Autosuggestione e dubbi sulla sessualità

Sono un ragazzo di 18 anni e sono sempre stato attratto dal genere femminile, ho conosciuto la mia attuale ragazza un anno e mezzo fa, sono stato insieme a lei fino ad agosto 2009, ci siamo poi lasciati per motivi riguardanti il nostro equilibrio di coppia. In seguito alla nostra separazione è iniziato un periodo buio.
Ho iniziato a tormentarmi con pensieri strani, per strani intendo particolari istinti contrari alla mia eterosessualità. Nulla di ben definito, lievi sensazioni. Se non si trattava di questi istinti si trattava del desiderio smodato di giacere con ragazze, come fossero degne sostitute di quella che avevo perso. Questo inverno mi sono rimesso insieme alla ragazza sopra citata, la mia vita ha ripreso una bella piega, mi sento felice ed appagato dalla mia relazione, eppure non riesco a vivere pienamente sereno.
Mi sembra di perseguitarmi con futili preoccupazioni senza che ci sia un preciso motivo, se non si tratta di desiderare altre ragazze si tratta di pensieri che non riesco a definire ma che ritengo riguardino il campo dell'omosessualità. Tuttavia non mi sento attratto dall'altro sesso, ne non amo la mia ragazza. In breve chiedo questo consulto per avere un parere esterno su questa mia strana situazione.
La spiegazione razionale, visto che quando sto con la mia ragazza questi problemi non si presentano e visto che provo eccitazione e soddisfazione nello stare con lei, è che nei momenti di stress io sfoghi la tensione accumulata in questo modo. Riconosco che sia strana come interpretazione, ma non vedo altre possibilità. Aggiungo ad avvalorare la mia supposizione che questo è per l'appunto un momento stancante in cui sto passando meno tempo con la mia metà per motivi esterni al nostro rapporto.
Sono fortemente convinto di autosuggestionarmi, è purtroppo un difetto del mio carattere. Cito, tanto per dare una idea, situazioni in cui mi agitavo inutilmente andando a temere il peggio quando non riuscivo a contattare la mia ragazza per motivi a me ignoti, arrivavo a pensare che stesse con un altro, che fosse stata aggredita, oppure che fosse svenuta da qualche parte in mezzo alla strada (queste forme di autosuggestione si riferiscono all'anno 2009, prima della nostra separazione). Ora sento come che queste forme di agitazione si siano evolute, magari passeranno nel giro di un mese non appena troverò qualcosa di più interessante con cui torturare i miei equilibri.
In somma concludendo, vivo questa situazione di disturbo dal momento della separazione con la mia ragazza, a causa della mia innata capacità di autosuggestionarmi mi tormento con dubbi sulla mia sessualità pur oggettivamente non desiderando il mio stesso sesso. E' una situazione davvero fastidiosa.
Aggiungo, nel caso fosse utile, di aver subito il trauma della separazione dei miei genitori all'età di 13 anni, da un anno a questa parte ho ottimi rapporti con entrambi.
Ringrazio anticipatamente
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
Gentile ragazzo, lasci perdere i traumi, da quello che racconta (pensieri sulla propria sessualità, paure ecc senza alcun elemento oggettivo per averle) farebbe pensare ad una problematica di tipo ossessivo.
forse, qualche colloquio con uno psicologo potrebbe sicuramente aiutarla.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
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Dr.ssa Rosa Francesca Capozza Psicologo, Psicoterapeuta 47
Gentile utente, la sua giovane età permette di ricondurre le sue preoccupazioni relative alla sfera sessuale all'interno del principale compito dell'adolescenza: la costruzione della propria identità. Costruzione che si configura anche come ricerca attiva di sè, quindi formazione,riconoscimento e consolidamento dell'immagine di sè (nelle sue componenti affettiva, emotiva, cognitiva, relazionale, sessuale). Da quello che racconta, emergono consistenti ansie trasversali, ovvero non limitate esclusivamente ad una sfera. In ultimo, accenna ad un "trauma" che ha vissuto 5 anni fà proprio all'inizio dell'adolescenza e che può pesare, più di quanto abbia creduto, proprio sulla costruzione di certezze e riferimenti relativi alla sua identità personale e relazionale. Le suggerisco di potersi rivolgere ad uno psicologo che la possa supportare in questo percorso di scoperta e riconoscimento di sè ed a sciogliere i nodi psicoaffettivi evidenziati.
Cordiali saluti

Dr.ssa Rosa Francesca Capozza
Psicologa-Psicoterapeuta
Specialista in Psicologia della Salute