Terapia adatta
Salve gentili medici, volevo porre una domanda. Quando si hanno dei problemi molto profondi quale è la terapia più adatta? Per 8 mesi circa ho fatto terapia e lo psicoterapeuta utilizzavo l'apporoccio sistemico-relazionale. Vedendo che non stavo ottenendo nessun risultato ho preferito abbandonare la terapia. Ma credo di avere bisogno di un supporto perchè continuo a stare molto male. Vi chiedo gentilmente se potete indicarmi l'approccio più adatto in questi casi. Grazie ancora
[#1]
gentile ragazza cosa intende per problemi molto profondi?
L'approccio è importante ,ma ciò che lo è ancor di più è il terapeuta. Lei si è rivolta ad un sistemico relazionale, ma quest'ultimo, per formazione, avrebbe potuto spaziare da un approccio psicodinamico (ossia di orientamento psicoanalitico) ad uno strategico-comportamentale. Eppure non ha ottenuto risultati.
La formula è :
tipo di problema + tipo di tecnica + terapeuta. Ma se non si crea una buona alleanza ed il terapeuta non filtra le tecniche con bravura allora è tutto da rivedere.
saluti
L'approccio è importante ,ma ciò che lo è ancor di più è il terapeuta. Lei si è rivolta ad un sistemico relazionale, ma quest'ultimo, per formazione, avrebbe potuto spaziare da un approccio psicodinamico (ossia di orientamento psicoanalitico) ad uno strategico-comportamentale. Eppure non ha ottenuto risultati.
La formula è :
tipo di problema + tipo di tecnica + terapeuta. Ma se non si crea una buona alleanza ed il terapeuta non filtra le tecniche con bravura allora è tutto da rivedere.
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#2]
Ex utente
Credo di avere un sacco di problemi Dottore.
Ho appena compiuto 35 anni, ma mi ritrovo in una situazione come se non avessi vissuto una vita autentica.
Mi sento di avere una crisi di identità, ho dubbi sul mio orientamento sessuale perchè spesso mi sento attratta dalle donne e ciò mi provoca angoscia. C'è da dire che con gli uomini non ho mai avuto un buon rapporto, e che sono sempre stata più legata alle figure femminili, ho iniziato ad allontanarmi dalla figura di mio padre durante l'adolescenza, per vari motivi ho iniziato a vergognarmi di avere un padre come lui.
Spesso mi sento una bambina, non una donna, come se fossi immatura, e sento di non provare affetto per nessuno.
A volte vorrei essere un uomo, sono molto confusa.
Nella mia adolescenza passavo parecchio tempo fuori casa (non ho mai avuto un buon rapporto in famiglia) infatti ho sempre desiderato appartenere ad un'altro tipo di famiglia.
La psichiatra mi ha detto che ho un disturbo di personalità border (anche se non sono presenti tutte le caratteristiche) e un disturbo ossessivo. Sto assumendo antidepressivi e da circa 15 giorni uno stabilizzatore dell'umore ma continuo a stare sempre molto male.
Spesso penso che è inutile vivere così.
Non so più a chi rivolgermi.
Grazie per l'attenzione.
Ho appena compiuto 35 anni, ma mi ritrovo in una situazione come se non avessi vissuto una vita autentica.
Mi sento di avere una crisi di identità, ho dubbi sul mio orientamento sessuale perchè spesso mi sento attratta dalle donne e ciò mi provoca angoscia. C'è da dire che con gli uomini non ho mai avuto un buon rapporto, e che sono sempre stata più legata alle figure femminili, ho iniziato ad allontanarmi dalla figura di mio padre durante l'adolescenza, per vari motivi ho iniziato a vergognarmi di avere un padre come lui.
Spesso mi sento una bambina, non una donna, come se fossi immatura, e sento di non provare affetto per nessuno.
A volte vorrei essere un uomo, sono molto confusa.
Nella mia adolescenza passavo parecchio tempo fuori casa (non ho mai avuto un buon rapporto in famiglia) infatti ho sempre desiderato appartenere ad un'altro tipo di famiglia.
La psichiatra mi ha detto che ho un disturbo di personalità border (anche se non sono presenti tutte le caratteristiche) e un disturbo ossessivo. Sto assumendo antidepressivi e da circa 15 giorni uno stabilizzatore dell'umore ma continuo a stare sempre molto male.
Spesso penso che è inutile vivere così.
Non so più a chi rivolgermi.
Grazie per l'attenzione.
[#5]
No il contrario, ossia una terapia orientata alla soluzione dei sintomi mediante strategie strategico-comportamentali. Cioè interventi tesi ad addestrare il paziente a gestire e a controllare i sintomi senza cercare le cause profonde ed inconce di quest'ultimo.
saluti
saluti
[#9]
Gentile ragazza
vale la stessa risposta che le ho dato nella replica n°1.
tanti fattori possono contribuire al fallimento di una terapia.
Una cattiva relazione terapeutica (e questo è indipendente dall'approccio tecnico-teorico)
Un contesto (ambiente , famiglia ecc) complesso che rende difficile al paziente il mantenimento di eventuali benefici o di esprimere cambiamenti.
Una problematica complessa e/o cronica che necessita di tempi decisamente lunghi per modificarsi.
saluti
vale la stessa risposta che le ho dato nella replica n°1.
tanti fattori possono contribuire al fallimento di una terapia.
Una cattiva relazione terapeutica (e questo è indipendente dall'approccio tecnico-teorico)
Un contesto (ambiente , famiglia ecc) complesso che rende difficile al paziente il mantenimento di eventuali benefici o di esprimere cambiamenti.
Una problematica complessa e/o cronica che necessita di tempi decisamente lunghi per modificarsi.
saluti
[#10]
Ex utente
Sto assumendo psicofarmaci (antidpressivo e da circa 15 giorni uno stabilizzatore dell'umore), e lo psicoterapeuta voleva che non li prendessi. Ma come facevo a interromperli se già sto male anche se li prendo?
Lei mi ha parlato di terapia strategica giusto?
Vivo in provincia di Catania e non so se ci sono psicoterapeuti che utilizzano questo tipo terapia.
Dove potrei informarmi?
La ringrazio ancora per la sua gentile attenzione
Lei mi ha parlato di terapia strategica giusto?
Vivo in provincia di Catania e non so se ci sono psicoterapeuti che utilizzano questo tipo terapia.
Dove potrei informarmi?
La ringrazio ancora per la sua gentile attenzione
[#13]
prima di pensare all'approccio parli con lui della possibilità di affiancare alle cure farmacologiche una psicoterapia. Gli racconti le esperienze che ha avuto e cosa ha fatto esattamente durante le sedute. Lo psichiatra le darà sicuramente qualche indicazione in merito e, avendo la possibilità di parlare con lei dal vivo, capirà sicuramente di cosa può aver più bisogno.
saluti
saluti
[#15]
(..)mi ha detto che "sono una bambina".(..)
gentila ragazza non sappiamo cosa volesse intendere il clinico con quella frase, poteva essere una metafora del fatto di aver intravisto una qualche forma di immaturità affettiva ed emotiva.
potrebbe aver usato quell'espressione per delineare un comportamento o un modo di rapportarsi all'altro immaturo ecc.
NOn si perda nel tentare di interpretare il tutto ma cerchi solo il modo di star meglio, ossia si affidi ai suoi curanti.
saluti
gentila ragazza non sappiamo cosa volesse intendere il clinico con quella frase, poteva essere una metafora del fatto di aver intravisto una qualche forma di immaturità affettiva ed emotiva.
potrebbe aver usato quell'espressione per delineare un comportamento o un modo di rapportarsi all'altro immaturo ecc.
NOn si perda nel tentare di interpretare il tutto ma cerchi solo il modo di star meglio, ossia si affidi ai suoi curanti.
saluti
[#16]
Ex utente
Salve gentili medici, volevo porre una domanda.
E' possibile che una persona per tanti anni si è analizzata, ha analizzato i suoi problemi al punto da farla stare talmente male che nemmeno la psicoterapia ormai può esserle d'aiuto?
Se la risposta è positiva che fare in questi casi?
Si rischia seriamente la sanità mentale?
Grazie per l'attenzione
E' possibile che una persona per tanti anni si è analizzata, ha analizzato i suoi problemi al punto da farla stare talmente male che nemmeno la psicoterapia ormai può esserle d'aiuto?
Se la risposta è positiva che fare in questi casi?
Si rischia seriamente la sanità mentale?
Grazie per l'attenzione
[#18]
(..)E' possibile che una persona per tanti anni si è analizzata, ha analizzato i suoi problemi al punto da farla stare talmente male che nemmeno la psicoterapia ormai può esserle d'aiuto(..)?
questa domanda non ha alcun senso e non le è di nessun aiuto. E' stata dal suo psichiatra? ha deciso di andare in psicoterapia?
questa domanda non ha alcun senso e non le è di nessun aiuto. E' stata dal suo psichiatra? ha deciso di andare in psicoterapia?
[#20]
Ex utente
Salve Dottori, oggi sono stata dalla psichiatra e mi ha detto di continuare con gli antidepressivi e con lo stabilizzatore dell'umore, inoltre mi ha detto che nella mia situazione sarebbe anche opportuno che mi facessi seguire da uno psicologo.
Purtroppo non posso permettermi di andare da uno psicologo privato.
Secondo un vostro parere, in una struttura pubblica si può essere seguiti bene comunque anche se il problema è abbastanza complesso?
Non so perchè ma ho molti dubbi.
Grazie per l'attenzione
Purtroppo non posso permettermi di andare da uno psicologo privato.
Secondo un vostro parere, in una struttura pubblica si può essere seguiti bene comunque anche se il problema è abbastanza complesso?
Non so perchè ma ho molti dubbi.
Grazie per l'attenzione
[#21]
Gentile Utente,
Certo che le ha dato gli antidepressivi. Lei si aspettava altro. Vero? Ma difficilmente uno psichiatra che non si occupa della psicoterapia della parola può offrirle di più di farmaci, anzi, di psicofarmaci.
Lei cercava invece un approccio con uno specialista che la capisse, che la facesse parlare, che entrasse in merito ai suoi problemi, che l'aiutasse man mano a migliorare il rapporto con se stessa e con gli altri.. etc...
Bene: una terapia ad indirizzo analitico le sarebbe stata di molto aiuto, ma per fare una terapia del genere occorre trovare anche uno psicoterapeuta giusto, preparato, equilibrato, e capace di ascoltarla e di stabilire con lei un rapporto empatico, e le chiedesse anche di collaborare affinché la terapia fosse efficace. Se non l'ha trovato, lo cerchi ancora, sia nell'ambito della psicoterapia ad indirizzo analitico, sia in altre psicoterapie.
La sistemica ve bene, e vanno bene anche molte altre.
Occorre trovare però un terapeuta che sappia darle quella disponibilità d'animo e quella premura che le serve per sentirsi sicura con lui e che le permetta di raggiungere una situazione di equilibrio e di benessere.
Continui a cercare.
Auguri vivissimi.
Cordiali saluti.
[#22]
Ex utente
Grazie Dott. Vita per avermi risposto.
Ho sempre desiderato fare analisi, ma purtroppo economicamente non posso, quindi probabilmente dovrei rivolgermi ad una struttura pubblica.
Quello che mi chiedo ci si può aspettare comunque di essere seguiti come si deve nel pubblico?
Grazie ancora per l'attenzione
Ho sempre desiderato fare analisi, ma purtroppo economicamente non posso, quindi probabilmente dovrei rivolgermi ad una struttura pubblica.
Quello che mi chiedo ci si può aspettare comunque di essere seguiti come si deve nel pubblico?
Grazie ancora per l'attenzione
[#23]
Gentile Signorina,
Lei ha tutte le ragioni del mondo a porsi questi interrogativi dal momento che in gioco é la Sua vita.
Per quanto riguarda i dubbi che Lei riferisce sulla qualità del Servizio Pubblico, indubbiamente sono legittimi e mi sembra che basta guardarsi attorno per rendersi conto della realtà delle cose, anche in ambito Sanitario. Questo però non deve farLe ritenere che sia tutto da buttare. Queste considerazioni valgono non solo per la Sanità ma per tutte quelle circostanze, dove albergano due pesi e due misure. Solitamente una visita privata a pagamento fornisce una risposta al problema più gratificante se rapportata alla stessa situazione ma in ambito pubblico.
Rimanendo in serena attesa di una sanità pubblica più umanizzata, ci sono però delle cose da considerare che potrebbero sbloccare la Sua situazione. Ad esempio non é proprio impossibile trovare delle situazioni dove il discorso si rovescia. Cioè a dire, ci sono dei Servizi pubblici che offrono un aiuto anche migliore di quello che si potrebbe trovare in ambito privato.
Il problema non é tanto l'Istituzione, quanto invece gli abitanti che in essa risiedono. La soluzione a questo stato di cose, secondo il mio parere sta in due momenti ben precisi. Il primo si riferisce alla considerazione che sarà assai difficile che qualcuno venga a bussare alla Sua porta per chiederLe se ha bisogno d'aiuto. In pratica sarebbe oltremodo opportuno che Lei bussi a tutte le porte che può. Sicuramente, prima o dopo incontrerà una persona con la P maiuscola, non solo in quanto preparata professionalmente, ma soprattutto preparata ad accogliere un essere umano in difficoltà.
Non abbia timore a chiedere. A volte certi sonnacchiosi Dottori, si sentono particolarmente stimolati a muoversi se la persona che hanno di fronte rientra nei loro bisogni, ancorchè professionali. Cerchi di non desistere subito se il Sanitario sembra mostrare un interesse relativo. Se il paziente ha bisogno del Dottore, anche il Dottore, per essere tale, ha bisogno del paziente.
Punto secondo. In questa Sua ricerca si rivolga preferibilmente ad uno Psicologo, possibilmente non Psicoterapeuta. Non mi fraintenda, ma ritengo che un bravo Psicoterapeuta eventualmente dovrebbe intervenire in un secondo tempo, e cioè allorchè lo Psicologo dovesse ritenerlo utile. Questa considerazione si riferisce alla possibilità che a volte lo specialista si identifica troppo, inconsciamente, con la sua specialità. Terzo punto e concludo. Non si tormenti il cervello nel chiedersi quale orientamento sarebbe più adatto per Lei. Questa è una faccenda che dovrebbe progettare assieme allo Psicologo che ha scelto.
Cordiali saluti e.... si dia da fare.
Dr. Willy Murgolo
Psicologo-Psicoterapeuta
Ipnosi Clinica-Sessuologia
Questo consulto ha ricevuto 24 risposte e 2.7k visite dal 08/02/2010.
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