Uno psicoterapeuta
Salve Dottori, sono una ragazza di 34 anni e credo di avere un grosso problema o forse tanti che mi fanno stare molto male. Da un pò di tempo provo attrazione per le donne, anche se non ho mai avuto relazioni con nessuna donna (non saprei nemmeno come comportarmi) a parte aver fatto dei giochetti verso i 10/12 anni con una coetanea, e ogni tanto in alcuni giochi erotici simulavo di essere un maschio. Inoltre non ho mai praticato l'autoerotismo. Ormai evito qualsiasi situazione dove potrei essere a contatto con donne, perchè è un'attrazione generale, ma comunque evito proprio il contatto con la gente. C'è da dire che da piccola sono sempre stata legata alle figure femminili, e nell'adolescenza ho iniziato a non sopportare mio padre mi vergognavo di lui. Passavo molto tempo fuori casa, e come se non mi fossi mai sentita parte di questa famiglia, e comunque non ho mai avuto un buon rapporto. In passato (mi riferisco anche a tanti anni fa) mi è capitato di provare qualcosa per le donne, ma non riuscivo a capire di cosa si trattasse. Oltre a questo avverto dei disturbi di identità, come se mi sentissi e volessi essere uomo. Ultimamente non indosso più accessori femminili (come per esempio i tacchi) e non mi trucco. Il fatto di essere vista come donna non mi va, soprattutto di poter essere oggetto dei desideri degli uomini. Sono sempre stata gelosa sia dei pochi ragazzi che ho avuto o di amiche se mi sentivo trascurata. Un'altra cosa, non so se può essere importante, ho sempre odiato i bottoni in particolare quelli delle camicie mi hanno sempre disgustato, ho sempre avuto l'ossessione per l'ordine (ancora oggi) le cose in giro mi mettono confusione, spesso prendo e poso la stessa cosa più di una volta, in passato avevo paura di ammalarmi e morire di qualche brutta malattia, da piccola se mi facevo qualche ferita e mi usciva sangue avevo paura di morire, o di aver bisogno di punti di sutura. Questo anche fino a qualche anno fa, ma non con la stessa intensità e paura di quando ero piccola. Mi sento di impazzire, mi sento depressa senza voglia di far niente, incapace a fare tutto, non voglio andare a lavorare anche perchè per me non ha senso vivere così quindi mi dico perchè dovrei lavorare? Penso anche di farla finita, è insopportabile vivere così. Tutto questo mi procura un'ansia insopportabile e spesso rimetto. Mi sento anaffettiva, fredda e vuota, spesso dentro di me sento solo tanta rabbia e vorrei prendermela con tutti. Nell'adolescenza e anche più avanti negli anni copiavo il modo di fare e di vestire di amiche. Adesso mi sento come se non avessi avuto mai una mia identità, e comunque sempre criticata dalla mia famiglia. Da maggio vado da uno psicoterapeuta (da premettere che ho preferito cercarlo uomo) ma non vedo miglioramenti. Inoltre sto assuemdo antidepressivi. A volte mi sento pure una bambina. Mi sento di tutto ma non una donna di 34 anni.
Secondo un vostro parere di cosa potrebbe trattarsi?
Grazie per l'attenzione
Secondo un vostro parere di cosa potrebbe trattarsi?
Grazie per l'attenzione
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Gentile ragazza, potrebbe trattarsi di una fissazione ossessiva. È solo un'ipotesi, chiaro, ma mi pare che più che altro lei sia disturbata dai suoi pensieri di attrazione verso le donne piuttosto che da ciò succede in realtà.
L'ipotesi potrebbe inoltre essere supportata dal suo amore smodato per l'ordine, e dal fatto che ci ha scritto utilizzando diversi termini tecnici usati in psicologia, segno che forse non solo li ha imparati dal suo psicologo, ma che si sta auto-documentando. Anche questo è proprio di un'ideazione di tipo ossessivo.
Se non sta ottenendo risultati dalla sua attuale terapia dovrebbe parlarne chiaramente con il terapeuta, per rifare il punto sugli obiettivi terapeutici che vi siete dati.
Al limite può pensare anche di cambiarlo, ma prima gli riferisca i suoi dubbi.
Cordiali saluti
L'ipotesi potrebbe inoltre essere supportata dal suo amore smodato per l'ordine, e dal fatto che ci ha scritto utilizzando diversi termini tecnici usati in psicologia, segno che forse non solo li ha imparati dal suo psicologo, ma che si sta auto-documentando. Anche questo è proprio di un'ideazione di tipo ossessivo.
Se non sta ottenendo risultati dalla sua attuale terapia dovrebbe parlarne chiaramente con il terapeuta, per rifare il punto sugli obiettivi terapeutici che vi siete dati.
Al limite può pensare anche di cambiarlo, ma prima gli riferisca i suoi dubbi.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Ex utente
Grazie Dottore per avermi risposto.
Penso che nella mail ho utilizzato termini che si usano in psicologia perchè mi sono documentata o per sentito dire anche da altri psicologi. Tempo fa andavo dalla psicologa del consultorio del mio paese.
Il mio psicoterapeuta non vuole che li utilizzi non so perchè.
Comunque lui è di approccio sistemico-relazionale, dice che tutto risiede nelle relazioni che ho avuto soprattutto in famiglia e vorrebbe che riallacciassi i rapporti. Ma che rapporti se non c'è mai stato un rapporto?
Dottore non ci riesco a parlare, passo parecchio tempo in camera mia. E se per caso arriva gente (tipo parenti o le mie sorelle o da sole o con i mariti) o estranei io scappo subito in camera mia.
Oggi ho la seduta di terapia e vuole incontrare la mia famiglia, e mi ha detto che guardandoli in faccia gli devo dire quello che sento, attrazione per le donne e via dicendo.
Non ci riesco Dottore come devo fare?
Premetto che a casa pensano che io non ho niente che sono solo fissata e che faccio così perchè non voglio lavorare e che mi piace fare la bella vita. E quale sarebbe questa bella vita poi.
Grazie mille Dottore per l'attenzione
Penso che nella mail ho utilizzato termini che si usano in psicologia perchè mi sono documentata o per sentito dire anche da altri psicologi. Tempo fa andavo dalla psicologa del consultorio del mio paese.
Il mio psicoterapeuta non vuole che li utilizzi non so perchè.
Comunque lui è di approccio sistemico-relazionale, dice che tutto risiede nelle relazioni che ho avuto soprattutto in famiglia e vorrebbe che riallacciassi i rapporti. Ma che rapporti se non c'è mai stato un rapporto?
Dottore non ci riesco a parlare, passo parecchio tempo in camera mia. E se per caso arriva gente (tipo parenti o le mie sorelle o da sole o con i mariti) o estranei io scappo subito in camera mia.
Oggi ho la seduta di terapia e vuole incontrare la mia famiglia, e mi ha detto che guardandoli in faccia gli devo dire quello che sento, attrazione per le donne e via dicendo.
Non ci riesco Dottore come devo fare?
Premetto che a casa pensano che io non ho niente che sono solo fissata e che faccio così perchè non voglio lavorare e che mi piace fare la bella vita. E quale sarebbe questa bella vita poi.
Grazie mille Dottore per l'attenzione
[#3]
Qualsiasi suggerimento dato da qui non può in alcun modo sostituire il lavoro che sta facendo con il suo terapeuta, questo è bene chiarirlo.
Ma dalle sue parole è chiaro che lei fatica molto ad affidarsi a ciò che lui le dice di fare, e questo è sufficiente per mettere in forse la riuscita di questo percorso terapeutico.
Non posso sapere se nel suo caso il problema sia nato tutto in famiglia, dato che non la conosco, ma mi sembrano evidenti tre aree problematiche:
1. Le sue preoccupazioni ossessive. Il fatto che uno sia "fissato" ossessivamente non significa che "non sia nulla". Anzi, le ossessioni possono essere difficili e tenaci da eliminare se non vengono affrontate nella maniera dovuta. Lei sente davvero una forte attrazione per le donne perché non ha mai avuto partner maschili, oppure ha fatto il confronto e forse ha deciso che preferisce le donne?
2. La mancanza di dialogo con la sua famiglia, che aggrava il resto dei suoi problemi perché le viene a mancare una base fondamentale alla quale appoggiarsi. La famiglia può essere fonte di sofferenza e scocciature, ma nei momenti difficili può costituire un'importante risorsa. Da quanto capisco lei non ha nemmeno una relazione affettiva in questo momento, e anche questa è un'altra sicurezza in meno. Ma naturalmente c'è la sua incertezza sull'identità di genere a rendere tutto più difficile, e questa è un'ulteriore area critica.
3. Il suo umore depresso. Mi sembra che lei sia arrivata a un punto ("E quale sarebbe questa bella vita poi") in cui le cose che normalmente interessano le persone a lei non interessino più. È sfiduciata verso il futuro e impaurita dal presente.
Per tutti questi motivi è prioritario che lei si affidi alle indicazioni del suo terapeuta oppure, se non riesce a farlo, che lo cambi.
Certamente non può continuare a portarsi dietro problemi grossi come questi senza risolverli, uno alla volta.
Cordiali saluti
Ma dalle sue parole è chiaro che lei fatica molto ad affidarsi a ciò che lui le dice di fare, e questo è sufficiente per mettere in forse la riuscita di questo percorso terapeutico.
Non posso sapere se nel suo caso il problema sia nato tutto in famiglia, dato che non la conosco, ma mi sembrano evidenti tre aree problematiche:
1. Le sue preoccupazioni ossessive. Il fatto che uno sia "fissato" ossessivamente non significa che "non sia nulla". Anzi, le ossessioni possono essere difficili e tenaci da eliminare se non vengono affrontate nella maniera dovuta. Lei sente davvero una forte attrazione per le donne perché non ha mai avuto partner maschili, oppure ha fatto il confronto e forse ha deciso che preferisce le donne?
2. La mancanza di dialogo con la sua famiglia, che aggrava il resto dei suoi problemi perché le viene a mancare una base fondamentale alla quale appoggiarsi. La famiglia può essere fonte di sofferenza e scocciature, ma nei momenti difficili può costituire un'importante risorsa. Da quanto capisco lei non ha nemmeno una relazione affettiva in questo momento, e anche questa è un'altra sicurezza in meno. Ma naturalmente c'è la sua incertezza sull'identità di genere a rendere tutto più difficile, e questa è un'ulteriore area critica.
3. Il suo umore depresso. Mi sembra che lei sia arrivata a un punto ("E quale sarebbe questa bella vita poi") in cui le cose che normalmente interessano le persone a lei non interessino più. È sfiduciata verso il futuro e impaurita dal presente.
Per tutti questi motivi è prioritario che lei si affidi alle indicazioni del suo terapeuta oppure, se non riesce a farlo, che lo cambi.
Certamente non può continuare a portarsi dietro problemi grossi come questi senza risolverli, uno alla volta.
Cordiali saluti
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Ex utente
Ho avuto pochi rapporti con uomini e il sesso non l'ho mai vissuto bene anzi proprio male ho sempre avuto avversione per il sesso.
Non potrei dire che preferisco le donne agli uomini perchè non ho mai avuto relazioni con una donna. Provo quest'attrazione ma non so se è vera attrazione.
E poi come potrei avere qualsiasi relazione se non mi amo, se non provo sentimenti di affetto nè per me nè per nessuno se non tanta rabbia e ostilità verso tutti.
Sto troppo male Dottore
Non potrei dire che preferisco le donne agli uomini perchè non ho mai avuto relazioni con una donna. Provo quest'attrazione ma non so se è vera attrazione.
E poi come potrei avere qualsiasi relazione se non mi amo, se non provo sentimenti di affetto nè per me nè per nessuno se non tanta rabbia e ostilità verso tutti.
Sto troppo male Dottore
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Ex utente
Dimenticavo di aggiungere che non mi sono mai sentita parte di questa famiglia (da sempre) nella mia fantasia ho sempre desiderato appartenere ad un altro contesto.
Ho avuto una storia di parecchi anni con un ragazzo e ho riversato tutto il mio affetto su questa persona ero molto gelosa e possessiva (forse non era amore) a questo punto credo di non essere in grado di amare. In quel periodo stavo sempre a casa e non uscivo se non con lui e pulivo sempre. Solo che quando mi ha parlato di matrimonio sono entrata in crisi e l'ho lasciato. Qualche anno dopo precisamente nel 2002 (a 27 anni) ho saputo di un ragazzo che ha cambiato sesso e da lì sono iniziati i dubbi sulla mia identità.
Ho avuto una storia di parecchi anni con un ragazzo e ho riversato tutto il mio affetto su questa persona ero molto gelosa e possessiva (forse non era amore) a questo punto credo di non essere in grado di amare. In quel periodo stavo sempre a casa e non uscivo se non con lui e pulivo sempre. Solo che quando mi ha parlato di matrimonio sono entrata in crisi e l'ho lasciato. Qualche anno dopo precisamente nel 2002 (a 27 anni) ho saputo di un ragazzo che ha cambiato sesso e da lì sono iniziati i dubbi sulla mia identità.
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Appunto. Per questo è importante che lei sia seguita di persona. Oltre uno scambio di opinioni purtroppo qui non è possibile andare. L'aiuto vero potrà averlo solo attraverso la relazione terapeutica con uno specialista.
E possibile che la sua avversione per il sesso stia in qualche modo alla base di tutto, dato che la sessualità è una parte importante delle nostre vite e che quando è vissuta male gli effetti si estendono a tutto il resto.
Molte persone che hanno paura di essere omosessuali sono in realtà preda di un'ossessione che deriva dal non riuscire a vivere la propria sessualità in maniera serena.
Ma se questo sia il suo caso oppure no, e se le cause della sua sofferenza siano da cercare in famiglia o meno, questo deve capirlo e affrontarlo attraverso l'aiuto specialistico.
Cordiali saluti
E possibile che la sua avversione per il sesso stia in qualche modo alla base di tutto, dato che la sessualità è una parte importante delle nostre vite e che quando è vissuta male gli effetti si estendono a tutto il resto.
Molte persone che hanno paura di essere omosessuali sono in realtà preda di un'ossessione che deriva dal non riuscire a vivere la propria sessualità in maniera serena.
Ma se questo sia il suo caso oppure no, e se le cause della sua sofferenza siano da cercare in famiglia o meno, questo deve capirlo e affrontarlo attraverso l'aiuto specialistico.
Cordiali saluti
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L'approccio sistemico-relazionale può essere indicato per quanto riguarda i suoi problemi familiari, anzi ne è proprio questo l'ambito elettivo.
Per quanto riguarda l'aspetto d'ansia (ossessioni e fobie) un approccio più mirato e focalizzato come quello strategico potrebbe farla progredire più rapidamente, favorendo anche il lavoro terapeutico attuale.
Alcuni colleghi sostengono che non si debbano mischiare più approcci o più terapie allo stesso tempo. In realtà molti pazienti che si rivolgono al terapeuta strategico sono già in cura presso altri terapeuti di orientamento psicoanalitico o sistemico, e non vi sono controindicazioni. Ma questo, di nuovo, dovrebbe verificarlo di persona attraverso attraverso colloqui.
E comunque, al di là di qualsiasi approccio, le variabili più importanti ai fini della riuscita di una terapia sono la motivazione del paziente e la competenza del terapeuta.
Non credo che il suo sia un caso disperato, ma che *lei* si senta disperata perché non sente di star ricevendo l'aiuto del quale ha bisogno.
Non sto dicendo necessariamente che non *sta* ricevendo aiuto, ma che lei lo *percepisce* come non adeguato. È una differenza sostanziale.
Cordiali saluti
Per quanto riguarda l'aspetto d'ansia (ossessioni e fobie) un approccio più mirato e focalizzato come quello strategico potrebbe farla progredire più rapidamente, favorendo anche il lavoro terapeutico attuale.
Alcuni colleghi sostengono che non si debbano mischiare più approcci o più terapie allo stesso tempo. In realtà molti pazienti che si rivolgono al terapeuta strategico sono già in cura presso altri terapeuti di orientamento psicoanalitico o sistemico, e non vi sono controindicazioni. Ma questo, di nuovo, dovrebbe verificarlo di persona attraverso attraverso colloqui.
E comunque, al di là di qualsiasi approccio, le variabili più importanti ai fini della riuscita di una terapia sono la motivazione del paziente e la competenza del terapeuta.
Non credo che il suo sia un caso disperato, ma che *lei* si senta disperata perché non sente di star ricevendo l'aiuto del quale ha bisogno.
Non sto dicendo necessariamente che non *sta* ricevendo aiuto, ma che lei lo *percepisce* come non adeguato. È una differenza sostanziale.
Cordiali saluti
[#10]
Ex utente
Oggi ho la seduta di psicoterapia e lo psicoterapeuta mi ha chiesto di portare mia madre e mio padre.
Mi sembra così inutile questa cosa, perchè credo che il problema sia dentro di me, e di conseguenza non mi fa avere un buon rapporto con nessuno.
Per come le ho detto non lavoro perchè non mi sento per niente motivata ed evito qualsiasi situazione sociale, quindi non saprei come rivolgermi pure ad un altro psicoterapeuta ad approccio strategico.
Mi sembra così inutile questa cosa, perchè credo che il problema sia dentro di me, e di conseguenza non mi fa avere un buon rapporto con nessuno.
Per come le ho detto non lavoro perchè non mi sento per niente motivata ed evito qualsiasi situazione sociale, quindi non saprei come rivolgermi pure ad un altro psicoterapeuta ad approccio strategico.
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Ex utente
Oggi ho la seduta di psicoterapia e lo psicoterapeuta mi ha chiesto di portare mia madre e mio padre.
Mi sembra così inutile questa cosa, perchè credo che il problema sia dentro di me, e di conseguenza non mi fa avere un buon rapporto con nessuno.
Per come le ho detto non lavoro perchè non mi sento per niente motivata ed evito qualsiasi situazione sociale, quindi non saprei come rivolgermi pure ad un altro psicoterapeuta ad approccio strategico.
Mi sembra così inutile questa cosa, perchè credo che il problema sia dentro di me, e di conseguenza non mi fa avere un buon rapporto con nessuno.
Per come le ho detto non lavoro perchè non mi sento per niente motivata ed evito qualsiasi situazione sociale, quindi non saprei come rivolgermi pure ad un altro psicoterapeuta ad approccio strategico.
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Lo capisco, ma come le ho spiegato non possiamo aiutarla a risolvere i suoi problemi da qui, non sarebbe realistico aspettarselo. Possiamo solo darle un orientamento generale ma poi è lei che deve trovare il modo di conciliare le difficoltà con ciò che le diciamo noi.
Intanto vada a questa seduta e porti con sé i suoi genitori. Segua ciò che il suo terapeuta le ha suggerito, altrimenti a che serve andarci?
E se fare come lui le ha detto non sarà servito a nulla, peggio di come sta adesso non credo potrà stare. Al massimo non cambierà nulla.
A qualcuno deve pur affidarsi, perché da sola non è in grado di uscirne. Quindi tanto vale affidarsi a chi è del mestiere.
Cordiali saluti
Intanto vada a questa seduta e porti con sé i suoi genitori. Segua ciò che il suo terapeuta le ha suggerito, altrimenti a che serve andarci?
E se fare come lui le ha detto non sarà servito a nulla, peggio di come sta adesso non credo potrà stare. Al massimo non cambierà nulla.
A qualcuno deve pur affidarsi, perché da sola non è in grado di uscirne. Quindi tanto vale affidarsi a chi è del mestiere.
Cordiali saluti
[#14]
Ex utente
Certo Dottore prenderò appuntamento con la psichiatra del centro salute mentale.
Oggi ho avuto la seduta di psicoterapia c'era anche la mia famiglia, insomma per me non è andata bene.
Mia madre gli ha detto che voglio rivolgermi ad un altro psichiatra, e lo psicoterapeuta ha detto "ma come dobbiamo cercare di togliere il farmaco che prende e lei cerca un altro psichiatra?"
Oggi ho avuto la seduta di psicoterapia c'era anche la mia famiglia, insomma per me non è andata bene.
Mia madre gli ha detto che voglio rivolgermi ad un altro psichiatra, e lo psicoterapeuta ha detto "ma come dobbiamo cercare di togliere il farmaco che prende e lei cerca un altro psichiatra?"
[#17]
Ex utente
Salve Dottori volevo aggiungere un'altra cosa.
Mi capita spesso quando guardo alcuni indumenti che mi appartengono (tipo delle magliette che sono sulla sedia che dovrei mettere apposto e non faccio) di provare come la sensazione che non mi appartenessero e mi dico di chi sono queste cose? (anche se so che sono mie) lo stesso mi capita se guardo i vestiti nell'armadio avverto un senso di estraneità, come per le persone che conosco e anche parenti.
Non sopporto nessuno provo un senso di odio e rifiuto per tutto.
Mi capita spesso quando guardo alcuni indumenti che mi appartengono (tipo delle magliette che sono sulla sedia che dovrei mettere apposto e non faccio) di provare come la sensazione che non mi appartenessero e mi dico di chi sono queste cose? (anche se so che sono mie) lo stesso mi capita se guardo i vestiti nell'armadio avverto un senso di estraneità, come per le persone che conosco e anche parenti.
Non sopporto nessuno provo un senso di odio e rifiuto per tutto.
[#19]
Ex utente
No Dottore perchè la psichiatra non c'è stata, anche se vorrei cambiare ma economicamente non posso permettermi uno psichiatra privato.
Per quanto riguarda lo psicoterapeuta non mi è di grande aiuto, non so sarà bravo nel suo lavoro ma io non ne sto traendo benefici, sicuramente sono io.
Vorrei interrompere la psicoterapia, ma quando gli chiamo per dirgli che magari quel giorno non vado alla seduta, mi alla fine mi convince ad andare.
L'ultima volta ha voluto che venisse la mia famiglia (con la quale non ho mai avuto buon rapporto), ma sinceramente la mia situazione non è cambiata per niente.
Siccome io gli dico che non mi sono mai sentita parte di questa famiglia, mi dice sempre che prima di differenziarci dobbiamo appartenere. Questo lo avrei dovuto fare 20 anni fa forse, ormai credo che sia inutile e non ci riesco proprio.
Per quanto riguarda lo psicoterapeuta non mi è di grande aiuto, non so sarà bravo nel suo lavoro ma io non ne sto traendo benefici, sicuramente sono io.
Vorrei interrompere la psicoterapia, ma quando gli chiamo per dirgli che magari quel giorno non vado alla seduta, mi alla fine mi convince ad andare.
L'ultima volta ha voluto che venisse la mia famiglia (con la quale non ho mai avuto buon rapporto), ma sinceramente la mia situazione non è cambiata per niente.
Siccome io gli dico che non mi sono mai sentita parte di questa famiglia, mi dice sempre che prima di differenziarci dobbiamo appartenere. Questo lo avrei dovuto fare 20 anni fa forse, ormai credo che sia inutile e non ci riesco proprio.
[#20]
Ex utente
Salve Dottori, ultimamente ho interrotto le sedute di psicoterapia perchè non stavo ottenendo nessun risultato.
Sinceramente credo di avere bisogno di un supporto, ma non so a chi rivolgermi cioè non so che tipo di approccio dovrebbe usare lo psicoterapeuta in base ai miei problemi. Lo psicoterapeuta di prima utilizzavo l'approccio sistmico relazionale.
Inoltre la psichiatra mi ha detto, solo dopo averglielo chiesto io, che ho un disturbo di personalità border e un disturbo ossessivo ma non so nemmeno se è la diagnosi giusta.
Cosa mi consigliate di fare?
Grazie
Sinceramente credo di avere bisogno di un supporto, ma non so a chi rivolgermi cioè non so che tipo di approccio dovrebbe usare lo psicoterapeuta in base ai miei problemi. Lo psicoterapeuta di prima utilizzavo l'approccio sistmico relazionale.
Inoltre la psichiatra mi ha detto, solo dopo averglielo chiesto io, che ho un disturbo di personalità border e un disturbo ossessivo ma non so nemmeno se è la diagnosi giusta.
Cosa mi consigliate di fare?
Grazie
[#21]
Gentile utente, l'unica cosa sensata da fare in situazioni come queste è continuare a cercare uno specialista in grado di aiutarla.
Può decidere di contattare uno degli iscritti a questo sito oppure cercare attraverso altri canali, ma ciò che non può aspettarsi è avere un aiuto DIRETTO attraverso consulti online, non sarebbe realistico aspettarselo, purtroppo.
Se vuole aggiungere qualcos'altro, la ascoltiamo.
Cordiali saluti
Può decidere di contattare uno degli iscritti a questo sito oppure cercare attraverso altri canali, ma ciò che non può aspettarsi è avere un aiuto DIRETTO attraverso consulti online, non sarebbe realistico aspettarselo, purtroppo.
Se vuole aggiungere qualcos'altro, la ascoltiamo.
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 22 risposte e 2.5k visite dal 05/01/2010.
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