Una situazione normale o nel tempo le può accrescere questa paura

E' capitato a mia figlia.
Ha 20 anni, ha conseguito la patente subito dopo i diciott'anni e non ha mai avuto problemi a guidare che anzi le piace, ed è disposta anche a farsi tragitti abbastanza lunghi da sola.
A gennaio è successo che, con una monovolume che normalmente usa suo fratello, andando a scuola, uno scellerato su di una moto, immettendosi nell'incrocio dove lei transitava, a semaforo rosso ed ad alta velocità, la urtava sulla portiera destra, rompeva il vetro, carambolava anche con la moto sopra alla vettura e cadeva a terra, senza riportare però particolari danni fisici.
Lo spavento per lei è stato forte, ma sembrava lo avesse superato subito senza problemi.
Invece, dopo di allora e dopo la riparazione della vettura, si rifiuta categoricamente di utilizzarla, anche come passeggera, tanto che le ho dovuto acquistare una utilitaria.
Il problema comunque non è la dimensione dell'auto, tant'è che usa volentieri (quando gliela lascio usare) senza alcun problema anche la mia auto, di dimensioni e potenza sicuramente maggiori di quella con cui ha avuto questo incidente, ma solo il rifiuto di "quella" auto, che eppure, sino a qualche giorno prima, usava volentieri.
E' una situazione normale o nel tempo le può accrescere questa paura? C'è qualcosa che posso fare per farla tornare alla normalità?
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2006 al 2011
Psicologo, Psicoterapeuta
Gent. utente,
in genere non è così scontato che una paura dovuta ad un evento che ci è capitato nel corso della nostra vita e che ci ha impattato in modo piuttosto forte "passi" così soltanto col trascorrere del tempo. Certo questo in alcuni casi può anche accadere, in altri invece, il tutto rimane lì e può bloccare la persona nel ritrovamento del proprio benessere e della propria libertà.
Mi chiedevo quindi come prima domanda quanto sua figlia abbia avuto spazio proprio per dare voce a quello spavento di cui lei fa cenno, in quella situazione, con quella auto e vedere poi se per lei qualcosa possa cambiare e diventare maggiormente affrontabile, dopo averne ampiamente parlato in una situazione di ascolto.
Se questo non avviene, posto che sua figlia sia d'accordo, forse vale la pena di provare a rivolgersi ad un professionista per valutare la possibilità di una psicoterapia.

Cordialmente

Dott. Marco Santachiara
[#2]
Utente
Utente
La ringrazio del consiglio.
Proverò a farla parlare più a lungo di ciò che le è capitato, anche se ne parla, apparentemente, senza alcun problema.
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Psichiatra, Psicoterapeuta attivo dal 2005 al 2007
Psichiatra, Psicoterapeuta
Gentile Anonimo signore,
sono condotte di evitamento che si instaurano dopo eventi traumatici anche di lieve entità, in cui la sensazione di perdita di controllo lascia traccia. Sono frequenti in strutture di personalità in cui queste logiche hanno una maggior rilevanza con una certa tendenza alla precisione. Sul da farsi, spetta a sua figlia percepire l'eventuale distonicità della condotta (ovviamente) e conseguentemente valutare l'eventuale possibilità di una soluzione.
In caso contrario nessun problema ... nessuna soluzione.
Distinti saluti
Dottor Bova
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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187
Gentile Utente,
è vero, a volte certe situazioni lasciano il "segno", e sembrerebbe proprio il caso di sua figlia. Sembra quasi che con l'evitare proprio quell'automobile vostra figlia voglia dire qualcosa a qualcuno.
Purtroppo questo però, come ricordava il Dr Bova, non è sufficente per portare sua figlia in una situazione di ascolto, come ad esempio da una psicologa, ma è necessario che la domanda parta proprio da lei.
Probabilmente, fino a quando vostra figlia riuscirà a evitare il problema (ad esempio potendo usare altre automobili) sarà difficile convincerla a cercare soluzioni concrete.

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_

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Dr. Federico Sasso Psicologo 16
Salve,beh già è un ottimo passo il fatto che lei chieda aiuto...spesso anche un piccolo trauma può tirare fuori o far vivere in modo inteso coseche abbiamo dentro e che spesso sono sopite! sicuramente ci sarebbe tanto da dire e da fare,ma ilmioconsiglio è di rivolgersi ad uno psicologo personalmente per poter affrontare al meglio ilproblema oil disagio,prima che possa portare allo scaturire di problematiche maggiori.

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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
Gentile utente,

per poter parlare di una problematica di tipo psicologico, sua figlia stessa deve manifestare il disagio. Inoltre, tale disagio deve avere un tempo di "metabolizzazione" che varia da uno a sei mesi.
Credo che la cosa più opportuna sia dire a sua figlia che Lei e gli altri familiari vi siete accorti delle tecniche di evitamento che utilizza per l'uso di una determinata autovettura.
Dopodiche' Le lasci il tempo di capire da sola se, effettivamente, si tratta di un evitamento oppure se la paura ancora non ha avuto il tempo di essere elaborata pienamente.
Sono certo che non scaturiranno problematiche maggiori da tali comportamenti, progressivamente il disturbo scomparira'.
Se cosi' non dovesse essere sara' utile rivolgersi ad uno psichiatra.

Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero

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Utente
Utente
Ringrazio per i suggerimenti.
Nei prossimi giorni, dovendo lasciare la sua vettura alla concessionaria per il tagliando, vedrò di lasciarle disponibile solo quella vettura, cercando di capire la reazione e se davanti a necessità (scuola alla mattina e allenamenti tutte le sere), si deciderà ad utilizzarla.
Cordiali saluti
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Dr. Federico Sasso Psicologo 16
Sicuramente tutti i consigli sono validi,ma il consiglio più ovvio e generale è di non fare tentativi per veder come vanno le cose,il rimandare spesso peggiora le situazioni...un psichiatra sicuramente agirebbe principalmente con farmaci che agiscono esclusivamente sui sintomi,ma non permettono un approfondimento delle cause e delle problematiche sopite che fanno vivere il disagio che lei racconta. L'incidente ha riportato in luce vecchi conflitti o forti emozioni che vanno affrontati in psicoterapia...

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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
Gentile utente,


non sono d'accordo con il "tentativo" che vuole fare.
E' preferibile affrontare l'argomento in maniera serena in modo da valutare se effettivamente il disagio costituisce un problema da dover risolvere.
Non e' vero in ogni caso che lo psichiatra affronterebbe la situazione con i farmaci e che i conflitti e le emozioni sopite si sono risvegliate, in quanto sua figlia ha subito un trauma che deve essere elaborato nei tempi previsti.


Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero

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Dr.ssa Flavia Ilaria Passoni Psicologo, Psicoterapeuta 163 1
Gentile utente,
credo che la prima da cosa da valutare in casi analoghi sia proprio l'impatto effettivo che l'evento e il trauma connesso hanno avuto sul normale funzionamento di sua figlia ( quotidiano, scolastico-lavorativo, relazionale, ecc..). Se la relazione è stata semplicemnete quella di instuarare una condotta di evitamento specifica che però non sembra influire minimamente su quelle che sono le sue normali attività e se sua figlia si percepisce comunque sostanzialmente serena senza vivere come una condizione limitante e invalidante il mancato utilizzo di quella vettura il problema non si pone, o meglio non c'è spazio per una richiesta effettiva da parte dell'utente nè per una motivazione intrinseca, conditio sine qua non per ogni trattamento.
Se invece il problema dovesse configurarsi come tale assumendo altri connotati o presentando altri sintomi più estesi e invalidanti, quali sono ad esempio quelli tipici del Disturbo Post Traumatico da stress o Acuto da Stress (evitamento anche di luoghi o persone associate all'evento, sensazione di rivivere l'esperienza, iperattivazione, ecc..) allora sarebbe sicuramente opportuno e necessario un consulto specialistico.
In ogni caso l'elaborazione del trauma e dei vissuti connessi resta fondamentale e una tecnica molto utile in situazioni traumatiche analoghe è l'EMDR.

Con i migliori auguri
F.I.Passoni
studiopsicologia@hotmail.it

F.I.Passoni
Dir. di SYNESIS, Centro di Consulenza Psicologica, Psicoterapia & Ipnosi Clinica

studiopsicologia@hotmail.it