Un comportamento alimentato

Salve,
da tempo e ciclicamente presento strani comportamenti legati al cibo.
Circa un anno fa cominciai ad accusare i primi "fastidi" davanti ad un qualsiasi piatto...Voglio ricordare i miei precedenti (vedi "Memorizzazione e depressione") che a mio parere hanno alimentato un ulteriore meccanismo di autodistruzione.Nel momento in cui certe persone presenti nella mia vita hanno scoperto il mio disturbo con l'autolesionismo io cominciai più o meno consapevolmente a farmi del male con altri mezzi come l'astinenza da cibo e l'abuso (che continuo ancora a fare) di alcool.
Ricordo che programmavo la settimana in modo da fare almeno un pasto fuori casa (o almeno dire così alla mia famiglia, così da saltare il pasto) elencando poi di aver mangiato cibi mai ingeriti.Quando mi trovavo sola a pranzo cucinavo per sporcare le padelle (per non dare sospetti) e poi davo tutto al cane.
Sono arrivata a non mangiare per 3 giorni ed "alimentarmi" con l'alcool.Divenne un disagio mangiare in pubblico con gli amici e spesso cercai, senza alcun risultato, a vomitare tutto...
Nel giro di pochi giorni passai da un peso di 51 kg, peso stabile, ad uno instabile di 43/45/47.Anche il mio ragazzo si accorse della mia perdita di peso improvvisa, diceva di sentire troppo, al tatto, le costole.
Da un po' certi comportamenti si sono ripresentati in forma molto lieve e tendo a fare ogni volta che posso almeno 2/3 ore di palestra.
Non credo sia un comportamento alimentato da un'insoddisfazione estetica.Ricordo solo che quando comincia non riconoscevo nel mio corpo la persona distrutta che in realtà ero diventata, ormai consumata dalla innumerevoli patologie.
Vorrei sapere cosa pensa della mia situazione e se, almeno in passato, questi potessero rientrare nella categoria dei DCA.
La ringrazio in anticipo.
[#1]
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
Gentile ragazza da quello che dice e quello che ha scritto nel suo consulto precedente il DCA è solo una parte della sua condizione che meriterebbe un intervento di tipo specialistico. Sembra tuttavia dal suo post precedente che lei non abbia alcuna intenzione di modificare i suoi vissuti. NON so se oggi qualcosa sia cambiato. Resta il facco che dovrebbe cercare un aiuto dal vivo. Vivere nell'illusione di trarre linfa vitale dalla propria sofferennza (dal post precedente) è il sintomo di una errata interpretazione della propria realtà e di un evidente disturbo che deve essere curato.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

[#2]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Gentile ragazza, ciò che colpisce leggendo il suo racconto è che ne parla come se riguardasse qualcun'altro. Come le è stato già detto in passato, nella sua descrizione si trovano molti sintomi che lascerebbero pensare per l'appunto a un disturbo dell'alimentazione, non solo, ma potrebbe esserci anche dell'altro.

Non so se a questo punto sia opportuno sottolinearle ancora una volta come delle visite specialistiche siano quanto mai necessarie, probabilmente non è questo che cerca.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#3]
Utente
Utente
Vi ringrazio per la velocità nel rispondere.

"ciò che colpisce leggendo il suo racconto è che ne parla come se riguardasse qualcun'altro"

Ad essere sincera questo è un aspetto che non ho mai notato.
Probabilmente sarà perchè i miei comportamenti non mi stupiscono più, tendo a guardare ormai con molto distacco questi miei atteggiamenti: non ho alcuna intenzione di fare del vittimismo di antichi vissuti e periodiche ricadute.
In ogni caso vi ringrazio ancora, volevo solo sapere quale fosse il limite tra normalità e DCA, nel mio caso ovviamente.
[#4]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> Probabilmente sarà perchè i miei comportamenti non mi stupiscono più, tendo a guardare ormai con molto distacco questi miei atteggiamenti
>>>

Potrebbe essere proprio il contrario. Una delle caratteristiche principali dei disturbi sul versante anoressico, ad esempio, è proprio una marcata anestesia emotiva, con il distacco che ne consegue.
L'anoressica si nutre del sacrificio e della propria sofferenza, e rimpiazza con essa ogni altra emozione di segno positivo.

Non posso dire se lei sia anoressica, ovviamente, dato che non la conosco e non l'ho qui di fronte a me. Le do questo spunto solo perché vedo che ha indicato di essere sottopeso.

Cordiali saluti
[#5]
Utente
Utente
No, non sono anoressica dato che sono molto bassa e dovrei teoricamente avere un peso sotto l'85% del peso previsto.

"anestesia emotiva"

"L'anoressica si nutre del sacrificio e della propria sofferenza, e rimpiazza con essa ogni altra emozione di segno positivo"

Queste sono espressioni che mi colpiscono molto.
Apatia e anestesia sono parole che ricorrono quotidianamente.
DCA: Disturbi del Comportamento Alimentare

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