succedendo spesso di ribellarmi alla mia terapeuta.
Si creano situazioni del tipo: io non sono d'accordo con lei, lei insiste peravere ragione, io mi ribello e rispondo in modo agitato, lei cerca di suggestionarmi in vario modo (anche ribaltandomi frasi che ho detto decontestualizzandole e quindi facendo assumere alle stese significato diverso), io entro in uno stato confusionale in cui mi sento come se volesse plagiarmi o comunque farmi entrare in paranoia tale da far riemergere la mia labilità mentale e mi arrabbio.
Che succede?
1) Sono io che sto peggiorando?
2) E' una mia ribellione alla terapia? Ma in questo caso, io mi ribello a cose non vere o in cui non credo. Come devo comportarmi?
3) Mi sta manipolando e devo cambiare terapeuta?
4) Altro.
Grazie per le risposte. Io tornerò da lei, perchè non scappo, ma sento veramente che c'è qualcosa che non va ed è il caso forse di cambiare terapeuta.
Aiutatemi a capire, grazie.
[#1]
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187
Gentile Utente,
se la terapia diventa una "battaglia" o un "braccio di ferro" forse conviene valutare queste due ipotesi:

1. verbalizzare le Sue considerazioni in proposito e vedere le reazioni della terapeuta

2. valutare l'eventualità di cambiare terapeuta.

Ma non abbandoni l'idea di continuare una cura psicoterapeutica: queste Sue modalità relazionali meritano ulteriori approfondimenti.

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_

[#2]
Utente
Utente
Grazie.
Ho valutato le sue reazioni.
Mi ha detto che proietto su di lei le mie confusioni!!!
Allucinante....
Forse siamo entrate troppo in confidenza? Si è perso un pò il rapporto medico-paziente di una volta??
A volte mi sento come se fossimo due comari che si raccontano pettegolezzi...
Forse, non accetta che io stia, diciamo "iniziando a pensare con la mia mente" e che decida di fare cose in cui io credo e lei no, per cui non la seguo più?
Lei inizia ad insistere per covincermi di qualcosa, io mi rifiuto di darle ragione.
O sono io che mi sto rifiutando di eseguire a priori i suoi "consigli" e "istruzioni" perchè sto iniziando a differenziarmi come individuo rispetto a lei con conseguenti divergenze di vedute?

Lei non accetta assolutamente che io sia innamorata di un ragazzo più piccolo di me, e piuttosto che aiutarmi a superere i conflitti che vivo tra mente e cuore, spinge sempre a sottolineare negatività e motivi che portano alla rottura e alla separazione con questo ragazzo, senza neanche chiedermi cosa succede o quanto lo amo, se ne esce con frasi del tipo: "Che elogio della Debolezza"!.
Puntando sulla tesi della mia dipendenza da lui, sottolineandola con convinzioni del tipo che io sto con lui per evitare la quotidianità, senza sapere che io invece sto facendo l'impossibile per riuscire a convivere con lui(!e questo suo dare etichette grossolane solo per confondermi mi fa incazzare!).

Ho l'impressione di essere stata "mal guidata" nella mia relazione con lui, proprio a causa del suo pregiudizio, palesemente dichiarato. Per lei lui non è adatto a stare con me perchè ha 11 anni di meno. E i sentimenti, l'Amore, sono cose che non rientrano nelle sue valutazioni.
Che io sia innamorata di lui perdutamente e che lui mi piaccia a tal punto da desiderere di fondermi con lui (sottolineo questa cosa chè è rilevante per me perchè mi fa capire che mi piace veramente, non sono fissata o dipendente per qualche motivo! Io amo il suo odore, il suo sapore, il suo cervello, il suo cuore, anche il suo lato oscuro. Abbiamo avuto spesso esperienze di "telepatia" e questo più che fantasia sottolinea solo grande feeling e attrazione...), non importa.
Ma non so che fare con la mia terapeuta.
E vorrei anche capire cosa sto sbagliando...
[#3]
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
Gentile ragazza, premettendo che la terapeuta sta comunque lavorando non per imporre una propria opinione ma per aiutare lei a raggiungere un possibile benessere (evidentemente ha una ipotesi grazie alla quale questo ragazzo non fa per lei) sembra chiaro che nel momento in cui il rapporto raggiunga certi livelli di "conflitto" forse è il momento di metterlo in discussione , ma sempre parlando con la sua terapeuta. Che tipo di terapia sta effettuando? (psicoanalitica)? può esserci un momento in cui vi è una condizione chiamata transfert negativo in una terapia dove accade proprio ciò che sta accadendo a lei e va elaborato, ed eventualmente superato, sempre con la terapeuta. Altrimenti la non elaborazione di questo momento potrebbe lasciarla ancora più confusa.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

[#4]
Utente
Utente
Magari facessi terapia psicoanalitica!!
Non so che faccio con lei... TCC forse, bhò.
So solo che alle cose che dice ci arrivo da sola a distanza di un anno.
Lei si vanta tanto dei risultati ottenuti, ma quando mi parla spesso non capisco un tubo.

Oggi è rimasta male perchè il mio psichiatra invece (che mi aiuta ad analizzare se sto male! Non che mi dice a raffica cose che non capisco... creandomi solo confusione!) ha ipotizzato la possibilità che in seguito al mio trauma da abbandono infantile io abbia maturato un inconscio senso di colpa, per cui, nn mi dilungo tanto ne sapete più di me di queste cose, cerco relazioni (quindi persone) che mi consentono di auto-punirmi (stando male) per questa colpa (di non essere abbastanza adeguata x cui meritevole di essere abbandonata dai miei genitori).

{e lei non me ne aveva mai parlato}

Ammesso, non lo so, non ci avevo mai pensato prima, forse ho reagito male con lei quando ha iniziato a parlare di senso di inadeguatezza per cui evito di fare amicizie?
Ma la mia indole in tutto ciò non deve essere considerata?
Io ho 32 anni, sonon in terapia da ... 14 anni.
Davvero sono stanca... vorrei essere un pò semplicemente me stessa.
Se mi piace stare sola, se non piaccio alle persone o se le persone njon piacciono a me, mi stresso ad uscirci e frequentarle lo stesso perchè lei dice: devi andare al cinema, devi così, devi colà!
Sine ci vado al cinema.
Ma non ci vado a passare pasquetta come dici tu se ho bisogno di starmene sola a riprendere equilibrio... Mi tratta da bambina, non so sta cambiando qualcosa... Io sto cambiando... forse non vorrei più aver bisogno di lei... e sto semplicemente iniziando a mettere via anche le stampelle?


Tempo fa ho chiesto qui sopra se "si guarisce mai?"
Che rispondete?

Io sono un caso di guarigione, nel senso che rispetto a come stavo prima, ora sono una persona normale, che conduce una vita normale, con ancora qualche piccola difficoltà emotiva, relazionale e sentimentale [questo lo aggiungo io però].
Ma non è normale anche avere delle difficoltà?
Sono sotto stress: in carriera, acquisto prima casa, mutuo e arredamento.... non è normale diventare un pò più emotivi?

E che male c'è a scegliere dopo tutto quello che ho passato, di stare con un ragazzo più giovane di me, che almeno mi fa sentire viva, invece che qualche morto-come-me-nelle-catacombe-dei-trenta? o qualche "scartato-per-qualche-motivo-molto-probabilmente-psicologico-caratteriale"? O un "sindome-da-peter-pan"?

Non credo neache di volere lui per non prendermi responsabilità, perchè gli faccio i chiodi con matrimonio e figli subito... e lui ha 21 anni, che sta subendo?
Già, questo è l'unico motivo per cui smetterei di amarlo.
[Correggo: unico motivo per cui mentirei pure a me stessa fingendo di non amarlo più! Quanto male gli sto facendo?]

Ma lei queste cose non me le chiede, devo andare al cinema con la collega di turno!!!

Grazie dell'attenzione, ed eventualmente dei commenti.
Mi piacerebbe sapere anche che idea vi siete fatti di me come persona/paziente.