Paura di avere figli

Gentili dottori, chiedo un consiglio per un fatto che mi sta svuotando: dopo circa 1 anno di attesa, dovevo sottopormi alla procreazione assistita, per infertilità maschile non gravissima, dato anche la mia età non più giovanissima.
Ma all’ultimo ho rinunciato: avevo una paura tremenda, mi tremavano le gambe, non dormivo più, non mangiavo più dimagrendo a vista d’occhio.
La mia paura era di non accettare qualcosa che mi sarebbe stato inserito meccanicamente, di non essere in grado di prendermi cura del bambino, una volta rimasta eventualmente incinta, di non poter più tirarmi indietro, di leggere il biasimo negli occhi di mio marito dopo che avevo voluto io fare la procreazione assistita. Mio marito, non riuscendo a gestire questo mio periodo, invece di tranquillizzarmi ha reagito con rabbia nei miei confronti, la stessa rabbia che esprime nei confronti di sua madre, che non ama.
Se io fossi più forte so che non avrebbe reagito così, perché per il resto è un compagno affettuoso e dolce. Probabilmente non sono ancora pronta ad avere un figlio, complice un’infanzia non semplice, con una madre depressa ed un padre alcolista, assente e incattivito dall’alcool e forse devo scavare ancora un po’ più in me stessa.
Quello che mi sconvolge, però, è l’aver fatto tutto ed essermi bloccata ad un passo, anche se non c’è pentimento nella mia decisione.
Queste mie paure sono così innaturali secondo voi? Grazie per le eventuali risposte…
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Gentile signora, il punto non è se queste sue paure siano naturali o meno, il punto è che ci sono e che stanno facendo soffrire lei, suo marito e la vostra relazione.
Quindi, piuttosto che chiedersi semplicemente "perché?", è molto più produttivo che lei si attivi per ricercare un aiuto professionale, meglio se in coppia con suo marito.
Anche perché, come lei stessa riconosce, l'orologio continua a ticchettare, e non tornerà indietro.

Poi non è detto che da questo scaturirà sicuramente un "sì", ma qualunque decisione prenderete, certamente potrà essere una decisione più serena.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Utente
Utente
gentile dottore, il problema è proprio mio marito, che so essere contrario all'aiuto professionale, dato che con sua mamma, in cura da decenni con psicofarmaci e psicoterapia, nulla ha funzionato.
Secondo lei che tipo di lavoro posso fare su di me? so che ci sono varie "branchie" di terapie e non vorrei affidarmi al passaparola. La ringrazio di cuore
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Se suo marito è contrario all'aiuto professionale, può benissimo rivolgersi lei a un professionista, per la parte che la riguarda, perché è probabile che risolvere il suo blocco potrà avere ricadute positive su entrambi.

Io le suggerisco di interpellare uno psicologo/psicoterapeuta che adotti una forma d'intervento breve e concreta. Può consultare questa lista per dei nomi di professionisti in terapia breve strategica nella sua regione:
http://www.centroditerapiastrategica.org/ita/affiliati%20prof%20ita.htm

Sul mio sito potrà trovare articoli informativi su questa forma di terapia, ad esempio questo:
http://www.giuseppesantonocito.it/art_intervento.htm

Potrebbe essere da valutare se scegliere un terapeuta donna per il suo problema. Se vuole può contattarmi privatamente per dei nominativi specifici di terapeuti nella sua zona.

Cordiali saluti