Isolamento al nido
Gentili dottori buona sera,
sono una mamma di un bimbo di 15 mesi e vorrei avere un consiglio in merito all'inserimento di mio figlio all'asilo nido.
L'inserimento si sta dimostrando estremamente difficile, nel senso che oltre a piangere moltissimo, si isola e rifiuta gli altri.
Vi posso assicurare che sia io che mio marito siamo assolutamente tranquilli di lasciarlo lì, (l'ambiente e molto bello e le educatrici carine e gentili mi infondono molta sicurezza e professinalità) eppure anche se fortemente motivati, ogni volta che lo lasciamo lui inizia a piangere in modo disperato sia al momento di lasciarlo che al momento di riprenderlo. I primi giorni non accettava di bere o mangiare. Solo dopo un po' di giorni ha accettato di bere, ma non ne vuole sapere di pranzare, fortunatamente ha iniziato a mangiare almeno un po' di frutta nel mezzo della mattinata. Le maestre mi riferiscono che è molto cocciuto, non si vuole spostare da una stanza e cmq rimane spesso isolato anche se i bimbi gli si avvicinano. Se deve essere cambiato, non crea problemi. Osserva tutto, molto curioso, ma molto diffidente così mi è stato detto. Fino ad ora è sempre stato con noi o al massimo con i nonni, che quest'ultimi essendo un po' troppo "ansiosi" ci hanno fatto optare per un nido.
Sinceramente un fortissimo attaccamento lui lo ha sempre dimostrato, tanto che anche da piccolissimo non accettava di stare da solo (deve sempre vederci) eppure gli dedichiamo tanto tempo, giochiamo moltissimo con lui, fortunatamente possiamo permetterci di passare molto tempo insieme. Mi devo preoccupare? E' giusto continuare a portarlo al nido? Avete qualche consiglio? Grazie
sono una mamma di un bimbo di 15 mesi e vorrei avere un consiglio in merito all'inserimento di mio figlio all'asilo nido.
L'inserimento si sta dimostrando estremamente difficile, nel senso che oltre a piangere moltissimo, si isola e rifiuta gli altri.
Vi posso assicurare che sia io che mio marito siamo assolutamente tranquilli di lasciarlo lì, (l'ambiente e molto bello e le educatrici carine e gentili mi infondono molta sicurezza e professinalità) eppure anche se fortemente motivati, ogni volta che lo lasciamo lui inizia a piangere in modo disperato sia al momento di lasciarlo che al momento di riprenderlo. I primi giorni non accettava di bere o mangiare. Solo dopo un po' di giorni ha accettato di bere, ma non ne vuole sapere di pranzare, fortunatamente ha iniziato a mangiare almeno un po' di frutta nel mezzo della mattinata. Le maestre mi riferiscono che è molto cocciuto, non si vuole spostare da una stanza e cmq rimane spesso isolato anche se i bimbi gli si avvicinano. Se deve essere cambiato, non crea problemi. Osserva tutto, molto curioso, ma molto diffidente così mi è stato detto. Fino ad ora è sempre stato con noi o al massimo con i nonni, che quest'ultimi essendo un po' troppo "ansiosi" ci hanno fatto optare per un nido.
Sinceramente un fortissimo attaccamento lui lo ha sempre dimostrato, tanto che anche da piccolissimo non accettava di stare da solo (deve sempre vederci) eppure gli dedichiamo tanto tempo, giochiamo moltissimo con lui, fortunatamente possiamo permetterci di passare molto tempo insieme. Mi devo preoccupare? E' giusto continuare a portarlo al nido? Avete qualche consiglio? Grazie
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Gentile signora, sarebbe opportuno un approfondimento psicologico (neuropsichiatra infantile) poichè sembrerebbe l'espressione di un problema legato alla separazione dalle figue genitoriali, fobia della scuola, ansia da separazione ecc,. potrebbero celarsi dietro questo comportamento.
Insistere con la speraza che si risolva spontaneamente non mi sembra opportuno. Una valutazione psicologica appare necessaria.
saluti
Insistere con la speraza che si risolva spontaneamente non mi sembra opportuno. Una valutazione psicologica appare necessaria.
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#2]
Gentile utente, ciò che lei descrive è la classica reazione di un bimbo alla prima reale separazione dai genitori. L'inserimento in asilo rappresenta una sfida evolutiva non semplice sia per i genitori che per il bimbo, in quanto entrambi devono lavorare sul distacco.
In asilo il bimbo deve costruire una nuova relazione di fiducia verso una nuova figura di riferimento affettiva e verso un nuovo contesto che da quel momento in poi comincerà ad essere vissuto come secondo luogo familiare dopo la propria casa. L'inserimento è sempre molto delicato, le reazioni dei bimbi sono di iniziale rifiuto e "disperazione". La loro contestazione si esprime anche attraverso il rifiuto di mangiare, è il loro modo di protestare rispetto ad una situazione che non hanno voluto. Le dico, come coordinatrice psicopedagogica di Asilo Nido e Scuola dell'INfanzia, di condividere con le educatrici le sue emozioni e perplessità, nella consapevolezza che si tratta di normali reazioni che l'educatrice deve supportare e gestire adeguatamente (le educatrici sono preparate per questo!). Le consiglio di poter parlare anche con la coordinatrice che la potrà supportare in questa delicata fase.
Un abbraccio
In asilo il bimbo deve costruire una nuova relazione di fiducia verso una nuova figura di riferimento affettiva e verso un nuovo contesto che da quel momento in poi comincerà ad essere vissuto come secondo luogo familiare dopo la propria casa. L'inserimento è sempre molto delicato, le reazioni dei bimbi sono di iniziale rifiuto e "disperazione". La loro contestazione si esprime anche attraverso il rifiuto di mangiare, è il loro modo di protestare rispetto ad una situazione che non hanno voluto. Le dico, come coordinatrice psicopedagogica di Asilo Nido e Scuola dell'INfanzia, di condividere con le educatrici le sue emozioni e perplessità, nella consapevolezza che si tratta di normali reazioni che l'educatrice deve supportare e gestire adeguatamente (le educatrici sono preparate per questo!). Le consiglio di poter parlare anche con la coordinatrice che la potrà supportare in questa delicata fase.
Un abbraccio
Dr.ssa Rosa Francesca Capozza
Psicologa-Psicoterapeuta
Specialista in Psicologia della Salute
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 3.6k visite dal 26/03/2010.
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