Come posso fare per ridurre questo tipo di disturbo

Gentili dottori,sono una ragazza di 25 anni, alta 1,65 e peso 57 kg. Vivo un rapporto “particolare” con il cibo che mi condiziona nella vita di tutti i giorni.Quando mi trovo davanti a certi cibi ( in modo particolare la carne) inizio a pensare se è stata cucinata in modo giusto ( non troppo cruda) oppure al metodo di conservazione migliore.Sono interrogativi che mi pongo mentre mangio e che a volte mi condizionano, tanto da indurmi la preoccupazione di non digerire con conseguente somatizzazione anche dopo il pasto. Il mio rapporto conflittuale è rivolto principalmente alla carne ( carni “dure” non riesco a masticarle, così da preferire carni bianche), purtroppo però mi rendo conto io stessa di assimilare porzioni davvero misere… Una semplice fettina di pollo la riduco a pochi bocconi togliendo il bordo ed il resto. Il pesce spinoso non riesco a mangiarlo ( o ne mangio poco) per la paura di ingoiare spine.Questa situazione diventa più difficile quando mi trovo fuori casa: mi pongo sempre il problema di cosa mangio, se la verdura è stata lavata, come è stato cucinato e conservato e spesso evito di mangiare pietanze mai provate o con ingredienti che non mangio da tempo per paura di aver sviluppato allergie o intolleranze … Insomma a differenza di prima mi accorgo di mangiare per “dovere” senza alcun gusto o sapore.La mia alimentazione (potete confermarlo solo voi) è alquanto varia e sana. Mangio molte verdure in qualsiasi modo, la pasta, legumi e frutta (quest’ultima non tutti i giorni lo ammetto, ma ci provo), mi piacciono i formaggi e le pietanze non sono particolarmente condite e limito le fritture ( regime alimentare che manteniamo da sempre a casa).Questi pensieri che mi limitano nel cibo sono comparsi in concomitanza di un periodo di stress, in cui dovevo sostenere l’esame di maturità (nel 2004) che mi hanno portato a passare, in poco tempo da 75 Kg a 60 Kg. In breve tempo la situazione è andata regolarizzandosi ma questi pensieri non sono però scomparsi.Da quel momento bevo l’acqua a temperatura ambiente per paura che l’acqua fredda mi provochi congestione. Qualsiasi cibo è sottoposto a “vivisezione” ( come dicono a casa), è come se avessi bisogno di vedere e capire attentamente cosa mangio.Situazione che non mi fa sentire libera, motivo di continue discussioni durante i pasti che generano giuste preoccupazioni da parte della mia famiglia e in me suscitano nervosismo e un senso di inadeguatezza. Io stessa mi rendo conto di essere esagerata ( la carne prima di mangiarla la taglio in piccoli pezzetti, osservandola scrupolosamente, ad esempio evito alcune parti della pizza non particolarmente cotte, pensando che il pomodoro se non cotto bene possa farmi male) ma sono atteggiamenti che “ sono costretta” ad assumere altrimenti durante la digestione mi suggestiono e ho fenomeni classici di somatizzazione d’ansia. Come posso fare per ridurre questo tipo di disturbo? E’ necessario una terapia, dei colloqui con degli specialisti? E’ una situazione che faccio fatica anche ad esternare in particolare con mia madre, ho paura di essere giudicata da lei stupida o esagerata. Da quest’estate ho perso quasi 5 Kg, sono stata molto stressata per motivi di lavoro, ed il caldo, unito al lavoro e a rapidi viaggi mi hanno provocato un calo dell’appetito e quindi di peso. Da settembre ho assimilato “solo” 2 kg…. Allo specchio mi sembro sciupata e senza forme…. Vorrei mettere su un paio di Kg, ma con questo regime alimentare dubito di riuscirci … Cosa mi consigliate di fare?? Mi scuso per essermi dilungata, in attesa di una vostra risposta vi ringrazio per il servizio ed il tempo prezioso che mettete a disposizione. 

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Dr.ssa Ilenia Sussarellu Psicoterapeuta, Psicologo 648 21
Gentile ragazza,
da quello che dice il suo problema sembrerebbe legato maggiormente ad un quadro d'ansia piuttosto che ad un disturbo alimentare.

Purtroppo in questa sede è difficile per noi dirle cosa potrebbe fare per ridurre questo problema per cui credo che sia opportuno che lei si rivolga ad uno specialista della sua zona in modo che sia proprio lui a fare una valutazione globale e le suggerisca il da farsi.

Cordialmente

Dr.ssa Ilenia Sussarellu, i.sussarellu@libero.it
Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale, Psicologo Cilinico-Forense

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Dr. Daniele Regini Psicologo 36 3
Gentile Utente,
Le consiglierei di contattare direttamente uno specialista che la potrà aiutare a risolvere queste sue preoccupazioni legate al cibo ed alla sua digestione.




Dr. Daniele Regini

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