Un mio piangermi addosso,ma mi farebbe piacere un consiglio,un consulto
Scrivo questo messaggio,dopo un po' che ci ho riflettuto attentamente.
Sono una ragazza di appena 19 anni,e esattamente non so nemmeno come esprimermi.
Sono anni che soffro di qualcosa di indefinito che non mi fa uscire dal mio stato di totale apatia,è cominciato tutto con l'inizio dell'adolescenza,e si è protratto fino ad oggi,senza una reale causa scatenante.
Soffro di sbalzi di umore allucinanti,ma la cosa che più mi preoccupa è il mio costante non avere alcun tipo di motivazione,sono apatica a qualsiasi evento,che sia triste o felice,non riesco ad avere una vita affettiva costante,ho avuto un ragazzo,una storia travagliata che è stata conclusa da parte mia,poca propensione alla vita sessuale.
Mi sento spesso molto sola,anche se di fatto non lo sono,ma purtroppo mi estraneo molto spesso dal mondo che mi circonda,e questo mi ha portato a perdere due anni di scuola,nonostante il fatto che vengo giudicata di gran lunga più intelligente della media dei ragazzi della mia età.
Questo è stato dovuto a delle lunghe serie di assenze scolastiche,purtroppo la mattina molto spesso non riesco a letteralmente e "vivere",mi sembra tutto così stancante e inutile che spesso non riesco nemmeno ad aprire gli occhi,e non vorrei far altro che dormire.
Per anni il mio pensiero fisso è stato il suicidio,ho provato a consultare uno psicologo ma ho lasciato dopo poche sedute,dato che di mio sono molto introversa e non riesco a parlare di me stessa apertamente,cosa che ora mi sta costando molto.Spesso penso che sia solo un mio modo di piangermi addosso,e mi incolpo del mio stato,altre invece faccio finta di non sentire quello strano senso di vuoto che sperimento ormai da anni,e allora trattengo fin quando non esplodo letteralmente in crisi di ira e pianto.
Come ho detto all'inizio ho solo 19 anni,e questo modo di vivere,se è degno di essere chiamato così,mi sta letteralmente consumando.
Sono piena di passioni,amo leggere,scrivere,dipingere,ascoltare musica classica e fotografare,ma nonostante questo mi sento sempre fuori posto ovunque io sia,e il senso di solitudine non mi abbandona mai,a volte piango senza nessuna causa apparente,e mi sento come se un macigno mi gravasse sullo stomaco tutti i giorni.
Non so se questa sia una forma di depressione,o come detto solo un mio piangermi addosso,ma mi farebbe piacere un consiglio,un consulto...magari riuscirei a capire come muovermi visto che sento di stare sprecando la mia vita con questo continuo senso di inutilità e apatia.
Di conseguenza mi farebbe piacere avere una risposta,se la mia domanda non è troppo banale.
Ringrazio in anticipo chi si prenderà la briga di rispondere a questo mio messaggio chilometrico.
cordiali saluti
D.
Sono una ragazza di appena 19 anni,e esattamente non so nemmeno come esprimermi.
Sono anni che soffro di qualcosa di indefinito che non mi fa uscire dal mio stato di totale apatia,è cominciato tutto con l'inizio dell'adolescenza,e si è protratto fino ad oggi,senza una reale causa scatenante.
Soffro di sbalzi di umore allucinanti,ma la cosa che più mi preoccupa è il mio costante non avere alcun tipo di motivazione,sono apatica a qualsiasi evento,che sia triste o felice,non riesco ad avere una vita affettiva costante,ho avuto un ragazzo,una storia travagliata che è stata conclusa da parte mia,poca propensione alla vita sessuale.
Mi sento spesso molto sola,anche se di fatto non lo sono,ma purtroppo mi estraneo molto spesso dal mondo che mi circonda,e questo mi ha portato a perdere due anni di scuola,nonostante il fatto che vengo giudicata di gran lunga più intelligente della media dei ragazzi della mia età.
Questo è stato dovuto a delle lunghe serie di assenze scolastiche,purtroppo la mattina molto spesso non riesco a letteralmente e "vivere",mi sembra tutto così stancante e inutile che spesso non riesco nemmeno ad aprire gli occhi,e non vorrei far altro che dormire.
Per anni il mio pensiero fisso è stato il suicidio,ho provato a consultare uno psicologo ma ho lasciato dopo poche sedute,dato che di mio sono molto introversa e non riesco a parlare di me stessa apertamente,cosa che ora mi sta costando molto.Spesso penso che sia solo un mio modo di piangermi addosso,e mi incolpo del mio stato,altre invece faccio finta di non sentire quello strano senso di vuoto che sperimento ormai da anni,e allora trattengo fin quando non esplodo letteralmente in crisi di ira e pianto.
Come ho detto all'inizio ho solo 19 anni,e questo modo di vivere,se è degno di essere chiamato così,mi sta letteralmente consumando.
Sono piena di passioni,amo leggere,scrivere,dipingere,ascoltare musica classica e fotografare,ma nonostante questo mi sento sempre fuori posto ovunque io sia,e il senso di solitudine non mi abbandona mai,a volte piango senza nessuna causa apparente,e mi sento come se un macigno mi gravasse sullo stomaco tutti i giorni.
Non so se questa sia una forma di depressione,o come detto solo un mio piangermi addosso,ma mi farebbe piacere un consiglio,un consulto...magari riuscirei a capire come muovermi visto che sento di stare sprecando la mia vita con questo continuo senso di inutilità e apatia.
Di conseguenza mi farebbe piacere avere una risposta,se la mia domanda non è troppo banale.
Ringrazio in anticipo chi si prenderà la briga di rispondere a questo mio messaggio chilometrico.
cordiali saluti
D.
[#1]
Gentile ragazza, dici di essere introversa, ma il tuo "messaggio chilometrico" sembrerebbe dire tutt'altra cosa!
Dalla tua descrizione un disturbo dell'umore potrebbe starci, ma da qui è difficile averne la certezza. Ecco perché la cosa da fare è rivolgersi a un professionista, per una valutazione precisa. Ma dev'essere una visita di persona.
È possibile che con il primo psicologo dal quale sei stata tu non ti sia sentita a tuo agio, forsr perché non stavi vedendo risultati, e così ti sembrava solo di parlare e basta.
Puoi dirci qualcosa di più su quest'esperienza, quante volte ci sei stata, che impressione te ne sei fatta, che tipo di terapia era ecc.?
Cordiali saluti
Dalla tua descrizione un disturbo dell'umore potrebbe starci, ma da qui è difficile averne la certezza. Ecco perché la cosa da fare è rivolgersi a un professionista, per una valutazione precisa. Ma dev'essere una visita di persona.
È possibile che con il primo psicologo dal quale sei stata tu non ti sia sentita a tuo agio, forsr perché non stavi vedendo risultati, e così ti sembrava solo di parlare e basta.
Puoi dirci qualcosa di più su quest'esperienza, quante volte ci sei stata, che impressione te ne sei fatta, che tipo di terapia era ecc.?
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Gentile Utente,
Ci sono , spesso , in ognuno di noi delle contraddizioni e quindi anche in lei. E chi non le ha?
Lei sta uscendo poi da una fase che è quella dell'adolsescenza e questi sbalzi di umore e queste sensazioni e situazioni contrapposte si prersentano in modo molto evidente ed accentuato proprio durante questa fase di crescita psicologica ed organica.
E' molto sensibile e molto versata per la letteratura, la musica, la pittura etc., meno per i rapporti sessuali che ha sperimentato forse non troppo bene.
Anche l'incontro con lo psicoterapeuta non è stato dei migliori.
Provi a cambiarlo. Forse una psicologa sui 40 anni potrebbe fare al caso suo.
Qual è o quali sono i compositori che ama di più?
Poi ci risentiremo.
OK?
Cordialità ed auguri
[#3]
Gentile ragazza,
al di là di tutte le valutazioni quello che è più importante è l'esperienza soggettiva di disagio che la persona vive e lei parla di anni di sofferenza e di comportamenti "dannosi" per il suo benessere, apatia, difficoltà scolastiche, storie affettive travagliate, situazioni che la stanno consumando.
Questa premessa per dirle che la risposta diretta alla sua domanda "Non so se questa sia depressione", potrebbe essere anche ininfluente rispetto a ciò che mi sento di consigliarle, chiedere un aiuto specialistico.
Detto questo, per non lasciarle l'amaro in bocca, in quello che lei descrive, sono presenti numerosi elementi che possono far pensare ad un quadro depressivo e non ad un "semplice piangersi addosso".
Una valutazione attenta da parte di un professionista (psicoterapeuta, psichiatra) oltre ad individuare o ipotizzare le cause dei suoi sintomi potrà aiutarla nella costruzione di un programma terapeutico adeguato.
Come muoversi...
Data la sua giovane età ne parleri con i genitori e insieme a loro, consulterei il medico di famiglia, che sicuramente conosce molto bene il territorio e saprà assisterla e indirizzarla nella maniera più opportuna.
Non essere soli in questi momenti è importante.
Si ricordi che non è necessario farmarsi al primo psicoterapeuta che incontra, può incontrarne anche più di uno sino a quando non trova quello che sente di essere giusto per lei.
Cordialmente.
al di là di tutte le valutazioni quello che è più importante è l'esperienza soggettiva di disagio che la persona vive e lei parla di anni di sofferenza e di comportamenti "dannosi" per il suo benessere, apatia, difficoltà scolastiche, storie affettive travagliate, situazioni che la stanno consumando.
Questa premessa per dirle che la risposta diretta alla sua domanda "Non so se questa sia depressione", potrebbe essere anche ininfluente rispetto a ciò che mi sento di consigliarle, chiedere un aiuto specialistico.
Detto questo, per non lasciarle l'amaro in bocca, in quello che lei descrive, sono presenti numerosi elementi che possono far pensare ad un quadro depressivo e non ad un "semplice piangersi addosso".
Una valutazione attenta da parte di un professionista (psicoterapeuta, psichiatra) oltre ad individuare o ipotizzare le cause dei suoi sintomi potrà aiutarla nella costruzione di un programma terapeutico adeguato.
Come muoversi...
Data la sua giovane età ne parleri con i genitori e insieme a loro, consulterei il medico di famiglia, che sicuramente conosce molto bene il territorio e saprà assisterla e indirizzarla nella maniera più opportuna.
Non essere soli in questi momenti è importante.
Si ricordi che non è necessario farmarsi al primo psicoterapeuta che incontra, può incontrarne anche più di uno sino a quando non trova quello che sente di essere giusto per lei.
Cordialmente.
Dr. Massimo DAlessandro
Psicologo-Psicoterapeuta
www.massimo-dalessandro.com
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 3k visite dal 18/03/2010.
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