Dopo il cancro
buongiorno,vi scrivo per aver eun consiglio,due anni fà mi hanno scoperto un cancro della mammella,con metastasi annesse,ne venivo fuori da due anni di psicanalisi per una violenza subita da piccola,ho avuto tante problematiche nella mia vita ma solo all'eta di 28 anni ho avuto il crollo,ora vorrei sapere ,dopo il cancro(tra l'altro vissuta l'esperienza con grande forza)ho ricominciato ad avere paura della macchina ,della velocità,e mi rivedo piccola come una volta,ho paura che mi torni la malattia ,dato che i medici continuano a dire che sono molto a rischio,quindi (non sempre)ogni tanto ho dei momenti in cui mi ricreo le paure coe facevo prima della psicanalisi,vorrei un consiglio.grazie
[#1]
Gentile signora,
lei ha vissuto un'esperienza molto stressante, per far fronte alla quale ha probabilmente speso molte delle sue energie e della sua forza. E' possibile (ma non posso sapere se questo sia il suo caso) che una volta terminata "l'emergenza" della fase acuta, lei si stia realmente rendendo conto di quello che le è accaduto (la scoperta della malattia, la terapia, la minaccia di una ricaduta) e stia cercando di elaborarlo da un punto di vista emotivo.
Poichè vede riaffacciarsi le paure che aveva affrontato durante l'analisi e poichè credo sarebbe comunque opportuno avere un sostegno in questa fase della sua vita ritengo sarebbe indicata una nuova valutazione. Se la precedente esperienza di analisi l'ha soddisfatta ricontatti il suo terapeuta e valuti insieme a lui il riemergere di queste paure. Altrimenti può decidere di rivolgersi ad un altro terapeuta che abbia un approccio più mirato al sintomo (ad es. cognitivo-comportamentale).
Lei ha già superato molti ostacoli sul suo cammino, continuare il percorso in due potrà "alleggerire" il carico che sente in questo momento.
In bocca al lupo.
lei ha vissuto un'esperienza molto stressante, per far fronte alla quale ha probabilmente speso molte delle sue energie e della sua forza. E' possibile (ma non posso sapere se questo sia il suo caso) che una volta terminata "l'emergenza" della fase acuta, lei si stia realmente rendendo conto di quello che le è accaduto (la scoperta della malattia, la terapia, la minaccia di una ricaduta) e stia cercando di elaborarlo da un punto di vista emotivo.
Poichè vede riaffacciarsi le paure che aveva affrontato durante l'analisi e poichè credo sarebbe comunque opportuno avere un sostegno in questa fase della sua vita ritengo sarebbe indicata una nuova valutazione. Se la precedente esperienza di analisi l'ha soddisfatta ricontatti il suo terapeuta e valuti insieme a lui il riemergere di queste paure. Altrimenti può decidere di rivolgersi ad un altro terapeuta che abbia un approccio più mirato al sintomo (ad es. cognitivo-comportamentale).
Lei ha già superato molti ostacoli sul suo cammino, continuare il percorso in due potrà "alleggerire" il carico che sente in questo momento.
In bocca al lupo.
Dr.ssa Cecilia Sighinolfi
Psicologa e Psicoterapeuta
cecilia_sighinolfi@yahoo.it
[#2]
Utente
grazie di cuore dottoressa,lei ha centrato in pieno il mio io interno,io dalla mia ho anch ela forza di aiutare gl ialtri ,coloro che sono malati di cancro e aiuto anche l'airc facendo la volontaria,ma la sensazione che ho sempre è che non vedo il mio problema ma solo quell odegl ialtri,è una sensazione molto strana che è nata dopo il cancro.
non vorrei appunto come dice lei ,cominciare a elaborare perchè non sò se la mia è solo forza apparente o no.
da piccola quando mio padre picchiava mia madre(era alcolizzato)picchiavo i pugni contro il muro per farmi del male,ho ricominciato a fare questi gesti,graffiandomi le mani e dicendo bugie su come è accaduto....
non vorrei appunto come dice lei ,cominciare a elaborare perchè non sò se la mia è solo forza apparente o no.
da piccola quando mio padre picchiava mia madre(era alcolizzato)picchiavo i pugni contro il muro per farmi del male,ho ricominciato a fare questi gesti,graffiandomi le mani e dicendo bugie su come è accaduto....
[#3]
"ma la sensazione che ho sempre è che non vedo il mio problema ma solo quell odegl ialtri,"
Gentile signora, credo sia giunto il momento di iniziare a prendersi cura di sè stessa. Lo ha già fatto in passato e ora le paure che tornano a manifestarsi le "stanno dicendo" che ha bisogno di dare una maggiore attenzione a sè stessa. Dedicandosi agli altri, sta in qualche modo evitando di dedicare proprio a se stessa il 100% di sè. Per questo credo che un supporto in questo particolare momento non possa che esserle di aiuto.
"non vorrei appunto come dice lei ,cominciare a elaborare perchè non sò se la mia è solo forza apparente o no"
La forza l'ha già dimostrata in passato, deve "solo" ritrovarla e crederci.
Da quanto riferisce sembra si stiano manifestando comportamenti che metteva in atto da piccola per far fronte ad una situazione che non era (e non poteva essere) in grado di gestire: ora però è una donna adulta e soprattutto consapevole del fatto che esistono altri modi funzionali per poter affrontare il dolore senza fare del male a se stessi ma prendendosi cura di sè.
Si prenda il tempo che le spetta e contatti un professionista.
Un saluto
Gentile signora, credo sia giunto il momento di iniziare a prendersi cura di sè stessa. Lo ha già fatto in passato e ora le paure che tornano a manifestarsi le "stanno dicendo" che ha bisogno di dare una maggiore attenzione a sè stessa. Dedicandosi agli altri, sta in qualche modo evitando di dedicare proprio a se stessa il 100% di sè. Per questo credo che un supporto in questo particolare momento non possa che esserle di aiuto.
"non vorrei appunto come dice lei ,cominciare a elaborare perchè non sò se la mia è solo forza apparente o no"
La forza l'ha già dimostrata in passato, deve "solo" ritrovarla e crederci.
Da quanto riferisce sembra si stiano manifestando comportamenti che metteva in atto da piccola per far fronte ad una situazione che non era (e non poteva essere) in grado di gestire: ora però è una donna adulta e soprattutto consapevole del fatto che esistono altri modi funzionali per poter affrontare il dolore senza fare del male a se stessi ma prendendosi cura di sè.
Si prenda il tempo che le spetta e contatti un professionista.
Un saluto
[#5]
Utente
vorrei dirle tutto però ,almeno per sapere come gestire le mie paure ,nell'attesa di ricominciare a fare le sedute,di solito quando salgo in macchina comincio a pensare che succede qualcosa di brutto,la velocità mi fà soffocare,ma per il mestiere che faccio(la cantante)devo essere spesso in giro,ogni volta che si torna a casa vigilo finchè non sono arrivata ,allora lì mi rilasso,per quel che riguarda il farmi male,ho ricominciato propio in una occasione del genere,avevo paura della velocità e ho cominciato a infilare le unghie nella pelle per calmarmi,ma so benissimo quanto sia controproducente per me .
purtroppo il mio problema piu grande è che capisco tutto,non sono offuscata da nessuna nebbia,ho chiaro davanti a me i miei problemi,ma ho tanta paura inconscia che si sfoga cosi.
ho un bambino di 5 anni che ha sofferto molto quando facevo chemio e un marito dolce e sensibile che tiene tutto dentro,quando a volte si litiga per delle marachelle del bimbo(aggredisce mio marito senza motivo e lo picchia ,lo morde,quando facevo chemio si spogliava e urlava)io mi ritrovo a piangere in silenzio perchè non ho la forza di brontolare, perchè sono sfinita,e allora le paure arrivano e penso, che il cancro torna,che mi devo fare del male e che non ho futuro
purtroppo il mio problema piu grande è che capisco tutto,non sono offuscata da nessuna nebbia,ho chiaro davanti a me i miei problemi,ma ho tanta paura inconscia che si sfoga cosi.
ho un bambino di 5 anni che ha sofferto molto quando facevo chemio e un marito dolce e sensibile che tiene tutto dentro,quando a volte si litiga per delle marachelle del bimbo(aggredisce mio marito senza motivo e lo picchia ,lo morde,quando facevo chemio si spogliava e urlava)io mi ritrovo a piangere in silenzio perchè non ho la forza di brontolare, perchè sono sfinita,e allora le paure arrivano e penso, che il cancro torna,che mi devo fare del male e che non ho futuro
[#6]
Gentile signora,
lei ha evidenziato un punto importante: "è che capisco tutto,non sono offuscata da nessuna nebbia,ho chiaro davanti a me i miei problemi".
Purtroppo, come sta constatando lei stessa, anche quando il livello di consapevolezza è elevato come il suo, spesso non è sufficiente a sapere anche cosa fare per poter stare meglio.
La situazione è complessa, ci sono molti fattori coinvolti (paure pregresse, la malattia, la gestione del dolore altrui, della sua sofferenza..) e, da quanto riporta, appare chiaro che lei ora come ora non sappia come fare per uscirne. Purtroppo questo non è il contesto per poter dare "indicazioni di massima" su come affrontare le sue paure. Ed è per questo che si rende necessaria una nuova valutazione da parte di uno psicoterapeuta e, nel caso, di un nuovo percorso che la possa aiutare ad affrontare e gestire non solo le "vecchie" paure ma anche le nuove preoccupazioni che la malattia ha inevitabilmente portato con sè.
"io mi ritrovo a piangere in silenzio perchè non ho la forza di brontolare, perchè sono sfinita,e allora le paure arrivano e penso, che il cancro torna,che mi devo fare del male e che non ho futuro"
Comprendo che lei sia stanca ma vedrà che un terapeuta potrà aiutarla a vivere il presente e il futuro che desidera.
In bocca al lupo
lei ha evidenziato un punto importante: "è che capisco tutto,non sono offuscata da nessuna nebbia,ho chiaro davanti a me i miei problemi".
Purtroppo, come sta constatando lei stessa, anche quando il livello di consapevolezza è elevato come il suo, spesso non è sufficiente a sapere anche cosa fare per poter stare meglio.
La situazione è complessa, ci sono molti fattori coinvolti (paure pregresse, la malattia, la gestione del dolore altrui, della sua sofferenza..) e, da quanto riporta, appare chiaro che lei ora come ora non sappia come fare per uscirne. Purtroppo questo non è il contesto per poter dare "indicazioni di massima" su come affrontare le sue paure. Ed è per questo che si rende necessaria una nuova valutazione da parte di uno psicoterapeuta e, nel caso, di un nuovo percorso che la possa aiutare ad affrontare e gestire non solo le "vecchie" paure ma anche le nuove preoccupazioni che la malattia ha inevitabilmente portato con sè.
"io mi ritrovo a piangere in silenzio perchè non ho la forza di brontolare, perchè sono sfinita,e allora le paure arrivano e penso, che il cancro torna,che mi devo fare del male e che non ho futuro"
Comprendo che lei sia stanca ma vedrà che un terapeuta potrà aiutarla a vivere il presente e il futuro che desidera.
In bocca al lupo
[#10]
E' molto banale da parte mia scrivere che "E' più facile
guarire dal cancro che dalla IDEA che si ha del cancro".
E quindi per poter guarire"da quella idea" mi guardo bene dall'entrare nel merito della discussione che ha iniziato con la collega.
Come chirurgo oncologo lavoro da oltre 30 anni volontario presso l'associazione Attive Come Prima di Milano, la prima associazione nata in Italia che si occupa delle donne operate al seno.
Mi permetto di suggerirle di provare ad affrontare,almeno una volta, le sue paure nel contesto di una esperienza di gruppo e poi capirà...perchè !
Potrà telefonare anche a nome mio e racconti pure come ci siamo "conosciuti". Dica pure che gliel'ho consigliato io senza fornire alcuna spiegazione.
Tutte le informazioni e numero di telefono potrà reperirle sul mio sito
www.senosalvo.com
nella sezione "LA VITA DOPO LA MALATTIA"
Ma forse da quanto racconta anche i suoi curanti avrebbero bisogno di rimettere in discussione il modo di approcciarsi ai propri pazienti.Aiuti anche loro a guardare in Lei la donna che ha subito quanto ci ha raccontato e non più quella (tra l'altro non lo è più) ammalata di cancro.
Ma forse ciò dipende anche dal fatto, ne sono sicuro, che Lei non abbia mai trovato la forza per parlare liberamente con loro come sta facendo qui, forse perchè protetta dall'anonimato
http://www.senosalvo.com/approfondimenti/medici_che_si_spogliano_del_camice.htm
Tanti auguri
P.S.
Non si dia tante arie per il "nodulo denso" che mi ha descritto su un altro post e che la tiene in ansia.
(^____^).
https://www.medicitalia.it/consulti/oncologia-medica/131026-nodulo-denso.html
Le ho scritto che non c'è ragione di preoccuparsi, ma forse Le ho fatto persino un dispetto (^_^) perchè le ho vaporizzato tra le mani il pretesto per continuare a ripetersi "sono di nuovo malata", quando i dati clinico-strumentali mostrano significativamente che in realtà sia guarita.
guarire dal cancro che dalla IDEA che si ha del cancro".
E quindi per poter guarire"da quella idea" mi guardo bene dall'entrare nel merito della discussione che ha iniziato con la collega.
Come chirurgo oncologo lavoro da oltre 30 anni volontario presso l'associazione Attive Come Prima di Milano, la prima associazione nata in Italia che si occupa delle donne operate al seno.
Mi permetto di suggerirle di provare ad affrontare,almeno una volta, le sue paure nel contesto di una esperienza di gruppo e poi capirà...perchè !
Potrà telefonare anche a nome mio e racconti pure come ci siamo "conosciuti". Dica pure che gliel'ho consigliato io senza fornire alcuna spiegazione.
Tutte le informazioni e numero di telefono potrà reperirle sul mio sito
www.senosalvo.com
nella sezione "LA VITA DOPO LA MALATTIA"
Ma forse da quanto racconta anche i suoi curanti avrebbero bisogno di rimettere in discussione il modo di approcciarsi ai propri pazienti.Aiuti anche loro a guardare in Lei la donna che ha subito quanto ci ha raccontato e non più quella (tra l'altro non lo è più) ammalata di cancro.
Ma forse ciò dipende anche dal fatto, ne sono sicuro, che Lei non abbia mai trovato la forza per parlare liberamente con loro come sta facendo qui, forse perchè protetta dall'anonimato
http://www.senosalvo.com/approfondimenti/medici_che_si_spogliano_del_camice.htm
Tanti auguri
P.S.
Non si dia tante arie per il "nodulo denso" che mi ha descritto su un altro post e che la tiene in ansia.
(^____^).
https://www.medicitalia.it/consulti/oncologia-medica/131026-nodulo-denso.html
Le ho scritto che non c'è ragione di preoccuparsi, ma forse Le ho fatto persino un dispetto (^_^) perchè le ho vaporizzato tra le mani il pretesto per continuare a ripetersi "sono di nuovo malata", quando i dati clinico-strumentali mostrano significativamente che in realtà sia guarita.
Salvo Catania, MD
Chirurgo oncologo-senologia chirurgica
www.senosalvo.com
[#11]
Utente
salve dottor salvo,lei stamani mi ha fatto sorridere,perchè effettivamente ha centrato in pieno quello che provo,forse è un po imbarazzante da ammettere,ma è cosi come lei ha detto,effettivamente ho bisogno di sfogarmi ,ma sembra che per chi ho intorno e medici compresi(che sono bravissimi ma a volte privi di quella cosa in piu )sia tutto scontato e che l'esperienza non segna..è logico che avendo avuto problemi in passato mi aspetto sempre del grande amore da parte di tutti,ma la parte di me che è donna e non è per nulla scontata,sà che purtroppo nei momenti piu brutti di questa avventura ,mi hanno lasciato troppo peso sulla groppa,,la cosa più strana per me è che non riesco a capire perchè diano per scontato che una che ha avuto il cancro debba sempre essere forte *_*^_^ cerchero allora di contattare milano ,ne ho propio bisogno ..grazie!!!!!
[#12]
Sono i SUOI curanti che hanno bisogno di Lei e molto meno viceversa. Li aiuti anche Lei : non c'è alcuna ragione per mostrarsi forte a tutti i costi perchè anche loro hanno bisogno di RIMUOVERE che la loro paziente sia invece molto fragile.
Inverta il rapporto per dar voce a quella svolta di vita della quale stavate discutendo con la dr.ssa Sighinolfi. Da quanto ci ha scritto si evince che prima si atteggiava "a forte" a protezione della mamma, poi della sua famiglia anche durante la esperienza del cancro. Ma quando deciderà di prendersi una "vacanza" o almeno una pausa nella veste di "malata"? Ogni accadimento traumatizzante della vita si elabora nei tempi fisiologici .Se vengono eliminati, come ha fatto Lei, si paga duramente amplificando quanto accumulato nella vita pregressa. E badi non si parla di somma algebrica.
Quando andrà a Milano stampi pure questa discussione che le risparmierà premesse inutili e/o fuorvianti.
La mostri pure a nome mio ad Ada Burrone. Ada non è solo la presidente dell'associazione, ma è soprattutto quella donna che negli anni 70 ha avuto un cancro che allora era una malattia che si pagava con interventi mutilanti e nella maggior parte dei casi con la morte. Era la malattia di cui ci si doveva vergognare perchè ritenuta persino contagiosa. Ada Le darà senz'altro modo di verificare che stavolta è Lei a dover recitare la parte della fragile, come è nel suo pieno diritto, abituata ad atteggiarsi forte con tutti gli altri, e soprattutto di comprendere che per un vero cambiamento (=rinascere) occorre accettare l'idea di poter morire.
Mi scusi la presunzione ma le mie conclusioni si fondano sui post "tecnici" che ha inviato, riferite alla sua pregressa malattia.
Inverta il rapporto per dar voce a quella svolta di vita della quale stavate discutendo con la dr.ssa Sighinolfi. Da quanto ci ha scritto si evince che prima si atteggiava "a forte" a protezione della mamma, poi della sua famiglia anche durante la esperienza del cancro. Ma quando deciderà di prendersi una "vacanza" o almeno una pausa nella veste di "malata"? Ogni accadimento traumatizzante della vita si elabora nei tempi fisiologici .Se vengono eliminati, come ha fatto Lei, si paga duramente amplificando quanto accumulato nella vita pregressa. E badi non si parla di somma algebrica.
Quando andrà a Milano stampi pure questa discussione che le risparmierà premesse inutili e/o fuorvianti.
La mostri pure a nome mio ad Ada Burrone. Ada non è solo la presidente dell'associazione, ma è soprattutto quella donna che negli anni 70 ha avuto un cancro che allora era una malattia che si pagava con interventi mutilanti e nella maggior parte dei casi con la morte. Era la malattia di cui ci si doveva vergognare perchè ritenuta persino contagiosa. Ada Le darà senz'altro modo di verificare che stavolta è Lei a dover recitare la parte della fragile, come è nel suo pieno diritto, abituata ad atteggiarsi forte con tutti gli altri, e soprattutto di comprendere che per un vero cambiamento (=rinascere) occorre accettare l'idea di poter morire.
Mi scusi la presunzione ma le mie conclusioni si fondano sui post "tecnici" che ha inviato, riferite alla sua pregressa malattia.
[#14]
Guardi che io ho solo interpretato quello che Lei aveva a CHIARE LETTERE urlato.
Effettivamente sono avvantaggiato dal fatto di avere imparato molto dalle donne. Soprattutto ad amplificare la capacità di ascolto, al punto che nel 1989 avevo raccolto in un volume (Carcinoma mammario dalla parte della paziente) le loro esperienze a me affidate.
http://www.senosalvo.com/le%20mie%20pubblicazioni.htm
Effettivamente sono avvantaggiato dal fatto di avere imparato molto dalle donne. Soprattutto ad amplificare la capacità di ascolto, al punto che nel 1989 avevo raccolto in un volume (Carcinoma mammario dalla parte della paziente) le loro esperienze a me affidate.
http://www.senosalvo.com/le%20mie%20pubblicazioni.htm
[#15]
Utente
spero vivamente di poter venire a milano per capire cosa ancora non son oriuscita a buttare fuori..credo che questa esperienza mi possa dare la giusta ragione per vivere..e pensi che mi dedico con tutto il cuore ,su due siti creati per aiutare le altre donne ,già operate e non,se ha facebook può dare un occhiata ,sarebbe molto bello.
http://www.facebook.com/people/Rosa-Speziata/100000194764969
http://www.facebook.com/people/Rosa-Speziata/100000194764969
[#16]
Tutte le donne che passano dall'associazione Attive come Prima sono motivate da un frenetico "voglio aiutare le altre" animate da mille propositi e lodevolissime iniziative.
Il punto centrale è proprio questo: è possibile aiutare qualcuno se abbiamo trascurato di occuparci di noi stessi ?
O forse il volersi prendere cura di qualcuno è solo un maldestro pretesto per continuare ad non occuparci di noi stessi?
Il punto centrale è proprio questo: è possibile aiutare qualcuno se abbiamo trascurato di occuparci di noi stessi ?
O forse il volersi prendere cura di qualcuno è solo un maldestro pretesto per continuare ad non occuparci di noi stessi?
[#17]
Utente
forse non voglio occuparmi di me,ha pienamente ragione,ma quando mi ritrovo a parlare con le donne che hanno avuto il mio stesso problema è come se mi liberassi di un grosso peso..mi dà tanta gioia..ma sotto sotto la mezza verità è sempre nell'aria..le auguro un felice fine settimana,grazie per la sua gentilezza ^_^
[#18]
La CONDIVISIONE è un "processo" che riguarda il rapporto con gli altri ed è senz'altro molto utile, mentre io mi riferisco...a quello con sè stessi che è ancora più importante
E questo l'ho imparato 30 anni fa da Ada.
A prescindere dalla gravità della malattia (vuol dire che accade a tutti) il fatto stesso di essersi ammalati comporta di doversi confrontare con l'idea della
morte provocando inevitabilmente una rottura drammatica della continuità del vivere.
E' in questo varco di rottura che possono emergere le ragioni di infelicità preesistenti alla malattia.
Esattamente quello che a Lei è accaduto, per non avere dato sufficiente ascolto, ai bisogni e ai desideri a causa di altre pur "buone ragioni" (la mamma, la famiglia...gli altri).
Ecco perchè in questa fase si assiste ad una sorta obbligata di auto-colpevolizzazione.
Lei non vuole in realtà ammettere neanche a sè stessa e tanto meno agli altri, che il fatto di poter morire (in realtà morirà come me ma non di tumore al seno e soprattutto non sappiamo quando) la FA SENTIRE IN COLPA PER NON AVERE VISSUTO adeguatamente. Che male c'è ?
Ora che lo sa, ora che dal varco sono emersi,anzi esplosi, i bisogni ed i desideri, li ascolti per non sentirsi più in colpa con sè stessa.
E questo l'ho imparato 30 anni fa da Ada.
A prescindere dalla gravità della malattia (vuol dire che accade a tutti) il fatto stesso di essersi ammalati comporta di doversi confrontare con l'idea della
morte provocando inevitabilmente una rottura drammatica della continuità del vivere.
E' in questo varco di rottura che possono emergere le ragioni di infelicità preesistenti alla malattia.
Esattamente quello che a Lei è accaduto, per non avere dato sufficiente ascolto, ai bisogni e ai desideri a causa di altre pur "buone ragioni" (la mamma, la famiglia...gli altri).
Ecco perchè in questa fase si assiste ad una sorta obbligata di auto-colpevolizzazione.
Lei non vuole in realtà ammettere neanche a sè stessa e tanto meno agli altri, che il fatto di poter morire (in realtà morirà come me ma non di tumore al seno e soprattutto non sappiamo quando) la FA SENTIRE IN COLPA PER NON AVERE VISSUTO adeguatamente. Che male c'è ?
Ora che lo sa, ora che dal varco sono emersi,anzi esplosi, i bisogni ed i desideri, li ascolti per non sentirsi più in colpa con sè stessa.
Questo consulto ha ricevuto 19 risposte e 2.6k visite dal 02/02/2010.
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Approfondimento su Tumore al seno
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