La prima impressione non è stata buona ma
Salve ! a seguito di una forte arrabbiatura (generata dal tormento della vita e da parte della famiglia) il medico curante (chiamato dai miei) ha escluso lo psichiatra e optato x lo psicologo.
La prima impressione non è stata buona ma per via della mia ancora non smaltita ira, quasi per ripicca nei confronti della mia famiglia mi sono fatto convincere ad iniziare la psicoterapia psicoanalitica. Lo psicologo a sua volta mi ha indirizzato da uno psichiatra di sua conoscenza ed io per via della mia rabbia ci sono andato contro la mia volontà e adesso da 30 giorni sono in cura con 10mg di dapradox
Ad oggi ho fatto 7 sedute con lo psicologo e la mia situazione è sicuramente peggiorata (in passato mi era già capitato di avere dei momenti no e di forte arrabbiatura ma dopo una settimana la rabbia iniziava a scemare fino ad andare via), questa volta però, per via del fatto che sono “costretto” ad andare a sentire dallo psicologo cose che già sapevo da solo, fa in modo che questa rabbia non vada più via. Quello che mi dice lo trovo scontato, quasi banale e non profondo, inoltre tollero a malapena quando mi dice cosa dovrei fare pur lui sapendo le difficoltà oggettive che io ho.
Mi chiedo pure cosa centrano alcune sue domande con i miei problemi, che utilità hanno a farmi cambiare? mi aveva detto che questa psicoterapia avrebbe fatto in modo che io mi svuotassi dalla frustrazione e rabbia che ho dentro e che mi sarei riempito di nuove e più belle sensazioni, ad oggi però le cose non stanno proprio così, anzi; inoltre, ora sento che se continuo questo percorso avrò spiacevoli conseguenze sul mio sistema nervoso già non intatto per conto suo.
Oggi poi, alla visita di controllo, lo psichiatra (pur confermandomi la cura che non vorrei fare perché penso di non essere depresso ma, per forza di cose, stressato, e la causa di questo stress rimane comunque sia che io prenda o meno il farmaco) in soli 10 minuti di “chiacchierata” è riuscito a togliermi di dosso un senso di colpa che mi portavo da un po’ di tempo; quello che cioè mi ha detto lo psichiatra io l’avevo sempre pensato già da me, ma siccome in famiglia tutti finora mi avevano tormentato e fatto sentire in colpa per questa cosa, io per questo problema provavo un misto di rabbia e senso di colpa (anche se dentro me stesso pensavo di avere ragione) e il fatto che lo psichiatra mi ha detto che NON è un valido motivo per sentirmi in colpa mi ha fatto bene.
Ho allora pensato: 7 sedute con lo psicologo e non ho avuto alcun apparente beneficio ma il contrario! invece 10 minuti con lo psichiatra sono bastati a farmi sentire un po’ di peso in meno sulle spalle!
A questo punto Vi chiedo: meglio interrompere la psicoterapia?
Se io abitassi in un’altra città lontano dai miei familiari di sicuro non solo non sarei mai andato dallo psicologo ma non avrei nemmeno mai e poi mai iniziato ad assumere l’antidepressivo (cosa che finora mi rende come se fossi lontano dal mio io interiore ed è una sensazione che non mi piace) perché dentro me stesso so di essere si stressato ma non depresso!
Cordilità
ps: faccio presente che dai dr. Psichiatri del sito ho già ricevuto risposte in merito ma le mie perplessità rimangono.
La prima impressione non è stata buona ma per via della mia ancora non smaltita ira, quasi per ripicca nei confronti della mia famiglia mi sono fatto convincere ad iniziare la psicoterapia psicoanalitica. Lo psicologo a sua volta mi ha indirizzato da uno psichiatra di sua conoscenza ed io per via della mia rabbia ci sono andato contro la mia volontà e adesso da 30 giorni sono in cura con 10mg di dapradox
Ad oggi ho fatto 7 sedute con lo psicologo e la mia situazione è sicuramente peggiorata (in passato mi era già capitato di avere dei momenti no e di forte arrabbiatura ma dopo una settimana la rabbia iniziava a scemare fino ad andare via), questa volta però, per via del fatto che sono “costretto” ad andare a sentire dallo psicologo cose che già sapevo da solo, fa in modo che questa rabbia non vada più via. Quello che mi dice lo trovo scontato, quasi banale e non profondo, inoltre tollero a malapena quando mi dice cosa dovrei fare pur lui sapendo le difficoltà oggettive che io ho.
Mi chiedo pure cosa centrano alcune sue domande con i miei problemi, che utilità hanno a farmi cambiare? mi aveva detto che questa psicoterapia avrebbe fatto in modo che io mi svuotassi dalla frustrazione e rabbia che ho dentro e che mi sarei riempito di nuove e più belle sensazioni, ad oggi però le cose non stanno proprio così, anzi; inoltre, ora sento che se continuo questo percorso avrò spiacevoli conseguenze sul mio sistema nervoso già non intatto per conto suo.
Oggi poi, alla visita di controllo, lo psichiatra (pur confermandomi la cura che non vorrei fare perché penso di non essere depresso ma, per forza di cose, stressato, e la causa di questo stress rimane comunque sia che io prenda o meno il farmaco) in soli 10 minuti di “chiacchierata” è riuscito a togliermi di dosso un senso di colpa che mi portavo da un po’ di tempo; quello che cioè mi ha detto lo psichiatra io l’avevo sempre pensato già da me, ma siccome in famiglia tutti finora mi avevano tormentato e fatto sentire in colpa per questa cosa, io per questo problema provavo un misto di rabbia e senso di colpa (anche se dentro me stesso pensavo di avere ragione) e il fatto che lo psichiatra mi ha detto che NON è un valido motivo per sentirmi in colpa mi ha fatto bene.
Ho allora pensato: 7 sedute con lo psicologo e non ho avuto alcun apparente beneficio ma il contrario! invece 10 minuti con lo psichiatra sono bastati a farmi sentire un po’ di peso in meno sulle spalle!
A questo punto Vi chiedo: meglio interrompere la psicoterapia?
Se io abitassi in un’altra città lontano dai miei familiari di sicuro non solo non sarei mai andato dallo psicologo ma non avrei nemmeno mai e poi mai iniziato ad assumere l’antidepressivo (cosa che finora mi rende come se fossi lontano dal mio io interiore ed è una sensazione che non mi piace) perché dentro me stesso so di essere si stressato ma non depresso!
Cordilità
ps: faccio presente che dai dr. Psichiatri del sito ho già ricevuto risposte in merito ma le mie perplessità rimangono.
[#1]
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile Utente
Da quello che leggo lei è immersa già in un excursus di tipo terapico:
Mi sembra di capire che ha individuato tante situazioni in cui secondo Lei dipende il suo malessere,accusa la sua famiglia, pensa di cambiare città,inoltre ci informa che lo psichiatra in soli 10 minuti Vi ha fatto sentire meglio(...)
In merito penso che colleghi più esperti di me le sapranno dirVi qualcosa in più, ma io penso che ogni paziente/cliente ha il terapeuta che merita(...)
Mi pare di capire che il terapeuta Vi sta mettendo crisi?
Mentre altri vi comprendono(...)
Solo quando c'è crisi c'è cambiamento affermerei io per cui mi sento di dirvi la mia di oppinione non sarò molto (convincente per alcuni) si tratta di Responsabilità.
Se lei pensa al terapeuta come il responsabile del suo malessere/ benessere vuol dire che si sente in diritto di responsabilizzare il terapeuta/e colpevolizzare
Se pensa di sapere la verità su di sè non vedo perchè dovrebbe frequentare un studio di Psicoterapia.
C.m.q. Per la cronaca non esiste solo la psicoanalisi(...)
Veda che la psicologia e piena di modelli e orientamenti diversi per cui possono essere a volte appropriate certi modelli che altri di psicoterapia.
E' un vs diritto chiedere al terapeuta che orientamento ha... visto il consenso informato.
Distinti Saluti
Da quello che leggo lei è immersa già in un excursus di tipo terapico:
Mi sembra di capire che ha individuato tante situazioni in cui secondo Lei dipende il suo malessere,accusa la sua famiglia, pensa di cambiare città,inoltre ci informa che lo psichiatra in soli 10 minuti Vi ha fatto sentire meglio(...)
In merito penso che colleghi più esperti di me le sapranno dirVi qualcosa in più, ma io penso che ogni paziente/cliente ha il terapeuta che merita(...)
Mi pare di capire che il terapeuta Vi sta mettendo crisi?
Mentre altri vi comprendono(...)
Solo quando c'è crisi c'è cambiamento affermerei io per cui mi sento di dirvi la mia di oppinione non sarò molto (convincente per alcuni) si tratta di Responsabilità.
Se lei pensa al terapeuta come il responsabile del suo malessere/ benessere vuol dire che si sente in diritto di responsabilizzare il terapeuta/e colpevolizzare
Se pensa di sapere la verità su di sè non vedo perchè dovrebbe frequentare un studio di Psicoterapia.
C.m.q. Per la cronaca non esiste solo la psicoanalisi(...)
Veda che la psicologia e piena di modelli e orientamenti diversi per cui possono essere a volte appropriate certi modelli che altri di psicoterapia.
E' un vs diritto chiedere al terapeuta che orientamento ha... visto il consenso informato.
Distinti Saluti
[#2]
Ex utente
Salve gentili psicologici. Ho sentito sempre dire che la psicologia e molto varia e che ci sono tanti diversi orientamenti psicoterapici.
Alla fine dei conti però se poi una persona va a vedere nel concreto quale percorso per lui è più indicato, si ritrova ad avere a che fare o con la psicoterapia cognitivo-comportamentale o con la psicoterapia analitica e cosa ancor più grave, se una persona chiede un consulto per prima ad un terapeuta cognitivo - comportamentale, lo specialista (nel 90% dei casi) non indirizza il soggetto da un’altra parte ma lo prende in cura lui,
allo stesso modo succede se un soggetto chiede il suo primo consulto presso un terapeuta ad indirizzo analitico.
Vorrei allora chiedervi: una persona, per sapere quale è per lui il percorso psicoterapeutico più congeniale, a chi si deve rivolgere per primo?
Può un soggetto capire da solo quale è il percorso a lu più adatto?
Grazie per le delucidazioni.
Cordiali saluti
Alla fine dei conti però se poi una persona va a vedere nel concreto quale percorso per lui è più indicato, si ritrova ad avere a che fare o con la psicoterapia cognitivo-comportamentale o con la psicoterapia analitica e cosa ancor più grave, se una persona chiede un consulto per prima ad un terapeuta cognitivo - comportamentale, lo specialista (nel 90% dei casi) non indirizza il soggetto da un’altra parte ma lo prende in cura lui,
allo stesso modo succede se un soggetto chiede il suo primo consulto presso un terapeuta ad indirizzo analitico.
Vorrei allora chiedervi: una persona, per sapere quale è per lui il percorso psicoterapeutico più congeniale, a chi si deve rivolgere per primo?
Può un soggetto capire da solo quale è il percorso a lu più adatto?
Grazie per le delucidazioni.
Cordiali saluti
[#3]
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile Utente.
-Dalle ultime ricerche effettuate dall'APA American Psychological association)
Gli diversi orientamenti a cui voi vi riferite sono state classificate secono l'efficacia di base(...)(evidence based theory)
Per cui e datato ormai che alcuni orientamento rispondono meglio rispetto ad altri(...)
-Cosa succedde in alcuni casi: il professionista che abbia a che fare con casi che secondo (l'APA) l'orientamento non è addatto puo' (provare) oppure puo' indirizzare il cliente/ paziente ad un orientamento più addatto.
-Parlavo prima di responsabilità questo è un buon esempio di responsabilità verso il proprio saper fare,ovvero il terapeuta verso il cliente(...)
-Anche in medicina volendo accadde lo stesso i medici hanno anch'essi una propria visione della realtà delle cose,per cui anche li lo stesso disturbo può essere visto da tanti specialisti ed alla fine vedere che ognuno ci mette un po' del suo(...)
-Infine come ciliegina Vi ricordo che Le terapie psicoterapiche funzionano non solo perchè il professionista usa degli strumenti/ tecniche di aiuto ma perchè si è instaurata una RELAZIONE/ BUONA DI FIDUCIA/ RECIPROCA.
Distinti saluti
[#4]
Ex utente
Molto probabilmente ho capito la causa della sventura cadutami sulle spalle.
La causa è il mio medico curante. Se egli infatti fosse un po’ più preparato nella sua professione non avrebbe mai dovuto indirizzarmi da principio sul terapeuta ad indirizzo analitico per il solo fatto che sono amici, ma avrebbe dovuto farmi fare uno (o più) colluqui con un “semplice” psicologo che non fosse psicoterapeuta, in maniera tale che io potessi capire senza pressioni e poi valutare e scegliere il da farsi; lo psicologo avrebbe potuto chiarmi e spiegarmi molte cose, consigliarmi se secondo lui era il caso di iniziare una psicoterapia e soprattutto indirizzarmi su quella più adatta al mio caso, valutare se ero nelle condizioni di affrontare adesso questo percorso e via dicendo.
Invece no! il medico di base mi ha mandato dal suo amico terapeuta e questi fregandosene della mia totale mancanza di volontà ad intraprendere una psicoterapia (soprattutto psicoanalitica) mi ha forzato (unendosi alla forzatura della famiglia e del medico di base) a farlo.
Ecco i risultati ad avere medici di base non preparati.
Ho fatto l’ottava seduta e più passa il tempo più ho la certezza che sono stato sfortunato, tutte le volte che esco dallo studio inizio ad imprecare contro il destino e per i successivi due/tre giorni rimango invaso da un misto di rabbia e sconforto, anche per questo temo sempre più che gli strascichi di questo attuale percorso psicologico saranno per me davvero molto pesanti.
La pazzia che sempre più insistentemente fa breccia nel mio cervello è confermata dal fatto che io sento di stare più male per il fatto che sto facendo questa psicoterapia ma continuo cocciutamente a farmi fare male facendola (la psicoterapia) come se facessi ciò per farla pagare ai miei, anche se capisco che è la cosa più stupida che posso fare (e forse e proprio questo l’inizio della pazzia).
Sono giunto alla conclusione che per affrontare un percorso del genere bisogna essere sia portati (ed io forse potrei anche esserlo ma non in questo periodo, questo avrebbe potuto valutarlo spassionatamente un psicologo non psicoterapeuta) sia spinti dalla propria volontà e non da quella altrui.
Oltre alla sfortuna iniziale a non essere stato indirizzato fin da subito da un semplice psicologo che potesse indirrizarmi per il meglio, un’ altro problema è che è più forte di me: non riesco ad interrompere la psicoterapia (anche perché se lo facessi e poi magari fra una decina di mesi avessi una nuova arrabbiatura per pressioni familiari o cose simili, allora al 100% i miei mi rinfaccerebbero il fatto che io ho sospeso di testa mia la psicoterapia e inizierebbero ad incolparmi di brutto; mi sento quindi come se fossi in un vicolo cieco che mi porterà a sbattere violentemente contro un muro di cemento).
Sicuramente se avessi scelto spontanemanete di iniziare questo percorso, queste cose non le scrivevo qui ma le avrei dette al terapeuta che mi segue; stando così le cose però, con l’aggravio del mio inizio di pazzia, queste sono cose che non ho proprio intenzione di riportare allo specialista anche se so che è da incoscienti, se il destino mi è avverso allora io gli do una mano.
Fare un psicoterapia con l’intento di non rivelare cose importanti del proprio essere e del proprio sentire è una cosa molto stupida, io però mi sento violato per cui....
La causa è il mio medico curante. Se egli infatti fosse un po’ più preparato nella sua professione non avrebbe mai dovuto indirizzarmi da principio sul terapeuta ad indirizzo analitico per il solo fatto che sono amici, ma avrebbe dovuto farmi fare uno (o più) colluqui con un “semplice” psicologo che non fosse psicoterapeuta, in maniera tale che io potessi capire senza pressioni e poi valutare e scegliere il da farsi; lo psicologo avrebbe potuto chiarmi e spiegarmi molte cose, consigliarmi se secondo lui era il caso di iniziare una psicoterapia e soprattutto indirizzarmi su quella più adatta al mio caso, valutare se ero nelle condizioni di affrontare adesso questo percorso e via dicendo.
Invece no! il medico di base mi ha mandato dal suo amico terapeuta e questi fregandosene della mia totale mancanza di volontà ad intraprendere una psicoterapia (soprattutto psicoanalitica) mi ha forzato (unendosi alla forzatura della famiglia e del medico di base) a farlo.
Ecco i risultati ad avere medici di base non preparati.
Ho fatto l’ottava seduta e più passa il tempo più ho la certezza che sono stato sfortunato, tutte le volte che esco dallo studio inizio ad imprecare contro il destino e per i successivi due/tre giorni rimango invaso da un misto di rabbia e sconforto, anche per questo temo sempre più che gli strascichi di questo attuale percorso psicologico saranno per me davvero molto pesanti.
La pazzia che sempre più insistentemente fa breccia nel mio cervello è confermata dal fatto che io sento di stare più male per il fatto che sto facendo questa psicoterapia ma continuo cocciutamente a farmi fare male facendola (la psicoterapia) come se facessi ciò per farla pagare ai miei, anche se capisco che è la cosa più stupida che posso fare (e forse e proprio questo l’inizio della pazzia).
Sono giunto alla conclusione che per affrontare un percorso del genere bisogna essere sia portati (ed io forse potrei anche esserlo ma non in questo periodo, questo avrebbe potuto valutarlo spassionatamente un psicologo non psicoterapeuta) sia spinti dalla propria volontà e non da quella altrui.
Oltre alla sfortuna iniziale a non essere stato indirizzato fin da subito da un semplice psicologo che potesse indirrizarmi per il meglio, un’ altro problema è che è più forte di me: non riesco ad interrompere la psicoterapia (anche perché se lo facessi e poi magari fra una decina di mesi avessi una nuova arrabbiatura per pressioni familiari o cose simili, allora al 100% i miei mi rinfaccerebbero il fatto che io ho sospeso di testa mia la psicoterapia e inizierebbero ad incolparmi di brutto; mi sento quindi come se fossi in un vicolo cieco che mi porterà a sbattere violentemente contro un muro di cemento).
Sicuramente se avessi scelto spontanemanete di iniziare questo percorso, queste cose non le scrivevo qui ma le avrei dette al terapeuta che mi segue; stando così le cose però, con l’aggravio del mio inizio di pazzia, queste sono cose che non ho proprio intenzione di riportare allo specialista anche se so che è da incoscienti, se il destino mi è avverso allora io gli do una mano.
Fare un psicoterapia con l’intento di non rivelare cose importanti del proprio essere e del proprio sentire è una cosa molto stupida, io però mi sento violato per cui....
[#5]
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile utente
Nel farle cosa gradita vi informo che questo per quel che ho capito/ forse erroneamente non è il posto dove poter fare consulenza online(...) ma di dare qualchè consiglio in via generale per cui:
1)incolpare ilmedico di base accresec soltanto la sua rabbia!
2)Che di certo l'orientamento psicoanalitico non possa fare al suo caso questa e da vedere appunto.
3)quello che lei afferma qui e utile in psicoterapia dirle al terapeuta. si al terapeuta mi pare di capire che voi non abbiate voglia di affrontaLo (il terapeuta).
4) Qualchè semplice (Psicologo) fosse stato meglio? cosa intende dire che meno competenza si hanno e meglio sarebbe stato nel suo caso?
5) Si ricordi che dietro al professionista c'è la persona l'essere umano si persona proprio come LEI e non saranno stati i 5000 libbri di psicoterapia e 100 ore di psicoterapia personale a farlo far diventare un oracolo per risolverLe i suoi guai(...)
6) La psicoterapia e consulenza psicologica può essere solo vista come addestramento emotivo appunto quello che mi auguro Voi potrete fare esperienza se deciderete di fare psicoterapia Breve.
7) Si informi sul'Web esistono migliai di siti di modelli psicoterapici diversi anche quello Cognitivo comportamentale(...)
Saluti cordiali
Nel farle cosa gradita vi informo che questo per quel che ho capito/ forse erroneamente non è il posto dove poter fare consulenza online(...) ma di dare qualchè consiglio in via generale per cui:
1)incolpare ilmedico di base accresec soltanto la sua rabbia!
2)Che di certo l'orientamento psicoanalitico non possa fare al suo caso questa e da vedere appunto.
3)quello che lei afferma qui e utile in psicoterapia dirle al terapeuta. si al terapeuta mi pare di capire che voi non abbiate voglia di affrontaLo (il terapeuta).
4) Qualchè semplice (Psicologo) fosse stato meglio? cosa intende dire che meno competenza si hanno e meglio sarebbe stato nel suo caso?
5) Si ricordi che dietro al professionista c'è la persona l'essere umano si persona proprio come LEI e non saranno stati i 5000 libbri di psicoterapia e 100 ore di psicoterapia personale a farlo far diventare un oracolo per risolverLe i suoi guai(...)
6) La psicoterapia e consulenza psicologica può essere solo vista come addestramento emotivo appunto quello che mi auguro Voi potrete fare esperienza se deciderete di fare psicoterapia Breve.
7) Si informi sul'Web esistono migliai di siti di modelli psicoterapici diversi anche quello Cognitivo comportamentale(...)
Saluti cordiali
[#6]
Ex utente
Gentile Dr Elton Kazanxhi, in merito al punto 4 volevo precisare che io volevo dire che se il mio medico di base invece di essere amico di questo psicoterapeuta ad indirizzo analitico lo fosse stato di un psicoterapeuta a qualsiasi altro innumerevole indirizzo, allora io avrei fatto una psicoterapia solo in base all’amicizia del mio medico di base (in quanto difficilmente un psicoterapeuta dice al primo o al secondo appuntamento al paziente che per lui è più indicato andare da un altro collega).
Sono dunque sicuro che il mio medico curante ha sbagliato!
Avrebbe dovuto indirizzarmi da un psicologo (non psicoterapeuta) non perché penso che meno competenza è più indicata ma perché un “semplice” psicologo non avrebbe avuto interesse (o convinzioni) personali a farmi iniziare una psicoterapia dove lui è specializzato,
uno psicologo non terapeuta avrebbe dunque valutato il mio caso con più “sincerità”, mi avrebbe spiegato i pro e i contro delle diverse psicoterapie e dopo aver sentito le mie ragioni, il mio modo di vedere e sentire le cose, la mia profonda non volontà a voler iniziare adesso una psicoterapia, i miei problemi concreti e non, avrebbe potuto dirmi se secondo lui fosse o meno indicato che io iniziassi adesso questo tipo di percorso o se per il momento era più indicato solamente un sostegno psicologico e rimandare a dopo la psicoterapia, se una terapia era invece indicata proprio ora, avrebbe potuto dirmi quale secondo lui era la più adatta al mio caso e i perché, dirmi perché alcune non sarebbero state adatte a me e non ultimo, valutare se io fossi nelle condizioni e in grado di sopportare adesso una psicoanalisi.
Se dopo il consulto con lo psicologo non terapeuta, questi avesse optato per una psicoterapia clinica analitica, allora solo a quel punto il medico curante avrebbe dovuto dirmi che c’è un suo caro amico al quale potevo rivolgermi in quanto specializzato in questo indirizzo.
Ormai però le cose sono andate diversamente e, ahimè, a pagarne conseguenze molto amare, sarò io. Non c’è nulla da fare, sono troppo stanco di continuare a combattere contro il mio avverso destino; lascerò dunque che il fato continui ancora per qualche tempo (non so valutare se 1 – 3 o 5 anni) la sua opera di accanimento e annientamento nei mie riguardi e poi farò quello che devo fare.
Cordiali saluti e scuse per il disturbo.
ps: riguardo al punto 3, vorrei dire che è vero che non ho voglia di affrontare il terapeuta, appunto perchè non è stata una mia libera e spontanea scelta iniziare adesso questa psicoterapia e, ripeto, l'ho fatto presente al terapeuta chiaro e tondo fin dal primo incontro.
Allo psicoterapeuta ho già detto molte più cose di quanto avrei voluto e non sono servtite a nulla, quindi adesso bassta perchè ho visto che così facendo è solo aumentato il mio malessere; ripeto: mi arrendo al destino e poi farò quello che devo fare.
Sono dunque sicuro che il mio medico curante ha sbagliato!
Avrebbe dovuto indirizzarmi da un psicologo (non psicoterapeuta) non perché penso che meno competenza è più indicata ma perché un “semplice” psicologo non avrebbe avuto interesse (o convinzioni) personali a farmi iniziare una psicoterapia dove lui è specializzato,
uno psicologo non terapeuta avrebbe dunque valutato il mio caso con più “sincerità”, mi avrebbe spiegato i pro e i contro delle diverse psicoterapie e dopo aver sentito le mie ragioni, il mio modo di vedere e sentire le cose, la mia profonda non volontà a voler iniziare adesso una psicoterapia, i miei problemi concreti e non, avrebbe potuto dirmi se secondo lui fosse o meno indicato che io iniziassi adesso questo tipo di percorso o se per il momento era più indicato solamente un sostegno psicologico e rimandare a dopo la psicoterapia, se una terapia era invece indicata proprio ora, avrebbe potuto dirmi quale secondo lui era la più adatta al mio caso e i perché, dirmi perché alcune non sarebbero state adatte a me e non ultimo, valutare se io fossi nelle condizioni e in grado di sopportare adesso una psicoanalisi.
Se dopo il consulto con lo psicologo non terapeuta, questi avesse optato per una psicoterapia clinica analitica, allora solo a quel punto il medico curante avrebbe dovuto dirmi che c’è un suo caro amico al quale potevo rivolgermi in quanto specializzato in questo indirizzo.
Ormai però le cose sono andate diversamente e, ahimè, a pagarne conseguenze molto amare, sarò io. Non c’è nulla da fare, sono troppo stanco di continuare a combattere contro il mio avverso destino; lascerò dunque che il fato continui ancora per qualche tempo (non so valutare se 1 – 3 o 5 anni) la sua opera di accanimento e annientamento nei mie riguardi e poi farò quello che devo fare.
Cordiali saluti e scuse per il disturbo.
ps: riguardo al punto 3, vorrei dire che è vero che non ho voglia di affrontare il terapeuta, appunto perchè non è stata una mia libera e spontanea scelta iniziare adesso questa psicoterapia e, ripeto, l'ho fatto presente al terapeuta chiaro e tondo fin dal primo incontro.
Allo psicoterapeuta ho già detto molte più cose di quanto avrei voluto e non sono servtite a nulla, quindi adesso bassta perchè ho visto che così facendo è solo aumentato il mio malessere; ripeto: mi arrendo al destino e poi farò quello che devo fare.
[#7]
Ex utente
E sì! ………………………. E sì!
Quando mi hanno trascinato per fare la psicoterapia, avevo letto un articolo del dottor Santonicito, cioè
“la psicoterapia non è dare consigli. Il mondo è pieno di consigli e consiglieri. Parte di ciò che fa arrivare le persone in terapia è proprio l'essersi persi in tutti quei consigli, il non riuscire più a metterli in ordine e a dare il giusto peso a ciò che è importante e a ciò che non lo è. L'ultima cosa di cui il paziente ha bisogno, quindi, è ancora un altro consiglio. L'obiettivo del trattamento è riscoprire la propria voce, le proprie priorità e il coraggio per agire su di esse. Non c'è bisogno di dire a un paziente cosa fare del suo matrimonio, della sua carriera o delle sue ansie. Se si riesce a fargli percepire il problema da una differente angolatura, saprà meglio di chiunque altro cosa è meglio per sé …………. sottolineo “SAPRA’ MEGLIO DI CHIUNQUE ALTRO COSA è MEGLIO PER SE” !
Allora mi ero detto: almeno non è come penso io e non si aggiungerà ancora un’altra persona (cioè il terapeuta) a dirmi cosa DEVO e cosa è bene che io FACCIA !
Invece ? invece ! invece ?
Invece, a parte il fatto che ad ogni inizio di una nuova seduta lo psicoterapeuta mi domanda come và – mi domanda cosa ho fatto e mi chiede a fine seduta dove andrò (e tutto questo mi fa sentire “Controllato” e la cosa bella, o meglio: Brutta! è che io gli ho detto che fin da bambino sono stato controllato da molti componenti della mia famiglia e mi sono sempre sentito oppresso e controllato, ancora oggi).
A parte questo, che già mi fa star male, la cosa ancora più nociva è che allo specialista io gli ho detto che molte incomprensioni in famiglia sono nate perché in tanti da sempre mi DICONO cosa devo fare, si intromettono nella mia vita con irruenza senza chiedermi il permesso e volendo decidere sulla mia vita;
ho spiegato allo psicologo che non sopporto, non tollero assolutamente più che mi si venga detto cosa DEVO FARE, e lui cosa fa? Colmo dei colmi, si mette anche lui a dare CONSIGLI (ha iniziato a farlo già dalla 4° seduta)!
Fai un corso regionale di questo tipo! Iscriviti a qualche associazione, ad esempio una compagnia teatrale o circolo culturale! Cerca lavoro presso un centro medico! ………… e il punto che ci insiste pure !
E ciliegina sulla torta (o sarebbe meglio dire ultima dose di veleno) è che lo specialista sa (xkè glielo detto) che ho anche problemi CONCRETI che non mi permetterebbero di fare alcune cose che lui mi consiglia anche se io volessi.
Sento tutto ciò come un ulteriore e insostenibile peso.
E sì ! e dire che avevo creduto a ciò che il dottor Santonocito ha scritto nel suo articolo per spiegare cosa non è la psicoterapia.
L'obiettivo del trattamento è riscoprire la propria voce?
Beh! Mai come adesso in vita mia, sono stato più distante dalla mia voce interiore, dal mio essere, dal mio io; e ciò, a parte i danni, mi procura anche molta sofferenza (come se non bastasse quanto ho già sofferto fin’ora).
Come dice il proverbio? Le disgrazie non vengono mai sole!
Quando mi hanno trascinato per fare la psicoterapia, avevo letto un articolo del dottor Santonicito, cioè
“la psicoterapia non è dare consigli. Il mondo è pieno di consigli e consiglieri. Parte di ciò che fa arrivare le persone in terapia è proprio l'essersi persi in tutti quei consigli, il non riuscire più a metterli in ordine e a dare il giusto peso a ciò che è importante e a ciò che non lo è. L'ultima cosa di cui il paziente ha bisogno, quindi, è ancora un altro consiglio. L'obiettivo del trattamento è riscoprire la propria voce, le proprie priorità e il coraggio per agire su di esse. Non c'è bisogno di dire a un paziente cosa fare del suo matrimonio, della sua carriera o delle sue ansie. Se si riesce a fargli percepire il problema da una differente angolatura, saprà meglio di chiunque altro cosa è meglio per sé …………. sottolineo “SAPRA’ MEGLIO DI CHIUNQUE ALTRO COSA è MEGLIO PER SE” !
Allora mi ero detto: almeno non è come penso io e non si aggiungerà ancora un’altra persona (cioè il terapeuta) a dirmi cosa DEVO e cosa è bene che io FACCIA !
Invece ? invece ! invece ?
Invece, a parte il fatto che ad ogni inizio di una nuova seduta lo psicoterapeuta mi domanda come và – mi domanda cosa ho fatto e mi chiede a fine seduta dove andrò (e tutto questo mi fa sentire “Controllato” e la cosa bella, o meglio: Brutta! è che io gli ho detto che fin da bambino sono stato controllato da molti componenti della mia famiglia e mi sono sempre sentito oppresso e controllato, ancora oggi).
A parte questo, che già mi fa star male, la cosa ancora più nociva è che allo specialista io gli ho detto che molte incomprensioni in famiglia sono nate perché in tanti da sempre mi DICONO cosa devo fare, si intromettono nella mia vita con irruenza senza chiedermi il permesso e volendo decidere sulla mia vita;
ho spiegato allo psicologo che non sopporto, non tollero assolutamente più che mi si venga detto cosa DEVO FARE, e lui cosa fa? Colmo dei colmi, si mette anche lui a dare CONSIGLI (ha iniziato a farlo già dalla 4° seduta)!
Fai un corso regionale di questo tipo! Iscriviti a qualche associazione, ad esempio una compagnia teatrale o circolo culturale! Cerca lavoro presso un centro medico! ………… e il punto che ci insiste pure !
E ciliegina sulla torta (o sarebbe meglio dire ultima dose di veleno) è che lo specialista sa (xkè glielo detto) che ho anche problemi CONCRETI che non mi permetterebbero di fare alcune cose che lui mi consiglia anche se io volessi.
Sento tutto ciò come un ulteriore e insostenibile peso.
E sì ! e dire che avevo creduto a ciò che il dottor Santonocito ha scritto nel suo articolo per spiegare cosa non è la psicoterapia.
L'obiettivo del trattamento è riscoprire la propria voce?
Beh! Mai come adesso in vita mia, sono stato più distante dalla mia voce interiore, dal mio essere, dal mio io; e ciò, a parte i danni, mi procura anche molta sofferenza (come se non bastasse quanto ho già sofferto fin’ora).
Come dice il proverbio? Le disgrazie non vengono mai sole!
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 3.2k visite dal 20/03/2010.
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