Una psicologa che mi ha consigliato
Buonasera dottori,
ho avuto un'infanzia senza particolari drammi. Mio padre ha un carattere un po' duro: non mi ha mai detto "brava" e ha ancora oggi la capacità di farmi sentire una nullità con una sola parola. In più mio padre aveva già una figlia molto più grande di me da un precedente rapporto. Ha sposato mia mamma dopo essere rimasto vedovo. E sono nata io. Mia mamma vive per me. Abbiamo un rapporto fin troppo "morboso" nel senso che io, senza di lei, non credo che sarei capace di vivere.
Tre anni fa muore mia nonna, l'unica nonna che io abbia conosciuto e che in parte mi ha cresciuto (viveva con noi). Nello stesso periodo io mi laureo (triennale), lavoravo in un negozio come commessa nel periodo di Natale e mi lascia il fidanzato (in un modo non proprio nobile).
Non riuscivo più ad alzarmi. Attorno a me vedevo solo del nero e, sotto consiglio del mio medico curante, ho iniziato una terapia da una psicologa che mi ha consigliato. In quel momento anche io la vedevo come l'unica possibilità per "uscire" da questo buco nero.
Non mi sono informata sul tipo di psicoterapeuta. Dopo qualche mese il mio umore continuava ad essere sempre più nero, speravo di addormentarmi e non svegliarmi più. Per questo motivo ho chiesto di andare da una psichiatra che mi ha prescritto del LEXOTAN al bisogno e una cura con del CIPRALEX (1 compressa al giorno).
Sono passati tre anni. Non mi sono mai alzata del tutto, continuo ad aver paura della morte (sopratutto dei miei cari), continuo ad aver paura di rimanere sola e non ho assolutamente autostima.
Qualche mese fa un ragazzo mi nota. Decido di uscirci, con mille paure perché ricordavo bene come ero stata dopo l'ultimo rapporto. Con questo ragazzo é finita dopo 3 mesi di conoscenza. Non ne ero innamorata, ma avevo la speranza che potesse funzionare. Lui non ci ha permesso di conoscerci: forse le sue paure, forse il suo carattere, forse la mancanza di un vero interesse, ha deciso di chiudere.
Mi ritrovo nuovamente in un periodo nero. La fine di questo "rapporto", non trovo lavoro, una laurea in architettura presa a dicembre il pensiero di rimettermi in discussione perché l'architettura non é un campo per persone che non hanno "le spalle coperte" economicamente. Non vedo un futuro professionale, ho paura di rimanere sola, senza genitori e senza un compagno (anche questo mi ha mollato). Ho dovuto interrompere la terapia per una questione economica.
Adesso arrivo alle domande:
a) é forse il caso che ricominci a prendere il CIPRALEX o a qualcosa di simile per superare questo periodo?
b) mi rivolgo al servizio sanitario (di cui ho poca stima per precedenti esperienze familiari) per ricominciare una terapia che non ci metta nuovamente in croce economicamente?
c) qual'è secondo voi il tipo di psicoterapia più giusta per me? La mia dott.ssa credo seguisse il metodo di freud.
d) é meglio che vada da uno psichiatra o non da uno psicologo che mi segua e che mi dia anche le medicine?
Vi ringrazio anticipatamente.
ho avuto un'infanzia senza particolari drammi. Mio padre ha un carattere un po' duro: non mi ha mai detto "brava" e ha ancora oggi la capacità di farmi sentire una nullità con una sola parola. In più mio padre aveva già una figlia molto più grande di me da un precedente rapporto. Ha sposato mia mamma dopo essere rimasto vedovo. E sono nata io. Mia mamma vive per me. Abbiamo un rapporto fin troppo "morboso" nel senso che io, senza di lei, non credo che sarei capace di vivere.
Tre anni fa muore mia nonna, l'unica nonna che io abbia conosciuto e che in parte mi ha cresciuto (viveva con noi). Nello stesso periodo io mi laureo (triennale), lavoravo in un negozio come commessa nel periodo di Natale e mi lascia il fidanzato (in un modo non proprio nobile).
Non riuscivo più ad alzarmi. Attorno a me vedevo solo del nero e, sotto consiglio del mio medico curante, ho iniziato una terapia da una psicologa che mi ha consigliato. In quel momento anche io la vedevo come l'unica possibilità per "uscire" da questo buco nero.
Non mi sono informata sul tipo di psicoterapeuta. Dopo qualche mese il mio umore continuava ad essere sempre più nero, speravo di addormentarmi e non svegliarmi più. Per questo motivo ho chiesto di andare da una psichiatra che mi ha prescritto del LEXOTAN al bisogno e una cura con del CIPRALEX (1 compressa al giorno).
Sono passati tre anni. Non mi sono mai alzata del tutto, continuo ad aver paura della morte (sopratutto dei miei cari), continuo ad aver paura di rimanere sola e non ho assolutamente autostima.
Qualche mese fa un ragazzo mi nota. Decido di uscirci, con mille paure perché ricordavo bene come ero stata dopo l'ultimo rapporto. Con questo ragazzo é finita dopo 3 mesi di conoscenza. Non ne ero innamorata, ma avevo la speranza che potesse funzionare. Lui non ci ha permesso di conoscerci: forse le sue paure, forse il suo carattere, forse la mancanza di un vero interesse, ha deciso di chiudere.
Mi ritrovo nuovamente in un periodo nero. La fine di questo "rapporto", non trovo lavoro, una laurea in architettura presa a dicembre il pensiero di rimettermi in discussione perché l'architettura non é un campo per persone che non hanno "le spalle coperte" economicamente. Non vedo un futuro professionale, ho paura di rimanere sola, senza genitori e senza un compagno (anche questo mi ha mollato). Ho dovuto interrompere la terapia per una questione economica.
Adesso arrivo alle domande:
a) é forse il caso che ricominci a prendere il CIPRALEX o a qualcosa di simile per superare questo periodo?
b) mi rivolgo al servizio sanitario (di cui ho poca stima per precedenti esperienze familiari) per ricominciare una terapia che non ci metta nuovamente in croce economicamente?
c) qual'è secondo voi il tipo di psicoterapia più giusta per me? La mia dott.ssa credo seguisse il metodo di freud.
d) é meglio che vada da uno psichiatra o non da uno psicologo che mi segua e che mi dia anche le medicine?
Vi ringrazio anticipatamente.
[#1]
Gentile ragazza, se il suo stato depressivo non è gravissimo può farsi seguire sia dallo psichiatra che dallo psicoterapeuta. Una psicoterapia nel suo caso potrebbe essere comunque indicata, perché mi pare ci siano vari nodi che lei ancora non è riuscita a sciogliere da sola. Un aiuto esterno sarebbe quindi appropriato.
Può rivolgersi al servizio sanitario pubblico, ma in tal caso non avrà quasi certamente la possibilità di scegliersi il terapeuta né tanto meno il tipo di terapia.
La psicoanalisi (quello che lei chiama "il metodo di Freud") può richiedere tempi più lunghi e quindi risultare più costosa, sia in termini di tempo che di economici. Esistono tuttavia terapie brevi, psicoanalitiche e non, che possono risolvere più velocemente i problemi.
Può intanto iniziare leggendosi quest'articolo:
http://www.giuseppesantonocito.it/art_psicoterapia.htm
Cordiali saluti
Può rivolgersi al servizio sanitario pubblico, ma in tal caso non avrà quasi certamente la possibilità di scegliersi il terapeuta né tanto meno il tipo di terapia.
La psicoanalisi (quello che lei chiama "il metodo di Freud") può richiedere tempi più lunghi e quindi risultare più costosa, sia in termini di tempo che di economici. Esistono tuttavia terapie brevi, psicoanalitiche e non, che possono risolvere più velocemente i problemi.
Può intanto iniziare leggendosi quest'articolo:
http://www.giuseppesantonocito.it/art_psicoterapia.htm
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Utente
Gentilissimo Dott. Santonocito,
innanzitutto la ringrazio per la risposta. Ho letto l'articolo che mi ha consigliato (e anche altro nel suo sito).
Avrei qualche domanda da porle in merito.
All'inizio della sua risposta mi dice che potrei rivolgermi sia ad uno psichiatra che da uno psicoterapeuta. La domanda forse sarà scema ma... la differenza tra i due qual'è? Ovvero... so che uno psichiatra può prescrivere medicinali ed uno psicologo no (sono già stata dall'uno e dall'altro) ma nello specifico in base a cosa dovrei scegliere se rivolgermi all'uno o all'altro?
L'altra domanda riguarda il tipo di terapia che potrei scegliere. Su quali basi posso scegliere se fare un tipo di terapia o un'altra? Mi ha parlato di terapie più brevi, ho letto qualcosa a proposito sul suo sito. Ho scoperto che quello che stavo facendo io era una psicanalisi, ma a parte questo non so nulla. Non so quali altri tipi di terapie esistono e, soprattutto, non so come fare a saperne di più. Leggere su internet mi ha aiutato soltanto a pormi ancora più domande di quelle che già mi facevo.
Lei crede che una terapia breve nel mio caso possa essere utile?
La ringrazio anticipatamente
innanzitutto la ringrazio per la risposta. Ho letto l'articolo che mi ha consigliato (e anche altro nel suo sito).
Avrei qualche domanda da porle in merito.
All'inizio della sua risposta mi dice che potrei rivolgermi sia ad uno psichiatra che da uno psicoterapeuta. La domanda forse sarà scema ma... la differenza tra i due qual'è? Ovvero... so che uno psichiatra può prescrivere medicinali ed uno psicologo no (sono già stata dall'uno e dall'altro) ma nello specifico in base a cosa dovrei scegliere se rivolgermi all'uno o all'altro?
L'altra domanda riguarda il tipo di terapia che potrei scegliere. Su quali basi posso scegliere se fare un tipo di terapia o un'altra? Mi ha parlato di terapie più brevi, ho letto qualcosa a proposito sul suo sito. Ho scoperto che quello che stavo facendo io era una psicanalisi, ma a parte questo non so nulla. Non so quali altri tipi di terapie esistono e, soprattutto, non so come fare a saperne di più. Leggere su internet mi ha aiutato soltanto a pormi ancora più domande di quelle che già mi facevo.
Lei crede che una terapia breve nel mio caso possa essere utile?
La ringrazio anticipatamente
[#3]
La differenza è che lo psichiatra è un medico, che cura tipicamente per via farmacologica ma che può anche essere psicoterapeuta. Lo psicologo/psicoterapeuta cura invece solo attraverso la psicoterapia, anche se può avvalersi della collaborazione o dell'invio del paziente a uno psichiatra.
In ultima analisi sia l'uno che l'altro professionista sono in grado di valutare se ci voglia anche l'altro, quindi non si faccia troppi problemi ora in questo senso, può iniziare indifferentemente con l'uno o con l'altro.
Le terapie brevi ottengono effetti altrettanto incisivi e duraturi di quelle più tradizionali, ma riescono a sbloccare il sintomo in modo più immediato. Sul sito avrà probabilmente già letto questo:
http://www.giuseppesantonocito.it/art_intervento.htm
che delinea alcuni principi su cui si basa un intervento breve.
Se vuole può consultare questa lista di specialisti in terapia breve strategica e contattarne uno nella sua zona:
http://www.centroditerapiastrategica.org/ita/affiliati%20prof%20ita.htm
Se ha qualche domanda più specifica, chieda pure.
Cordiali saluti
In ultima analisi sia l'uno che l'altro professionista sono in grado di valutare se ci voglia anche l'altro, quindi non si faccia troppi problemi ora in questo senso, può iniziare indifferentemente con l'uno o con l'altro.
Le terapie brevi ottengono effetti altrettanto incisivi e duraturi di quelle più tradizionali, ma riescono a sbloccare il sintomo in modo più immediato. Sul sito avrà probabilmente già letto questo:
http://www.giuseppesantonocito.it/art_intervento.htm
che delinea alcuni principi su cui si basa un intervento breve.
Se vuole può consultare questa lista di specialisti in terapia breve strategica e contattarne uno nella sua zona:
http://www.centroditerapiastrategica.org/ita/affiliati%20prof%20ita.htm
Se ha qualche domanda più specifica, chieda pure.
Cordiali saluti
[#4]
Utente
Grazie, ho già cercato lo specialista in terapia breve nella mia zona e sull'argomento, al momento, non ho altri dubbi.
Le domande che mi continuo a porre riguardano, invece, quale tipo di terapia sia giusto seguire nel mio caso e in base a cosa sceglierla. Non ho nessuna conoscenza dell'argomento e, come Le dicevo nel precedente post, oltre a psicoanalisi e terapia breve non so quali altri tipi di terapie (lunghe o breve) esistano.
Grazie
Le domande che mi continuo a porre riguardano, invece, quale tipo di terapia sia giusto seguire nel mio caso e in base a cosa sceglierla. Non ho nessuna conoscenza dell'argomento e, come Le dicevo nel precedente post, oltre a psicoanalisi e terapia breve non so quali altri tipi di terapie (lunghe o breve) esistano.
Grazie
[#5]
Se ha già avuto un'esperienza deludente con una passata psicoterapia, è comprensibile che ora abbia dei dubbi e che voglia cercare di non "sbagliare" anche la prossima. Per fare questo, oltre a informarsi preventivamente, può telefonare direttamente a dei professionisti e fare qualche domanda a loro. Già da una breve telefonata si possono capire diverse cose, e avrà così elementi in più e di prima mano per scegliere a chi affidarsi.
Non resti però troppo tempo a macerarsi nel dubbio, i costi dell'indecisione potrebbero essere superiori a quelli di "sbagliare" una seconda volta.
Cordiali saluti
Non resti però troppo tempo a macerarsi nel dubbio, i costi dell'indecisione potrebbero essere superiori a quelli di "sbagliare" una seconda volta.
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 1.9k visite dal 02/03/2010.
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