Vivere con l'immaginazione e opressa nella realtà dall'insicurrezza
Salve.Sono una ragazza di 20 anni e da qnd ne avevo 10 mi capita che qnd sono da sola immagino di avere dialoghi con persone che conosco (anche amiche strette) ma che in quel momento non sono con me, di vivere situazioni che dovrò vivere (tipo immagino in modo dettagliato cosa farò ad una festa o meglio cosa vorrei fare! in qnt sn cose che puntualmente non si verificano!) o cose già vissute rielaborate in modo diverso. La cosa che ho notato è che in qste situazioni (qnd le vivo nella mia mente) io sono molto più disinvolta e allegra di come sono in realtà nella vita reale, ormai qsto mio fare è diventato una sorta di cura qndo sono un po' giù immagino di vivere una situazione allegra, di essere apprezzata, ecc e mi risollevo. Per poi deprimermi qndo penso al fatto che in realtà è tutto solo nella mia mente! C'è da dire che io da qndo avevo 10 anni fino a circa 2 anni fa ho avuto problemi di salute che hanno reso la mia vita un casa-ospedale-scuola continuo, invece prima non c'ero mai a casa sempre a casa di amichette o piscina, scuola di ballo,non stavo un minuto ferma ed ero piena di amiche che si contendevano letteralmente l'invitarmi a casa loro,ecc. Questi anni in cui non sono stata bene hanno accentuato una timidezza che in fondo ho sempre avuto, xò era molto leggera e riuscivo a relazionarmi senza problemi con tutti, riuscivo a dire e fare non dico esattamente ma più o meno qllo che volevo dire e fare, non con persone adulte (verso cui ero anche all'epoca molto timida) ma verso i miei coetanei. Inoltre mi sono creata un castello di insicurezze, diventando anche estremamente permalosa (ad es mi capita di prendere i complimenti come delle prese in giro). E noto da parte delle persone un atteggiamento sempre estremamente gentile e comprensivo che non capisco, a volte (spesso) penso di avere qualcosa che non va, come se avessi un handicap, e per qsto gli altri mi trattano così. Vedo nei loro volti come un imbarazzo creato però dalla mia presenza, e qsto mi capita ormai con tutti anche con la commessa di un negozio che mi vede per 10 min, a volte ragionandoci penso che io forse leggo nei volto degli altri qllo che in realtà sto provando, fatto sta che qsta sensazione mi fa chiudere ancora di più.(Vorrei aggiungere che nel periodo in cui nn sn stata bene ho vissuto un momento di depressione, così spaventata da alcuni pensieri chiesi a mia madre di andare da un psicologo, con cui xò nn parlai di qsti problemi ma di altro, qsti mi volle vedere due sole volte sostenendo che la mia depressione era da ritenersi superata in qnto ne ero cosciente al punto tale da rivolgermi a lui e che la mia malinconia era dovuta ad uno stile di vita non tipico della mia età [all'epoca avevo 14 anni], disse solo che vedevo e vivevo la vita come se avessi 40 anni). Non so se il problema esposto all'inizio e l'ultimo siano collegati, in ogni caso vorrei chiedere se tutto ciò è riconducibile ad un patologia o meglio come posso fare per superare qsta situazione?
Grazie!
Grazie!
[#1]
Gentile Utente,
"allenarsi" con l'immaginazione, sperimentando ciò che si dirà e farà nella realtà, corrisponde certamente anche a precisi quadri di personalità, caratteristici per il dispiegarsi di un Mondo Interno fatto di veri e propri palcoscenici dove poter recitare la propria parte.
Se il fine ultimo fosse quello di raggiungere diversi stati di consapevolezza e capacità di relazionarsi con terzi, non sarebbe un "problema"...
Diversamente, se ciò fosse un modo anomalo, ripetitivo ed incontrollabile di ritirarsi dalla sfida quotidiana difendendosi da FATTORI"X", l'indicazione sarebbe diversa
e per questo ritengo sia opportuno scoprirlo presso lo studio di un collega.
Infatti, al di là della Sue condotte "immaginative",
dal Suo post emergono elementi che necessiterebbero un consulto psicologico.
Cordiali saluti,
"allenarsi" con l'immaginazione, sperimentando ciò che si dirà e farà nella realtà, corrisponde certamente anche a precisi quadri di personalità, caratteristici per il dispiegarsi di un Mondo Interno fatto di veri e propri palcoscenici dove poter recitare la propria parte.
Se il fine ultimo fosse quello di raggiungere diversi stati di consapevolezza e capacità di relazionarsi con terzi, non sarebbe un "problema"...
Diversamente, se ciò fosse un modo anomalo, ripetitivo ed incontrollabile di ritirarsi dalla sfida quotidiana difendendosi da FATTORI"X", l'indicazione sarebbe diversa
e per questo ritengo sia opportuno scoprirlo presso lo studio di un collega.
Infatti, al di là della Sue condotte "immaginative",
dal Suo post emergono elementi che necessiterebbero un consulto psicologico.
Cordiali saluti,
Dr. Luca Martis
[#2]
Ex utente
La ringrazio per la sua tempestiva risposta.
Credo che questo mio immaginare sia più una prova, come il ripetere la lezione prima di un esame. Non evito situazioni della vita reale, anzi il problema è proprio questo il confronto tra la vita reale e l'immaginazione!
In ogni caso accolgo il suo consiglio, credo anch'io che la cosa migliore sia avere un confronto di persona con uno specialista.
La ringrazio ancora!
Credo che questo mio immaginare sia più una prova, come il ripetere la lezione prima di un esame. Non evito situazioni della vita reale, anzi il problema è proprio questo il confronto tra la vita reale e l'immaginazione!
In ogni caso accolgo il suo consiglio, credo anch'io che la cosa migliore sia avere un confronto di persona con uno specialista.
La ringrazio ancora!
[#3]
Cara ragazza, a volte la fantasia, l’immaginazione ci servono per convivere con una realtà che sentiamo come spiacevole, difficile da affrontare, o in cui ci sentiamo poco adeguate. Probabilmente i 10 anni di vita casa-ospedale-scuola non sono stati facili e, come un’abile artista, ha inventato una “strategia” che per un po’ le è stata amica, le ha permesso di vivere situazioni ideali e alternative alla vita di tutti i giorni, di sentirsi disinvolta e allegra come magari non riusciva ad essere.
Purtroppo le realtà, quando la evitiamo troppo a lungo, prima o poi ci presenta il conto e il suo castello è diventato una prigione: non si può vivere a lungo senza confrontarsi con chi siamo e con gli altri che ci stanno intorno. Sono sicura che lei ha molte risorse dentro di sé, ma che non è abituata a metterle in campo, o ha paura di sentirsi inadeguata nel confronto con un’immagine ideale, e che da questo confronto nascano la depressione e l'insicurezza.
Ha fatto bene a rivolgersi ad uno psicologo, ed è vero che riconoscere di avere dei problemi è un segno di consapevolezza, ma la persona a cui si è rivolta a mio avviso non avrebbe dovuto liquidare la sua sofferenza come una “normale malinconia”, lei chiedeva e meritava di essere “presa in cura”, e aiutata a ritrovare la vera se stessa, spero che questa esperienza non le impedisca di riprovare a chiedere aiuto a uno specialista che possa interessarsi genuinamente a lei.
I miei più sinceri auguri
Purtroppo le realtà, quando la evitiamo troppo a lungo, prima o poi ci presenta il conto e il suo castello è diventato una prigione: non si può vivere a lungo senza confrontarsi con chi siamo e con gli altri che ci stanno intorno. Sono sicura che lei ha molte risorse dentro di sé, ma che non è abituata a metterle in campo, o ha paura di sentirsi inadeguata nel confronto con un’immagine ideale, e che da questo confronto nascano la depressione e l'insicurezza.
Ha fatto bene a rivolgersi ad uno psicologo, ed è vero che riconoscere di avere dei problemi è un segno di consapevolezza, ma la persona a cui si è rivolta a mio avviso non avrebbe dovuto liquidare la sua sofferenza come una “normale malinconia”, lei chiedeva e meritava di essere “presa in cura”, e aiutata a ritrovare la vera se stessa, spero che questa esperienza non le impedisca di riprovare a chiedere aiuto a uno specialista che possa interessarsi genuinamente a lei.
I miei più sinceri auguri
Dr.ssa Chiara Campadello
Psicoterapeuta dell'adolescenza e dell'età adulta
chiara.camp@inwind.it
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 9.9k visite dal 11/01/2010.
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