Depressione: carenza di serotonina?
Gentili Dottori,
ho 24 anni e da circa 2 soffro di una lieve depressione e stato di ansia (in realtà da molto più tempo ma solo ultimamente si è rafforzato).
Lo scorso anno il mio medico mi ha somministrato Citalopram pensando che si trattasse di carenza di serotonina e per tutta la durata della somministrazione ho notato un miglioramento a dir poco sorprendente..!
Dopo 10 mesi (luglio 2009) ho interrotto il trattamento per verificare la mia situazione in assenza di farmaci... ma mi è tornato questo senso di disagio non appena passati gli effetti del Citalopram.
Ho resistito per qualche mese ma ora mi trovo in una situazione che non riesco più a sostenere... continua stanchezza, fiacca, apatia, insonnia, sbalzi d'umore, pianti, eccessivo nervosismo, tristezza, mal di testa, affievolimento della memoria, ecc...
Ne risentono anche le persone che mi stanno accanto..
Questo mese ho eseguito diverse analisi tra cui i dosaggi di Serotonina (di mia spontanea volontà.. per curiosità), avendo come risultato un valore di 41 (valori nella norma 80-160).
Inoltre io prendo la pillola anticoncezionale (Arianna) che a quanto ne so potrebbe contribuire ad abbassare questi valori.
Sapreste dirmi se esistono ulteriori metodi magari anche a lungo termine per poter porre rimedio alla carenza di Serotonina?
Il mio medico curante mi ha consigliato di continuare a prendere Citalopram, ma se una volta finita la terapia il problema ritorna.. che senso ha?
Dovrò prenderlo per tutta la vita?
Grazie in anticipo!!!
Ilaria
ho 24 anni e da circa 2 soffro di una lieve depressione e stato di ansia (in realtà da molto più tempo ma solo ultimamente si è rafforzato).
Lo scorso anno il mio medico mi ha somministrato Citalopram pensando che si trattasse di carenza di serotonina e per tutta la durata della somministrazione ho notato un miglioramento a dir poco sorprendente..!
Dopo 10 mesi (luglio 2009) ho interrotto il trattamento per verificare la mia situazione in assenza di farmaci... ma mi è tornato questo senso di disagio non appena passati gli effetti del Citalopram.
Ho resistito per qualche mese ma ora mi trovo in una situazione che non riesco più a sostenere... continua stanchezza, fiacca, apatia, insonnia, sbalzi d'umore, pianti, eccessivo nervosismo, tristezza, mal di testa, affievolimento della memoria, ecc...
Ne risentono anche le persone che mi stanno accanto..
Questo mese ho eseguito diverse analisi tra cui i dosaggi di Serotonina (di mia spontanea volontà.. per curiosità), avendo come risultato un valore di 41 (valori nella norma 80-160).
Inoltre io prendo la pillola anticoncezionale (Arianna) che a quanto ne so potrebbe contribuire ad abbassare questi valori.
Sapreste dirmi se esistono ulteriori metodi magari anche a lungo termine per poter porre rimedio alla carenza di Serotonina?
Il mio medico curante mi ha consigliato di continuare a prendere Citalopram, ma se una volta finita la terapia il problema ritorna.. che senso ha?
Dovrò prenderlo per tutta la vita?
Grazie in anticipo!!!
Ilaria
[#1]
Ha considerato la possibilità di affiancare il trattamento farmacologico con uno psicoterapeutico?
Dr. Marco Focchi
tel. 3493923017
www.marcofocchi.com
[#2]
(..)Sapreste dirmi se esistono ulteriori metodi magari anche a lungo termine per poter porre rimedio alla carenza di Serotonina?(..)
gentile ragazza credo che lei stia prendendo la strada sbagliata per uscire dalla sua depressione.
Non è a caccia del modo migliore per ripristinare la serotonina che attenuerà i suoi sintomi anche perchè, se di depressioine lieve si tratti, (reazione ad un evento o ad un periodo particolare della sua vita, interpretazioni distorte di particolari condizini ecc.) non è detto che sia un problema di serotonina o che il suo ripristino possa aiutarla.Esca da questa trappola e provi a discutere dei suoi vissuto con uno psicoterpeuta. Vi sono altri fattori di tipo relazionale o cognitivo oltre alla "serotonina".
saluti
gentile ragazza credo che lei stia prendendo la strada sbagliata per uscire dalla sua depressione.
Non è a caccia del modo migliore per ripristinare la serotonina che attenuerà i suoi sintomi anche perchè, se di depressioine lieve si tratti, (reazione ad un evento o ad un periodo particolare della sua vita, interpretazioni distorte di particolari condizini ecc.) non è detto che sia un problema di serotonina o che il suo ripristino possa aiutarla.Esca da questa trappola e provi a discutere dei suoi vissuto con uno psicoterpeuta. Vi sono altri fattori di tipo relazionale o cognitivo oltre alla "serotonina".
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#3]
Gentile Utente,
il Suo primo problema credo che sia l'autoterapia, ovvero la tendenza ad auto-gestire farmaci e tutto il resto
"(di mia spontanea volontà.. per curiosità)"
Se Lei ha una sindrome ansioso depressiva si deve curare in modo approfondito, e soprattutto affidandosi agli Specialisti.
In primo luogo dovrebbe effettuare una valutazione psichiatrica: gli psicofarmaci dovrebbero essere gestiti da questo Specialista, e non dal medico di MG, soprattutto nei casi di comorbidità (ansia + depressione).
Oltre al supporto farmacologico dovrebbe associare un intervento di tipo psicoterapeutico.
Le allego questo articolo, se vuole saperne di più
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/205-caro-psicologo-mi-sento-ansioso-i-disturbi-d-ansia-e-la-terapia-cognitivo-comportamentale.html
Per cui mi associo al Collega esortandola ad integrare la cura nel modo corretto, e soprattutto ad AFFIDARSI agli specialisti.
Vedrà che in questo modo i risultati inizieranno ad arrivare.
il Suo primo problema credo che sia l'autoterapia, ovvero la tendenza ad auto-gestire farmaci e tutto il resto
"(di mia spontanea volontà.. per curiosità)"
Se Lei ha una sindrome ansioso depressiva si deve curare in modo approfondito, e soprattutto affidandosi agli Specialisti.
In primo luogo dovrebbe effettuare una valutazione psichiatrica: gli psicofarmaci dovrebbero essere gestiti da questo Specialista, e non dal medico di MG, soprattutto nei casi di comorbidità (ansia + depressione).
Oltre al supporto farmacologico dovrebbe associare un intervento di tipo psicoterapeutico.
Le allego questo articolo, se vuole saperne di più
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/205-caro-psicologo-mi-sento-ansioso-i-disturbi-d-ansia-e-la-terapia-cognitivo-comportamentale.html
Per cui mi associo al Collega esortandola ad integrare la cura nel modo corretto, e soprattutto ad AFFIDARSI agli specialisti.
Vedrà che in questo modo i risultati inizieranno ad arrivare.
[#4]
Gentile ragazza, nella sua descrizione non fa alcun riferimento ad avvenimenti o fatti della sua vita che potrebbero aver contribuito al suo stato attuale. Voglio dire, eventi importanti in aree come lo studio, il lavoro, la sfera affettiva, familiare e relazionale.
Vi sono stati degli eventi importanti in queste aree, soprattutto negativi, oppure i suoi disturbi sono venuti fuori improvvisamente e senza preavviso?
Cordiali saluti
Vi sono stati degli eventi importanti in queste aree, soprattutto negativi, oppure i suoi disturbi sono venuti fuori improvvisamente e senza preavviso?
Cordiali saluti
[#5]
Ex utente
Gentili dottori, vi ringrazio per le numerose risposte.
Allora io proprio in questi ultimi due mesi avevo iniziato ad andare da una psicologa, ma visto il risultato delle analisi ho pensato che magari il problema poteva dipendere dalla carenza di serotonina (sottolineando che nel periodo che ho preso citalopram sono stata particolarmente bene).
La psicologa stessa si è messa in difficoltà e mi ha detto di fare come preferivo, anche perchè non mi ha mai vista convinta ad affrontare questo tipo di terapia.
Non ho mai avuto problemi gravi nella mia vita, a parte insicurezze adolescenziali che hanno praticamente tutti i ragazzi (molta timidezza, non sentirsi bella, insicurezza, piccoli problemi con l'altro sesso, ecc)...
Diciamo che sono un tantino "apprensiva" di carattere, lo sono sempre stata.
Negli ultimi due anni però ho cominciato a sentirmi sempre più abbattuta (senza un motivo apparente) e stanca fisicamente.
La mia psicologa ipotizza che il malessere fisico potrebbe essere attribuito alla sopportazione di anni e anni di leggera ansia o di stress, che a poco a poco hanno portato il mio fisico a cedere.
Ho cominciato a prendere citalopram, ma dopo un anno ho smesso e poco dopo mi sono ritrovata nella situazione iniziale (oltretutto negli ultimi mesi sto avendo problemi all'università e mi sento molto scoraggiata).
Pensate che sia meglio che continui ad andare dalla psicologa?
In questo caso non so se sia il caso di continuare con citalopram perchè ho paura di andare a nascondere i miei veri malesseri e rischiare di confondere anche la psicologa stessa...
Nello stesso tempo però avrei un grande bisogno di stare bene, soprattutto per riuscire a proseguire gli studi (che ho tanta fretta di portare a termine perchè più vado a vanti e meno ho voglia).
Sapreste darmi delle descrizioni o consigli (non troppo tecnici) sul citalopram?
Il mio medico mi aveva consigliato di continuare a prenderlo finchè non mi sentivo più tranquilla... ma non so...
Avevo anche pensato di prenderlo fino al termine dell'università (si tratterebbe di un altro anno e poco più)...
Grazie mille
Ilaria
Allora io proprio in questi ultimi due mesi avevo iniziato ad andare da una psicologa, ma visto il risultato delle analisi ho pensato che magari il problema poteva dipendere dalla carenza di serotonina (sottolineando che nel periodo che ho preso citalopram sono stata particolarmente bene).
La psicologa stessa si è messa in difficoltà e mi ha detto di fare come preferivo, anche perchè non mi ha mai vista convinta ad affrontare questo tipo di terapia.
Non ho mai avuto problemi gravi nella mia vita, a parte insicurezze adolescenziali che hanno praticamente tutti i ragazzi (molta timidezza, non sentirsi bella, insicurezza, piccoli problemi con l'altro sesso, ecc)...
Diciamo che sono un tantino "apprensiva" di carattere, lo sono sempre stata.
Negli ultimi due anni però ho cominciato a sentirmi sempre più abbattuta (senza un motivo apparente) e stanca fisicamente.
La mia psicologa ipotizza che il malessere fisico potrebbe essere attribuito alla sopportazione di anni e anni di leggera ansia o di stress, che a poco a poco hanno portato il mio fisico a cedere.
Ho cominciato a prendere citalopram, ma dopo un anno ho smesso e poco dopo mi sono ritrovata nella situazione iniziale (oltretutto negli ultimi mesi sto avendo problemi all'università e mi sento molto scoraggiata).
Pensate che sia meglio che continui ad andare dalla psicologa?
In questo caso non so se sia il caso di continuare con citalopram perchè ho paura di andare a nascondere i miei veri malesseri e rischiare di confondere anche la psicologa stessa...
Nello stesso tempo però avrei un grande bisogno di stare bene, soprattutto per riuscire a proseguire gli studi (che ho tanta fretta di portare a termine perchè più vado a vanti e meno ho voglia).
Sapreste darmi delle descrizioni o consigli (non troppo tecnici) sul citalopram?
Il mio medico mi aveva consigliato di continuare a prenderlo finchè non mi sentivo più tranquilla... ma non so...
Avevo anche pensato di prenderlo fino al termine dell'università (si tratterebbe di un altro anno e poco più)...
Grazie mille
Ilaria
[#6]
Gentile Ilaria,
se vuole consiglia sulla farmacoterapia li dovrebbe chiedere direttamente al medico che li ha prescritti: io comunque le consiglierei di affidarsi ad uno psichiatra per questo genere di farmaci.
Per quanto riguarda la Psicologa: solo Lei sa se si trova bene o meno con questa Professionista, per questo deve assumere il "richio" di fare la scelta giusta o sbagliata, e decidere se rimanere con la Psicologa oppure no.
Credo che il Suo vero problema sia proprio legato al fatto che Lei non riesce a "correre rischi" di questo tipo, e continua a rimuginare su una scelta: "la faccio o non la faccio?" "E' giusto o è sbagliato?"
Della Psicoterapia credo Lei abbia bisogno in questa fase delicata: se non sarà con questa Psicologa pazienza, l'importante è che non sia sola nell'affrontare questi problemi
se vuole consiglia sulla farmacoterapia li dovrebbe chiedere direttamente al medico che li ha prescritti: io comunque le consiglierei di affidarsi ad uno psichiatra per questo genere di farmaci.
Per quanto riguarda la Psicologa: solo Lei sa se si trova bene o meno con questa Professionista, per questo deve assumere il "richio" di fare la scelta giusta o sbagliata, e decidere se rimanere con la Psicologa oppure no.
Credo che il Suo vero problema sia proprio legato al fatto che Lei non riesce a "correre rischi" di questo tipo, e continua a rimuginare su una scelta: "la faccio o non la faccio?" "E' giusto o è sbagliato?"
Della Psicoterapia credo Lei abbia bisogno in questa fase delicata: se non sarà con questa Psicologa pazienza, l'importante è che non sia sola nell'affrontare questi problemi
[#7]
Gentile utente,
Spero che il medico non si sia espresso in questi termini tipo "carenza di serotonina". Il citalopram e altri affini funzionano con un meccanismo che coinvolge questo mediatore chimico, ma non rimpiazzano una carenza, non agiscono in maniera sintomatica. La serotonina è rimpiazzata subito ammesso che manchi, l'effetto compare molto più tardi, per un meccanismo che non è di compensazione di una carenza del mediatore in sé.
Non si fanno dosaggi della serotonina nel sangue che non significano niente rispetto al metabolismo cerebrale, né rispetto alla depressione, che si diagnostica per sintomi.
Riguardo alla cura, ha sbagliato a far di testa sua, non lo ha certo fatto per caso, lo ha fatto apposta per seguire una sua strada con cui il medico non avrebbe probabilmente concordato. Ha fatto di testa sua nel fare accertamenti privi di senso sulla serotonina invece di tornare semplicemente dal medico per farsi riprendere in cura.
Direi di lasciar perdere la serotonina di cui non può sapere niente tranne qualcosa di giornalistico o di enciclopedico poco utile a prender decisioni mediche.
Si occupi se vuole di farsi seguire.
Spero che il medico non si sia espresso in questi termini tipo "carenza di serotonina". Il citalopram e altri affini funzionano con un meccanismo che coinvolge questo mediatore chimico, ma non rimpiazzano una carenza, non agiscono in maniera sintomatica. La serotonina è rimpiazzata subito ammesso che manchi, l'effetto compare molto più tardi, per un meccanismo che non è di compensazione di una carenza del mediatore in sé.
Non si fanno dosaggi della serotonina nel sangue che non significano niente rispetto al metabolismo cerebrale, né rispetto alla depressione, che si diagnostica per sintomi.
Riguardo alla cura, ha sbagliato a far di testa sua, non lo ha certo fatto per caso, lo ha fatto apposta per seguire una sua strada con cui il medico non avrebbe probabilmente concordato. Ha fatto di testa sua nel fare accertamenti privi di senso sulla serotonina invece di tornare semplicemente dal medico per farsi riprendere in cura.
Direi di lasciar perdere la serotonina di cui non può sapere niente tranne qualcosa di giornalistico o di enciclopedico poco utile a prender decisioni mediche.
Si occupi se vuole di farsi seguire.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#8]
Gentile Ilaria, solo lei può decidere se farsi seguire o meno, e da chi. Lei dice:
>>> Non ho mai avuto problemi gravi nella mia vita
>>>
e poche righe più avanti:
>>> avrei un grande bisogno di stare bene
>>>
Ciò denota una certa contraddizione, forse tale solo in apparenza.
Probabilmente l'apparente contraddizione è dovuta al suo non voler riconoscere, prima di tutto a se stessa, di aver bisogno d'aiuto. Probabilmente lei è allo stesso punto di molti altri utenti che ci scrivono: "Ce la devo fare da sola". Scrive allo specialista per email ma solo per avere qualche informazione, e perché possibilmente le confermi le convinzioni che già ha e che non vuole cambiare.
Ma se le cose stessero davvero così - potrei sempre sbagliarmi - non so se potremo esserle di qualche aiuto.
Cordiali saluti
>>> Non ho mai avuto problemi gravi nella mia vita
>>>
e poche righe più avanti:
>>> avrei un grande bisogno di stare bene
>>>
Ciò denota una certa contraddizione, forse tale solo in apparenza.
Probabilmente l'apparente contraddizione è dovuta al suo non voler riconoscere, prima di tutto a se stessa, di aver bisogno d'aiuto. Probabilmente lei è allo stesso punto di molti altri utenti che ci scrivono: "Ce la devo fare da sola". Scrive allo specialista per email ma solo per avere qualche informazione, e perché possibilmente le confermi le convinzioni che già ha e che non vuole cambiare.
Ma se le cose stessero davvero così - potrei sempre sbagliarmi - non so se potremo esserle di qualche aiuto.
Cordiali saluti
[#9]
Gentile Signora,
Si è affidata ad una psicologa che si è trovata spiazzata di fronte alle argomentazioni decise e convinte di un medico che le ha deto chiaramente che si trattava di una carenza di serotonina che poteva essere rimpiazzata con una cura famacologia.
Mi pare che non sia propio così, e lo asserisce anche un nostro psichiatra con molta chiarezza e sicurezza.
La serotonina sembra che esca dall'ipofisi anche durante i nostri sogni e si spanda per il corpo , specialmente nelle viscere e sia preposta anche ai moti peristaltici che favofiscono l'evacuazione delle feci.
Ma io da psicologo, ritorno sul tema di iniziare o continuare una psicoterapia con coraggio, con pazienza e aspettandosi dei miglioramenti non con poche sedute, ma con una cura che possa permettere a chi la segue di condurla verso le oscurità della sua persona e del suo Io. Allora forse troverà un po'di pace e riuscirà o a sconfiggere la sua depressione, o per lo meno a mitigarla.
Auguri carissimi
[#10]
Gentile utente,
come lei stessa scrive sta abbastanza male:
"Ho resistito per qualche mese ma ora mi trovo in una situazione che non riesco più a sostenere... continua stanchezza, fiacca, apatia, insonnia, sbalzi d'umore, pianti, eccessivo nervosismo, tristezza, mal di testa, affievolimento della memoria, ecc..."
Una cura fatta in passato le è stata utile ma ha voluto sospenderla:
"Lo scorso anno il mio medico mi ha somministrato Citalopram pensando che si trattasse di carenza di serotonina e per tutta la durata della somministrazione ho notato un miglioramento a dir poco sorprendente"
Ha fatto un dosaggio della serotonina (nel plasma, urine, liquor?) che non serve a niente nei casi come i suoi.
Le consiglierei di rivolgersi ad uno specialista psichiatra per valutare il suo caso dal momento che sembra non molto motivata a seguire una psicoterapia e dal momento che i suoi sintomi potrebbero non appartenere alla semplice depressione.
Cordiali saluti
come lei stessa scrive sta abbastanza male:
"Ho resistito per qualche mese ma ora mi trovo in una situazione che non riesco più a sostenere... continua stanchezza, fiacca, apatia, insonnia, sbalzi d'umore, pianti, eccessivo nervosismo, tristezza, mal di testa, affievolimento della memoria, ecc..."
Una cura fatta in passato le è stata utile ma ha voluto sospenderla:
"Lo scorso anno il mio medico mi ha somministrato Citalopram pensando che si trattasse di carenza di serotonina e per tutta la durata della somministrazione ho notato un miglioramento a dir poco sorprendente"
Ha fatto un dosaggio della serotonina (nel plasma, urine, liquor?) che non serve a niente nei casi come i suoi.
Le consiglierei di rivolgersi ad uno specialista psichiatra per valutare il suo caso dal momento che sembra non molto motivata a seguire una psicoterapia e dal momento che i suoi sintomi potrebbero non appartenere alla semplice depressione.
Cordiali saluti
Massimo Lai, MD
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 86.4k visite dal 24/12/2009.
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