Madre invadente dopo lutto
Sono una ragazza di 30 anni che ha perso il proprio papà 4 mesi fa, dopo 3 anni di sofferenze per una grave malattia del sangue (ne parlai già nel consulto "dopo un lutto").
Subito dopo la perdita sono dovuta rientrare al lavoro, come se niente fosse per tutti quanti, e sono stata sommersa dagli incarichi, quasi come se dovessi recuperare il "tempo perso". A ciò si sono aggiunti dei problemi di salute (ho scoperto di essere purtroppo affetta da endometriosi e in più ho scoperto di avere 2 ernie discali che mi impediscono di camminare e stare in piedi per troppo tempo).
Insomma, questo per dire che purtroppo l'elaborazione di tutto quanto vissuto per mio padre è stata piuttosto travagliata e rallentata, mi ritrovo in particolar modo ora a soffrirne, perchè si fa strada la sua mancanza, la consapevolezza che non c'è più, e tutto quello che avevo tenuto a freno per resistere sta uscendo fuori adesso,e mi sento davvero fragile e stanca.
In questa situazione, è emerso un problema con mia madre, che vorrei tanto risolvere ma che non trova via di uscita. Anche lei è distrutta dal dolore, ma per suo carattere vorrebbe stare in compagnia 24 ore su 24.Io sono molto diversa da lei, ho bisogno dei miei momenti di solitudine, che cerco di ritagliarmi quando posso. Vivo da sola da circa 2 anni, nella vecchia casa di mio nonno di fronte all'abitazione materna, e mia madre naturalmente ha le chiavi.
Ci sentiamo e ci vediamo TUTTI i giorni, ma nonostante ciò è diventata ossessiva nei miei confronti, continua a dire che non le sto vicino, che non ci vediamo mai e che è sempre sola, che non può contare su di me, e mi rinfaccia continuamente la sua delusione nell'avermi concesso di abitare lì.
Ma soprattutto, con la "scusa" di andare in garage (dal quale si sale direttamente in casa) e fare qualche lavoretto per passare il tempo, mi piomba in casa quando le pare, e se le faccio capire che non era il momento opportuno, che magari in quel momento sto facendo altro si mette a piangere e mi ripete quanto detto sopra. Viene in casa anche quando non ci sono, controlla quello che faccio per poi criticare se,ad esempio, non ho spazzato per terra! Siamo arrivati al punto che devo avvertirla quando è in casa il mio fidanzato, per evitare che capiti a sproposito. Non mi sento in casa mia. Questa situazione è insostenibile, ho provato a spiegarglielo in tutti i modi che ho solo bisogno dei miei spazi, che vorrei ci fossero delle "regole", ho cercato di rassicurarla ma non ci sente, addirittura una volta si è offesa e non mi ha parlato per una settimana. Le ho detto che non sto bene e che ho bisogno di rilassarmi, la sua risposta è stata "eh figurati io".
Vorrei capire se ci fosse una soluzione, perchè oltre al fatto che mi sento veramente al limite, mi spiace anche vederla stare così e non poter fare niente per aiutarla. Così non ci aiutiamo a vicenda, ma siccome lei non lo capisce, è evidente che debba fare qualcosa io..ma non so più cosa!Grazie in anticipo per l'attenzione
Subito dopo la perdita sono dovuta rientrare al lavoro, come se niente fosse per tutti quanti, e sono stata sommersa dagli incarichi, quasi come se dovessi recuperare il "tempo perso". A ciò si sono aggiunti dei problemi di salute (ho scoperto di essere purtroppo affetta da endometriosi e in più ho scoperto di avere 2 ernie discali che mi impediscono di camminare e stare in piedi per troppo tempo).
Insomma, questo per dire che purtroppo l'elaborazione di tutto quanto vissuto per mio padre è stata piuttosto travagliata e rallentata, mi ritrovo in particolar modo ora a soffrirne, perchè si fa strada la sua mancanza, la consapevolezza che non c'è più, e tutto quello che avevo tenuto a freno per resistere sta uscendo fuori adesso,e mi sento davvero fragile e stanca.
In questa situazione, è emerso un problema con mia madre, che vorrei tanto risolvere ma che non trova via di uscita. Anche lei è distrutta dal dolore, ma per suo carattere vorrebbe stare in compagnia 24 ore su 24.Io sono molto diversa da lei, ho bisogno dei miei momenti di solitudine, che cerco di ritagliarmi quando posso. Vivo da sola da circa 2 anni, nella vecchia casa di mio nonno di fronte all'abitazione materna, e mia madre naturalmente ha le chiavi.
Ci sentiamo e ci vediamo TUTTI i giorni, ma nonostante ciò è diventata ossessiva nei miei confronti, continua a dire che non le sto vicino, che non ci vediamo mai e che è sempre sola, che non può contare su di me, e mi rinfaccia continuamente la sua delusione nell'avermi concesso di abitare lì.
Ma soprattutto, con la "scusa" di andare in garage (dal quale si sale direttamente in casa) e fare qualche lavoretto per passare il tempo, mi piomba in casa quando le pare, e se le faccio capire che non era il momento opportuno, che magari in quel momento sto facendo altro si mette a piangere e mi ripete quanto detto sopra. Viene in casa anche quando non ci sono, controlla quello che faccio per poi criticare se,ad esempio, non ho spazzato per terra! Siamo arrivati al punto che devo avvertirla quando è in casa il mio fidanzato, per evitare che capiti a sproposito. Non mi sento in casa mia. Questa situazione è insostenibile, ho provato a spiegarglielo in tutti i modi che ho solo bisogno dei miei spazi, che vorrei ci fossero delle "regole", ho cercato di rassicurarla ma non ci sente, addirittura una volta si è offesa e non mi ha parlato per una settimana. Le ho detto che non sto bene e che ho bisogno di rilassarmi, la sua risposta è stata "eh figurati io".
Vorrei capire se ci fosse una soluzione, perchè oltre al fatto che mi sento veramente al limite, mi spiace anche vederla stare così e non poter fare niente per aiutarla. Così non ci aiutiamo a vicenda, ma siccome lei non lo capisce, è evidente che debba fare qualcosa io..ma non so più cosa!Grazie in anticipo per l'attenzione
[#1]
Gentile ragazza,
lei sembra avere fatto già due passi importanti: ha provato a spiegare in tutti i modi le sue esigenze a sua madre; ha compreso che deve fare qualcosa lei per cambiare la situazione.
In questo modo sebbene non ha risolto il problema per lo meno lo ha inquadrato correttamente: "cosa posso fare io per non perdere la mia serenità con una madre invadente?".
Cosa può fare?
Direi che la risposta a questa domanda, soprattutto in un contesto simile, può darsela solo lei!!!
Inizi a pensare...
Mi perdoni, ma a darle consigli da qui si corre il rischio di essere banali, per cui mi limito a sottolineare che potrebbero esserci tante altre cose che lei può fare per migliorare la situazione oltre a parlare con sua madre.
Un ultimo appunto.
Da ciò che lei scrive sembra che sua madre utilizzi una forma di comunicazione verso di lei di tipo manipolativo che sembra mirare a farla sentire in colpa (ad es. "continua a dire che non le sto vicino") e a svalutarla come figlia (ad es. quando dice che non può contare su di lei ecc.).
Lei come si comporta, ovvero come si sente quando subisce queste manipolazioni, se le subisce?
Cordialmente
lei sembra avere fatto già due passi importanti: ha provato a spiegare in tutti i modi le sue esigenze a sua madre; ha compreso che deve fare qualcosa lei per cambiare la situazione.
In questo modo sebbene non ha risolto il problema per lo meno lo ha inquadrato correttamente: "cosa posso fare io per non perdere la mia serenità con una madre invadente?".
Cosa può fare?
Direi che la risposta a questa domanda, soprattutto in un contesto simile, può darsela solo lei!!!
Inizi a pensare...
Mi perdoni, ma a darle consigli da qui si corre il rischio di essere banali, per cui mi limito a sottolineare che potrebbero esserci tante altre cose che lei può fare per migliorare la situazione oltre a parlare con sua madre.
Un ultimo appunto.
Da ciò che lei scrive sembra che sua madre utilizzi una forma di comunicazione verso di lei di tipo manipolativo che sembra mirare a farla sentire in colpa (ad es. "continua a dire che non le sto vicino") e a svalutarla come figlia (ad es. quando dice che non può contare su di lei ecc.).
Lei come si comporta, ovvero come si sente quando subisce queste manipolazioni, se le subisce?
Cordialmente
Dr. Massimo DAlessandro
Psicologo-Psicoterapeuta
www.massimo-dalessandro.com
[#2]
Utente
Gentile dottore, innanzitutto grazie per la sua risposta.
Per quanto concerne il tipo di comunicazione utilizzato da mia madre direi che è proprio quello. Purtroppo mi sento ferita quando si comporta in questo modo, un po' per sensibilità mia, un po' perché tengo sempre in considerazione quello che mi dicono i miei cari.
So perfettamente che è un suo modo di "attirare l'attenzione", infatti mi considera una persona fredda unicamente per il fatto che non sono particolarmente espressiva, a livello gestuale, nell'esprimere i miei sentimenti con lei, e quindi probabilmente pensa che ferirmi sia l'unico modo che ha per "fare breccia". Così facendo ottiene soltanto l'effetto contrario.
Tutti mi dicono di cercare di non dar importanza a questo suo modo di fare, ma non riesco ad ignorarlo, ci rimango male e basta.
Basta un nonnulla per sentirmi dire che "gli altri figli non sono così", e mi mortifico perché non penso di meritarlo..
Ho provato ad essere più decisa e diretta, ma oltre al dispendio enorme di energie dopo poco tempo tutto tornava come prima.
Ho provato anche ad assecondarla più possibile ma non è concepibile, anche perché probabilmente ogni cosa non sarebbe mai sufficiente e corretta per lei.
Di cose da fare ne ho provate tante, che ora non ne trovo più!
Per questo motivo faccio fatica a trovare una soluzione a questo problema di comunicazione tra noi, che mi fa soffrire, e che vorrei tanto risolvere perchè è mia madre ed è l'unica famiglia, assieme al mio ragazzo, che ho.
Per quanto concerne il tipo di comunicazione utilizzato da mia madre direi che è proprio quello. Purtroppo mi sento ferita quando si comporta in questo modo, un po' per sensibilità mia, un po' perché tengo sempre in considerazione quello che mi dicono i miei cari.
So perfettamente che è un suo modo di "attirare l'attenzione", infatti mi considera una persona fredda unicamente per il fatto che non sono particolarmente espressiva, a livello gestuale, nell'esprimere i miei sentimenti con lei, e quindi probabilmente pensa che ferirmi sia l'unico modo che ha per "fare breccia". Così facendo ottiene soltanto l'effetto contrario.
Tutti mi dicono di cercare di non dar importanza a questo suo modo di fare, ma non riesco ad ignorarlo, ci rimango male e basta.
Basta un nonnulla per sentirmi dire che "gli altri figli non sono così", e mi mortifico perché non penso di meritarlo..
Ho provato ad essere più decisa e diretta, ma oltre al dispendio enorme di energie dopo poco tempo tutto tornava come prima.
Ho provato anche ad assecondarla più possibile ma non è concepibile, anche perché probabilmente ogni cosa non sarebbe mai sufficiente e corretta per lei.
Di cose da fare ne ho provate tante, che ora non ne trovo più!
Per questo motivo faccio fatica a trovare una soluzione a questo problema di comunicazione tra noi, che mi fa soffrire, e che vorrei tanto risolvere perchè è mia madre ed è l'unica famiglia, assieme al mio ragazzo, che ho.
[#3]
Gentile Utente,
"mi ritrovo in particolar modo ora a soffrirne, perchè si fa strada la sua mancanza, la consapevolezza che non c'è più, e tutto quello che avevo tenuto a freno per resistere sta uscendo fuori adesso,e mi sento davvero fragile e stanca." E' bene tutto ciò e anche se con tanta sofferenza, è bene che lei viva questo. Gli spazi per se stessa, che lei cerca, servon proprio a questo.
Comprendo quanto sia complicato gestirsi questi spazi con l'invasione mentale e fisica di sua madre, che come dice lei stessa "è sua madre". Gli incastri sui sensi di colpa sono terribili da risolvere, ci vuol del tempo e soprattutto, una buona psicoterapia. Solo così riuscirà a mettere sani confini per rispettare le sue energie. E soprattutto solo con un buon lavoro su di sè potrà godersi la sua famiglia.
Cordialmente
"mi ritrovo in particolar modo ora a soffrirne, perchè si fa strada la sua mancanza, la consapevolezza che non c'è più, e tutto quello che avevo tenuto a freno per resistere sta uscendo fuori adesso,e mi sento davvero fragile e stanca." E' bene tutto ciò e anche se con tanta sofferenza, è bene che lei viva questo. Gli spazi per se stessa, che lei cerca, servon proprio a questo.
Comprendo quanto sia complicato gestirsi questi spazi con l'invasione mentale e fisica di sua madre, che come dice lei stessa "è sua madre". Gli incastri sui sensi di colpa sono terribili da risolvere, ci vuol del tempo e soprattutto, una buona psicoterapia. Solo così riuscirà a mettere sani confini per rispettare le sue energie. E soprattutto solo con un buon lavoro su di sè potrà godersi la sua famiglia.
Cordialmente
Dr.ssa Giorgia Di Giacomo
Psicologa-Psicoterapeuta
giorgiadigiacomo@live.com
www.giorgiadigiacomo.it
[#4]
Gentile ragazza,
forse fa fatica perchè come ha detto si sente fragile e stanca, magari in altri momenti sarebbe stato diverso.
Lei afferma che in questo momento sta soffrendo perchè le manca suo padre, ne sente la mancanza e tutto ciò che era riuscita a tenere a freno ora la sua anima lo sta gridando portandolo alla sua consapevolezza.
Al contempo, chiede un parere e un aiuto per i problemi comunicativi fra lei e sua madre, quasi a lasciar cadere nel vuoto il suo incipit.
Non mi permetterei mai di dare una interpretazione alle sue parole, ma lasci che mi chieda perchè?
Torno al problema che lei lamenta, il rapporto con sua madre.
Tenere troppo in considerazione ciò che dicono gli altri spesso porta le persone a perdere di vista i propri obiettivi ed il proprio benessere.
Difendere i propri confini o la propria privacy invece è un diritto che tutti noi abbiamo.
Sentirsi in colpa, perchè si chiede a qualcuno di rispettarli e tenerne conto (come credo accada a lei quando prova a parlare con sua madre), può accadere a quelle persone che si definiscono "sensibili" e che trovano difficile autoconvicersi che è un loro diritto non lasciarsi manipolare.
L'esperienza del senso di colpa è un'emozione appropriata nel momento in cui percepiamo che con il nostro comportamento stiamo procurando un danno a qualcuno o lo abbiamo fatto. Una emozione utile che può spingerci a comportarci in modo diverso per riparare il nostro danno.
Mi chiedo, che male sta facendo lei a sua madre quando le chiede di rispettare la sua privacy?
Provi a concentrarsi sul suo obiettivo, la sua privacy e cerchi di raggiungerlo, anche cambiando serratura se necessario e non sul comportamento di sua madre che difficilmente smetterà di manipolarla.
Un piccolo consiglio alla fine è arrivato, ma la prego di non lasciar cadere nel vuoto la sofferenza legata alla perdita di suo padre, se crede di aver bisogno di un aiuto non esiti.
Cordialmente
forse fa fatica perchè come ha detto si sente fragile e stanca, magari in altri momenti sarebbe stato diverso.
Lei afferma che in questo momento sta soffrendo perchè le manca suo padre, ne sente la mancanza e tutto ciò che era riuscita a tenere a freno ora la sua anima lo sta gridando portandolo alla sua consapevolezza.
Al contempo, chiede un parere e un aiuto per i problemi comunicativi fra lei e sua madre, quasi a lasciar cadere nel vuoto il suo incipit.
Non mi permetterei mai di dare una interpretazione alle sue parole, ma lasci che mi chieda perchè?
Torno al problema che lei lamenta, il rapporto con sua madre.
Tenere troppo in considerazione ciò che dicono gli altri spesso porta le persone a perdere di vista i propri obiettivi ed il proprio benessere.
Difendere i propri confini o la propria privacy invece è un diritto che tutti noi abbiamo.
Sentirsi in colpa, perchè si chiede a qualcuno di rispettarli e tenerne conto (come credo accada a lei quando prova a parlare con sua madre), può accadere a quelle persone che si definiscono "sensibili" e che trovano difficile autoconvicersi che è un loro diritto non lasciarsi manipolare.
L'esperienza del senso di colpa è un'emozione appropriata nel momento in cui percepiamo che con il nostro comportamento stiamo procurando un danno a qualcuno o lo abbiamo fatto. Una emozione utile che può spingerci a comportarci in modo diverso per riparare il nostro danno.
Mi chiedo, che male sta facendo lei a sua madre quando le chiede di rispettare la sua privacy?
Provi a concentrarsi sul suo obiettivo, la sua privacy e cerchi di raggiungerlo, anche cambiando serratura se necessario e non sul comportamento di sua madre che difficilmente smetterà di manipolarla.
Un piccolo consiglio alla fine è arrivato, ma la prego di non lasciar cadere nel vuoto la sofferenza legata alla perdita di suo padre, se crede di aver bisogno di un aiuto non esiti.
Cordialmente
[#5]
Utente
Gentili dottori, so che devo vivere e lasciar fluire, prendere nuova forma, tutte le emozioni che mi stanno attraversando in questo momento, così come so che sono normali anche se così difficili da gestire ora.
Ho fatto presente il lutto che sto vivendo perchè purtroppo è il perno su cui, in questo momento, ruota tutto il rapporto con mia madre (che di certo non è una novità, ma che ora è esacerbato dalla situazione, dalle emozioni e dal nuovo modo di dover vivere dopo quanto accaduto).
Il motivo per cui "mi sento in colpa" è che lei sta vivendo il mio stesso lutto, in forma ancor più grave. Perdere a 55 anni, dopo 40 anni insieme, la persona amata deve essere un dramma incredibile, forse anche peggiore di quello di aver perso un padre. Non saprei, non è certo il caso di fare paragoni, so solo che è sicuramente un dolore immenso per lei e che la fa soffrire molto.
Sin dal giorno del funerale mi sono sentita dire da tutti quanti "mi raccomando, stai vicino a tua madre", una frase densa di responsabilità che ora sento quasi come un rimprovero..
So di non stare facendo abbastanza, perché non riesco a fare nè quello che desidererebbe lei, nè quello di cui avrei bisogno io, per questo motivo i risultati scarseggiano.
Per questo motivo vorrei starle vicino nel modo più adatto possibile ad entrambi, perché non posso non tener conto ANCHE del mio stato d'animo, sento che non posso permettermelo ora.
Soluzioni purtroppo non ne trovo (non posso nemmeno cambiare serratura, nemmeno volendo, e non vorrei mettermi mai in guerra con nessuno, figuriamoci con mia madre adesso).
Mi rendo conto che forse sarebbe utile parlare insieme entrambe, con qualcuno che possa dare una visione più obiettiva della cosa, ma so anche che sarà un desiderio molto difficile da realizzare..
Andare io, da sola, da uno psicoterapeuta non so quanto potrebbe risolvere la natura di questi problemi, magari sbaglio e in caso vi prego di correggermi, ma mi pare che l'unica cosa che io possa fare è cercare di "imparare a incassare meglio il colpo", quando invece vorrei evitare proprio lo scontro (che non parte da me!).
Grazie ancora per la vostra attenzione
Ho fatto presente il lutto che sto vivendo perchè purtroppo è il perno su cui, in questo momento, ruota tutto il rapporto con mia madre (che di certo non è una novità, ma che ora è esacerbato dalla situazione, dalle emozioni e dal nuovo modo di dover vivere dopo quanto accaduto).
Il motivo per cui "mi sento in colpa" è che lei sta vivendo il mio stesso lutto, in forma ancor più grave. Perdere a 55 anni, dopo 40 anni insieme, la persona amata deve essere un dramma incredibile, forse anche peggiore di quello di aver perso un padre. Non saprei, non è certo il caso di fare paragoni, so solo che è sicuramente un dolore immenso per lei e che la fa soffrire molto.
Sin dal giorno del funerale mi sono sentita dire da tutti quanti "mi raccomando, stai vicino a tua madre", una frase densa di responsabilità che ora sento quasi come un rimprovero..
So di non stare facendo abbastanza, perché non riesco a fare nè quello che desidererebbe lei, nè quello di cui avrei bisogno io, per questo motivo i risultati scarseggiano.
Per questo motivo vorrei starle vicino nel modo più adatto possibile ad entrambi, perché non posso non tener conto ANCHE del mio stato d'animo, sento che non posso permettermelo ora.
Soluzioni purtroppo non ne trovo (non posso nemmeno cambiare serratura, nemmeno volendo, e non vorrei mettermi mai in guerra con nessuno, figuriamoci con mia madre adesso).
Mi rendo conto che forse sarebbe utile parlare insieme entrambe, con qualcuno che possa dare una visione più obiettiva della cosa, ma so anche che sarà un desiderio molto difficile da realizzare..
Andare io, da sola, da uno psicoterapeuta non so quanto potrebbe risolvere la natura di questi problemi, magari sbaglio e in caso vi prego di correggermi, ma mi pare che l'unica cosa che io possa fare è cercare di "imparare a incassare meglio il colpo", quando invece vorrei evitare proprio lo scontro (che non parte da me!).
Grazie ancora per la vostra attenzione
[#6]
Gentile Utente,
come lei stessa sa riconoscere, questa responsabilità nel gestire il lutto suo e di sua madre, comincia ad esser difficile da gestire. Sicuramente uno specialista in psicoterapia potrebbe esserle di grande aiuto, a prescindere dal fatto che ci vada insieme a sua madre. Lei non può "curare" il lutto di sua madre. Starle vicina è diverso dal gestirla.
Cordialmente
come lei stessa sa riconoscere, questa responsabilità nel gestire il lutto suo e di sua madre, comincia ad esser difficile da gestire. Sicuramente uno specialista in psicoterapia potrebbe esserle di grande aiuto, a prescindere dal fatto che ci vada insieme a sua madre. Lei non può "curare" il lutto di sua madre. Starle vicina è diverso dal gestirla.
Cordialmente
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 3.4k visite dal 06/04/2010.
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