Non riesco a studiare
Gentili medici,
sono una ragazza di 22anni che dovrebbe in teoria essere al 4anno di giurisprudenza.Dico in teoria in quanto nella realtà non è per niente così,sono indietro con gli esami da sempre, vado poco all'università passando la maggior parte del mio tempo a non fare nulla.
Non capisco ancora come sia possibile ma io non riesco a studiare, aprire il libro per me è impossibile e solo con forti sforzi e molti mesi di preparazione m convinco ad andare all'esame;la maggior parte delle volte rimando gli appelli perchè non mi sento pronta.
All'inizio avevo delle vere e proprie crisi, piangevo, mi sentivo un fallimento e volevo tornare a casa.Ho pensato anche che avevo sbagliato facoltà ma alla Praticantato per accedere alla professione di AI : Diventare ...
10 post - 7 autori - Ultimo post: 8 gen 2009
Concordo con Raffaella: parecchie cose studiate per l'esame sono tornate utili ... Ho domanda che vorresti fare io non ho altre risposte...spesso ho provato ad impegnarmi e qualche volta ce l'ho pure fatta ma l'effetto durava poco!
Non so proprio perchè con l'ingresso all'università io abbia subito questo cambiamento, non sono motivata, non ho senso del dovere, penso di essere svogliata...eppure io non ero così;ho frequentato il liceo scientifico dove ho sempre studiato, mi piaceva studiare, mi piaceva riuscire, mi sono diplomata con 90/100 anche se già all'ultimo anno ho provato sporadicamente le stesse sensazioni con le quali oggi convivo quotidianamente;in ogni caso ai tempi ero un po' indecisa con l'iscrizione all'università essendo da una parte molto portata nelle materie scientifiche e dall'altra attratta dal diritto e dal senso di giustizia...in ogni caso tutti riponevano grande fiducia in me, i miei stessi professori mi rincuoravano dicendo che io avrei potuto fare tutto.
A distanza di 4 anni mi guardo indietro e vedo il mio fallimento, una situazione dalla quale non riesco ad uscire anzi ogni volta in prossimità di un esame ci ricado, parto sempre bene, inizio a studiare, ad andare a lezione, poi non so perchè ma con l'avvicinarsi dell'esame la mia inconsistente concentrazione svanisce del tutto.Mi sento persa, senza motivazioni senza volontà,mi sento inutile.
Ho provato a settembre ad andare da uno psicologo su richiesta di mia madre e ci sono pure andata sostenendo la tesi che probabilmente sono svogliata, ma lei mi ha detto che probabilmente non ero ancora maturata e che inconsciamente stavo rallentando per non crescere.Lei mi ha anche detto che dovevo riflettere su questo e che avremmo dovuto approfondire.tuttavia non ci sono andata più, pensavo che aver preso coscienza del fatto bastasse, poi io studio in un'altra città e quindi lei(che si trova nella mia città di residenza)mi voleva affidare ad un suo collega però io non l'ho cercata più...invece ora a ridosso di un esame mi rendo conto che per l'ennesima volta sono sempre ferma, sempre lì nello stesso punto.
Non so cosa fare, mi sento impotente su tutto, mi sento che non mi piace nulla, non ho aspirazioni su niente!Come ho fatto a diventare così?
Chiedo scusa per aver scritto così tanto...e grazie per l'attenzione
sono una ragazza di 22anni che dovrebbe in teoria essere al 4anno di giurisprudenza.Dico in teoria in quanto nella realtà non è per niente così,sono indietro con gli esami da sempre, vado poco all'università passando la maggior parte del mio tempo a non fare nulla.
Non capisco ancora come sia possibile ma io non riesco a studiare, aprire il libro per me è impossibile e solo con forti sforzi e molti mesi di preparazione m convinco ad andare all'esame;la maggior parte delle volte rimando gli appelli perchè non mi sento pronta.
All'inizio avevo delle vere e proprie crisi, piangevo, mi sentivo un fallimento e volevo tornare a casa.Ho pensato anche che avevo sbagliato facoltà ma alla Praticantato per accedere alla professione di AI : Diventare ...
10 post - 7 autori - Ultimo post: 8 gen 2009
Concordo con Raffaella: parecchie cose studiate per l'esame sono tornate utili ... Ho domanda che vorresti fare io non ho altre risposte...spesso ho provato ad impegnarmi e qualche volta ce l'ho pure fatta ma l'effetto durava poco!
Non so proprio perchè con l'ingresso all'università io abbia subito questo cambiamento, non sono motivata, non ho senso del dovere, penso di essere svogliata...eppure io non ero così;ho frequentato il liceo scientifico dove ho sempre studiato, mi piaceva studiare, mi piaceva riuscire, mi sono diplomata con 90/100 anche se già all'ultimo anno ho provato sporadicamente le stesse sensazioni con le quali oggi convivo quotidianamente;in ogni caso ai tempi ero un po' indecisa con l'iscrizione all'università essendo da una parte molto portata nelle materie scientifiche e dall'altra attratta dal diritto e dal senso di giustizia...in ogni caso tutti riponevano grande fiducia in me, i miei stessi professori mi rincuoravano dicendo che io avrei potuto fare tutto.
A distanza di 4 anni mi guardo indietro e vedo il mio fallimento, una situazione dalla quale non riesco ad uscire anzi ogni volta in prossimità di un esame ci ricado, parto sempre bene, inizio a studiare, ad andare a lezione, poi non so perchè ma con l'avvicinarsi dell'esame la mia inconsistente concentrazione svanisce del tutto.Mi sento persa, senza motivazioni senza volontà,mi sento inutile.
Ho provato a settembre ad andare da uno psicologo su richiesta di mia madre e ci sono pure andata sostenendo la tesi che probabilmente sono svogliata, ma lei mi ha detto che probabilmente non ero ancora maturata e che inconsciamente stavo rallentando per non crescere.Lei mi ha anche detto che dovevo riflettere su questo e che avremmo dovuto approfondire.tuttavia non ci sono andata più, pensavo che aver preso coscienza del fatto bastasse, poi io studio in un'altra città e quindi lei(che si trova nella mia città di residenza)mi voleva affidare ad un suo collega però io non l'ho cercata più...invece ora a ridosso di un esame mi rendo conto che per l'ennesima volta sono sempre ferma, sempre lì nello stesso punto.
Non so cosa fare, mi sento impotente su tutto, mi sento che non mi piace nulla, non ho aspirazioni su niente!Come ho fatto a diventare così?
Chiedo scusa per aver scritto così tanto...e grazie per l'attenzione
[#1]
"tuttavia non ci sono andata più, pensavo che aver preso coscienza del fatto bastasse"
Gentile ragazza,
prendere coscienza del problema è certamente un ottimo inizio ma non può bastare a risolverlo.
Lei vive una situazione di disagio che, nella realtà, è comune a molti studenti.
"A distanza di 4 anni mi guardo indietro e vedo il mio fallimento, una situazione dalla quale non riesco ad uscire anzi ogni volta in prossimità di un esame ci ricado, parto sempre bene, inizio a studiare, ad andare a lezione, poi non so perchè ma con l'avvicinarsi dell'esame la mia inconsistente concentrazione svanisce del tutto.Mi sento persa, senza motivazioni senza volontà,mi sento inutile"
Comprendo il suo stato d'animo e comprendo il senso di fallimento e la tristezza che inevitabilmente arrivano quando non si presenta all'appello.
Si ricordi quelle emozioni e provi a pensare che lei (e solo lei) può aiutare se stessa a mettersi nelle condizioni di affrontare questi eventi in maniera diversa.
Per farlo, penso che sia necessario capire cosa succede dentro di lei ogni qual volta si avvicina la data di un esame. Quali emozioni prova, cosa pensa, cosa la spinge a decidere di rimandare.
Tutte queste cose andrebbero affrontate con l'aiuto di uno psicologo, meglio se cognitivo comportamentale.
Io sono certa che le sarebbe utile.
un caro saluto
Le
Gentile ragazza,
prendere coscienza del problema è certamente un ottimo inizio ma non può bastare a risolverlo.
Lei vive una situazione di disagio che, nella realtà, è comune a molti studenti.
"A distanza di 4 anni mi guardo indietro e vedo il mio fallimento, una situazione dalla quale non riesco ad uscire anzi ogni volta in prossimità di un esame ci ricado, parto sempre bene, inizio a studiare, ad andare a lezione, poi non so perchè ma con l'avvicinarsi dell'esame la mia inconsistente concentrazione svanisce del tutto.Mi sento persa, senza motivazioni senza volontà,mi sento inutile"
Comprendo il suo stato d'animo e comprendo il senso di fallimento e la tristezza che inevitabilmente arrivano quando non si presenta all'appello.
Si ricordi quelle emozioni e provi a pensare che lei (e solo lei) può aiutare se stessa a mettersi nelle condizioni di affrontare questi eventi in maniera diversa.
Per farlo, penso che sia necessario capire cosa succede dentro di lei ogni qual volta si avvicina la data di un esame. Quali emozioni prova, cosa pensa, cosa la spinge a decidere di rimandare.
Tutte queste cose andrebbero affrontate con l'aiuto di uno psicologo, meglio se cognitivo comportamentale.
Io sono certa che le sarebbe utile.
un caro saluto
Le
Dr.ssa Rosa Riccio
Psicologa-Psicoterapeuta
www.cantupsicologia.com
[#2]
Utente
Gentile dottoressa
la ringrazio molto per la celere risposta.Sicuramente ha ragione nel dire che avrei dovuto proseguire nel confrontarmi con un esperto,ho pensato ingenuamente che avrei potuto superarlo da sola..ma a quanto pare mi sono sbagliata.
Come ho provato a spiegare precedentemente ho creduto di aver sbagliato facoltà, poi che l'università non era adatta per un tipo come me.
Ora sto pensando che sarebbe il caso di laurearmi alla sola triennale senza proseguire ulteriormente con la specialistica.
Starò sbagliando anche ora?magari m'illudo che l'idea di un traguardo più vicino possa sbloccarmi un po'.
La ringrazio ancora per la sua attenzione
cordiali saluti
la ringrazio molto per la celere risposta.Sicuramente ha ragione nel dire che avrei dovuto proseguire nel confrontarmi con un esperto,ho pensato ingenuamente che avrei potuto superarlo da sola..ma a quanto pare mi sono sbagliata.
Come ho provato a spiegare precedentemente ho creduto di aver sbagliato facoltà, poi che l'università non era adatta per un tipo come me.
Ora sto pensando che sarebbe il caso di laurearmi alla sola triennale senza proseguire ulteriormente con la specialistica.
Starò sbagliando anche ora?magari m'illudo che l'idea di un traguardo più vicino possa sbloccarmi un po'.
La ringrazio ancora per la sua attenzione
cordiali saluti
[#3]
Gentile ragazza,
nessuno può indicarle cosa sia più giusto fare in questo momento, la sua strada la può trovare solo Lei, magari con un pò d'aiuto.
Vorrei condividere con Lei un breve dialogo che ho amato molto tratto da "Alice nel Paese delle meraviglie" di Lewis Carrol:
Alla vista di Alice il Gatto del Cheshire fece il suo sorriso.
<Vorresti dirmi di grazia quale strada prendere per uscire di qui?>
<Dipende soprattutto da dove vuoi andare> disse il Gatto.
<Non m'importa molto...> disse Alice.
<Allora non importa che strada prendi> disse il Gatto.
Un caro saluto
nessuno può indicarle cosa sia più giusto fare in questo momento, la sua strada la può trovare solo Lei, magari con un pò d'aiuto.
Vorrei condividere con Lei un breve dialogo che ho amato molto tratto da "Alice nel Paese delle meraviglie" di Lewis Carrol:
Alla vista di Alice il Gatto del Cheshire fece il suo sorriso.
<Vorresti dirmi di grazia quale strada prendere per uscire di qui?>
<Dipende soprattutto da dove vuoi andare> disse il Gatto.
<Non m'importa molto...> disse Alice.
<Allora non importa che strada prendi> disse il Gatto.
Un caro saluto
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 5k visite dal 18/02/2010.
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