Calo del desiderio?
Gentili Dottori,
ho 27 anni e il mio fidanzato 38.Stiamo insieme da 1anno e mezzo e nonostante abitiamo in due città diverse,la nostra storia è iniziata subito con prospettive per un futuro insieme.Io sono una studentessa e ho la possibilità di trattenermi nella sua città per più di un mese di seguito e circa la stessa durata hanno i periodi in cui non ci vediamo.Da un punto di vista affettivo,alcune piccole attenzioni che prima mi riservava sono un po' diminuite,ma lui è sempre molto affettuoso e amante delle coccole,mentre dal punto di vista sessuale le cose sono molto cambiate.I primi tempi il suo desiderio nei miei confronti era evidente,i nostri rapporti appaganti sia fisicamente che emotivamente,fantasiosi,complici e frequenti,senza inibizioni;nessuno dei due ha mai avuto un atteggiamento passivo nei rapporti,tuttavia era ben chiaro il suo"ruolo di maschio"e la mia femminilità era gratificata dal suo desiderio.I problemi nel sesso sono iniziati quando sono tornata da un viaggio di studio durato 4mesi, cioè ormai da 6 mesi a questa parte.Oltre ad essere diminuiti come frequenza e durata sono diventati monotoni:se non fosse per me che cerco qualche"diversivo"si ripeterebbe sempre lo stesso copione: invece di avvicinarsi a me,rimane dov'è,mi dice che vuole fare sesso e inizia a toccarsi;è capitato anche che rifiutasse alcuni miei approcci per poi proporsi dopo 5 minuti in questo modo.Addirittura a volte io sono in un'altra stanza e quando lo raggiungo lui mi accoglie con i pantaloni già abbassati.Non mi tocca,non mi bacia né prima né durante il rapporto e sembra che nemmeno mi guardi.Dedica al rapporto il minimo tempo indispensabile,come se tutto fosse finalizzato solo ad ottenere l'orgasmo(che raggiungiamo sempre entrambi)anziché essere un piacere coinvolgente.I suoi approcci sempre identici e privi di passione mi hanno fatto perdere la spontaneità,oltre alla frustrazione di pensare che qualcosa non vada in me(ha avuto una storia di 7anni e ha sempre detto di non aver mai avuto un calo del desiderio),o che lui abbia un problema di cui non vuole parlarmi o un'altra relazione.Escludo problemi nell'erezione,che rimane costante per tutta la durata del rapporto.Lui è una persona ansiosa,ma lo era anche quando ci siamo conosciuti e le sue preoccupazioni non si sono mai riflesse sulla sfera sessuale.Quello che più mi affligge non è la diminuzione dei rapporti, quanto il cambiamento nel suo modo di vivere il piacere,la sua pigrizia e PASSIVITA'.Gli ho fatto notare che era diverso rispetto a prima,mi ha dato risposte evasive tipo"sono vecchio".L'ultima volta mi ha detto che a lui va bene così e se questo mi ha in parte tranquillizzata,nello stesso tempo mi infastidisce vedere che lui non considera il mio punto di vista.Non voglio insistere ancora perché ho paura di generare in lui una specie di ansia da prestazione che peggiorerebbe le cose.Da cosa può dipendere il suo cambiamento?come posso aiutare la nostra intimità senza metterlo sotto pressione?
ho 27 anni e il mio fidanzato 38.Stiamo insieme da 1anno e mezzo e nonostante abitiamo in due città diverse,la nostra storia è iniziata subito con prospettive per un futuro insieme.Io sono una studentessa e ho la possibilità di trattenermi nella sua città per più di un mese di seguito e circa la stessa durata hanno i periodi in cui non ci vediamo.Da un punto di vista affettivo,alcune piccole attenzioni che prima mi riservava sono un po' diminuite,ma lui è sempre molto affettuoso e amante delle coccole,mentre dal punto di vista sessuale le cose sono molto cambiate.I primi tempi il suo desiderio nei miei confronti era evidente,i nostri rapporti appaganti sia fisicamente che emotivamente,fantasiosi,complici e frequenti,senza inibizioni;nessuno dei due ha mai avuto un atteggiamento passivo nei rapporti,tuttavia era ben chiaro il suo"ruolo di maschio"e la mia femminilità era gratificata dal suo desiderio.I problemi nel sesso sono iniziati quando sono tornata da un viaggio di studio durato 4mesi, cioè ormai da 6 mesi a questa parte.Oltre ad essere diminuiti come frequenza e durata sono diventati monotoni:se non fosse per me che cerco qualche"diversivo"si ripeterebbe sempre lo stesso copione: invece di avvicinarsi a me,rimane dov'è,mi dice che vuole fare sesso e inizia a toccarsi;è capitato anche che rifiutasse alcuni miei approcci per poi proporsi dopo 5 minuti in questo modo.Addirittura a volte io sono in un'altra stanza e quando lo raggiungo lui mi accoglie con i pantaloni già abbassati.Non mi tocca,non mi bacia né prima né durante il rapporto e sembra che nemmeno mi guardi.Dedica al rapporto il minimo tempo indispensabile,come se tutto fosse finalizzato solo ad ottenere l'orgasmo(che raggiungiamo sempre entrambi)anziché essere un piacere coinvolgente.I suoi approcci sempre identici e privi di passione mi hanno fatto perdere la spontaneità,oltre alla frustrazione di pensare che qualcosa non vada in me(ha avuto una storia di 7anni e ha sempre detto di non aver mai avuto un calo del desiderio),o che lui abbia un problema di cui non vuole parlarmi o un'altra relazione.Escludo problemi nell'erezione,che rimane costante per tutta la durata del rapporto.Lui è una persona ansiosa,ma lo era anche quando ci siamo conosciuti e le sue preoccupazioni non si sono mai riflesse sulla sfera sessuale.Quello che più mi affligge non è la diminuzione dei rapporti, quanto il cambiamento nel suo modo di vivere il piacere,la sua pigrizia e PASSIVITA'.Gli ho fatto notare che era diverso rispetto a prima,mi ha dato risposte evasive tipo"sono vecchio".L'ultima volta mi ha detto che a lui va bene così e se questo mi ha in parte tranquillizzata,nello stesso tempo mi infastidisce vedere che lui non considera il mio punto di vista.Non voglio insistere ancora perché ho paura di generare in lui una specie di ansia da prestazione che peggiorerebbe le cose.Da cosa può dipendere il suo cambiamento?come posso aiutare la nostra intimità senza metterlo sotto pressione?
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Stia attenta a non proteggere lui senza prima proteggere se stessa.
Si permetta di esprimere senza paura la sua contrarietà, non tanto con i discorsi ma con il corpo, con la verità del suo essere contrariata. Qualsiasi sia il motivo del cambiamento, è bene che venga a galla. Qui non si tratta di ansia da prestazione o altre problematiche psicologiche da cui metterlo al riparo, ma del piacere reciproco. Anziché concentrarsi su cosa deve fare o dire, provi ad "essere": e se l'imagine di lui coi pantaloni abbassati non la eccita, si comporti di conseguenza.
La verità quasi sempre è la strada più efficace. Qualsiasi siano le conseguenze, saranno conseguenze esplicite.
Si permetta di esprimere senza paura la sua contrarietà, non tanto con i discorsi ma con il corpo, con la verità del suo essere contrariata. Qualsiasi sia il motivo del cambiamento, è bene che venga a galla. Qui non si tratta di ansia da prestazione o altre problematiche psicologiche da cui metterlo al riparo, ma del piacere reciproco. Anziché concentrarsi su cosa deve fare o dire, provi ad "essere": e se l'imagine di lui coi pantaloni abbassati non la eccita, si comporti di conseguenza.
La verità quasi sempre è la strada più efficace. Qualsiasi siano le conseguenze, saranno conseguenze esplicite.
Dr.ssa Zaira Di Mauro
Psicologa
www.psicoterapeuta-milano.net
[#2]
Ex utente
Cara Dottoressa,
la ringrazio per la risposta, che esprime tutta quella sicurezza e decisione che purtroppo mi manca, o che non riesco a tirare fuori forse proprio per paura di quelle conseguenze esplicite di cui lei parla. Lei ha tremendamente ragione quando parla di piacere reciproco e se penso ai primi mesi in cui stavamo insieme, posso dire che sia fisicamente che emotivamente era davvero quello che riuscivamo a darci: per questo sono così contrariata, perché il cambiamento è stato netto e totale.
Effettivamente ho sempre cercato il dialogo con il mio ragazzo, sperando che un atteggiamento comprensivo da parte mia potesse indurlo a riflettere sulla situazione; l'ho invitato a chiedersi se l'attrazione che prova per me è uguale a prima e ho cercato di spiegargli che il suo atteggiamento in un certo senso "intacca" la mia femminilità, e che i suoi approcci non mi eccitano minimamente. Il risultato è stato evidentemente nullo, e come potrà immaginare questo mi fa riflettere anche sua sua capacità generale di comprendere e venire incontro alle mie esigenze.
Sicuramente cercherò di "agire" piuttosto che di discutere, ma questa soluzione mi porta a due interrogativi: è vero che potrebbero esserci conseguenze esplicite, ma purtroppo è anche vero che far venire a galla il motivo del cambiamento dipende pur sempre da lui, così come sarà lui a dover capire che la mia mancanza di eccitazione altro non è che la conseguenza del suo comportamento. L'altro dubbio è che io possa cominciare ad entrare nell'ottica per cui negarmi sessualmente diventi una specie di "punizione"nei suoi confronti.
La ringrazio ancora (e complimenti per i suoi siti web)
la ringrazio per la risposta, che esprime tutta quella sicurezza e decisione che purtroppo mi manca, o che non riesco a tirare fuori forse proprio per paura di quelle conseguenze esplicite di cui lei parla. Lei ha tremendamente ragione quando parla di piacere reciproco e se penso ai primi mesi in cui stavamo insieme, posso dire che sia fisicamente che emotivamente era davvero quello che riuscivamo a darci: per questo sono così contrariata, perché il cambiamento è stato netto e totale.
Effettivamente ho sempre cercato il dialogo con il mio ragazzo, sperando che un atteggiamento comprensivo da parte mia potesse indurlo a riflettere sulla situazione; l'ho invitato a chiedersi se l'attrazione che prova per me è uguale a prima e ho cercato di spiegargli che il suo atteggiamento in un certo senso "intacca" la mia femminilità, e che i suoi approcci non mi eccitano minimamente. Il risultato è stato evidentemente nullo, e come potrà immaginare questo mi fa riflettere anche sua sua capacità generale di comprendere e venire incontro alle mie esigenze.
Sicuramente cercherò di "agire" piuttosto che di discutere, ma questa soluzione mi porta a due interrogativi: è vero che potrebbero esserci conseguenze esplicite, ma purtroppo è anche vero che far venire a galla il motivo del cambiamento dipende pur sempre da lui, così come sarà lui a dover capire che la mia mancanza di eccitazione altro non è che la conseguenza del suo comportamento. L'altro dubbio è che io possa cominciare ad entrare nell'ottica per cui negarmi sessualmente diventi una specie di "punizione"nei suoi confronti.
La ringrazio ancora (e complimenti per i suoi siti web)
[#3]
Credo di capire le sue paure; daltronde se lei non fosse in difficoltà non ci avrebbe scritto.
Tuttavia le strade che la vita può prendere sono davvero infinite.
Lei sola può sapere se tirandosi indietro sessualmente lo "punirebbe". Quello che conta è il suo reale stato d'nimo, non la percezione o l'interpretazione di lui. Se sente di "punirlo", si chieda perché. Forse la punizione sostituisce la paura di scoprire che lui non è l'uomo che imaginava? spesso gli atteggiamenti aggressivi verso l'altro nascondono qualcosa di più profondo, come la delusione.
Provi a vivere le cose come arrivano, poi le conseguenze si affronteranno. In tutti i casi di un uomo che non ascolti le sue esigenze sessuali, prima o poi si stancherebbe comunque.
Grazie per i complimenti.
Tuttavia le strade che la vita può prendere sono davvero infinite.
Lei sola può sapere se tirandosi indietro sessualmente lo "punirebbe". Quello che conta è il suo reale stato d'nimo, non la percezione o l'interpretazione di lui. Se sente di "punirlo", si chieda perché. Forse la punizione sostituisce la paura di scoprire che lui non è l'uomo che imaginava? spesso gli atteggiamenti aggressivi verso l'altro nascondono qualcosa di più profondo, come la delusione.
Provi a vivere le cose come arrivano, poi le conseguenze si affronteranno. In tutti i casi di un uomo che non ascolti le sue esigenze sessuali, prima o poi si stancherebbe comunque.
Grazie per i complimenti.
[#4]
Gentile Utente,
nella mia esperienza raramente la sessualità è il vero problema della coppia, semmai rappresenta piuttosto la punta di un iceberg.
Non voglio essere catastrofico o metterla in ansia. Ma penso che in questi casi non conviene girare troppo intorno all'argomento, anche perchè il concentrarsi sulla sessualità serve proprio a questo: a distrarsi dal problema "vero".
Lei sente che le cose, dopo il viaggio all'estero, sono cambiate sia qualitativamente che quantitativamente, e forse ha timore di poter "scoprire" che tale cambiamento potrebbe portare a conseguenze negative, come la rottura del fidanzamento. Questo la stimola a sopportare diversi comportamenti non appaganti, specie nella sessualità, ma mi sembra di capire che i problemi siano anche a livello comunicativo.
Mi spiego: se tutto andasse bene TRANNE la sessualità Lei non sarebbe in questo momento davanti al pc sperando di trovare la Risposta con la R maiuscola, ma starebbe affrontando direttamente l'argomento con lui.
La Sua insicurezza, quindi, credo sia il problema principale, che la porta a temere di venire lasciata, e di rimanere da sola da un momento all'altro.
Immagino anche quanto sia frustrante per lei come DONNA dover fare spesso buon viso a cattivo gioco, specie nella sessualità.
A questo punto Lei ha due alternative:
1- affrontare il suo compagno in modo diretto.
2- chiedere un aiuto psicologico per imparare a gestire meglio questa tendenza a chiudersi passivamente in sé
Scusi la franchezza, ma è meglio faticare oggi piuttosto che in futuro: se Lei oggi non riesce nemmeno ad affrontare con lui le difficoltà sessuali cosa potrebbe succedere in futuro?
nella mia esperienza raramente la sessualità è il vero problema della coppia, semmai rappresenta piuttosto la punta di un iceberg.
Non voglio essere catastrofico o metterla in ansia. Ma penso che in questi casi non conviene girare troppo intorno all'argomento, anche perchè il concentrarsi sulla sessualità serve proprio a questo: a distrarsi dal problema "vero".
Lei sente che le cose, dopo il viaggio all'estero, sono cambiate sia qualitativamente che quantitativamente, e forse ha timore di poter "scoprire" che tale cambiamento potrebbe portare a conseguenze negative, come la rottura del fidanzamento. Questo la stimola a sopportare diversi comportamenti non appaganti, specie nella sessualità, ma mi sembra di capire che i problemi siano anche a livello comunicativo.
Mi spiego: se tutto andasse bene TRANNE la sessualità Lei non sarebbe in questo momento davanti al pc sperando di trovare la Risposta con la R maiuscola, ma starebbe affrontando direttamente l'argomento con lui.
La Sua insicurezza, quindi, credo sia il problema principale, che la porta a temere di venire lasciata, e di rimanere da sola da un momento all'altro.
Immagino anche quanto sia frustrante per lei come DONNA dover fare spesso buon viso a cattivo gioco, specie nella sessualità.
A questo punto Lei ha due alternative:
1- affrontare il suo compagno in modo diretto.
2- chiedere un aiuto psicologico per imparare a gestire meglio questa tendenza a chiudersi passivamente in sé
Scusi la franchezza, ma è meglio faticare oggi piuttosto che in futuro: se Lei oggi non riesce nemmeno ad affrontare con lui le difficoltà sessuali cosa potrebbe succedere in futuro?
[#5]
Ex utente
Gentile Dottor Bulla,
ha perfettamente ragione nel dire che la mia sopportazione dell'attuale situazione inappagante è frutto delle mie paure, del timore di scoprire qualcosa che mi farebbe soffrire o che potrebbe portare alla rottura definitiva. E ha colto in pieno anche un problema più grande, che è quello della mia insicurezza e della paura di scontrarmi con la realtà del fatto che (come diceva la Dottoressa Di Mauro) l'uomo che amo potrebbe essere diverso da quello che immaginavo. La conseguenza più amara quindi non sarebbe il fatto di rimanere sola, ma piuttosto la frustrazione di aver commesso un grande errore di valutazione, con tutti i sacrifici che una storia a distanza comporta, per la persona sbagliata. Come ho già detto però, io ho affrontato il mio compagno in modo diretto, chiedendogli anche se il suo comportamento sessuale non riflettesse in realtà una insoddisfazione a livello emotivo. Mi creda, ho anche seriamente preso in considerazione il fatto che potesse dirmi che non mi ama più. Le sue risposte non mi hanno rassicurato, ma non hanno nemmeno mai messo in discussione tutto il rapporto, nonostante il mio invito a riflettere proprio sui suoi sentimenti. Quindi direi che è piuttosto lui a non riuscire ad affrontare le difficoltà e ad avere forti limiti a livello comunicativo, per questo non so proprio più cosa fare.. Inoltre, nonostante il ritratto che ho fatto del mio fidanzato possa sembrare abbastanza negativo, io lo ritengo, e ho potuto effettivamente constatare, che è una persona molto ragionevole, che sa cosa vuole e che non trascinerebbe un rapporto (per di più a distanza) se non provasse sentimenti veri. Tuttavia non riesco nemmeno a credere che a lui il sesso "vada bene così" come mi ha detto e che non si renda conto di quanto le cose sono cambiate.
Vi ringrazio e scusate per la prolissità.
ha perfettamente ragione nel dire che la mia sopportazione dell'attuale situazione inappagante è frutto delle mie paure, del timore di scoprire qualcosa che mi farebbe soffrire o che potrebbe portare alla rottura definitiva. E ha colto in pieno anche un problema più grande, che è quello della mia insicurezza e della paura di scontrarmi con la realtà del fatto che (come diceva la Dottoressa Di Mauro) l'uomo che amo potrebbe essere diverso da quello che immaginavo. La conseguenza più amara quindi non sarebbe il fatto di rimanere sola, ma piuttosto la frustrazione di aver commesso un grande errore di valutazione, con tutti i sacrifici che una storia a distanza comporta, per la persona sbagliata. Come ho già detto però, io ho affrontato il mio compagno in modo diretto, chiedendogli anche se il suo comportamento sessuale non riflettesse in realtà una insoddisfazione a livello emotivo. Mi creda, ho anche seriamente preso in considerazione il fatto che potesse dirmi che non mi ama più. Le sue risposte non mi hanno rassicurato, ma non hanno nemmeno mai messo in discussione tutto il rapporto, nonostante il mio invito a riflettere proprio sui suoi sentimenti. Quindi direi che è piuttosto lui a non riuscire ad affrontare le difficoltà e ad avere forti limiti a livello comunicativo, per questo non so proprio più cosa fare.. Inoltre, nonostante il ritratto che ho fatto del mio fidanzato possa sembrare abbastanza negativo, io lo ritengo, e ho potuto effettivamente constatare, che è una persona molto ragionevole, che sa cosa vuole e che non trascinerebbe un rapporto (per di più a distanza) se non provasse sentimenti veri. Tuttavia non riesco nemmeno a credere che a lui il sesso "vada bene così" come mi ha detto e che non si renda conto di quanto le cose sono cambiate.
Vi ringrazio e scusate per la prolissità.
[#6]
Gentile Utente,
avevo letto nel suo precedente post che aveva affrontato il Suo fidanzato, ma spesso le persone non utilizzano tutte lo stesso concetto di "affrontare".
Ci sono persone che si limitano a chiedere al proprio partner "Sicuro che va tutto bene?", e che alla risposta SI smettono di affrontare il problema, e si mettono il cuore in pace.
Ovviamente non so se questo sia o meno il Suo caso, ma sta di fatto che, ad oggi, questa situazione non è stata "gestita" nel modo soddisfacente per entrambi. Almeno visti i risultati, non trova?
E questo non è successo perchè Lei non "vuole" affrontare la situazione, ma forse perchè non "riesce" ad affrontarla in modo lucido e deciso.
A questo punto direi che può passare allo Step 2: la consulenza psicologica. Al di là di come andrà a finire la vostra storia d'amore, un lavoro su di sé le permetterà di rinforzare molti aspetti del Suo essere, aspetti che le serviranno in molte altre situazioni, non solo nellì'amore.
avevo letto nel suo precedente post che aveva affrontato il Suo fidanzato, ma spesso le persone non utilizzano tutte lo stesso concetto di "affrontare".
Ci sono persone che si limitano a chiedere al proprio partner "Sicuro che va tutto bene?", e che alla risposta SI smettono di affrontare il problema, e si mettono il cuore in pace.
Ovviamente non so se questo sia o meno il Suo caso, ma sta di fatto che, ad oggi, questa situazione non è stata "gestita" nel modo soddisfacente per entrambi. Almeno visti i risultati, non trova?
E questo non è successo perchè Lei non "vuole" affrontare la situazione, ma forse perchè non "riesce" ad affrontarla in modo lucido e deciso.
A questo punto direi che può passare allo Step 2: la consulenza psicologica. Al di là di come andrà a finire la vostra storia d'amore, un lavoro su di sé le permetterà di rinforzare molti aspetti del Suo essere, aspetti che le serviranno in molte altre situazioni, non solo nellì'amore.
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 2.5k visite dal 22/12/2009.
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