Naturalmente ho subito interrotto la terapia con antidepressivo in attesa di tornare dal medico
Buongiorno,
sono un ragazzo di 26 anni e da tempo soffro di problemi di colite spastica di carattere psicosomatico. Ho iniziato ad avere questo disturbo a gennaio 2009. Il medico curante all'epoca mi prescrisse cura con LEVOPRAID 50 mg 1cp al giorno. Dopo un ciclo di circa due mesi ho interrotto la terapia in quanto tale farmaco mi provocava alcuni effetti collaterali per quanto riguardava la sfera sessuale. Ad agosto 2009 i disturbi da colite hanno iniziato progressivamente a diminuire fino a scomparire del tutto. A settembre 2009 ho iniziato un percorso di psicoterapia con una Psicologa del ramo cognitivo-comportamentale per cercare di risolvere i miei problemi di ansia, stress, mancanza di autostima e valutare l'ipotesi di dichiarare ai miei genitori la mia omosessualità. La terapia è durata però solo qualche seduta in quanto, una volta individuato il problema, la terapista ha provveduto a fornirmi alcune soluzioni concrete per risolverlo anche se aveva preventivato che la cosa si sarebbe potuta risolvere solo nel lungo periodo.
Da circa 20 giorni, purtroppo, i sintomi da colite spastica sono riapparsi e stavolta ancora peggio di prima e risulta davvero molto problematico e difficile conviverci. Così ho deciso di ritornare dal medico curante il quale mi ha prescritto cura con antidepressivo ZOLOFT 50mg 1 cp al giorno + LEXOTAN al bisogno. Ho iniziato la cura venerdì pomeriggio scorso assumendo 8 gocce di lexotan alle ore 14.30 a causa di alcuni dolori addominali e ZOLOFT 50 mg la sera molto tardi prima di andare a letto. Durante la notte ho provato una forte sensazione di nausea, accompagnata da tachicardia e uno stato di agitazione. Al mattino appena ho cercato, molto gradualmente, di alzarmi dal letto ho provato vertigini, sudorazione, tremore e sono svenuto. Nell'arco della giornata sono rimasto spossato e mi sono piano piano ripreso. Tengo a precisare che da circa 5 anni assumo tutte le mattine 1/4 di compressa di atenololo 100 mg per tachicardia.
Naturalmente ho subito interrotto la terapia con antidepressivo in attesa di tornare dal medico curante, ma gli spasmi da colite continuano tuttora.
Vorrei sapere se intraprendere di nuovo un percorso psicoterapeutico potrebbe portare qualche risultato positivo per risolvere il mio problema. In tal caso, dato che la psicoterapia cognitivo comportamentale ha portato risultati soddisfacenti solo nell'immediato ed i problemi psicosomatici si sono poi ripresentati, esistono altri percorsi terapeutici più adatti per le mie problematiche? Vi ringrazio.
sono un ragazzo di 26 anni e da tempo soffro di problemi di colite spastica di carattere psicosomatico. Ho iniziato ad avere questo disturbo a gennaio 2009. Il medico curante all'epoca mi prescrisse cura con LEVOPRAID 50 mg 1cp al giorno. Dopo un ciclo di circa due mesi ho interrotto la terapia in quanto tale farmaco mi provocava alcuni effetti collaterali per quanto riguardava la sfera sessuale. Ad agosto 2009 i disturbi da colite hanno iniziato progressivamente a diminuire fino a scomparire del tutto. A settembre 2009 ho iniziato un percorso di psicoterapia con una Psicologa del ramo cognitivo-comportamentale per cercare di risolvere i miei problemi di ansia, stress, mancanza di autostima e valutare l'ipotesi di dichiarare ai miei genitori la mia omosessualità. La terapia è durata però solo qualche seduta in quanto, una volta individuato il problema, la terapista ha provveduto a fornirmi alcune soluzioni concrete per risolverlo anche se aveva preventivato che la cosa si sarebbe potuta risolvere solo nel lungo periodo.
Da circa 20 giorni, purtroppo, i sintomi da colite spastica sono riapparsi e stavolta ancora peggio di prima e risulta davvero molto problematico e difficile conviverci. Così ho deciso di ritornare dal medico curante il quale mi ha prescritto cura con antidepressivo ZOLOFT 50mg 1 cp al giorno + LEXOTAN al bisogno. Ho iniziato la cura venerdì pomeriggio scorso assumendo 8 gocce di lexotan alle ore 14.30 a causa di alcuni dolori addominali e ZOLOFT 50 mg la sera molto tardi prima di andare a letto. Durante la notte ho provato una forte sensazione di nausea, accompagnata da tachicardia e uno stato di agitazione. Al mattino appena ho cercato, molto gradualmente, di alzarmi dal letto ho provato vertigini, sudorazione, tremore e sono svenuto. Nell'arco della giornata sono rimasto spossato e mi sono piano piano ripreso. Tengo a precisare che da circa 5 anni assumo tutte le mattine 1/4 di compressa di atenololo 100 mg per tachicardia.
Naturalmente ho subito interrotto la terapia con antidepressivo in attesa di tornare dal medico curante, ma gli spasmi da colite continuano tuttora.
Vorrei sapere se intraprendere di nuovo un percorso psicoterapeutico potrebbe portare qualche risultato positivo per risolvere il mio problema. In tal caso, dato che la psicoterapia cognitivo comportamentale ha portato risultati soddisfacenti solo nell'immediato ed i problemi psicosomatici si sono poi ripresentati, esistono altri percorsi terapeutici più adatti per le mie problematiche? Vi ringrazio.
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Gentile utente,
riguardo al percorso psicoterapeutico, credo che la questione fondamentale nel suo caso possa riguardare non tanto l'indirizzo teorico di riferimento, quanto quella che lei ha descritto come una dimissione un po' prematura rispetto alle sue esigenze.
Esistono diversi indirizzi teorici a cui riferirsi. Io posso scriverle qualcosa sullapsicoterapia psicodinamica, che è quella che pratico: permette di approfondire maggiormente il legame tra il sintomo e le cause profonde che possono averlo provocato, consentendo di valutare in itinere se, quanto e quando approfondire le tematiche fondamentali.
Credo sia necessario tuttavia che il suo rapporto con i farmaci sia chiaro e utile, anzichè dannoso come ci ha descritto. Vista la situazione un po' ingarbugliata dai vari interventi, penserei di rivolgermi a uno psichiatra piuttosto che la medico di base.
Cordialmente,
riguardo al percorso psicoterapeutico, credo che la questione fondamentale nel suo caso possa riguardare non tanto l'indirizzo teorico di riferimento, quanto quella che lei ha descritto come una dimissione un po' prematura rispetto alle sue esigenze.
Esistono diversi indirizzi teorici a cui riferirsi. Io posso scriverle qualcosa sullapsicoterapia psicodinamica, che è quella che pratico: permette di approfondire maggiormente il legame tra il sintomo e le cause profonde che possono averlo provocato, consentendo di valutare in itinere se, quanto e quando approfondire le tematiche fondamentali.
Credo sia necessario tuttavia che il suo rapporto con i farmaci sia chiaro e utile, anzichè dannoso come ci ha descritto. Vista la situazione un po' ingarbugliata dai vari interventi, penserei di rivolgermi a uno psichiatra piuttosto che la medico di base.
Cordialmente,
Roberta Cacioppo - Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa clinica -
www.psicoterapia-milano.it
www.sessuologia-milano.it
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