Difficoltà di comunicazione coniugale
Buongiorno
Volevo sottoporre una questione di carattere psicologico e conoscere il vostro parere in merito, sperando che corrisponda ad un cliché già noto, su cui i vostri consigli potrebbero essere di estrema utilità.
Io e mia moglie, rispettivamente di 43 e 36 anni siamo sposati da 12 anni, siamo entrambi figli unici ed abbiamo una bambina di 8 anni.
Da alcuni anni noto una grande difficoltà da parte sua nel relazionarsi sia con me che con le altre persone e mi chiedo se tale crisi riguardi la sua persona o il nostro matrimonio.
Può sembrare la lamentela di un marito deluso, ma amo mia moglie e vorrei un consiglio sull’atteggiamento da tenere in questa situazione, in modo da aiutare il superamento di questo stato di incomunicabilità che si è venuto a creare.
Premetto che l’ipotesi di colloquio con un consulente per la coppia, al momento non trova la disponibilità di mia moglie.
Premetto che in mia moglie ho sempre notato :
· Mancanza di obiettività e assoluta indisponibilità a mettere in discussione il proprio comportamento, sia con me che con gli amici. Indisponibilità a mettersi nei panni dell’altro.
· Sentimento di inadeguatezza ad affrontare le situazioni, ma senza mai ammetterlo con alcuno. Ne deriva un continuo senso di rivalsa verso di me : paura di non essere sufficientemente considerata, nonché senso di competizione e confronto sulle capacità reciproche.
· Mancata accettazione del proprio aspetto fisico, visto sempre come inadeguato : qualunque intervento non risulta sufficiente per accettarsi.
· Incapacità di affrontare obiettivamente e autonomamente i problemi : è sempre colpa di qualcuno che ha generato il problema, o che non lo ha risolto o ancora non ha dato il sufficiente sostegno (fisico o morale) ad affrontarlo.
· Facilità ad esprimere un forte rancore nei confronti di me, per motivi futili.
In questo contesto diventa impossibile riuscire a impostare delle discussioni che siano costruttive : qualunque lieve critica o osservazione viene presa come un affronto personale e genera un atteggiamento di chiusura. Si offende e si chiude nel proprio rancore.
La lamentela più frequente riguarda il mio presunto disinteresse verso di lei : non si sente “presa in considerazione” da me, non si sente “importante” per me, ed in realtà a me sembra che quello che possa mancare è una sorta di compassione, nel senso latino del termine.
D’altra parte per natura il mio approccio è molto più pragmatico e finalizzato a trovare delle soluzioni : non sopporto lamentele fini a sé stesse.
Ho sempre cercato di incoraggiare le sue scelte e di minimizzare i suoi difetti, ma non mi sembra di avere colto nel segno.
Alla fine ho l’impressione che il suo comportamento sia più mirato a sentirsi “vittima” (vittima del lavoro, vittima di un marito che non la capisce, ..), anziché cercare di analizzare le possibili soluzioni per uscire dalla situazione.
Mi rendo conto che per dare una valutazione obiettiva, bisognerebbe ascoltare anche il punto di vista di mia moglie. Ma per quella che è la vostra esperienza, quali sono i comportamenti da tenere e gli argomenti da trattare, per cercare di superare questa barriera difensiva?
Vi ringrazio anticipatamente per la vostra attenzione
Volevo sottoporre una questione di carattere psicologico e conoscere il vostro parere in merito, sperando che corrisponda ad un cliché già noto, su cui i vostri consigli potrebbero essere di estrema utilità.
Io e mia moglie, rispettivamente di 43 e 36 anni siamo sposati da 12 anni, siamo entrambi figli unici ed abbiamo una bambina di 8 anni.
Da alcuni anni noto una grande difficoltà da parte sua nel relazionarsi sia con me che con le altre persone e mi chiedo se tale crisi riguardi la sua persona o il nostro matrimonio.
Può sembrare la lamentela di un marito deluso, ma amo mia moglie e vorrei un consiglio sull’atteggiamento da tenere in questa situazione, in modo da aiutare il superamento di questo stato di incomunicabilità che si è venuto a creare.
Premetto che l’ipotesi di colloquio con un consulente per la coppia, al momento non trova la disponibilità di mia moglie.
Premetto che in mia moglie ho sempre notato :
· Mancanza di obiettività e assoluta indisponibilità a mettere in discussione il proprio comportamento, sia con me che con gli amici. Indisponibilità a mettersi nei panni dell’altro.
· Sentimento di inadeguatezza ad affrontare le situazioni, ma senza mai ammetterlo con alcuno. Ne deriva un continuo senso di rivalsa verso di me : paura di non essere sufficientemente considerata, nonché senso di competizione e confronto sulle capacità reciproche.
· Mancata accettazione del proprio aspetto fisico, visto sempre come inadeguato : qualunque intervento non risulta sufficiente per accettarsi.
· Incapacità di affrontare obiettivamente e autonomamente i problemi : è sempre colpa di qualcuno che ha generato il problema, o che non lo ha risolto o ancora non ha dato il sufficiente sostegno (fisico o morale) ad affrontarlo.
· Facilità ad esprimere un forte rancore nei confronti di me, per motivi futili.
In questo contesto diventa impossibile riuscire a impostare delle discussioni che siano costruttive : qualunque lieve critica o osservazione viene presa come un affronto personale e genera un atteggiamento di chiusura. Si offende e si chiude nel proprio rancore.
La lamentela più frequente riguarda il mio presunto disinteresse verso di lei : non si sente “presa in considerazione” da me, non si sente “importante” per me, ed in realtà a me sembra che quello che possa mancare è una sorta di compassione, nel senso latino del termine.
D’altra parte per natura il mio approccio è molto più pragmatico e finalizzato a trovare delle soluzioni : non sopporto lamentele fini a sé stesse.
Ho sempre cercato di incoraggiare le sue scelte e di minimizzare i suoi difetti, ma non mi sembra di avere colto nel segno.
Alla fine ho l’impressione che il suo comportamento sia più mirato a sentirsi “vittima” (vittima del lavoro, vittima di un marito che non la capisce, ..), anziché cercare di analizzare le possibili soluzioni per uscire dalla situazione.
Mi rendo conto che per dare una valutazione obiettiva, bisognerebbe ascoltare anche il punto di vista di mia moglie. Ma per quella che è la vostra esperienza, quali sono i comportamenti da tenere e gli argomenti da trattare, per cercare di superare questa barriera difensiva?
Vi ringrazio anticipatamente per la vostra attenzione
[#1]
Gentile utente,
la considerazione in merito a questa problematica puo' essere argomento di consultazione psicologica.
Non ci sono comportamenti giusti o sbagliati da tenere.
Puo' rivolgersi singolarmente ad uno psicologo che possa aiutarla a dipanare tale situazione.
Nel tempo e' probabile che anche sua moglie possa partecipare agli incontri, ma cio' ovviamente dipendera' da Lei.
Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
la considerazione in merito a questa problematica puo' essere argomento di consultazione psicologica.
Non ci sono comportamenti giusti o sbagliati da tenere.
Puo' rivolgersi singolarmente ad uno psicologo che possa aiutarla a dipanare tale situazione.
Nel tempo e' probabile che anche sua moglie possa partecipare agli incontri, ma cio' ovviamente dipendera' da Lei.
Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero
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https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#2]
Gentile Utente,
concordo con il Dr. Ruggiero nel consigliarle una personale consulenza psicologica attraverso la quale poter comprendere quali sono gli spazi di intervento e che la aiuti ad affinare le sue abilità di fronteggiamento della situazione. Spesso modificando alcune variabili ambientali che favoriscono il mantenimento dei comportamenti disfunzionali si assiste a cambiamenti importanti.
Cordialmente
Dr.ssa Ilenia Sussarellu
i.sussarellu@libero.it
concordo con il Dr. Ruggiero nel consigliarle una personale consulenza psicologica attraverso la quale poter comprendere quali sono gli spazi di intervento e che la aiuti ad affinare le sue abilità di fronteggiamento della situazione. Spesso modificando alcune variabili ambientali che favoriscono il mantenimento dei comportamenti disfunzionali si assiste a cambiamenti importanti.
Cordialmente
Dr.ssa Ilenia Sussarellu
i.sussarellu@libero.it
Dr.ssa Ilenia Sussarellu, i.sussarellu@libero.it
Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale, Psicologo Cilinico-Forense
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.5k visite dal 29/04/2007.
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