Lutto da elaborare
Gentili medici, sono alla ricerca di un consiglio per poter aiutare nel migliore dei modi mio marito che ha da poco subito la perdita di sua madre.
mia suocera è deceduta improvvisamente per un attacco cardiaco poco più di due mesi fa all'età di 62 anni. inizialmente sembrava che mio marito riuscisse a superare la cosa ma da natale le cose sono precipitate velocemente. non dorme bene, ha brutti pensieri, spesso si sveglia improvvisamente colto da incubi (solitamente sono frattementi della sua infanzia o ricordi comunque legati a sua madre), la notte di capodanno un pò inibito dall'alcool mi ha confessato di sentire voci, presenze che affollano la sua testa, che lo spingono a farsi del male, che gli tolgono le forze, la voglia di vivere, che rischiano di farlo impazzire. lui lavora di notte, solo in macchina e questo lo porta ad avere tanto tempo per pensare e per torturarsi, questa mattina mi ha detto di aver rotto il parabrezza con un pugno perchè non ce la faceva più. io penso che in lui ci sia una latente forma di depressione iniziata quando 20 anni fa (lui ne aveva 18) perse il suo migliore amico investito da un'auto. da quando lo conosco (12 anni) è la seconda volta che lo vedo cosi, in "depressione" e vittima di brutti pensieri, la volta scorsa era successo in seguito alla perdita del lavoro e alla successiva disoccupazione per qualche mese.
niente riesce a scuoterlo, soprattutto le nostre figlie, noi abbiamo tre gemelle di 8 mesi e mezzo e io punto soprattutto su questo per fargli trovare la forza di reagire, di lottare e di andare avanti. soprattutto per loro. credo che ormai sia tempo di chiedere aiuto, io ho paura di non riuscire a sostenerlo abbastanza e soprattutto di non riuscire a capirlo a fondo. sono una donna estremamente pratica e anche se conosco bene il suo dolore (io ho perso mio padre all'età di 20 anni che ne aveva solo 55)non comprendo come non riesca a trovare in noi lo stimolo per andare avanti. le nostre figlie sono in continua evoluzione, ogni giorno è motivo di gioia e di sorpresa. ho paura che questo suo modo di affrontare gli inevitabili ostacoli della vita (questo è senza ombra di dubbio un grande dolore)resti immutato e che le mie figlie crescendo lo percepiscano e non trovino in lui la guida che meriterebbero. voglio sperare che passerà questa angoscia ma ho paura che non si esca da questo tunnel. grazie per avermi letta e se vorrete darmi un consiglio ve ne sarò infinitamente grata.
cordiali saluti
mia suocera è deceduta improvvisamente per un attacco cardiaco poco più di due mesi fa all'età di 62 anni. inizialmente sembrava che mio marito riuscisse a superare la cosa ma da natale le cose sono precipitate velocemente. non dorme bene, ha brutti pensieri, spesso si sveglia improvvisamente colto da incubi (solitamente sono frattementi della sua infanzia o ricordi comunque legati a sua madre), la notte di capodanno un pò inibito dall'alcool mi ha confessato di sentire voci, presenze che affollano la sua testa, che lo spingono a farsi del male, che gli tolgono le forze, la voglia di vivere, che rischiano di farlo impazzire. lui lavora di notte, solo in macchina e questo lo porta ad avere tanto tempo per pensare e per torturarsi, questa mattina mi ha detto di aver rotto il parabrezza con un pugno perchè non ce la faceva più. io penso che in lui ci sia una latente forma di depressione iniziata quando 20 anni fa (lui ne aveva 18) perse il suo migliore amico investito da un'auto. da quando lo conosco (12 anni) è la seconda volta che lo vedo cosi, in "depressione" e vittima di brutti pensieri, la volta scorsa era successo in seguito alla perdita del lavoro e alla successiva disoccupazione per qualche mese.
niente riesce a scuoterlo, soprattutto le nostre figlie, noi abbiamo tre gemelle di 8 mesi e mezzo e io punto soprattutto su questo per fargli trovare la forza di reagire, di lottare e di andare avanti. soprattutto per loro. credo che ormai sia tempo di chiedere aiuto, io ho paura di non riuscire a sostenerlo abbastanza e soprattutto di non riuscire a capirlo a fondo. sono una donna estremamente pratica e anche se conosco bene il suo dolore (io ho perso mio padre all'età di 20 anni che ne aveva solo 55)non comprendo come non riesca a trovare in noi lo stimolo per andare avanti. le nostre figlie sono in continua evoluzione, ogni giorno è motivo di gioia e di sorpresa. ho paura che questo suo modo di affrontare gli inevitabili ostacoli della vita (questo è senza ombra di dubbio un grande dolore)resti immutato e che le mie figlie crescendo lo percepiscano e non trovino in lui la guida che meriterebbero. voglio sperare che passerà questa angoscia ma ho paura che non si esca da questo tunnel. grazie per avermi letta e se vorrete darmi un consiglio ve ne sarò infinitamente grata.
cordiali saluti
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Gentile utente,
la morte di sua suocera è ancora molto recente, per cui è comprensibile che il tono dell'umore di suo marito sia "depresso" e riaffiorino ricordi legati alla madre, che non senta la forza di andare avanti, nemmeno di fronte ad una fonte di gioia e sorpresa costante come possono essere delle gemellini così piccole. Una reazione al lutto comporta questo disinteresse, assolutamente temporaneo. Sentire voci, avvertire l'impuso a togliersi la vita e avere episodi di violenza (come quello in cui ha rotto il parabrezza)colto dall'esasperazione mi sembrano un chiaro segnale che suo marito abbia bisogno di aiuto....la sensazione di non farcela più è indice che non c'è più tempo da aspettare...si rivolga al più presto ad uno psicologo ed ad uno psichiatra, una terapia combinata in una sofferenza così acuta si rivelerà senz'altro l'ideale.
Lei parla anche di una serie di sue paure, di non riuscire a sostenerlo e capirlo fino in fondo, e la paura che la sua fragilità nell'affrontare i traumi nella vita possa essere un problema per le sue figlie.
Per quanto riguarda la sua prima paura immagino che sia fondata, e mi spingo un po' più in là....è sicura che sia compito suo? Un professionista ha strumenti idonei a gestire questo tipo di problemi e ne ha la giusta distanza emotiva. Lei ha scelto suo marito per condividerci la vita o per accudirlo? s
Sono certa che lui si fidi di lei e che lei sia un importante supporto ma sono altrettanto certa che un professionista possa aiutare suo marito ed anche lei a stargli vicino come una compagna e non come "guaritrice".
Qnto alle sue figlie, un buon lavoro con uno psicologo potrebbe comprendere oltre ad affrontare il momento, l'apprendere un modo più funzionale di affrontare gli eventi traumatici della vita.Si ricordi, in ogni caso che fortunamente i genitori sono due, ed è una risorsa, potrebbero non trovare una guida nei comportamenti del padre ma nei suoi, come probabilmente sotto altri aspetti troveranno una guida nel padre e non in lei. le differenze nelle coppie sono sempre una risorsa.
Mi faccia sapere
Cordialmente
la morte di sua suocera è ancora molto recente, per cui è comprensibile che il tono dell'umore di suo marito sia "depresso" e riaffiorino ricordi legati alla madre, che non senta la forza di andare avanti, nemmeno di fronte ad una fonte di gioia e sorpresa costante come possono essere delle gemellini così piccole. Una reazione al lutto comporta questo disinteresse, assolutamente temporaneo. Sentire voci, avvertire l'impuso a togliersi la vita e avere episodi di violenza (come quello in cui ha rotto il parabrezza)colto dall'esasperazione mi sembrano un chiaro segnale che suo marito abbia bisogno di aiuto....la sensazione di non farcela più è indice che non c'è più tempo da aspettare...si rivolga al più presto ad uno psicologo ed ad uno psichiatra, una terapia combinata in una sofferenza così acuta si rivelerà senz'altro l'ideale.
Lei parla anche di una serie di sue paure, di non riuscire a sostenerlo e capirlo fino in fondo, e la paura che la sua fragilità nell'affrontare i traumi nella vita possa essere un problema per le sue figlie.
Per quanto riguarda la sua prima paura immagino che sia fondata, e mi spingo un po' più in là....è sicura che sia compito suo? Un professionista ha strumenti idonei a gestire questo tipo di problemi e ne ha la giusta distanza emotiva. Lei ha scelto suo marito per condividerci la vita o per accudirlo? s
Sono certa che lui si fidi di lei e che lei sia un importante supporto ma sono altrettanto certa che un professionista possa aiutare suo marito ed anche lei a stargli vicino come una compagna e non come "guaritrice".
Qnto alle sue figlie, un buon lavoro con uno psicologo potrebbe comprendere oltre ad affrontare il momento, l'apprendere un modo più funzionale di affrontare gli eventi traumatici della vita.Si ricordi, in ogni caso che fortunamente i genitori sono due, ed è una risorsa, potrebbero non trovare una guida nei comportamenti del padre ma nei suoi, come probabilmente sotto altri aspetti troveranno una guida nel padre e non in lei. le differenze nelle coppie sono sempre una risorsa.
Mi faccia sapere
Cordialmente
Dr.ssa Sara Daniela Elettra Pezzola
Ordine psicologi Lombardia n° 10817
[#2]
Gentile Utente
è davvero molto importante in questa situazione che suo marito possa usufruire dell'aiuto di uno psicoterapeuta, che lo supporti in questa sua elaborazione del lutto. Dopo soli due mesi non si può parlare di depressione è troppo prematuro, poiché l'elaborazione del lutto è lenta e dura almeno 4/6 mesi, ma è un processo molto soggettivo, ma superata un certo periodo di tempo dobbiamo davvero vederci qualcos'altro, es. una depressione. Anche i desideri di morire e le voci possono essere presenti in questa fase e sarà poi lo psicoterapeuta a decidere se inviarlo o meno anche da uno psichiatra.
Cerchi comunque di stargli vicino, anche se farà molta fatica, anche a riconoscerlo. Se trova difficile affrontare questo momento, consiglio anche a lei di consultare uno psicoterapeuta, lo veda come un supporto, un aiuto nel cercare di vivere questo periodo così doloroso.
Ci tenga informati
CORDIALMENTE
Dr. Carlo Conti
carloconti5@tiscali.it
è davvero molto importante in questa situazione che suo marito possa usufruire dell'aiuto di uno psicoterapeuta, che lo supporti in questa sua elaborazione del lutto. Dopo soli due mesi non si può parlare di depressione è troppo prematuro, poiché l'elaborazione del lutto è lenta e dura almeno 4/6 mesi, ma è un processo molto soggettivo, ma superata un certo periodo di tempo dobbiamo davvero vederci qualcos'altro, es. una depressione. Anche i desideri di morire e le voci possono essere presenti in questa fase e sarà poi lo psicoterapeuta a decidere se inviarlo o meno anche da uno psichiatra.
Cerchi comunque di stargli vicino, anche se farà molta fatica, anche a riconoscerlo. Se trova difficile affrontare questo momento, consiglio anche a lei di consultare uno psicoterapeuta, lo veda come un supporto, un aiuto nel cercare di vivere questo periodo così doloroso.
Ci tenga informati
CORDIALMENTE
Dr. Carlo Conti
carloconti5@tiscali.it
SALUTI
Dr. Carlo Conti
www.spiritoepsiche.it
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 5.5k visite dal 28/01/2010.
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