Rapporto "malato" col cibo

Gentile dottore,
vorrei riassumerle la mia storia, per avere un consiglio che mi aiuti a risolvere i miei problemi:
sono sempre stata una bambina timida, insicura e grassottella. Da che io mi ricordi mio padre mi ha sempre rinfacciato quei chiletti in più, tanto che a 4-5 anni mi costringeva tra le lacrime a fare ginnastica, mi chiamava "mucca" davanti alle mie amichette, mi rimproverava a tavola davanti ai parenti in occasione delle festività, intorno ai 12 anni mi mise a dieta (seguita da una dietologa) e mi fece usare creme anticellulite. Sosteneva di faro per me, ma ho sempre sofferto di questo perché non mi sentivo accettata e benvoluta, non mi sentivo valorizzata per le mie doti ma solo giudicata in base al mio peso. Ho reagito sempre molto male a questi suoi comportamenti, e non ho mai voluto dargli retta, sostenendo che avrei dovuto essere amata per altro che non per il mio peso. Questa situazione non si è mai risolta, il mio sovrappeso non è mai stato esagerato, solo negli ultimi due anni (ne ho 24 ora) è un pò peggiorao a causa di forti stress: ora peso 75 kg per 167 cm di altezza. Sono fidanzata, convivo e stando meno a contatto con mio padre sto recuperando con lui un rapporto sereno. Ora vorrei dimagrire, perché sogno l'abito bianco, le gonne corte, le magliette scollate....ma mi rendo conto che ho un rapporto poco "sano" con il cibo. Non lo considero carburante per il mio corpo, ma diciamo un surrogato di altro: quando sono depressa mi attacco ai dolci, quando sono nervosa al salato, quando sono annoiata a qualunque cosa. Non creo che una dieta da sola possa aiutarmi. Ci sono giornate in cui sono serena durante le quali non mi importa di mangiare scondito, o cose che non mi piacicono molto, ma ci sono giornate in cui le cose mi vanno storte in cui non posso fare a meno di "pasticciare"...poi mi sento in colpa, penso di far schifo, mi salgono alle orecchie i commenti di mio padre, penso che non cambierò mai, che sono una causa persa....e se avevo perso un chilo ne prendo tre. Vorrei un aiuto, uno spunto di riflessione....premetto che andai da una psicologa dell'asl un paio di anni fa perché mi sentivo fragile ma poi scoprii che essendo amica di mio padre gli raccontava alcune cose di me, e non mi sono mai più fidata ad andarci...aggiungo anche che ho un appuntamento col dietologo per il 25 marzo: voglio cambiare, soprattutto per me, ma ho paura che la forza di volontà non basti.
[#1]
Dr. Luca Martis Psicologo, Psicoterapeuta 153 4
Gentile Utente,

la strada dell'intervento psicologico mi sembra adatta alla Sua persona,

soprattutto in relazione alla capacità di analisi che sembra emergere dalle parole del Suo post.

Segua i consigli della Dietologa e cerchi uno Psicologo, magari esperto nell'intervento sulle tematiche alimentari.

Vedrà che i sogni possono diventare realtà.

Cordiali saluti,

Dr. Luca Martis



[#2]
Dr. Antonio Vita Psicologo, Psicoterapeuta 708 23


Gentile Utente,

Senta, perchè parla sempre di suo padre e non di sua madre? Se dovesse averla persa non mi consideri poco sensibile e quindi grossolano, ma ho avuto subito la sensazione della mnancanza della genitrice.

So che sente di non essere amata, e che le piccole abbuffate di oggi sono i residui delle frustrazioni subite con suo padre.
Ma adesso le cose potrebbero cambiare.
Se si affida ad uno psicologo, purtroppo deve trovarselo privatamente, perché i colleghi dell'ASL hanno un sacco di impegni da portare avanti e lei ha bisogno di qualche psicologo-terapeuta che si prenda cura di lei.

Ne parli anche con il dietologo.

Poi ci risentiamo.

Auguri e cordialità.
[#3]
Attivo dal 2007 al 2012
Ex utente
Gentile dott. Martis,

mi sono chiesta spesso se questa capacità di introspezione sia una benedizione o una maledizione.... Certo mi permette di comprendere molte cose di me e degli altri, però talvolta è un fardello, tendo a "pensare troppo"....
Seguirò il suo consiglio, contaterò uno psicologo dalle mie parti; ho cerctao sull'albo, non ho trovato specalisti sui disturbi di alimentazione ma ho segnato un paio di numeri di psicologi-psicoterapeuti per adulti.

La ringrazio molto per la celerità delle sua risposta,

grazie!

C.
[#4]
Attivo dal 2007 al 2012
Ex utente
Gentile dott. Vita,

mia madre c'è. Rileggendo il testo "da esterna" ho capito che in effetti è un'assenza prepotente. Mia madre c'è, c'è sempre stata, ha sempre preso le mie difese, ha sempre cercato di sostenermi ma non si è mai imposta su mio padre.
Gliene ho sempre fatto una colpa, pur amandola molto, anche se talvolta la giustificavo perché in realtà anche lei "subiva" (e subisce) i comportameti di mio padre, che, ci tengo a puntualizzare, non è una cattiva persona, solo un uomo molto severo con se stesso e con gli altri...ha un brutto modo di porsi purtroppo, e come dicevo, sto cominciando a comprenderlo solo adesso, forse perché da adulta sto scindendo la figura dell'uomo da quella del padre...e anzi,temo di assomigliargli -nei pregi e enei difetti- più di quanto vorrei...

La ringrazio per le sue osservazioni,

spero davvero in un rinnovamento che cambi le cose.


C.
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