Dipendenza affettiva e ossessività o è difficile capire un depresso?
Gentili psicologi
Sono un ragazzo di 33 anni, da quando ne ho 6 soffro di disturbo bipolare e vari disturbi correlati.
Per anni ho puntato molto su una, a questo punto ex, amica. Trovo sollievo nelle figure femminili, sanno ascoltare, vogliono ascoltare e sanno e vogliono capire, diffido dal maschio, molto più superficiale, in maggioranza, da sempre.
Ora questa mia amica ha letto tutte le mie cartelle cliniche, mi ha sempre sostenuto, come una sorella. Di punto in bianco essa mi dice che la nostra amicizia va rivista, che sono ossessivo, dipendente da lei, che la esaurisco, che non stiamo insieme e che non è la mia psicologa. In un mese ci siamo rivisti una volta e mi ha trattato con gelido distacco. Inoltre mi sono operato ad una spalla e lei è l'unica che non si è fatta minimamente viva.
Vero che lei era un punto di riferimento quasi unico. Ma era lei che mi disse che mi sarebbe stata sempre a fianco, mi disse delle parole così dolci davanti ad una sua amica che mi fece commuovere. Se ero malato mi andava a noleggiare i film prima di uscire con gli amici. Mi diceva di chiamare ogni qual volta avevo bisogno (non l'ho fatto sempre, anzi, la notte mai e lei mi autorizzava a chiamarla anche la notte.) Ultime parole che mi ha detto, che non sa più cosa dirmi, come aiutarmi e che è la prima volta che le capita una cosa del genere con un amico.
So che è difficile giudicare, poi bisognerebbe sentire anche la sua versione, ma vi ho riportato i fatti come sono andati, ma pensate che io sia in grado di stressare una persona a tal maniera? O come penso io ma son palesemente di parte, questo è un abbandono, un voltare le spalle in maniera vigliacca usando verso di me parole che oltretutto fanno più male di una pugnalata e che mai scorderò (ossessivo, che la opprimo ecc. come sopra riportato. Al limite si potevano usare altre parole.
Chiedo a voi un parere, so che on line non è facile, ma spero in pareri più che in terapie che so, a distanza mediante un pc, non potete fare.
Specifico, non siamo mai stati attratti sessualmente l'uno dall'altra, vero è che condividevamo gioe e dolori in amori raccontandoci e gioendo o consolando a seconda delle circostanze. Penso sia importante specificarlo.
Vi ringrazio anticipatamente cordialmente Vi saluto gentili signori/e psicologi/e
Sono un ragazzo di 33 anni, da quando ne ho 6 soffro di disturbo bipolare e vari disturbi correlati.
Per anni ho puntato molto su una, a questo punto ex, amica. Trovo sollievo nelle figure femminili, sanno ascoltare, vogliono ascoltare e sanno e vogliono capire, diffido dal maschio, molto più superficiale, in maggioranza, da sempre.
Ora questa mia amica ha letto tutte le mie cartelle cliniche, mi ha sempre sostenuto, come una sorella. Di punto in bianco essa mi dice che la nostra amicizia va rivista, che sono ossessivo, dipendente da lei, che la esaurisco, che non stiamo insieme e che non è la mia psicologa. In un mese ci siamo rivisti una volta e mi ha trattato con gelido distacco. Inoltre mi sono operato ad una spalla e lei è l'unica che non si è fatta minimamente viva.
Vero che lei era un punto di riferimento quasi unico. Ma era lei che mi disse che mi sarebbe stata sempre a fianco, mi disse delle parole così dolci davanti ad una sua amica che mi fece commuovere. Se ero malato mi andava a noleggiare i film prima di uscire con gli amici. Mi diceva di chiamare ogni qual volta avevo bisogno (non l'ho fatto sempre, anzi, la notte mai e lei mi autorizzava a chiamarla anche la notte.) Ultime parole che mi ha detto, che non sa più cosa dirmi, come aiutarmi e che è la prima volta che le capita una cosa del genere con un amico.
So che è difficile giudicare, poi bisognerebbe sentire anche la sua versione, ma vi ho riportato i fatti come sono andati, ma pensate che io sia in grado di stressare una persona a tal maniera? O come penso io ma son palesemente di parte, questo è un abbandono, un voltare le spalle in maniera vigliacca usando verso di me parole che oltretutto fanno più male di una pugnalata e che mai scorderò (ossessivo, che la opprimo ecc. come sopra riportato. Al limite si potevano usare altre parole.
Chiedo a voi un parere, so che on line non è facile, ma spero in pareri più che in terapie che so, a distanza mediante un pc, non potete fare.
Specifico, non siamo mai stati attratti sessualmente l'uno dall'altra, vero è che condividevamo gioe e dolori in amori raccontandoci e gioendo o consolando a seconda delle circostanze. Penso sia importante specificarlo.
Vi ringrazio anticipatamente cordialmente Vi saluto gentili signori/e psicologi/e
[#1]
Gentile ragazzo,
chi soffre di "disturbi bipolari dell'umore", deve effettuare una terapia combinata, per lungo termine,affinchè possa stabilizzare l'umore, evitando le pericolose oscillazioni che vanno dalla buia depressione ell'euforia, che scardina a fondo l'equilibrio psichico.
L'amicizia amorosa di cui Lei parla, è improntata a dipendenza d'amore( Se vuole, può trovare un mio articolo a riguardo),non è colpa Sua,ma di come la Sua psiche si è intersecata con la malattia, facendola divenire ossessivoe e vampirizzante della Sua amica.
Vada da uno psicoterapeuta, che se Lei vorrà e si troverà bene, potrà prenderla in carico, così con il tempo, seduta dopo seduta, potrà scindere i due sentimenti: la dipendenza, dall'amore.
In bocca al lupo.
Valeria Randone
Sessuologa
Catania
chi soffre di "disturbi bipolari dell'umore", deve effettuare una terapia combinata, per lungo termine,affinchè possa stabilizzare l'umore, evitando le pericolose oscillazioni che vanno dalla buia depressione ell'euforia, che scardina a fondo l'equilibrio psichico.
L'amicizia amorosa di cui Lei parla, è improntata a dipendenza d'amore( Se vuole, può trovare un mio articolo a riguardo),non è colpa Sua,ma di come la Sua psiche si è intersecata con la malattia, facendola divenire ossessivoe e vampirizzante della Sua amica.
Vada da uno psicoterapeuta, che se Lei vorrà e si troverà bene, potrà prenderla in carico, così con il tempo, seduta dopo seduta, potrà scindere i due sentimenti: la dipendenza, dall'amore.
In bocca al lupo.
Valeria Randone
Sessuologa
Catania
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#2]
Utente
La ringrazio dottoressa.
Ma il problema è che io sono seguito da uno psichiatra, una psicologa e ho anche un'assistente sociale, nonchè educatrice professionale e psichiatra tossicologa del sert per regresse, ma spesso recidive, dipendenze da sostanze e oppiacei. Si sono fatti tanti passi avanti. Ma un punto non mi si sblocca, non do confidenza ai maschi, per problemi gravi avuti in età infantile. Tutti sostengono dell'importanza di avere amici dello stesso sesso con cui confrontarsi.
Quindi gentile dottoressa Rendone lei sostiene che probabilmente io ho sbagliato a rapportarmi? E che il comportamento della mia ex amica sia stato normale?
Ma il problema è che io sono seguito da uno psichiatra, una psicologa e ho anche un'assistente sociale, nonchè educatrice professionale e psichiatra tossicologa del sert per regresse, ma spesso recidive, dipendenze da sostanze e oppiacei. Si sono fatti tanti passi avanti. Ma un punto non mi si sblocca, non do confidenza ai maschi, per problemi gravi avuti in età infantile. Tutti sostengono dell'importanza di avere amici dello stesso sesso con cui confrontarsi.
Quindi gentile dottoressa Rendone lei sostiene che probabilmente io ho sbagliato a rapportarmi? E che il comportamento della mia ex amica sia stato normale?
[#4]
Gentile lettore,
è veramente complesso risponderle e, soprattutto poterla aiutare a fondo.
Misento di dirle però,che per far funzionare qualunque tipo di legame, che sia amicale, passionale, da amanti o altro...è indispensabile non essere fusionali o simbiotici, la distanza dal mondo dell'altro, diventa indispensabile per poter nutrire il rapporto.
Trovare un equilibrio con se stessi e, poi con l'altro, crea una giusta e più funzionale distanza dal mondo dell'altro e, fa funzionare qualunque tipo di rapporto a due.
Affronti le sue ansie e paure, all'interno del setting terapeutico,troverà grande giovamento.
Valeria Randone
sessuologa.
Catania
è veramente complesso risponderle e, soprattutto poterla aiutare a fondo.
Misento di dirle però,che per far funzionare qualunque tipo di legame, che sia amicale, passionale, da amanti o altro...è indispensabile non essere fusionali o simbiotici, la distanza dal mondo dell'altro, diventa indispensabile per poter nutrire il rapporto.
Trovare un equilibrio con se stessi e, poi con l'altro, crea una giusta e più funzionale distanza dal mondo dell'altro e, fa funzionare qualunque tipo di rapporto a due.
Affronti le sue ansie e paure, all'interno del setting terapeutico,troverà grande giovamento.
Valeria Randone
sessuologa.
Catania
[#5]
Utente
La ringrazio ulteriolmente
Ma la psicologia, o almeno lei tecnica del settore, come giudica in linea di massima, il rapporto di amicizia molto stretto uomo-donna.Costruttivo? Impossibile da farsi perchè inevitabilmente uno dei due cerca altro oppure semplicemente da evitare per le note differenze genetiche?
Si può rispondere in linea di massima a questa domanda?
La ringrazio anticipatamente
Ma la psicologia, o almeno lei tecnica del settore, come giudica in linea di massima, il rapporto di amicizia molto stretto uomo-donna.Costruttivo? Impossibile da farsi perchè inevitabilmente uno dei due cerca altro oppure semplicemente da evitare per le note differenze genetiche?
Si può rispondere in linea di massima a questa domanda?
La ringrazio anticipatamente
[#6]
Gent.mo Utente,
Lei dice di non voler avere nessun tipo di rapporto con ragazzi e dice testualmente " non do confidenza ai maschi, per problemi gravi avuti in età infantile".
Dai suoi numerosi specialisti è stato affrontato questo problema? Credo di sì, spero di sì.
A proposito della équipe di specialisti che la segue mi ricordo sempre un detto latino che diceva pressappoco così: "ubi moltitudo medicorum, ibi mors certa". Lo dicevano con una dose di ironia e così gliela ripeto io. Cioè mi sembra che ne abbia troppi di specialisti che si prendono cura di lei. La sua amica era necessaria coinvolgerla nei suoi problemi?=
Senta, come sta a peso? Cioè com'è il rapporto che lei ha con il cibo?
Sul rapporto con la sua amica c'è da dire inoltre che forse Lei, sentendola anche desiderosa di aiutarla, può avere colmato la dose e un bel giorno la sua amica ha ceduto.
Trovi altri modi di condurre la sua vita, realizzzi nuove conoscenze, e soprattutto non si faccia mai compatire da nessuno. Non aveva bisogno di raggiungere la sua amica per telefono anche di notte.
Trovi dentro di sé, come le è stato consigliato sopra, un briciolo di essenza della vita, di entusiasmo per qualcosa, fosse lo sport o qualsia altra cosa.
Le faccio tanti auguri per tutto.
[#7]
Utente
Capisco.
Il mio rapporto con il cibo è regolare adesso, ma fino allo scorso anno ero obeso, ero 104 kg, adesso sono 80, ma ero giunto a 75, ma essendo allettato e sempre in lunga convalescenza per operazione spalla dx ho ripreso qualcosa-
Tutto lo staff che mi segue sa del mio problema con il sesso maschile con cui spesso nutro, alla minima occasione, comportamenti aggressivi a livello fisico, e autolesi a scopo compulsivo-rituale, ovvero o mi brucio con oggetti incandescenti, mi taglio, prima di una probabile colluttazione. Questo per me è una prova di forza, come a dire: "Se faccio male a me quanto pensi scrupoli abbia a farlo a te?"
Un caso complicato il mio quadro clinico. Tornerò a fare sport dopo che mi sarò tolto il tutore e fatta la riabilitazione. Non vedo l'ora. Fatto è che il litigio con questa mia amica mi ha fatto ripiombare nell'isolamento e nel ritiro sociale completo. Di ciò sono molto preoccupato
Vi ringrazio per l'attenzione ogni vostra aggiunta sarà da me ben gradita
Il mio rapporto con il cibo è regolare adesso, ma fino allo scorso anno ero obeso, ero 104 kg, adesso sono 80, ma ero giunto a 75, ma essendo allettato e sempre in lunga convalescenza per operazione spalla dx ho ripreso qualcosa-
Tutto lo staff che mi segue sa del mio problema con il sesso maschile con cui spesso nutro, alla minima occasione, comportamenti aggressivi a livello fisico, e autolesi a scopo compulsivo-rituale, ovvero o mi brucio con oggetti incandescenti, mi taglio, prima di una probabile colluttazione. Questo per me è una prova di forza, come a dire: "Se faccio male a me quanto pensi scrupoli abbia a farlo a te?"
Un caso complicato il mio quadro clinico. Tornerò a fare sport dopo che mi sarò tolto il tutore e fatta la riabilitazione. Non vedo l'ora. Fatto è che il litigio con questa mia amica mi ha fatto ripiombare nell'isolamento e nel ritiro sociale completo. Di ciò sono molto preoccupato
Vi ringrazio per l'attenzione ogni vostra aggiunta sarà da me ben gradita
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 4.3k visite dal 28/03/2010.
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Approfondimento su Dipendenza affettiva
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