L'adolescenza,difficile anche da parte delle sorelle

La mia storia è davvero lunga da spiegare,proverò ad abbreviarla il più possibile senza tralasciare nulla di importante.Ho 25anni,è nonostante la mia giovane età ho un marito e 2 splendide figlie una di 3 anni e una di 3 mesi.
Però nonostante ciò resto ancora molto legata alla mia famiglia di origine,mio padre,mia madre e mia sorella di 10anni in meno.
Siamo una famiglia unita ed abitiamo vicini,quindi ci vediamo spesso(soprattutto mia mamma che viene da me a prendersi il caffè)e il sabato generalmente lo passiamo insieme.
Il "problema" è mia sorella,è sempre stata una ragazza con un carattere particolarmente difficile,spigoloso,suscettibile,e i nostri 10anni che ci separano non hanno mai semplificato le cose.Non siamo mai state complici,poichè la mia adolescenza era la sua prima infanzia,e ora che ha 15anni e comincia ad uscire e frequentare le discoteche,io ho una famiglia a cui pensare...
Da un anno a questa parte circa mia sorella è cambiata e putroppo molto in negativo,capisco l'età ma lei ad una fase sicuramente complicata aggiunge il pessimo carattere che farebbe saltare i nervi anche ai santi.
Ho provato,impegnandomi davvero a cercare di costruire un legame con lei,tutto vano.Purtroppo mi piange il cuore dirlo ma non la considero una bella persona,è volgare,non ha rispetto di nulla,di nessuna persona,è opportunista e non fa nulla per nulla...con il cuore che mi si spezza devo dire che non è una bella persona,e se non fosse mia sorella non la frequenterei.Però c'è il sangue che ci lega e questo fa si che io le voglia bene incondizionatamente.
Purtroppo vedo i miei genitori navigare in alto mare...cercano in buonissima fede di metterla sulla retta via parlandone,ma mia sorella come ha ammesso lei più volte le parole che noi le diciamo le "scivolano addosso",non le interessa nulla e vedo i miei incapaci di agire concretamente.Quindi lei a 15 anni comanda in casa,esce tutti i giorni decide lei gli orari,non riconosce minimamente l'autorità genitoriale,lei fa quello che vuole e quando vuole.
I miei li vedo in difficoltà poichè non sanno avere quel pugno di ferro necessario in un guanto di velluto,poichè se ti scontri con lei ne esci comunque perdente.Siamo andati tutti,e mi sono messa a disposizione anche io,nonostante avessi una figlia piccola e una in arrivo,ad andare da una pscicologa specializzata in problematiche adolescenziali che però è stata se possibile solo più deleteria poichè ci ha letteralmente scaricati,non sapendo nemmeno lei come prendere mia sorella.Questa delusione,soprattutto dei miei,e questa vittoria di mia sorella in qualche modo,ha solo gettato nello sconforto ancora di più i miei genitori che ora sono più che mai più convinti che devono affrontare la cosa solo in famiglia.Chiedono il mio aiuto,di cercarle di stare più vicina ,e io ci ho provato,ma senza successo,anche perchè ammetto di avere un certo rancore verso di lei poichè quando c'è rovina sempre tutto,io ormai non so più che fare..e vedere i miei così mi dispiace
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Gentile ragazza, nelle sue parole c'è tutto il dispiacere per una situazione purtroppo oggi comune. Sarebbe inappropriato paragonare lei e sua sorella non solo per la differenza d'età, ma anche perché lei ha una famiglia sua, ed è quindi anni luce avanti quanto a esperienza di vita.

In ogni caso, l'unica speranza di "riacciuffare" l'adolescente in casi come questi è e resta nelle mani dei genitori. Il problema è che se non sono riusciti a tenere a bada sua sorella sino ad ora, da qui in avanti sarà sempre più difficile farlo.

Non dovete avere un giudizio troppo duro nei confronti della psicologa, che non vi avrà "scaricati" ma è probabile abbia fatto l'unica cosa possibile in casi come questi: non è possibile aiutare una persona che non vuole essere aiutata. L'aiuto potrebbero continuare a riceverlo i vostri genitori, ma occorrerebbe uno psicologo/psicoterapeuta che, come ha correttamente detto lei, sapesse insegnar loro a usare pugno di ferro in guanto di velluto.

Non solo, ma il babbo e la mamma - soprattutto il babbo, in questi casi - dovrebbero essere disposti a correggere prima di tutto loro stessi, per correggere la figlia. Lei pensa che disporrebbero delle risorse adatte per riuscirci?

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Utente
Utente
Gentilissimo Dr. Santonocito, inanzittutto la ringrazio per la tempestiva risposta.
I miei genitori sono persone molto intelligenti,nonostante la loro età superi di qualche anno la cinquantina si mettono ancora in discussione e non c'è sera in cui a tavola non parlino di come migliorarsi.
Ma purtroppo nonostante loro sappiano benissimo dove sbagliano con mia sorella non riescono a mettere in pratica quello che già sanno.
Purtroppo come credo lei sa benissimo certe situazioni non sono le uniche problematiche che una persona ha nella vita.Nonostante mia sorella sia la preoccupazione primaria in quella dei miei genitori,si devono comunque anche rapportare con il difficile periodo lavorativo,di conseguenza anche economico,e con la stanchezza anche mentale di essere ancora genitori con la G maiuscola e anche nonni di due bellissime bambine(anche se per scelta mia e di mio marito non le abbiamo mai lasciate da loro durante il lavoro,ma abbiamo optato per un asilo).
Io li vedo stanchi,molto, però alla sua domanda se a mio dire sono persone che abbiano le risorse necessarie per modificare il loro atteggiamento,facendosi aiutare loro a "domare" mia sorella rispondo SI...
E per questo la ringrazio tanto perchè mi trovavo nel buio più assoluto su cosa potessi fare...ora so che posso spingere i miei vero questa strada...

Però mi assilla una domanda,forse quella da un milione di euro,cosa posso fare IO per mia sorella???
Come esserle in qualche modo complice,nonostante io non apprezzi nessun suo atteggiamento?

In tutto questo non ho detto che si lei è l'artefice di tutto,ma che la vedo così estremamente triste e insoddisfatta della sua vita,perchè è una vita senza progetti nè sogni nè fututo...

ringrazio ancora...
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> I miei genitori sono persone molto intelligenti,nonostante la loro età superi di qualche anno la cinquantina si mettono ancora in discussione e non c'è sera in cui a tavola non parlino di come migliorarsi.
>>>

Il problema potrebbe dipendere anche da questo. Per funzionare bene, la famiglia ha bisogno di una sana gerarchia e, quando questa non esiste, i genitori devono riappropriarsi del loro ruolo. Non c'è molto bisogno di parlare né molto da discutere, ma soprattutto di agire. È penosamente illusorio pensare che un adolescente capisca da sé ciò che va bene e ciò che non va bene. Può leggere questo breve articolo per chiarirsi meglio cosa intendo:
http://www.giuseppesantonocito.it/news.htm?m=124

Per questo le chiedevo se i suoi genitori secondo lei hanno le risorse. Il vostro mi sembra un modello di famiglia democratica, dove tutti insieme si cerca di discutere per risolvere i problemi. Solo che con gli adolescenti questo modello è fallimentare, perché la tendenza dell'adolescente è verso l'esterno, non verso l'interno. Se i genitori hanno interesse a mantenere la famiglia unita, molti adolescenti vorrebbero romperla, perché la vedono come un ostacolo ai loro ideali di realizzazione (spesso anch'essi illusori a quell'età).

Ecco il perché dell'autorità e della gerarchia che le dicevo.

Legga questo libro, penso lo troverà utile: "Modelli di famiglia", di G. Nardone.

Per quanto riguarda lei, purtroppo non credo ci sia molto che possa fare per sua sorella in questa fase. Men che meno "esserle complice": lei è già moglie e mamma, sua sorella la vede come molto più simile ai vostri genitori che come una sorella. Il compito di "raddrizzarla" spetta innanzitutto a loro. Se e quando ci saranno riusciti loro, allora anche lei potrà tornare utile.

Cordiali saluti
[#4]
Utente
Utente
Devo dire gentile dottore che lei ha centrato il segno...ebbene si la mia è una famiglia decisamente democratica e si è sempre cercato davero di risolvere i problemi confrontandoci.Forse questo serve ora tra me e i miei genitori meno tra i miei genitori e mia sorella.

Mi dispiace tremendamente sapere che c'è poco che io possa fare...le voglio bene e vorrei aiutarla...ho sempre pensato di poter essere una grande risorsa per lei,ho più esperienza e potrei consigliarla bene credo,ma cmq non sono sua madre e non sono io a dirle cosa può o non può fare...sa che le sue confidenze non le farei mai ai miei genitori...ma nonstante io ci abbia provato lei non ha mai voluto questo rapporto con lei.

Forse devo davvero cercare più confronto con i miei che con lei...anche se è difficile,poichè a volte mi sembra dover "insegnare il mestiere" a loro che lo esercitano da una vita più di me...
Spero solo di imparare anche io dai loro errori per non ripeterlki con le mie.

Saluti e buon fine settimana
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Dr. Antonio Vita Psicologo, Psicoterapeuta 708 23

Gentile Utente,

Gli adolescenti oggi sono quasi tutti così: sbruffoni, arroganti, super, irrispettosi, incauti. In verità sono fragili ed hanno un turbinio di informazioni che vengono da ogni parte e che non riescono a selezionare, ed un mondo in ebollizione che non riescono a capire.
Vanno amati, ascoltati, con una premura misurata, in attesa che mostrino qualche difficoltà e qualche momenti di debolezza. Non chiederanno aiuto, né occorre darlo perché temono che si voglia invadere la propria privacy. Eppure hanno bisogno di aiuto.
Ascoltare, essere attenti alle loro esigenze, far capire che possono contare sempre su di noi, anche se non chiediamo niente in cambio, nemmeno che cambino abutudine.

Forse questo è un modo per mettersi in contatto con loro.

Provi.

Auguri e buon fine settimana.

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Il supporto che lei potrebbe dare a sua sorella potrebbe essere di tipo emotivo, se non educativo. Ma anche questo rischierebbe di trasformarsi facilmente in indulgenza e di legittimare ancora di più i comportamenti disfunzionali di sua sorella. Non ho l'autorità per educarti ma ti voglio bene, quindi ti sto vicino e ti aiuto. Un po' come fanno i nonni, insomma.

In questi casi l'unica cosa efficace è l'autorevolezza genitoriale, ma anche quando c'è non è detto che le cose migliorino da un giorno all'altro. L'adolescenza è un'età difficile, oggi più che mai. Ci vuole fermezza e pazienza allo stesso tempo. Gli adolescenti di oggi per certi versi maturano più in fretta ma per altri rimangono bambini e iperprotetti più a lungo rispetto al passato.

Comunque non occorre disperare. La stragrande maggioranza dei ragazzi riesce a superare questa fase, quindi è certamente possibile che lei e sua sorella possiate recuperare un rapporto nuovo, su basi diverse, quando lei sarà cresciuta. E magari anche con i vostro genitori.

Forse non sarebbe male se in questa fase veniste seguiti (lei e i suoi genitori) da un collega che sappia indirizzarvi.

Cordiali saluti
[#7]
Utente
Utente
Gentilissimo Dr VIta quanto sono vere le sue parole!!!
gli adolescenti sono davvero così,e se ci rifletto mi ricordo anche la mia di adolescenza...ho passato le stesse fasi con l'unica differenza che il mio carattere è sempre stato più mite e nonostante i tanti scontri con i miei genitori,comunque riconoscevo la loro autorità e un loro NO per quanto mi facesse arrabbiare era un NO.Per mia sorella il no non ha grande valore poichè se lei lo vuole fare lo fa,e ciò vuol dire prendere la chiavi e uscire e arrivare addirittura a farsi da SOLA un pearcing al naso quando le era stato vietato di andarselo a fare.
Comunque ci proverò,proverò a starle vicino nascondendo il rancore e la rabbia che comunque provo per lei..Le energie che spendo già per le mie figlie non sono poche,ma ho 25 anni e spero che la mia giovane età mi aiuti a non mollare!

Dr Santonocito,mi ripeterò ma la ringrazio ancora per le risposte,sono una ragazza di indole ottimista e spero davvero,ma un po' ne sono anche sicura,che prima o poi io e mia sorella ci ritroveremo....anni fa pensavo che questa sarebbe stata l'età in cui ci saremmo avvicinate,pensavo che me la sarei portata in giro a ballare,a fare compere insieme...poi conoscendo mio marito ho fatto un'altro percorso...
Ora aspetterò che lei passi questa fase...che maturi...e poi ci incontreremo finalmente!
Proverò a parlare con i miei genitori della possibilità di andare anche da un vostro collega e se per caso ne conoscete da consigliarmi nelle vicinanze di Modena vi sarei grata.

Ho anche pensato per lei un collegio,secondo voi sarebbe una cattiva scelta?So che a mìModena ce ne è uno,lo ha frequentato una mia amica al tempo delle superiori.
Poichè come potrete ben dedurre anche a scuola le cose non vanno bene,è già stata bocciata l'anno scorso in un liceo pscicopedagogico,molto difficile e non adatto a lei che non ha mai voluto studiare,ma lo ha scelto e continua imperterrita a volerlo frequentare nonostante ora che sta ripetendo l'anno ha profitti ancora peggiori dello scorso!!!
Un istituto con regole severe e da seguire secondo voi sarebbe un delegare il problema o invece una possibilità non scartare?

Ho molte domande me ne rendo conto...vi ringrazio ancora
[#8]
Dr. Antonio Vita Psicologo, Psicoterapeuta 708 23
Gentile Utente,

Il collegio no. Assolutamente no. Per diversi motivi. La ragazza potrebbe incattivirsi e uscire dal collegio molto peggio di come vi è entra. Poi non ve la perdonerà mai una scelta del genere.

Ma soprattutto delegare ad altri la vostra missione di educare è sbagliato. Rinunciare alla vostra importantissima funzione, che solo la famiglia e una scuola esterna e pubblica possono dare, significa allontanare il problema da voi e passare "la patata bollente" ad altri che, prezzolati, si assumono questa funzione, espletandola secondo metodi e mezzi (forse coercitivi) senza guardare negli occhi la ragazza.
La ragazza sta protestando contro Voi e la vita ed ha bisogno del vostro affetto e della vostra comprensione. Ha bisogno di essere compresa, capita, assolta, corretta, ma da voi, voi che rappresentate la SUA famiglia.

Rimboccatevi le maniche e mi scusi se non assumo un tono più dolce nei vostri confronti, conciliante ed accomodante (ed assolutorio). Ma non posso. Tradirei il mio pensiero e la mia stessa professione di psicologo e quella di pedagogista ed educatore a lungo sviluppata.

Ce la farete. Tutti insieme.

OK?

Cordialità
[#9]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Può consultare la lista degli iscritti a questo sito:
https://www.medicitalia.it/medici-specialisti-provincia/

oppure interpellare un professionista che può trovare in questa lista:
http://www.centroditerapiastrategica.org/ita/affiliati%20prof%20ita.htm

Mandare sua sorella in collegio potrebbe essere utile solo se fosse lei stessa a chiederlo. E anche così bisognerebbe vedere, perché potrebbe assumere il significato di una rinuncia al proprio ruolo di genitore. L'adolescente - come il bambino - ha bisogno di regole, e quando si comporta male è come se le stesse disperatamente chiedendo. Quindi, rinunciare a dargliele è un grave errore educativo. L'eccesso d'indulgenza produce danni quanto l'eccesso di severità.

Cordiali saluti
[#10]
Dr. Antonio Vita Psicologo, Psicoterapeuta 708 23


Gentile Utente,

Ma lei è di Modena?

E allora?

Non capisco....

[#11]
Utente
Utente
Veramente ho voluto buttare un po' una patata bollente.
Ricordo che nell'ultimo incontro con la psicologa specializzata in problematiche adolescenziali qui a Modena,mia mamma disse una frase del tipo -e allora cosa dovrei fare,mandarla in collegio?!-in tono sarcastico ovviamente;la psicologa rispose con un -Potrebbe essere una soluzione!-e il suo non era sarcasmo.
Sentendo da lei questa affermazione,proprio la sera che ci ha comunicato che ci voleva rivedere a maggio(era gennaio) devo dire che ha reso il boccone dello "scarico"(anche se mi avete detto che non è proprio così)ancora più amaro.

Nessuno dei miei genitori,ne tantomeno io abbiamo mai pensato di mandarla da nessuna parte!!!

Dr.Santonocito la ringrazio per la lista fornita!