Terapia

buongiorno, spero di poter avere un consiglio per la mia situazione.
Sono un uomo sposatoe la mia situazione al lavoro è in famiglia è abbastanza tranquilla e serena, niente di eccezzionale ma non mi lamento.
Da molti anni, direi da goivane, vivo però una condizione di vita piuttosto particolare. Mi speigo meglio:mi sono sempre sentito "rigido" e imballato nei confronti delle altre persone. sono introverso anche se non credo di essere timido, con i miei pochi amici ad esempio sono sempre riuscito a pormi in modo spontaneo e naturale, risultando anche divertente, ironico, l'anima del gruppo.
Quando però si tratta di avere a che fare con gli altri, persone un po' meno conosciute, oppure in situazioni lavorative (sono impiegato di alto livello) dove c'è da mettersi sotto e lavorare con gli altri, allora mi sento bloccato, sono tesissimo e ho la preoccupazione mostruosa di cosa posso pensare gli altri di me e come mi valutano. Nei momenti più stressanti soffro anche di psioriasi alla testa e al viso, poi mi va a diminuire quando cambia la situazione e anche io mi sento più tranquillo e meno sottopressione.
Per molti anni sono stato molto bloccato anche nelle mie relazioni con le donne (poche), non sono mai riuscito a lasciarmi andare fino in fondo, qualche volta pensavo di "essere finto" e di non avere sentimenti, fino a che non ho conosciuto mia moglie, persona eccezzionale che mi ha davvero accolto a braccia aperte, facendomi sempre sentire a mio agio.
Da un pò sento di nuovo questo blocco che mi attanaglia. noto che mi comporto nella stessa maniera con i miei figli, finchè erano più piccoli era più facile gestirli, adesso mi accorgo di usare la stessa rigidità, severità e distacco, anche se mi dispiace e non vorrei.
Poi sono di fronte ad un momento lavorativo importante, dove mi gioco un pezzo notevole della mia carriera: partecipo ad un progetto che, se tutto andrà bene, può aprire ad una possibilità di promozione e di svolta netta, che tra l'altro credo possa essere l'ultima opportunità per me.

Per un pò di tempo penso di affidarmi ad uno psicologo ma ho sempre rimandato la cosa. Ho provato a rivolgermi al servizio pubblico, ho fatto un percorso durato quasi un anno non continuativo (c'erano le vacanze estive di mezzo) ma il risultato è stato praticamente nullo. Ho trovato una persona sicuramente preparata, forse un pò fredda, credo comunque che ci tenesse a fare un buon lavoro, ma niente da fare.

Parlandone con mia moglie, mi ha suggerito di riprovare e cercare un professionista preparato in ambito privato.
E' da un pò che cerco in rete, qualche idea me la sono fatta, adesso che ho trovato questo sito e ho letto un pò di consulti ho pensato che forse potrei ricevere un buon consiglio su che tipo di percorso cercare: non vorrei affidarmi alla cieca di nuovo e poi magari buttare tempo e denaro, quindi vi chiedo se sapete darmi un consiglio sulla situazione che vi ho descritto.

Scusate se mi sono dilungato, cordiali saluti
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2009 al 2010
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile utente,

sicuramente la situazione che ha descritto presenta molti aspetti complessi, che meritano di essere approfonditi.
Penso faccia bene a riprovare a mettersi in gioco e a darsi una seconda chance dopo il suo primo tentativo.

Il successo di una psicoterapia dipende da molti fattori, forse gioverebbe avere un'idea più chiara di cosa, per lei, non ha funzionato nel percorso che ha intrapreso.

Alcuni degli elementi-chiave identificati dalla ricerca sono sicuramente la qualità della relazione terapeutica, la motivazione del paziente, oltre che la doverosa preparazione tecnica e personale del terapeuta.

Il terapeuta deve quindi essere scelto accuratamente, mentre molto spesso ci si affida a chi è "a portata di mano".
E' buona cosa sentire più di un professionista nella fase di "scelta", per poi scegliere in modo più consapevole e personale.

Elementi di scelta possono essere:
-un terapeuta esperto in problematiche d'ansia, che credo emergano in maniera forte dal suo racconto; può essere possibile vagliare la cosa già a partire dal contatto telefonico.
-la qualità della relazione che è possibile instaurare con il professionista. I primi colloqui, oltre che per chiarire il quadro della situazione, possono servire anche per capire se e come terapeuta e paziente riescono ad instaurare un clima di lavoro positivo.
-orientamento teorico: esistono molti orientamenti psicoterapeutici, ognuno con proprie specifiche caratteristiche. Piuttosto che ipotizzare che ne esista uno migliore di un altro, è a mio parere più utile esplicitarsi i propri obiettivi e le proprie aspettative rispetto alla terapia (lavorare su un disturbo specifico, arrivare ad una maggiore e più profonda conoscenza di sè, ecc.), provando poi a parlarne con il terapeuta e vedere se è possibile trovare un punto di lavoro comune.

Spero di esserle stato utile.
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Dr.ssa Cecilia Sighinolfi Psicologo, Psicoterapeuta 480 24
Gentile signore,
lei ha fornito una descrizione piuttosto consapevole della situazione e di cosa non le permette oggi di vivere come vorrebbe.
Lei parla di una "preoccupazione mostruosa" del giudizio delle altre persone e di una certa tensione/blocco nelle situazioni sociali non famigliari (lavoro, colleghi ecc.) e questo potrebbe far pensare ad alcuni aspetti ansiosi, ma parla anche di una certa rigidità e distacco nelle relazioni intime passate e con i suoi figli oggi.
Condivido la sua scelta di approfondire queste tematiche con uno psicologo/psicoterapeuta e di non gettare la spugna dopo un primo tentativo non andato a buon fine. Allo stesso tempo comprendo anche il suo desiderio di indicazioni per non incorrere in una secondo tentativo a vuoto. Se dovesse essere confermata l'ipotesi della presenza di un disturbo d'ansia, l'approccio cognitivo-comportamentale si è rivelato efficace ed efficiente nel trattamento di questi disturbi. Se lo desidera può consultare questo elenco di terapeuti cognitivo-comportamentali:
http://www.aiamc.it/annuariosoci2009.htm

Oppure può cercare tra gli iscritti di questo sito:
https://www.medicitalia.it/medici-specialisti-regione/lombardia/

Inoltre contattando telefonicamente il(i) professionista(i) potrà chiedere delucidazioni e farsi così un'idea immediata della persona che si troverà di fronte.
Un cordiale saluto

Dr.ssa Cecilia Sighinolfi
Psicologa e Psicoterapeuta
cecilia_sighinolfi@yahoo.it

[#3]
Utente
Utente
Grazie per le vostre risposte. Vorrei chiedere alla d.ssa Sighinolfi qualche informazione in più sulla terapia consigliata. Mi potrebbe anche spiegare perchè la vede positiva per me?
Grazie ancora.
[#4]
Dr.ssa Chiara Luisa Pataccoli Psicologo, Psicoterapeuta 143 4
Leggo che in situazioni stressanti soffre di episodi di psoriasi al volto e alla testa. Le consiglierei di valutare la possibilità di contattare uno psicoterapeuta ad orientamento psicosomatico. A Milano ce ne sono alcuni davvero molto bravi e all'avanguardia nel settore.

http://www.aneb.it/pages/ambulatorio_psicoterapia.php

Dr.ssa Chiara Luisa Pataccoli

Psicologa Psicoterapeuta Aneb

psicologia.udine@gmail.com

[#5]
Dr. Carlo Conti Psicologo, Psicoterapeuta 122 5
Gentile Utente,
concordo con i colleghi nella necessità di iniziare un percorso terapeutico serio.
Se mi permette però io le consiglierei uno specialista ad indirizzo psicosomatico visto quanto ha scritto:

"Nei momenti più stressanti soffro anche di psioriasi alla testa e al viso..."

Alla base della somatizzazione c'è la rimozione di alcuni contenuti inconsci, che la coscienza percepisce come dannosi: in definitiva, l'inconscio vorrebbe togliere qualcosa dalla coscienza, ma il conflitto poi si scarica sul corpo, generando il disturbo a livello fisico, ma di natura psichica.

Le consiglio un terapeuta della Scuola ANEB (è una Scuola di Specializzazione ad indirizzo psicoanalitico di tipo psicosomatico).

Dia un'occhiata al sito
www.aneb.it

Per maggiori informazioni non si astenga dal contattarmi

Cordiali Saluti
Dott. Carlo Conti

SALUTI
Dr. Carlo Conti
www.spiritoepsiche.it

[#6]
Utente
Utente
ho provato ad andare per più di un anno da un terapeuta cognitivista dell'AIAMC, all'inizio è andata un pò meglio ma dopo un pò non cambiava niente anzi ANDAVA PEGGIO!!!
Continuavo a non capire il senso di esercizi che secondo il terapeuta dovevano aiutarmi a smettere di entrare in ansia, che non funzionavano per niente... la mia psioriasi è anche peggiorata, era anche un brutto momento e volevo parlarne con il terapeuta, e ahcne su questo piano, utilità ZERO.
Ho passato un periodo di confusione in cui ho anche rischiato di lasciarmi con mia moglie, alla fine ho interrotto e ho cambiato terapeuta, adesso vado da uno psicanalista che mi hamolto aiutato.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
Gentile Signore,
a distanza di più di due anni dai precedenti quesiti, voleva semplicemente aggiornarci sulla sua situazione (mi fa piacere sapere che ora le cose vadano meglio) o ha qualche nuova richiesta da porci?

Cordiali saluti.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

[#8]
Utente
Utente
Gentile dottoressa

a distanza di due anni ho ripreso questo sito non solo per aggiornrvi sulla situazione ma sopratutto per riportare il fatto che la mia richiesta aveva ottenuto una risposta che per me è solo di carattere solo pubblicitario: sono stato indirizzato all'AIAMC non perchè era una cosa indicata per iul mio problema, ma perchè così si attirano pazienti nella propria rete. Questa è quello che penso io: è stata una cosa scorretta e ho voluto riportarla.
[#9]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Signore,
noi nel nostro portale non indichiamo personalmente professionisti privati, sia perchè lo vietano le linee guida, che il buon senso di noi operatori.
Se il suo percorso non è andato bene, anzi lamenta ancora più difficoltà, credo comunque che possa sempre succedere.
Ogni percorso è dato dall'alchimia di un incontro tra operatore e paziente, come in ogni relazione, può non funzionare, ma questo non obbliga a perseverare.

Cordiali saluti

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#10]
Utente
Utente
un altra risposta a caso: ma leggete quello che scrivo?

Allora provo a ripetere: quando ho chiesto consulto, molti professionisti si sono lanciati a dirmi quale approccio ero il più indicato per il mio problema.
Ho provato e il risultato è stato PESSINO!!!!!!

Cara Randone, si legga le risposte dei suoi colleghi!!!!!!

Vai all'ANEB, vai all'AIAMC, vai da questo vai da quell'altro. Questo non vuol dire indirizzare la gente?
[#11]
Dr. Alessandro Raggi Psicologo, Psicoterapeuta 483 14
gentile signore,

infatti non esiste un orientamento migliore di un'altro. Ne in assoluto ne relativamente a specifici problemi. Il primo consulente, infatti, le ha spiegato che

<<esistono molti orientamenti psicoterapeutici, ognuno con proprie specifiche caratteristiche. Piuttosto che ipotizzare che ne esista uno migliore di un altro, è a mio parere più utile esplicitarsi i propri obiettivi e le proprie aspettative rispetto alla terapia (lavorare su un disturbo specifico, arrivare ad una maggiore e più profonda conoscenza di sè, ecc.)>>

Conta molto inoltre il tipo di feeling che il paziente instaura con il suo terapeuta, con la persona, indipendentemente dall'orientamento.

Questo però non significa "cattiva fede" nei colleghi che invece le hanno suggerito un istituto vicino al loro orientamento. Il fatto che non si sia trovato bene o che non abbia avuto risultati non è indicativo, poiché sarebbe potuto accadere benissimo il contrario con altri orientamenti.

Dunque è possibile che ora finalmente lei abbia trovato un orientamento che le consente di esprimere ciò che lei desiderava e una persona (il suo nuovo terapeuta) di cui si fida. Questo è positivo e ne siamo contenti.

Ci tenga aggiornati se vuole.

La saluto con molta cordialità

Dr. Alessandro Raggi
psicoterapeuta psicoanalista
www.psicheanima.it