Lo sono ed io ho risposto loro voi come fate
Salve sono un ragazzo di 22 anni alle prese con un piccolo problema e avrei bisogno di qualche consiglio. Sono da sempre stato omosessuale cosa che devo dire si mi ha creato problemi a scuola ma che ho accettato e anzi non vedo nessun problema nell'esserlo, mi trovo bene in questa mia condizione, vivo la mia sessualità bene e in modo assolutamente sereno e cosa credo importante in modo soddisfacente e appagante. Ho confessato ai miei genitori di essere gay pochi giorni fa, inutile dire che l'anno presa abbastanza male, la loro reazione è stata di incredulità credono non sia vero, si chiedono come sappia che lo sono ed io ho risposto loro voi come fate a sapere di essere eterossessuali, io penso che alcune cose si sappiano e basta, se ho attrazione per un uomo chi puo' saperlo meglio di me. Inoltre gli ho detto di avere al momento una relazione con un ragazzo,che mi da davvero tanto, che ha sei anni piu' di me e qui apriti cielo mi hanno detto che lui mi ha plagiato ed è stato lui a convincermi di essere gay insomma cose cosi'. La mia domanda è questa: come posso aiutarli a fargli accettare la cosa, come possono capire che sono gay lo sono sempre stato e sempre lo sarò e che la persona con cui sto non è una specie di maniaco ma un ragazzo che mi ama come io amo lui e che di certo in giro non mi prende?? Vorrei il loro appoggio, voglio bene ad entrambi e vorrei mi capissero, aiutassero ed amassero nonostante tutto il bisogno del sostegno della famiglia c'è. Grazie in anticipo per i consigli.
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Gentile ragazzo, la risposta è molto semplice: avrà il loro appoggio, probabilmente, solo quando avrà smesso di cercarlo. Le situazioni come quelle che descrive richiedono tempo per essere elaborate - da parte dei genitori, intendo - e sarebbe sbagliato pretendere che ciò debba accadere immediatamente.
In fondo ha detto ai suoi genitori di essere gay solo pochi giorni fa. Quindi dia tempo al tempo e non si faccia l'aspettativa che loro debbano capire solo perché lei lo vorrebbe. Sia comprensivo, vada avanti con la sua vita e rispetti la loro contrarietà. È probabile che piano piano imparino ad accettarla, come spesso accade.
Un'ultima cosa: nell'essere comprensivo, eviti di ostentare o fare sfoggio della sua omosessualità davanti a loro. Mantenga per il momento la sua vita relazionale riservata e separata dalla loro. Li ha già informati, e questo basta.
Cordiali saluti
In fondo ha detto ai suoi genitori di essere gay solo pochi giorni fa. Quindi dia tempo al tempo e non si faccia l'aspettativa che loro debbano capire solo perché lei lo vorrebbe. Sia comprensivo, vada avanti con la sua vita e rispetti la loro contrarietà. È probabile che piano piano imparino ad accettarla, come spesso accade.
Un'ultima cosa: nell'essere comprensivo, eviti di ostentare o fare sfoggio della sua omosessualità davanti a loro. Mantenga per il momento la sua vita relazionale riservata e separata dalla loro. Li ha già informati, e questo basta.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
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Gentile ragazzo,
come ha sottolineato nella sua richiesta lei è omosessuale da 22 anni e lo ha sempre saputo, ha trovato i suoi spazi nella società e vive la sua affettività e sessualità serenamente e in modo appagante. Al contrario i suoi genitori hanno pensato per 22 anni, ovvero fino a pochi giorni fa, che lei fosse eterosessuale. Questo perchè esistono ancora molti pregiudizi e normalmente i genitori tendono a considerare i propri figli eterosessuali fino a prova contraria.
Io credo che i suoi genitori abbiano bisogno di un pò di tempo per elaborare questa notizia e per comprendere ed accettare che la sua felicità deriva da un tipo di relazione a cui loro non avevano pensato e che non avevano preso in considerazione: magari anche la sola differenza di età tra lei e il suo compagno è una variabile che li spaventa e a cui occorrerà tempo per abituarsi. Li faccia entrare piano piano nel suo mondo, faccia conoscere loro la vostra felicità e vedrà che insieme riuscirete a smantellare i pregiudizi che in questo momento vi separano.
Un cordiale saluto
come ha sottolineato nella sua richiesta lei è omosessuale da 22 anni e lo ha sempre saputo, ha trovato i suoi spazi nella società e vive la sua affettività e sessualità serenamente e in modo appagante. Al contrario i suoi genitori hanno pensato per 22 anni, ovvero fino a pochi giorni fa, che lei fosse eterosessuale. Questo perchè esistono ancora molti pregiudizi e normalmente i genitori tendono a considerare i propri figli eterosessuali fino a prova contraria.
Io credo che i suoi genitori abbiano bisogno di un pò di tempo per elaborare questa notizia e per comprendere ed accettare che la sua felicità deriva da un tipo di relazione a cui loro non avevano pensato e che non avevano preso in considerazione: magari anche la sola differenza di età tra lei e il suo compagno è una variabile che li spaventa e a cui occorrerà tempo per abituarsi. Li faccia entrare piano piano nel suo mondo, faccia conoscere loro la vostra felicità e vedrà che insieme riuscirete a smantellare i pregiudizi che in questo momento vi separano.
Un cordiale saluto
Dr.ssa Cecilia Sighinolfi
Psicologa e Psicoterapeuta
cecilia_sighinolfi@yahoo.it
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In realtà credo che le cose possano essere fatte contemporaneamente facendoli entrare in contatto con una realtà che non conoscono (e che per certi versi sembrano temere) rispettando però i loro tempi, dando loro la possibilitá di adattarsi a quello che per loro sembra essere un grosso cambiamento di prospettiva e di aspettative per quanto riguarda la sua vita. Non li forzi ma non li lasci neppure troppo soli in questo momento. Mi rendo conto che sia un difficile equilibrio, ma credo che possa essere lei ad accompagnarli, quando saranno pronti, in questa strada a loro sconosciuta rispettando sempre i loro tempi.
Un saluto
Un saluto
[#5]
L'apparente contraddizione fra la mia risposta e quella della collega rende conto di quanto sia difficile dare dei suggerimenti da qui, senza poter colloquiare con gli utenti faccia a faccia.
È chiaro che in questa fase sarebbe un errore cercare a tutti i costi di fare entrare i suoi genitori "nel suo mondo". Le hanno già detto chiaramente che rifiutano la sua omosessualità e che per di più ritengono responsabile il suo attuale ragazzo di averla plagiata. Quindi, insistendo in questo senso sarà solo come mettere del sale su una ferita.
Lasci loro il tempo di abituarsi all'idea, almeno in questa fase. Successivamente potrà rendersi conto lei stesso, con la sua sensibilità, se sarà il caso di rendere i suoi genitori più partecipi del suo mondo, e fino a che punto.
La comunicazione che doveva fare l'ha già fatta, l'effetto era quello prevedibile, ora si tratta solo di avere pazienza e non forzare.
Cordiali saluti
È chiaro che in questa fase sarebbe un errore cercare a tutti i costi di fare entrare i suoi genitori "nel suo mondo". Le hanno già detto chiaramente che rifiutano la sua omosessualità e che per di più ritengono responsabile il suo attuale ragazzo di averla plagiata. Quindi, insistendo in questo senso sarà solo come mettere del sale su una ferita.
Lasci loro il tempo di abituarsi all'idea, almeno in questa fase. Successivamente potrà rendersi conto lei stesso, con la sua sensibilità, se sarà il caso di rendere i suoi genitori più partecipi del suo mondo, e fino a che punto.
La comunicazione che doveva fare l'ha già fatta, l'effetto era quello prevedibile, ora si tratta solo di avere pazienza e non forzare.
Cordiali saluti
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Utente
Salve, eccomi qui dopo qualche tempo a darvi degli aggiornamenti. Dalle discussioni soprattutto con mia madre emergono alcune cose che vorrei sottoporre alla vostra valutazione, lei credo sia convinta che io non sono omosessuale e mi chiede sempre come faccio a saperlo e io rispondo lo so e basta, crede ancora che sia stato plagiato, dice che non è una condizione di normalità e che la mia vita sarà difficile e che dovrei fortificarmi parlando di questa cosa magari con uno psicologo. La mia domanda alla luce di queste considerazioni è che cosa dovrei dire a questo eventuale psicologo io sto bene come sto, sono felice vorrei vivere la mia vita liberamente senza fiato sul collo, magari anche sbagliando ma almeno non avendo il rimpianto di non averlo fatto. Ancora una volta si ritorna sul punto fondamentale della questione come fare a far accettare la mia omossessualità ai miei genitori e come fargli capire che sono felice e che vorrei solo il loro affetto e la loro approvazione, come fargli capire che va tutto bene anzi benissimo....
Grazie saluti e chiedo scusa dello sfogo
Grazie saluti e chiedo scusa dello sfogo
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>>> Ancora una volta si ritorna sul punto fondamentale della questione come fare a far accettare la mia omossessualità ai miei genitori e come fargli capire che sono felice e che vorrei solo il loro affetto e la loro approvazione, come fargli capire che va tutto bene anzi benissimo...
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Ad esempio, con lo psicologo potrebbe discutere proprio di questo.
Cordiali saluti
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Ad esempio, con lo psicologo potrebbe discutere proprio di questo.
Cordiali saluti
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Gentile Utente,
Credo d'aver letto bene e capito, soprattutto.
Trovare dei genitori disposti ad accettare l'omosessualità di un figlio, e fare addirittura amicizia con il compagno di suo figlio, è cosa ardua.
Anche nei migliori casi si passa dei periodi di grande difficoltà sia da parte dei genitori, che non riescono a comprendere, a farsene una ragione, ad accettare la diversità del figlio, sia da parte del figlio che non riesce a capire perché non sia facile per lui spiegarsi e fare in modo che i genitori capiscano la situazione.
Ciò avviene anche nei telefilm o serial televisivi! Anche se poi in queste finzioni rappresentative i genitori, dopo tante difficoltà, riescono ad accettare la realtà in cui il figlio vive. Ecco: queste rappresentazioni televisive spesso sono fatte abbastanza bene e sono per quanto possibile vicine alla realtà dei fatti. Ma vanno tutte a senso unico: cioè il problema si risolve.
Nella realtà, mi pare che le cose siano un tantino più difficili.
E' difficile anche dare dei consigli.
Forse uno psicologo, un consulente, un medico, potrebbero aiutare sia lei che la sua famiglia.
Io le auguro di farcela e di ritrovare in seno alla famiglia sia la comprensione che lei desidera, sia una serenità che mi pare sia stata persa da più parti.
Ma mi tolga una curiosità, se vuole. Cosa l'ha spinta ad informare i suoi, adesso, della sua situazione di omosessuale e dei suoi rapporti che ha instaurato con il suo attuale compagno?
Con tanti auguri e cordiali saluti.
[#11]
Utente
Gentile dott. Vita intanto la ringrazio per la sua risposta anche perchè ha proprio centrato il punto, il mio sogno piu' grande in questo momento è che i miei genitori accettando me accettino di conseguenza anche il mio compagno, sogno un giorno magari un pranzo tutti insieme allo stesso tavolo che scherziamo, che parliamo, che sia per loro un figlio come lo sono io.........chi lo sa se possa mai esserci. Per rispondere alla sua curiosità le dico che ho deciso di confessare la cosa in occasione di un viaggio fatto con il mio attuale compagno, non volevo mentire, era giusto parlare e volevo sapessero, e quindi ho colto l'occasione e ho parlato della cosa, anche perchè nonostante la reazione dei miei genitori che è di incredulità, credono sia stato convinto, per me è un periodo stupendo forse per la prima volta nella mia vita sono davvero innammorato, provo un amore profondo per una persona che mi da' tanto che mi fa stare bene e quindi anche la reazione sicuramente negativa dei miei genitori la vivo si in maniera problematica ma le loro paure i loro dubbi ora non sono i miei, sono sereno sto bene e vorrei che loro fossero sereni e felici con me. Ho anche detto loro sono felice e dovrebbe interessarvi solo questo ma loro niente.
Un'altra domanda se mi permette gliela faccio, come uno psicologo potrebbe aiutarci io sinceramente non sarei in grado, anche per timidezza e riservatezza, di raccontare la mia vita ad un estraneo e per di più davanti ad i miei genitori vorrei risolvere la cosa diciamo in famiglia anche perchè non è che abbia una malattia inguaribile o chi lo sa cosa, ci sono tecniche non so, cosa mi consiglia di fare?????
La ringrazio infinitamente e la saluto
Un'altra domanda se mi permette gliela faccio, come uno psicologo potrebbe aiutarci io sinceramente non sarei in grado, anche per timidezza e riservatezza, di raccontare la mia vita ad un estraneo e per di più davanti ad i miei genitori vorrei risolvere la cosa diciamo in famiglia anche perchè non è che abbia una malattia inguaribile o chi lo sa cosa, ci sono tecniche non so, cosa mi consiglia di fare?????
La ringrazio infinitamente e la saluto
[#12]
Gentile Utente,
Parlare con uno psicologo è sempre più facile che parlare con i propri familiari.
Glielo assicuro.
Lo psicologo è preparato per sentire le cose più disparate e più delicate o orrende che possono accadere ad una persona (persino "delicta" o "crimina").
Come mediatore tra lei e la sua famiglia : intanto incominci con uno psicologo, poi saprà lui come aiutarla a coinvolgere meglio i suoi genitori.
Molti auguri.
[#13]
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile Utente,
condivido le indicazioni del Dr. Di Vita, ed aggiungo una considerazione personale.
Lei dice "non è che abbia una malattia inguaribile o chi lo sa cosa". Infatti, non si tratta di "guarirla".
Il problema che lei ci espone riguarda non il suo orientamento sessuale (che è chiaro, definito e vissuto da lei con serenità), bensì un problema di comunicazione familiare.
Non so come evolverà la situazione: potrebbe trovare il modo di fare accettare ai suoi genitori il suo compagno; o potrebbe attendere pazientemente che trovino loro la strada per comprenderla ed accettarla; oppure potrebbe imparare a non aver bisogno dell'approvazione degli altri (persino dei suoi genitori).
Propendo, come suggerisce il collega nel post precedente, per cercare un aiuto per sè, per poi valutare con più lucidità se e come coinvolgere i suoi familiari.
Cordialmente
condivido le indicazioni del Dr. Di Vita, ed aggiungo una considerazione personale.
Lei dice "non è che abbia una malattia inguaribile o chi lo sa cosa". Infatti, non si tratta di "guarirla".
Il problema che lei ci espone riguarda non il suo orientamento sessuale (che è chiaro, definito e vissuto da lei con serenità), bensì un problema di comunicazione familiare.
Non so come evolverà la situazione: potrebbe trovare il modo di fare accettare ai suoi genitori il suo compagno; o potrebbe attendere pazientemente che trovino loro la strada per comprenderla ed accettarla; oppure potrebbe imparare a non aver bisogno dell'approvazione degli altri (persino dei suoi genitori).
Propendo, come suggerisce il collega nel post precedente, per cercare un aiuto per sè, per poi valutare con più lucidità se e come coinvolgere i suoi familiari.
Cordialmente
[#14]
Utente
Grazie intanto per le risposte, valutero' attentamente la situazione e se non riusciro' da solo a trovare il modo per fare accettare la cosa ai miei, una chiacchierata con uno psicologo magari la faccio, forse è solo questione di tempo man mano le cose si sboloccheranno, cercherò di dare loro dei piccoli flash della mia vita "sentimentale", facendoli entrare a piccoli passi nel mio mondo probabilmente cosi' riusciranno a capire che sto bene e che non c'è nulla di cui preoccuparsi e nulla di cui aver paura, spero solo sia la tattica giusta. Se ci sono altre opinioni son bene accette.
Grazie saluti
Grazie saluti
[#15]
I problemi sono due: da una parte c'è l'accettazione dei suoi genitori, dall'altra c'è lei con il suo disagio perché loro non accettano.
Ma quello loro, a mio parere, dovrebbe restare un problema loro che LORO dovranno decidere se risolvere o no. Senza spinte dall'esterno. Quella dei piccoli flash non so quanto potrebbe essere una buona idea, sinceramente. Loro non le hanno ancora chiesto di metterli al corrente dei dettagli della sua vita di gay, suppongo. In questa fase è forse proprio ciò che preferirebbero non sapere, perché ancora non si sono adattati all'idea di avere un figlio diverso da ciò che credevano.
Sarebbe come curare una ferita allargandola ancora di più.
La loro non è preoccupazione che lei possa stare male, tutt'altro, è rabbia perché lei non è come sognavano. Pensano che non potrà mai dargli dei nipoti, e altre cose di questo tipo. Quindi dargli dei piccoli "flash", come dice lei, rischia di esasperarli ancora di più. È ancora un po' presto.
Tutto questo in via ipotetica, sia chiaro. Non avendola di fronte non si può essere precisi. Ma credo di non stare sbagliando di parecchio, sapendo bene come ragiona un genitore.
E proprio per questo il colloquio con lo psicologo io lo farei semmai prima, non dopo. Per non correre il rischio di peggiorare la situazione con le più buone intenzioni, credendo di far meglio.
Cordiali saluti
Ma quello loro, a mio parere, dovrebbe restare un problema loro che LORO dovranno decidere se risolvere o no. Senza spinte dall'esterno. Quella dei piccoli flash non so quanto potrebbe essere una buona idea, sinceramente. Loro non le hanno ancora chiesto di metterli al corrente dei dettagli della sua vita di gay, suppongo. In questa fase è forse proprio ciò che preferirebbero non sapere, perché ancora non si sono adattati all'idea di avere un figlio diverso da ciò che credevano.
Sarebbe come curare una ferita allargandola ancora di più.
La loro non è preoccupazione che lei possa stare male, tutt'altro, è rabbia perché lei non è come sognavano. Pensano che non potrà mai dargli dei nipoti, e altre cose di questo tipo. Quindi dargli dei piccoli "flash", come dice lei, rischia di esasperarli ancora di più. È ancora un po' presto.
Tutto questo in via ipotetica, sia chiaro. Non avendola di fronte non si può essere precisi. Ma credo di non stare sbagliando di parecchio, sapendo bene come ragiona un genitore.
E proprio per questo il colloquio con lo psicologo io lo farei semmai prima, non dopo. Per non correre il rischio di peggiorare la situazione con le più buone intenzioni, credendo di far meglio.
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 15 risposte e 3.3k visite dal 12/02/2010.
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