Psicoterapia... perdonate lo sfogo
Buonasera, mi ritrovo qui a scrivere nel tentativo di riuscire a vedere la
mia situazione in un ottica mogliore (ammesso che sia possibile).
Per motivi che tutt'oggi non sono riuscito a capire, mi sono ritrovato a
soffrire di ansia. Non così grave da sfociare in attacco di panico, ma
abbastanza intensa da devastare in modo quasi totale la mia vita
sociale (ho perso di vista molti amici per i motivi più svariati). Ho effettuato analisi di tutti i tipi e infine sono stato da uno
psichiatra e gli ho raccontato TUTTA la mia storia.
Lo psichiatra mi ha prescritto del diazepam ("Valtrax" nel mio caso, poichè
l'ansia mi procura diarree e nausee). Mi ha anche spiegato, GIUSTAMENTE,
che il farmaco è solo un "salvagente per restare a galla" (parole sue) e che per "arrivare a nuotare fino alla riva" avrei dovuto fare dei test e affrontare
una psicoterapia, meglio se di tipo cognitivo-comportamentale.
Io sono uno studente ed economicamente non ho i mezzi per poter affrontare
questa spesa.
Tramite la mia ASL mi sono recato da una psicologa (sfortunatamente non
specializzata in psicoterapia), e dopo solo 3 sedute ho capito che la cosa
non avrebbe portato a nulla (sia per la scarsa professionalità della
Psicologa, sia per il tipo di approccio al mio problema).
Risultato? Lo psichiatra aveva assolutamente ragione: avrei bisogno
dell'aiuto di un bravo professionista nel campo della psicoterapia. Ma non
posso assolutamente permettermelo.
Per adesso, prendendo il diazepam, la situazione va un pò meglio ma fino a
quando? So bene che questi farmaci danno assuefazione e dipendenza a lungo andare quindi potete ben comprendere il mio timore.
Per la prima volta nella vita, mi sento senza via di uscita, come se
avessi le "mani legate". Una persona nella mia condizione - che ormai si
protrae da più di un anno - cosa dovrebbe fare?
Vi ringrazio per l'attenzione e mi scuso per la noiosa lunghezza di questo
mio intervento.
mia situazione in un ottica mogliore (ammesso che sia possibile).
Per motivi che tutt'oggi non sono riuscito a capire, mi sono ritrovato a
soffrire di ansia. Non così grave da sfociare in attacco di panico, ma
abbastanza intensa da devastare in modo quasi totale la mia vita
sociale (ho perso di vista molti amici per i motivi più svariati). Ho effettuato analisi di tutti i tipi e infine sono stato da uno
psichiatra e gli ho raccontato TUTTA la mia storia.
Lo psichiatra mi ha prescritto del diazepam ("Valtrax" nel mio caso, poichè
l'ansia mi procura diarree e nausee). Mi ha anche spiegato, GIUSTAMENTE,
che il farmaco è solo un "salvagente per restare a galla" (parole sue) e che per "arrivare a nuotare fino alla riva" avrei dovuto fare dei test e affrontare
una psicoterapia, meglio se di tipo cognitivo-comportamentale.
Io sono uno studente ed economicamente non ho i mezzi per poter affrontare
questa spesa.
Tramite la mia ASL mi sono recato da una psicologa (sfortunatamente non
specializzata in psicoterapia), e dopo solo 3 sedute ho capito che la cosa
non avrebbe portato a nulla (sia per la scarsa professionalità della
Psicologa, sia per il tipo di approccio al mio problema).
Risultato? Lo psichiatra aveva assolutamente ragione: avrei bisogno
dell'aiuto di un bravo professionista nel campo della psicoterapia. Ma non
posso assolutamente permettermelo.
Per adesso, prendendo il diazepam, la situazione va un pò meglio ma fino a
quando? So bene che questi farmaci danno assuefazione e dipendenza a lungo andare quindi potete ben comprendere il mio timore.
Per la prima volta nella vita, mi sento senza via di uscita, come se
avessi le "mani legate". Una persona nella mia condizione - che ormai si
protrae da più di un anno - cosa dovrebbe fare?
Vi ringrazio per l'attenzione e mi scuso per la noiosa lunghezza di questo
mio intervento.
[#1]
Gentile ragazzo, non deve pensare di essere finito in un vicolo cieco, perché di fatto ci sono ancora tante cose che può fare. Non è arrivato ad alcun "capolinea".
Ci sono molti modi per fare una psicoterapia spendendo meno. Una strada è telefonare personalmente a diversi terapeuti e spiegare chiaramente la sua situazione. Molti professionisti, specie quelli giovani, sono disposti a fare condizioni di favore in taluni casi.
Un'altra via, se ancora studia, è rivolgersi al centro ascolto psicologico della scuola o facoltà nella quale si trova, e farsi indicare dei nomi di professionisti. Oppure può recarsi alla più vicina facoltà di psicologia e fare la stessa cosa.
Un'altra cosa ancora, se non l'ha già fatto, è cambiare psichiatra. In particolare dovrebbe farsi confermare o cambiare la cura con benzodiazepine che le è stata prescritta.
Insomma, ci sono tante cose che può fare, ma certamente non è fermandosi e autocommiserandosi che risolverà il suo problema.
Cordiali saluti
Ci sono molti modi per fare una psicoterapia spendendo meno. Una strada è telefonare personalmente a diversi terapeuti e spiegare chiaramente la sua situazione. Molti professionisti, specie quelli giovani, sono disposti a fare condizioni di favore in taluni casi.
Un'altra via, se ancora studia, è rivolgersi al centro ascolto psicologico della scuola o facoltà nella quale si trova, e farsi indicare dei nomi di professionisti. Oppure può recarsi alla più vicina facoltà di psicologia e fare la stessa cosa.
Un'altra cosa ancora, se non l'ha già fatto, è cambiare psichiatra. In particolare dovrebbe farsi confermare o cambiare la cura con benzodiazepine che le è stata prescritta.
Insomma, ci sono tante cose che può fare, ma certamente non è fermandosi e autocommiserandosi che risolverà il suo problema.
Cordiali saluti
[#2]
Caro utente,
due domande: questo psichiatra da cui lei è andato,lavora privatamente?Le ha proposto di fare psicoterapia con lui?
Ad ogni modo, come le ha già detto il dott. Santonocito troverà, se li cerca con impegno, altri terapeuti che potranno seguirla in questo percorso, ci sono tanti servizi forniti dalle asl nei quali è presente lo psicologo.
Poi è curioso che lei si scoraggi e si abbatta così facilmente dopo una sola eaperienza non andata, a suo dire, a buon fine. Le dirò anche un'altra cosa, magari non è il suo caso, ma di solito, entrare in conflitto così animatamente con il proprio terapeuta, vuol dire che è stato smosso qualcosa e sarebbe proficuo parlarne in seduta.
Cordiali Saluti
due domande: questo psichiatra da cui lei è andato,lavora privatamente?Le ha proposto di fare psicoterapia con lui?
Ad ogni modo, come le ha già detto il dott. Santonocito troverà, se li cerca con impegno, altri terapeuti che potranno seguirla in questo percorso, ci sono tanti servizi forniti dalle asl nei quali è presente lo psicologo.
Poi è curioso che lei si scoraggi e si abbatta così facilmente dopo una sola eaperienza non andata, a suo dire, a buon fine. Le dirò anche un'altra cosa, magari non è il suo caso, ma di solito, entrare in conflitto così animatamente con il proprio terapeuta, vuol dire che è stato smosso qualcosa e sarebbe proficuo parlarne in seduta.
Cordiali Saluti
Dr.ssa Chiara Luisa Pataccoli
Psicologa Psicoterapeuta Aneb
psicologia.udine@gmail.com
[#3]
Gentile utente,
il suo psichiatra le ha indicato un trattamento farmacologico errato per indurla a fare una psicoterapia, senza cosi' fornirle il giusto strumento farmacologico per il suo disturbo.
Il trattamento con benzodiazepine e' sconsigliato nel lungo termine perche' porta assuefazione e dipendenza.
Il trattamento farmacologico puo' essere indicato e provato per i suoi disturbi, soprattutto se la sua lamentela e' di tipo economico o ci sono difficolta' di altro genere che vanno valutate, per cui non puo' pensare di poter spendere del denaro per fare una psicoterapia.
I trattamenti farmacologici sono funzionali e possono portare alla risoluzione del problema, ad essi puo' essere associato un trattamento psicoterapeutico senza che vi sia una negazione dei trattamenti contemporaneamente.
Non e' vero che per fare l'uno non si puo' fare l'altro e viceversa.
Per tali motivi, ritengo che il suo psichiatra non abbia utilizzato in modo appropriato le proprie conoscenze in materia farmacologica e in materia psicoterapeutica.
Sarebbe quindi il caso di sentire il parere di un nuovo specialista sia per iniziare la disassuefazione dal farmaco sia per comprendere meglio le possibili strade da percorrere per il suo problema.
I centri di salute mentale sono servizi pubblici che effettuano visite psichiatriche al solo costo del ticket, se dovesse avere difficolta' a pagare una visita privata.
Cordiali Saluti
il suo psichiatra le ha indicato un trattamento farmacologico errato per indurla a fare una psicoterapia, senza cosi' fornirle il giusto strumento farmacologico per il suo disturbo.
Il trattamento con benzodiazepine e' sconsigliato nel lungo termine perche' porta assuefazione e dipendenza.
Il trattamento farmacologico puo' essere indicato e provato per i suoi disturbi, soprattutto se la sua lamentela e' di tipo economico o ci sono difficolta' di altro genere che vanno valutate, per cui non puo' pensare di poter spendere del denaro per fare una psicoterapia.
I trattamenti farmacologici sono funzionali e possono portare alla risoluzione del problema, ad essi puo' essere associato un trattamento psicoterapeutico senza che vi sia una negazione dei trattamenti contemporaneamente.
Non e' vero che per fare l'uno non si puo' fare l'altro e viceversa.
Per tali motivi, ritengo che il suo psichiatra non abbia utilizzato in modo appropriato le proprie conoscenze in materia farmacologica e in materia psicoterapeutica.
Sarebbe quindi il caso di sentire il parere di un nuovo specialista sia per iniziare la disassuefazione dal farmaco sia per comprendere meglio le possibili strade da percorrere per il suo problema.
I centri di salute mentale sono servizi pubblici che effettuano visite psichiatriche al solo costo del ticket, se dovesse avere difficolta' a pagare una visita privata.
Cordiali Saluti
[#4]
Gentile Utente,
Capisco le difficoltà di carattere finanziario, ma quando serve uno psicoterapeuta occorre trovare i mezzi per affrontare la terapia. Potrà far capire allo psicoterapeuta che ha bisogno di eventuali agevolazioni che tutti oggi possono fornire stante il fatto che la tariffa minima delle prestazioni professionali è stata abbattuta dal precedente governo, se non vado errato, ed è attualmente vigente.
Provi. Prima di tutto trovi lo specialista professionalmente adatto per i suoi disturbi, faccia capire le sue ristrettezze di carattere finanziario, inizi la terapia, e veda se ne trae giovamento.
Le faccio tanti auguri e la saluto cordialmente.
[#5]
Gentile Utente,
immagino come si senta in questo momento: sa che cosa le servirebbe per stare meglio, ma una serie di circostanze non le permettono di curarsi in modo adeguato. Anche io nei Suoi panni mi sentirei in trappola.
Come le ha detto lo psichiatra sarebbe necessario associare all'intervento farmacologico una psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale, approccio che si è dimostrato il più efficace nel trattamento dell'ansia.
Può leggere questi articoli, nel frattempo, se vuole farsi un'idea in proposito
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/205-caro-psicologo-mi-sento-ansioso-i-disturbi-d-ansia-e-la-terapia-cognitivo-comportamentale.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/315-il-panico-e-l-agorafobia.html
Purtroppo è difficile trovare un terapeuta specializzato in psicoterapia cognitivo comportamentale negli ambienti ASL, per cui comprendo la Sua ansia rispetto al doversi rivolgere ad un professionista privato.
Ma questo non deve in nessun modo ostacolare il processo di cura: perchè non inizia parlandone con i Suoi genitori?
Ci sono diversi modi per trovare terapeuti senza spendere in modo eccessivo: li ho riassunti in questo articolo
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/407-come-spendere-meno-dallo-psicologo.html
Non perda le speranze: di ansia si può guarire in tempi brevi.
immagino come si senta in questo momento: sa che cosa le servirebbe per stare meglio, ma una serie di circostanze non le permettono di curarsi in modo adeguato. Anche io nei Suoi panni mi sentirei in trappola.
Come le ha detto lo psichiatra sarebbe necessario associare all'intervento farmacologico una psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale, approccio che si è dimostrato il più efficace nel trattamento dell'ansia.
Può leggere questi articoli, nel frattempo, se vuole farsi un'idea in proposito
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/205-caro-psicologo-mi-sento-ansioso-i-disturbi-d-ansia-e-la-terapia-cognitivo-comportamentale.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/315-il-panico-e-l-agorafobia.html
Purtroppo è difficile trovare un terapeuta specializzato in psicoterapia cognitivo comportamentale negli ambienti ASL, per cui comprendo la Sua ansia rispetto al doversi rivolgere ad un professionista privato.
Ma questo non deve in nessun modo ostacolare il processo di cura: perchè non inizia parlandone con i Suoi genitori?
Ci sono diversi modi per trovare terapeuti senza spendere in modo eccessivo: li ho riassunti in questo articolo
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/407-come-spendere-meno-dallo-psicologo.html
Non perda le speranze: di ansia si può guarire in tempi brevi.
Cordialmente
Daniel Bulla
dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_
[#6]
Gentile Utente,
non s'abbatta. Oltre le Asl e i giovani terapeuti che possono economicamente venirle incontro, ci sono anche i consultori (a volte nelle parrocchie a volte no) in cui spesso si trovano bravi terapeuti. Come vede di soluzioni se ne trovano. Le consiglio, comunque, di far controllare la sua terapia farmacologica anche da un altro psichiatra (magari in un centro di salute mentale dove paga solo il ticket) o dal suo medico di base.
Cordiali saluti
non s'abbatta. Oltre le Asl e i giovani terapeuti che possono economicamente venirle incontro, ci sono anche i consultori (a volte nelle parrocchie a volte no) in cui spesso si trovano bravi terapeuti. Come vede di soluzioni se ne trovano. Le consiglio, comunque, di far controllare la sua terapia farmacologica anche da un altro psichiatra (magari in un centro di salute mentale dove paga solo il ticket) o dal suo medico di base.
Cordiali saluti
Dr.ssa Giorgia Di Giacomo
Psicologa-Psicoterapeuta
giorgiadigiacomo@live.com
www.giorgiadigiacomo.it
[#7]
Gentile utente,
Se è vero che i farmaci tipo il diazepam salvo eccezioni si usano per periodi e non risolvono i disturbi d'ansia, è anche vero - e qualunque psichiatra dovrebbe saperlo - che i disturbi d'ansia(panico o non panico) non si curano con questo tipo di medicine, ma che ce ne sono ben altre senza problemi né di assuefazione, né di legame al di là dell'uso terapeutico.
Pertanto, banalmente uno psichiatra deve farle una diagnosi e impostare una cura.
E' assolutamente falso presentarle i farmaci in generale come salvagente, e anche se lo fossero non ci sarebbe niente di male a volere un salvagente. In ogni caso, vi sono terapia farmacologiche efficaci nei disturbi d'ansia, non vedo ragione per non indicarle in sede di valutazione né informarne la persona.
Se è vero che i farmaci tipo il diazepam salvo eccezioni si usano per periodi e non risolvono i disturbi d'ansia, è anche vero - e qualunque psichiatra dovrebbe saperlo - che i disturbi d'ansia(panico o non panico) non si curano con questo tipo di medicine, ma che ce ne sono ben altre senza problemi né di assuefazione, né di legame al di là dell'uso terapeutico.
Pertanto, banalmente uno psichiatra deve farle una diagnosi e impostare una cura.
E' assolutamente falso presentarle i farmaci in generale come salvagente, e anche se lo fossero non ci sarebbe niente di male a volere un salvagente. In ogni caso, vi sono terapia farmacologiche efficaci nei disturbi d'ansia, non vedo ragione per non indicarle in sede di valutazione né informarne la persona.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#8]
Ex utente
Vi ringrazio tutti per la disponibilità.
Stamane ho prenotato una nuova visita psichiatrica (che avrà luogo questo giovedì) da un'altro psichiatra per mettere a punto la giusta terapia.
Confido molto nell'eventuale trattamento farmacologico che mi verrà prescritto: sono deciso a curare questo problema una volta per tutte.
Mi riservo, se per Voi non è un problema, di tenervi aggiornati sull'andamento della cura.
Rinnovo i ringraziamenti e Vi porgo i miei saluti più cordiali.
Stamane ho prenotato una nuova visita psichiatrica (che avrà luogo questo giovedì) da un'altro psichiatra per mettere a punto la giusta terapia.
Confido molto nell'eventuale trattamento farmacologico che mi verrà prescritto: sono deciso a curare questo problema una volta per tutte.
Mi riservo, se per Voi non è un problema, di tenervi aggiornati sull'andamento della cura.
Rinnovo i ringraziamenti e Vi porgo i miei saluti più cordiali.
[#9]
Gentile utente,
non confidi a priori, al di là della generica fiducia da dare al medico. Si faccia spiegare in cosa consiste, cosa si prevede di ottenere se funziona bene e in che tempi.
Per alcuni disturbi esistono terapie specifiche, per altri no, cioè vale sia per le terapie chimiche che per le terapie psicologiche, che alla fine convergono sullo stesso cervello, e infatti solitamente, almeno per la cognitivo-comportamentale, funzionano meglio se abbinate, in paralleo o in sequenza.
non confidi a priori, al di là della generica fiducia da dare al medico. Si faccia spiegare in cosa consiste, cosa si prevede di ottenere se funziona bene e in che tempi.
Per alcuni disturbi esistono terapie specifiche, per altri no, cioè vale sia per le terapie chimiche che per le terapie psicologiche, che alla fine convergono sullo stesso cervello, e infatti solitamente, almeno per la cognitivo-comportamentale, funzionano meglio se abbinate, in paralleo o in sequenza.
[#10]
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile utente,
capisco bene il suo disorientamento, già è difficile gestire il proprio disagio psicologico, in questo caso con sintomi ansiosi, quando in più ci si trova a dover scegliere tra le varie indicazioni terapeutiche, a volte anche discordanti.
Non vorrei aumentare la sua confusione, ma posso dirle che in questi casi può essere opportuno non fermarsi al sintomo, che definisce lo stato di disequilibrio dell'organismo psicofisico, e che molte volte la cultura medica organicista individua erroneamente come unico scopo terapeutico, ma si può provare a dare significato al proprio disagio in maniera più completa cercando l'origine del problema. Spesso l'ansia è un sintomo che sottende uno stato depressivo, sovente di lunga data, derivato da conflitti e perdite affettive nel corso del periodo evolutivo.
In questo caso potrebbe essere opportuno un percorso psicoterapico che affronti la reale causa della sintomatologia, che se trascurata potrebbe risolversi in altre forme sintomatiche nel corso del tempo. In ogni caso cerchi di fare forza sul suo desiderio di superare il momento di sofferenza, ha dalla sua parte la giovane età che favorisce il recupero in tempi più brevi del disagio psicologico. Provi anche a vedere questo periodo come necessario, e forse opportuno, per affrontare finalmente delle problematiche conflittuali a lungo lasciate irrisolte.
Quindi, se decide di interpretare la sua sofferenza a livello sintomatologico, segua pure gli opportuni consigli che le sono stati dati in tal senso, considerando che in ogni caso la terapia farmacologica non risolve il problema, semmai attenua il sintomo per un periodo temporale definito.
Se invece ritiene utile nel suo caso affrontare l'origine del disagio, provi a cercare, nel'ambito dei servizi pubblici in primis, poi anche presso consultori pubblici e delle varie associazioni che offrono assistenza al disagio psichico, uno psicoterapeuta di formazione adeguata in grado di affrontare le cause profonde del suo problema. Ovviamente è possibile implementare i due diversi approcci qualora fosse necessario.
Per informazioni sul tema della psicoterapia può consultare questo mio articolo:
http://www.psicologi-psicoterapeuti.com/pergliutenti.htm
Cordiali saluti.
capisco bene il suo disorientamento, già è difficile gestire il proprio disagio psicologico, in questo caso con sintomi ansiosi, quando in più ci si trova a dover scegliere tra le varie indicazioni terapeutiche, a volte anche discordanti.
Non vorrei aumentare la sua confusione, ma posso dirle che in questi casi può essere opportuno non fermarsi al sintomo, che definisce lo stato di disequilibrio dell'organismo psicofisico, e che molte volte la cultura medica organicista individua erroneamente come unico scopo terapeutico, ma si può provare a dare significato al proprio disagio in maniera più completa cercando l'origine del problema. Spesso l'ansia è un sintomo che sottende uno stato depressivo, sovente di lunga data, derivato da conflitti e perdite affettive nel corso del periodo evolutivo.
In questo caso potrebbe essere opportuno un percorso psicoterapico che affronti la reale causa della sintomatologia, che se trascurata potrebbe risolversi in altre forme sintomatiche nel corso del tempo. In ogni caso cerchi di fare forza sul suo desiderio di superare il momento di sofferenza, ha dalla sua parte la giovane età che favorisce il recupero in tempi più brevi del disagio psicologico. Provi anche a vedere questo periodo come necessario, e forse opportuno, per affrontare finalmente delle problematiche conflittuali a lungo lasciate irrisolte.
Quindi, se decide di interpretare la sua sofferenza a livello sintomatologico, segua pure gli opportuni consigli che le sono stati dati in tal senso, considerando che in ogni caso la terapia farmacologica non risolve il problema, semmai attenua il sintomo per un periodo temporale definito.
Se invece ritiene utile nel suo caso affrontare l'origine del disagio, provi a cercare, nel'ambito dei servizi pubblici in primis, poi anche presso consultori pubblici e delle varie associazioni che offrono assistenza al disagio psichico, uno psicoterapeuta di formazione adeguata in grado di affrontare le cause profonde del suo problema. Ovviamente è possibile implementare i due diversi approcci qualora fosse necessario.
Per informazioni sul tema della psicoterapia può consultare questo mio articolo:
http://www.psicologi-psicoterapeuti.com/pergliutenti.htm
Cordiali saluti.
[#11]
Gentile utente,
la psichiatria medica non individua il sintomo come obiettivo del trattamento, questa è una vecchia incomprensione tra operatori del settore. Da decenni disponiamo di farmaci che modificano il decorso delle malattie, il loro aggravamento e la loro tendenza a ricorrere. Tale tendenza, così come l'aggressività e l'evoluzione, è ovviamente in prima istanza corrispondente alla diagnosi. Le diagnosi si fanno in maniera tale da evitare di "prendere" per disturbi alterazioni pur significative ma che passerebbero da sole, o che non necessariamente hanno una evoluzione.
Le modificazioni biologiche indotte dalle terapie (che per forza devono indurle, altrimenti non funzionerebbero) non sono di semplice "tamponamento" del sintomo a oltranza o al bisogno, i risultati delle cure non dipendono tanto dalla presenza in tempo reale del farmaco nell'organismo quanto dall'averlo assunto stabilmente per un periodo precedente. Inoltre, questo condizionamento solitamente migliora la capacità della persona di condizionare ulteriormente il proprio pensiero e comportamento nella direzione desiderata mediante tecniche psicoterapiche o semplicemente interagendo con l'ambiente in maniera spontanea. Non è quindi fondato temere che il farmaco "offuschi" la capacità spontanea di "reagire", che è invece l'obiettivo a medio termine della cura.
la psichiatria medica non individua il sintomo come obiettivo del trattamento, questa è una vecchia incomprensione tra operatori del settore. Da decenni disponiamo di farmaci che modificano il decorso delle malattie, il loro aggravamento e la loro tendenza a ricorrere. Tale tendenza, così come l'aggressività e l'evoluzione, è ovviamente in prima istanza corrispondente alla diagnosi. Le diagnosi si fanno in maniera tale da evitare di "prendere" per disturbi alterazioni pur significative ma che passerebbero da sole, o che non necessariamente hanno una evoluzione.
Le modificazioni biologiche indotte dalle terapie (che per forza devono indurle, altrimenti non funzionerebbero) non sono di semplice "tamponamento" del sintomo a oltranza o al bisogno, i risultati delle cure non dipendono tanto dalla presenza in tempo reale del farmaco nell'organismo quanto dall'averlo assunto stabilmente per un periodo precedente. Inoltre, questo condizionamento solitamente migliora la capacità della persona di condizionare ulteriormente il proprio pensiero e comportamento nella direzione desiderata mediante tecniche psicoterapiche o semplicemente interagendo con l'ambiente in maniera spontanea. Non è quindi fondato temere che il farmaco "offuschi" la capacità spontanea di "reagire", che è invece l'obiettivo a medio termine della cura.
Questo consulto ha ricevuto 11 risposte e 9.2k visite dal 25/03/2010.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.