Non mi sento all'altezza di ciò che vuole mia madre

buonasera, sono una ragazza di 27 anni, orfana da 5 anni di un meraviglioso padre, non ancora compiuta professionalmente (sono in procinto di diventare dott.commercialista) che vice con un amabile fratello maggiore ed una madre di 65 anni. il mio problema è quello di sentire come un peso ed un opprimente fardello il giudizio di mia madre. fina dall'adolescenza non rappresento la proiezione di figlia che mia madre avrebbe voluto, nè l'incarnazione di ciò che lei aspirava per se stessa alla mia età. Sebbene formalmente io non abbia nessun tipo di problema manifesto, mia madre vive nella paura che io le nasconda le cose (è ver infatti), perciò fruga e va ficcanasando ancora nelle mie faccende come se fossi una 18enne. Morale è che appena viene a conoscenza di come conduco i miei affari personali, si arrocca sulle sue convinzioni, e forzando sul snso di colpa che è riuscita ad instillarmi alla nascita, mi fa sentire inadeguata e "sbagliata"! il lato peggiore della cosa è che razionalmente so di non essere io quella che sbaglia, soprattutto perchè a 27 anni sono consapevole di ciò che faccio, ma quando mi sento giudicata da lei torno 16enne e mento!
nego e piango supplicandole perdono....il risultato è che internamente mi faccio ribrezzo per la mia falsità, e per la delusione che le ho provocato, esternamente sono mesta e pentita! sono stanca di vivere in questa continua dicotomia, in frattura con me stessa, vorrei sapere se c'è qualcosa che posso fare per farmi accettare per quella che sono senza dissimularmi. Credo di averne il diritto a 27 anni.
grazie anticipatamente
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Dr. Massimo D'Alessandro Psicologo, Psicoterapeuta 93 4
Gentile ragazza,
provi a leggere un libro sull'assertività, quello che più le piace. In questo modo potrà iniziare a farsi un'idea delle dinamiche relazionali, che mi è sembrato di cogliere, fra lei e sua madre.
Mi faccia sapere le conclusioni cui giungerà, poi magari potrà decidere o meno di chiedere un consulto specialistico.
Cordialmente.

Dr. Massimo DAlessandro
Psicologo-Psicoterapeuta
www.massimo-dalessandro.com

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Dr. Daniele Regini Psicologo 36 3
Cara Utente,
credo che in questi casi la cosa migliore da fare sia parlare con tua madre.
Sia della tua esigenza e del tuo disagio, ma anche del tuo bisogno di fare scelte che magari per lei possonos embrare sbagliate.
Potresti iniziare a parlarle spiegandole proprio quello che hai spiegato a noi in questa lettera, del perchè le menti, del peso delle aspettative che senti nei suoi confronti e del perchè fai certe scelte.
Insomma credo che iniziando a parlare insieme di tutto, verrebbe meno quell'aspetto di segreto che fa sì che da una parte lei nutra dei sospetti nei tuoi confronti e dell'altra che anzi che vedere ciò che vuoi tu continui a proiettare, da ciò che dici tu, le sue aspettative su di te.
Non so quanto questo percorso sarete in grado di compierlo da sola o no, ti dico solo che non sarà fatto di una sola chiacchierata ma di una serie di passi da fare insieme, ma se così non fosse uno psicologo potrà aiutarvi in questo.
Una sola domanda, con tuo fratello com'è?

Dr. Daniele Regini

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Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
Prima di tutto Vi ringrazio per la solerte replica.
Egr. Dott. D'Alessandro cercherò un testo da leggere così come mi ha consigliato, desumo che il problema secondo Lei potrebbe essere ricondotto alla mia incapacità di "imporre" il mio punto di vista. Le vorrei far notare che però la cosa mi accade solo con mia madre. Nei rapporti con gli altri sono molto più rigida, forse compenso la mancanza di polso che ho con lei rivalendomi sugli altri.
Egr. Dott. Regini, parlare è ciò che ho sempre cercato di fare, purtroppo invano.
Quanto al rapporto con mio fratello, è accentratrice altrettanto ma con minore successo. mio fratello è un Vostro collega (neurologo) e pensa che io con un supporto farmacologico possa superare l'oppressione che mia madre mi genera.
Cosa ne pensate Voi?
Saluti
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Dr. Massimo D'Alessandro Psicologo, Psicoterapeuta 93 4
Gentile ragazza,
essere assertivi non vuol dire riuscire ad "imporre" il proprio punto di vista è molto di più:
- ad esempio essere assertivi può significare
1. saper gestire i rapporti interpersonali riducendo le probabilità di un conflitto;
2. riuscire a non "cadere" nella trappola delle manipolazioni altrui che vogliono inferiorizzarci o farci sentire in colpa;
3. comprendere che gli altri non si possono cambiare, ma possiamo noi apprendere come relazionarci a loro in modo più consono ai nostri bisogni;
4. essere dei "sani" egoisti ...ecc.
Ma se le dico tutto le tolgo il piacere della scoperta!

Cordialmente.
[#5]
Dr.ssa Marianna Berizzi Psicologo, Psicoterapeuta 16
Gentile utente,
concordo con il collega che sia di fondamentale importanza per lei acquisire competenze assertive, partendo magari dalla conoscenza di quella che è definita "la carta dei diritti asserivi". Aggiungo inoltre che è bene conoscere gli "schemi" che la stanno portandoancora oggi a vivere la propria madre solo con gli occhi di figlia, quando invece sarebbe opportuno cominciare a viverla come una pari e, quindi, riconoscerne gli sbagli ed i difetti. Una madre svalutante (come mi pare lei la descriva) può averla indotta a costruirsi degli standard eccessivi e quindi irraggiungibili, oltre ad aver instillato in lei il "bisogno" di essere ciò che sua madre vorrebbe e non quello che lei, splendidamente ed unicamente, è.

Dr. Berizzi Marianna
Ordine Psicologi Lombardia
http://www.psicologibergamo.altervista.org/

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Dr. Daniele Regini Psicologo 36 3
Gentile Utente,
credo vivamente che solo con l'aiuto dei farmaci non riesca a risolvere il suo problema.
Più che altro credo che uno psicoterapeuta di stampo sistemico relazionale potrebbe più fare al caso suo aiutando lei sua madre e suo fratello ad avere un rapporto che nessuno possa vivere come invadente o al contrario troppo distante.
Le dico questo anche perchè se come dice lei, già ha provato a spiegare a sua madre le sue difficoltà, l'aiuto di uno specialista potrebbe fare al caso suo.
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Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
Grazie mille a tutti Voi per i preziosi consigli.
Ammetto di non sapere bene da dove cominciare, e sono certa che non avrò alcun tipo di collaborazione in merito da parte di mia madre (non è in grado di mettersi in discussione, anche se cosciente di avere torto marcio non l'ho mai sentita proferire la parola "scusami" neanche con mio padre!) Quanto a me, sapere di non essere nuovamente depressa, ma solamente vogliosa di autonomia, serenità e indipendenza, mi solleva.
sono certa che avrò ancora molto da chiederVi, quindi...A presto!
Saluti