Anoressia bulimica

Buonasera, sono una ragazza di 23 anni e scrivo per un problema che mi accompagna ormai da 5 anni.
Non ho mai avuto un ottimo rapporto con l’alimentazione, nel senso che è sempre stato influenzato dai miei stati d’animo: anziché esprimere un disagio a parole, mi è sempre risultato spontaneo manifestarlo in ambito alimentare. Niente di così grave comunque, solo variazioni di peso dell’ordine di pochi kg (massimo 5).
Tra il 2004-2005 ho iniziato a ridurre drasticamente l’apporto nutrizionale, saltando pasti e limitandomi a mangiare molto poco a cena (momento in cui tutta la famiglia era riunita e quindi non potevo saltare il pasto). Nel 2005-2006 a questi “digiuni” si sono sovrapposti episodi di vomito autoindotto, dapprima sporadici per poi divenire un’abitudine. Sostanzialmente nel giro di poco tempo ho iniziato a vomitare dopo ogni pasto.
Sono alta 1 metro e 73 cm, pesavo 55 kg. Nel 2007 sono arrivata a pesare 38 kg scarsi, ora invece ho un peso di 41 kg circa (oscilla tra i 40 e i 43).
Il problema è che non riesco a fare a meno di vomitare, non mi auto induco il vomito ma è un fatto “spontaneo” (non so se mi sono spiegata, mi viene da rimettere quando mangio senza bisogno che io faccia qualcosa per indurre l’emesi).
Ho altresì episodi bulimici, in cui ingerisco alimenti in modo casuale (senza aver fame) per poi star male e rimettere. Senza questi episodi vomito 3-5 volte al giorno, mentre nelle giornate in cui “mi abbuffo” arrivo a rimettere anche una decina di volte.
La situazione sta diventando poco sostenibile, dopo 5 anni in questo modo inizio ad essere molto “stanca” mentalmente, nonché fisicamente.
Vorrei chiederVi quale sia l’approccio migliore da seguire in questi casi. Se vi sia un particolare percorso terapeutico, se sia un approccio medico o psichiatrico… ho letto diverse informazioni in Internet, ma non mi hanno aiutata a farmi un’idea precisa di quale potrebbe essere il percorso da intraprendere.
Vi ringrazio.
(Non so se possa essere inerente al problema illustrato, ma ho avuto problemi di abuso di alcool e condotte auto-lesive. Bevevo molto, sin dal mattino, spesso fino sentirmi male o a perdere i sensi. Per più di un anno poi arrecavo danno al mio corpo, attraverso lacerazioni, contusioni o di rado bruciature auto inferte. Ad ogni modo, penso di aver superato entrambi i problemi, è un anno che non ricado in comportamenti simili.)
[#1]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile ragazza, il disturbo da Lei illustrato è da trattare in co-terapia: medico psichiatra, psicoterapeuta, ginecologo, nutrizionista e dietologo.
Ci sono centri come la Comunità terapeutica "Il Volo" (Villa Ratti) di Monticello Brianza, che si occupa proprio di questi disturbi.

In bocca al lupo per il Suo percorso!

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
La ringrazio per la cortese risposta.

Mi chiedevo un'altra cosa: in una situazione come quella descritta, un percorso terapeutico affine a quello da Lei indicato è da svolgersi necessariamente in regime di ricovero?
I miei famigliari non sono al corrente dei miei problemi e, per quanto possibile, vorrei evitare che ne venissero a conoscenza. I miei genitori notano soltanto le mie variazioni ponderali (anche se non si sono mai resi conto di quanto in realtà fossero marcate), ma le attribuiscono erroneamente ad una condizione di stress per lo studio universitario. Preferisco lasciargli credere ciò, piuttosto che renderli partecipi della realtà dei fatti. Ai loro occhi sono sempre apparsa come la tipica "ragazza modello", brava nello studio, estremamente razionale e matura, autonoma, senza problemi rilevanti. Non sono mai andati oltre questa facciata di appartente perfezione e non voglio che lo facciano ora, ormai è tardi.
Un regime di ricovero sarebbe dunque problematico in quest'ottica.
[#3]
Dr.ssa Rosa Riccio Psicologo, Psicoterapeuta 247 5
Gentile ragazza,
in alcuni casi il trattamento prevede un ricovero, in altri si effettua in regime di day hospital. Dipende dalla struttura alla quale si rivolge e dal professionista che valuta il caso.

Comprendo il suo desiderio di non coinvolgere i suoi genitori e di continuare a essere per loro la "figlia modello" che tanto apprezzano. Immagino che "inquinare" l'immagine che loro hanno di lei potrebbe provocare sofferenza e confusione in tutti e tre.
Ma ugualmente le chiedo: pensa che esista la possibilità che possa venir fuori qualcosa di buono da questo suo "svelamento"?
Non so quale sia la risposta ma penso che sia utile per lei porsi questa domanda.

Un caro saluto

Dr.ssa Rosa Riccio
Psicologa-Psicoterapeuta
www.cantupsicologia.com

[#4]
Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
Onestamente non saprei rispondermi nemmeno io.
Ad ogni modo La ringrazio per il chiarimento e la gentile risposta.

Cordiali saluti.
[#5]
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187
Gentile Utente,
probabilmente oggi il Suo sistema digerente è un po' disorientato, e quindi è difficile capire con esattezza quali sono le percentuali causali (mediche versus psicologiche) che influiscono sugli episodi di vomito.

Inoltre Lei ha elencato una serie di sintomi, come l'autolesionismo e l'abuso di sostanze alcoliche, che andrebbero accuratamente contestualizzati attraverso una visita psichiatrica.

Per cui io inizierei proprio dallo psichiatra, il quale sarà in grado di indirizzarla eventualmente presso una struttura.

Comunque il trattamento in questi casi prevede la collaborazione di psichiatra, psicoterapeuta, internista, ecc.: solitamente si fa riferimento ad una struttura in cui questi professionisti coesistono e si occupano già di problemi come il Suo: ad esempio c'è l'Istituto Auxologico Italiano a Milano.

Essendo Lei maggiorenne può scegliere di curarsi senza far sapere nulla ai Suoi parenti: tenga presente che in questo modo la strada potrebbe essere un pochino più in salita, per questo ce la deve mettere tutta.

L'importante è trovare al più presto gli specialisti adatti: non può più affrontare tutto questo da sola.

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_

[#6]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Gentile ragazza, è probabile che nel suo caso non si tratti di anoressia né di bulimia, ma che il vomiting abbia un ruolo preponderante nel determinare il disturbo.
Può leggere quest'articolo per chiarirsi le differenze fra bulimia e vomiting:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/274-il-disturbo-da-vomiting.html

Il trattamento dei disturbi alimentari può avvenire sia in centri dedicati, sia presso professionisti specializzati in questo tipo di disturbi. In ultima analisi tutto sta nel trovare i professionisti adatti, prima ancora delle figure professionali adatte.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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