Lui non accetta la morte del padre

Salve,sono una ragazza di 21 anni e sto insieme ad un ragazzo di 22 da quasi un anno.Lui a circa 2 anni e mezzo ha perso il padre,è morto per una malattia.Io credevo che essendo morto quando lui era ancora piccolo non ci sarebbero dovute essere molte ritorsioni a livello psicologico,poichè data la tenera età lui non ricorda nulla del padre e dovrebbe essere abituato ormai a vivere in una famiglia"ristretta".Ma non è così: sia da quanto mi ha raccontato lui,sia da quello che ho captato io dai suoi comportamenti,non ha mai accettato e ancora oggi non ha superato la morte del padre.come è possibile ciò? La madre mi ha detto che dopo la morte del padre per circa un anno lui si rifiutava di mangiare.Inoltre lui stesso mi ha detto che in tutta la sua vita è sempre stato molto triste,silenzioso,pauroso e tutto questo perchè si portava dietro questo peso e non riusciva a sfogarsi con nessuno. Ma io mi chiedo: com'è possibile che stia così male,visto che comunque il padre si può dire che non lo ha mai conosciuto perchè infatti non lo ricorda per niente? Inoltre non riesce a parlare del suo passato perchè sta male e dice che dell'età dell'infanzia non ricorda assolutamente niente...io credo che abbia inconsciamente rimosso:è possibile? Aggiungo particolari:non riesce ad andare a trovare il padre al cimitero,perchè sta male;è molto insicuro di sè in ogni ambito:nello studio,nelle relazioni sociali e anche sotto la sfera sessuale.Io credo che sia tutto riconducibile alla morte del padre che lo porta ad assere così insicuro. Inoltre credo che abbia,forse anche inconsciamente, paura di morire giovane come il padre(morto all'età di 30 anni),dato che ogni volta in cui sta male,accusa qualche piccolo dolore articolare,muscolare,o anche semplice dolore alla testa lui sta male,inizia ad aver paura,tanto che poco fa ha fatto delle analisi perchè era convinta di avere qualche malattia grave (in realtà non ha niente!). Io so quanto sarebbe importante nel suo caso un sostegno psicologico,anche perchè sono una ex studentessa di psicologia quindi confido molto nella psicoterapia,ma purtroppo,un pò per paura,un pò per i pregiudizi che ci sono sulla psicoterapia,non riuscirei mai a convincerlo ad andare da uno psicologo. Perciò vi pongo la mia richiesta: potete cercare,anche in minima parte,di aiutarmi? Potete dirmi come mi devo comportare con lui,cosa posso dirgli,come posso aiutarlo? E come posso portarlo a parlarmi del passato,a far uscire fuori tutto ciò che ha dentro e che ancora non ha "metabolizzato"? Perchè credo,e correggetemi se sbaglio,che forse un modo per fargli superare la morte del padre sia parlarne,tirar fuori tutto ciò che ha provato allora,farglielo rivivere e così cercare di farglielo affrontare fino a superarlo. So che non essendo una psicologa non ho i mezzi e la bravura per farlo,ma vi prego sono disperata perchè lui sta davvero male:ditemi come posso aiutarlo anche solo un pò.Se avete bisogno di altri dettagli chiedete e vi informerò.Grazie mille.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Cara ragazza, non sappiamo com'è stato il clima a casa del tuo ragazzo, che ai tempi aveva due anni, quando è morto suo papà. Cioè cosa hanno fatto gli altri, se c'era una tristezza che copriva tutte le altre emozioni e per quanto tempo, se questo bimbo di due anni è stao tenuto fuori oppure no. Possiamo solo ipotizzare questo scenario. Magari la tristezza che lo ha sempre caratterizzato viene dal fatto che questa tristezza faceva parte della famiglia; magari in casa è cresciuto con un costante senso del pericolo (non banale, visto che morire a 30 anni è piuttosto singolare); molto probabilmente il papà è morto in un incidente (e questo permette meno di elaborare e "farsene una ragione").
Crescere in questo clima probabilmente gli ha trasmesso un'incertezza nella vita.
Tuttavia, fortunatamente come esseri umani siamo pieni di risorse (purtroppo le cose brutte della vita accadono a tutti) e quindi siamo anche in grado di superarle.
Quanto alla scelta di intraprendere una psicoterapia, sarà il tuo ragazzo a dover essere convinto e di sentirne la necessità.
Ma lui è dell'idea di voler parlare della morte del padre?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Attivo dal 2009 al 2010
Ex utente
Per quanto riguarda il clima in famiglia è accaduto ciò: la madre è entrara in depressione, ma per far vivere più tranquillamente il figlio lo lasciava quasi sempre,anche perchè ha iniziato a lavorare dopo la morte del marito, dalla nonna. Perciò il mio ragazzo è vissuto quasi sempre con la nonna e lo zio. La madre dopo essersi"ripresa"ha iniziato ad uscire con le amiche e a condurre una vita abbastanza movimentata. Inoltre ha avuto altri due compagni,con uno dei quali ci sta ancora da 7 anni. Quindi lui ha vissuto un clima piuttosto allegro,o comunque non eccessivamente triste, poichè lo zio cercava sempre di rallegrarlo,ma la tristezza ce l'aveva lui dentro e continua ad averla...Io credo anche perchè si può dire che è diventato quasi"orfano"dato che il padre è morto,e la madre,stando male e credendo di far del bene per il figlio,lo ha allontanato da lei.;quindi lui non ha vissuto a pieno la figura materna,come invece sarebbe dovuto accadere data la situazione. Per quanto riguarda la sua ultima domanda,lui è abbastanza restio all'idea di parlare di queso avvenimento,ma mi ha detto che dal momento in cui io sono la prima persona in tutta la sua vita con cui è riuscito a confidarsi,mi ha detto che un giorno forse con calma, se ci riuscirà, me ne parlerà in maniera più approfondita. Ma finora quel giorno non è ancora arrivato ed io vedo lui star male sempre più. Non posso proprio far niente per aiutarlo? Nel periodo natalizio ho provato anche a chiedergli di "presentarmi" il padre,in modo tale da andare insieme al cimitero...inizialmente aveva detto di si,che ce l'avrebbe fatta, ma poi non me ne ha più parlato e ha lasciato scivolare così la questione. Cosa posso dirgli o chiedergli per farlo parlare e sfogare? e soprattutto in che maniera mi devo porre nei suoi confronti?
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Immaginavo che le cose fossero andate esattamente come le hai descritte. Stare con la nonna o con lo zio ha risolto molti problemi funzionali ma non i problemi sentimentali di questo bimbo.
Inoltre se la mamma era depressa , possiamo immaginare lo scenario.
Però mi pare di capire che tu adesso sia per il tuo ragazzo un amore autentico e che va bene.
Lui di questo mi pare contento. Se lui non sente il desiderio di parlarne, perchè tu insisti?
Da cosa puoi dire che sta male?
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Attivo dal 2009 al 2010
Ex utente
Dalle sue ansie e tristezze che spesso li colgono improvvisamente,da questa fissazione che ha di avere qualche malattia grave e poi perchè se per caso capita l'argomento,lui sta male e si vede ,io lo sento. Inoltre tempo fa,fantasticando su un eventuale vita matrimoniale insieme mi ha detto di avere alcune paure riguardo l'idea di avere figli,perchè dice di non sapere come "si fa"quando si è padre dato che lui non l'ha avuto e robe del genere..insomma è pieno di ansie e lui stesso ne è consapevole ma ancora non vuole perlarne,o comunque ne parla molto sommariamente perchè poi inizia a star male.